Notti insonni: grande problema, piccoli rimedi

Risolvere il problema delle notti insonni non è cosa facile, né, tantomeno, rapida. Come abbiamo visto nel nostro post sui ritmi circadiani”, molto è dovuto alla natura, alla mancanza di coordinamento tra il nostro bambino ed il mondo circostante. Quindi un “metodo”, una tecnica, secondo la mia esperienza, non servono a molto. Serve però attenersi ad alcune accortezze.
Prima di tutto: se il nostro compito è aiutare il nostro bambino ad adeguarsi al normale ritmo di sonno e veglia, non possiamo e non dobbiamo cedere al suo ritmo dissonante. E’ ovvio che se un bambino si sveglia di notte, al buio, da solo nel suo lettino, la prima cosa che farà è cercare la compagnia della sua mamma o del suo papà, ed è altrettanto ovvio e frequente che uno dei due correrà al più presto da lui. Io non concordo con chi consiglia di lasciar piangere o chiamare il bambino, prima che per un problema morale o affettivo, per un problema pratico che ho sperimentato in prima persona: alcuni bimbi, fra cui il mio, piangendo o chiamando a lungo, si svegliano del tutto e completamente, rendendo la riconquista del sonno molto più lunga e difficile. Io ho sempre preferito raggiungere in breve mio figlio per approfittare del sonno residuo che ha al momento del risveglio notturno. Certo, raggiungerlo vicino al suo letto, ma per renderlo consapevole che è notte e che deve continuare a dormire.
Ho notato che è molto utile non accendere la luce: il messaggio che è notte così sarà più chiaro. Altrettanto utile non prenderlo in braccio, ma cercare di farlo rimanere nel suo letto, sdraiato, magari coccolandolo e carezzandolo per trasmettere un senso di tranquillità. E secondo me è utile anche parlare poco: meglio una carezza, un contatto fisico, magari tenergli la mano, ma ninna nanne o canzoncine possono favorire il risveglio, interessando il bambino al contenuto di quanto stiamo dicendo.
Cerchiamo con i gesti ed il nostro comportamento univoco e non contraddittorio di trasmettere questo messaggio: è notte, si dorme, si sta sdraiati nel proprio letto, fuori è buio e lo è anche in casa, si sta tranquilli, ci si riposa per essere tutti freschi ed attivi domani mattina: bimbo, mamma, papà e fratellino che magari deve andare a scuola. Proviamo a spiegare che riprendere a dormire è anche una forma di rispetto per le persone a cui il nostro bambino vuole bene: non è mai troppo presto per insegnare il rispetto per gli altri ed il senso di appartenenza ad un gruppo (familiare) nel quale contemperare le esigenze di tutti.

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