Pelé: vincere con la diversità

Quando i film parlano di imprese sportive, ci ricordano che lo sport rappresenta l’epica contemporanea e i suoi eroi sono i nostri simboli di gesta ai limiti delle umane capacità.
Pelé – Il film è una storia che si colloca proprio tra epica e supereroi e per questo è destinata a colpire la fantasia dei più piccoli. Se a questo uniamo il calcio, la combinazione è ideale per fare breccia nel cuore dei bambini.

diritti riservati Pelé - Il film
diritti riservati Pelé – Il film

La storia del grandissimo Pelé è simile a quella di molti campioni venuti da ogni sud del mondo: lo sport è l’unica via per la salvezza, per il riscatto, per strapparsi via di dosso una povertà che tarpa le ali e annulla ogni talento.
Ma Pelé è qualcosa di più di “uno che ce l’ha fatta”, lui è la sua nazione. E’ un uomo che ha saputo farsi simbolo di un paese diviso per la sua stessa origine. La grandezza del Brasile del 1958 sta nella diversità di ogni giocatore dall’altro, nel loro essere dei “diversi” e rappresentare un mondo di ultimi, e quella diversità rappresenta l’anima di un Brasile che cerca il suo riconoscimento come nazione.
A questa anima comune di un popolo diverso si dà un nome, quasi una parola magica che colpisce la fantasia: ginga.
I personaggi sono delineati con estrema semplicità, quasi ingenuità: questo rende Pelé – Il film una pellicola per bambini e, ditemi, cosa c’è di più importante oggi che insegnare ai nostri figli che la differenza è un vantaggio, che la diversità è ricchezza?
Pelé – Il film è un film per i nostri bambini: quelli che stanno crescendo in un mondo che sarà sempre di più un grande Brasile, fatto di mille facce diverse, di tante etnie, di tante anime e di un unico progetto di convivenza.

Ho amato molto il personaggio di Altafini (forse anche perché ho sempre apprezzato l’Altafini reale, per la sua allegra eleganza di commentatore sportivo, ma la cui vicenda personale è del tutto romanzata nel film), di certo il più complesso: prima antagonista e immagine in negativo, in senso fotografico, del giovane eroe, poi antieroe sconfitto, che sarà determinante per accendere la miccia che porterà all’esplosione Brasile, illuminata dalla stella Pelé. Un falso “cattivo”, che sarà parte di una vittoria storica e che rappresenta il senso di mettersi al servizio di qualcosa di più grande.

Pelé – Il film, non è una storia vera, ma una grande graphic novel che racconta una parabola, la storia di un uomo da Dico a Pelé, da ragazzo a leggenda, usando un linguaggio adatto ai ragazzi.
Ho trovato geniale l’uso di una fotografia e di una regia che, nei momenti epici, richiamano il linguaggio visivo dei videogiochi di calcio, ricostruendo le partite cruciali con un tempo leggermente rallentato e cambi di piano e di scorrimento delle immagini improvvisi. L’uso di un linguaggio familiare ai bambini, senza snobismi, ma con creatività, è la chiave per parlare direttamente a loro.
Nel film, poi, c’è molto pallone che gira, molta azione di gioco, poca noia e molto divertimento calcistico: il jogo bonito del Brasile in tutto il suo splendore.

Ho avuto la fortuna di vedere il film in anteprima a Roma, in una sala piena di oltre 200 ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che hanno partecipato a un progetto cinematografico, affrontando nel corso dell’anno diversi temi sociali attraverso i film. Li ho sentiti commentare e anche esprimere perplessità, ma quando alla fine si giocava la coppa del mondo del ’58, la partita non era più una storia: era lì e ora, Pelé stava segnando goal in quel momento esatto e loro erano lì con lui.

Pelé – Il film è un’ottima occasione per proporre un film non di animazione anche ai più piccoli, perché ognuno troverà un piano diverso di narrazione adatto a sé e alla sua età. Perché tutti i bambini sappiano che un “bel gioco” è sempre la somma di tante differenze.

un film di Jeff e Mike Zimbalist
con Vincent D’Onofrio – Colm Meaney – Diego Boneta – Rodrigo Santoro
al cinema dal 26 maggio 2016

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