Abbiamo ricevuto una mail da Fabiana, una lettrice che ci poneva i suoi dubbi sul mostrarsi nudi ai propri figli. Ci è sembrato un argomento molto interessante e quindi vorremmo confrontarci con voi, dato che non credo ci sia una risposta “corretta” a questo dubbio, ma soltanto diverse risposte, ognuna adatta alla propria famiglia.
Partiamo dal messaggio di Fabiana:
Cosa ne pensate della nudità dei genitori davanti ai figli piccoli?
M. ha poco più di due anni e sia io che il padre, facciamo tranquillamente la doccia con la porta del bagno aperta, lei senza problemi può entrare e uscire. Questo a noi non crea disagio e viviamo il tutto con naturalezza.
Ora la bimba inizia a fare domande del tipo “Mamma perchè tu hai la patatina e papy il pisellino?“. Ovviamente le risposte che le do sono altrettanto naturali “La mamma è una femminuccia come te e le femminucce hanno la patatina, mentre papy è un maschietto ed i maschietti hanno il pisellino“, e lei “E perchè mamma?” ed io le spiego che è la natura, che maschietti e femminucce hanno delle differenze e tra queste c’è anche quella.
Mi chiedo, visto che le sue domande sono molto insistenti su questa cosa, è normale che a poco più di 2 anni sia così curiosa riguardo la nudità?
Poi, ora che il nido è chiuso, la mattina la lascio dai nonni e ieri tornando mi dicono (in disparte) che, mentre il nonno faceva il bagno, lei è entrata e voleva vedere se essendo maschietto avesse il pisellino… I miei suoceri si sono un po’ scandalizzati, io ho semplicemente risposto che in casa questa cosa è vissuta con tranquillità quindi la mia paura è che la bimba vedendo reazioni “agitate” possa percepire il tutto in modo diverso. Ho chiesto, quindi, magari se qualcuno fa la doccia, di portarla fuori, di distrarla e il problema non si presenta.
Voi cosa ne pensate su questo argomento? E’ giusto come facciamo noi, per evitare che cresca con sciocchi tabù, oppure dovremmo evitare?
Noi con il Piccolo Jedi ci siamo comportati esattamente come fanno i genitori di M. La porta del bagno resta chiusa solo quando l’Ingegnere ci si barrica dentro con le riviste di ciclismo (ma ovviamente quello non è pudore, è autodifesa!). Io mi spoglio e mi vesto tranquillamente davanti a lui e se faccio la doccia può avere comunque libero accesso al bagno se ne ha bisogno. E’ capitato anche di fare il bagno insieme, quando era più piccolo (raramente, perchè a casa abbiamo solo la vasca corta e sarebbe un’impresa entrarci in due). Ovviamente anche lui ha posto le sue domande: cosa sono queste? Perchè tu hai questa? Perchè io e papà abbiamo questo?
Stesse risposte di Fabiana, con il particolare, però, che lui si è accontentato della spiegazione e non è mai stato tanto insistente sul punto. Lo ha digerito davvero come un fatto normale e non ci torna su. Per ora ha accettato che siamo fatti così e non mi ha ancora chiesto il perchè (ma arriverà, eh!, me lo aspetto a breve ormai, ma non anticipo). Quando andiamo al bagno, ognuno chiude la porta, per avere la sua intimità (a cui comunque teniamo), ma senza traumi se a qualcun altro serve urgentemente di entrare (anche perchè il bagno è uno).
Ho sempre pensato che gli unici imbarazzi possano essere provati da noi genitori o, come nel caso di Fabiana, per l’intervento degli imbarazzi di terze persone.
I bambini, al contrario, non hanno alcun motivo di essere imbarazzati o di porre domande con una qualsiasi forma di “malizia”. Chiedono per sapere, come quando chiedono perchè piove, perchè i fiori sbocciano o perchè bisogna andare a scuola ogni mattina. Per loro ogni domanda ha lo stesso valore e lo stesso scopo: conoscere. Tutto qui.
Fin qui quello che pensavo io. Dopo aver letto la mail di Fabiana, però, mi è venuta l’idea di postare questa semplice domanda sulla mia bacheca facebook, per cercare un confronto di opinioni ed esperienze:
“Datemi qualche spunto, che sto scrivendo un post: cosa ne pensate del girare nudi davanti ai figli?”
In poche ore, nonostante la giornata estiva, ho raccolto 78 commenti! E’ evidente che l’argomento è molto interessante e ci sono tante opinioni diverse in proposito. Tutto questo materiale, raccolto grazie ai miei amici, non potevo che riversarlo in questo post. Ecco i brani più significativi di una lunga conversazione.
Mammafelice lasciava il primo commento, che rappresentava subito un brillante contropiede:
“A me non piace girare nuda, per due motivi:
1) Voglio avere il diritto di lavarmi, fare pipì, vestirmi… senza nessuno intorno, senza soddisfare le esigenze altrui e dedicandomi del tempo da sola. Non voglio condividere la mia intimità perchè mi piace avere del tempo solo per me, non invaso da nessuno
2) Penso che i bambini debbano percepire la mamma e il papà come esseri asessuati. Io ricordo un enorme fastidio al pensiero che i miei facessero sesso. Ricordo con fastidio la nudità dei miei. Almeno la nostra sessualità, possiamo non condividerla con i bambini?
Questo non significa che io mi nasconda o abbia tabù riguardo il sesso, o non pensi che l’educazione sessuale riguarda la famiglia. Semplicemente non penso che tra genitori e figli debba esserci totale parità, totale libertà, totale intimità. Io voglio essere la madre, non la compagna del pigiama party.
Wonderland interveniva con una posizione decisamente moderata:
“Senza gratuità. Nel senso, se capita sì, ma farlo per abitudine non è nelle mie corde. Comunque capita che Porpi e io ci vestiamo insieme. Però mai col genitore del sesso opposto.”
E poi ci deliziava con una delle migliori battute della Porpi: “…ho un video della Porpi che entra in bagno e chiude la porta dicendo ‘scusate io devo fare la cacca vorrei stare sola con la mia cacca grazie’“. Quale migliore espressione della privacy?!
Chiara D.L., raccontandoci che i due figli maschi condividono col papà il bagno, mentre non ritene che con la mamma debba esserci la stessa intimità nel vedere e toccare le parti intime, esprimeva un’idea che mi piace molto: “Io vorrei che vivessero il loro pisello con la stessa naturalezza con cui vivono un femore o un orecchio, tanto poi sarà la società a sovrastrutturarli con gli inevitabili tabù.”
La Staccata ci raccontava che lei, ancora oggi, fa tranquillamente la doccia con Superboy, ormai più che settenne, senza inibizioni: “Non siamo nudisti indefessi, semplicemente per il momento non proviamo imbarazzo a mostraci nudi davanti al bambino. In futuro, magari, chissà.”
Queste opinioni incontravano il favore di Bismama: “Sono del parere che se una cosa è presentata come tabù i bambini – come del resto anche gli adulti – la vedranno come qualcosa da fare/vedere/toccare. Se invece si passa il concetto naturalità per loro non diventa un problema.
Mi lavo/vesto spesso con la nana e idem con First, che è maschio, ma lui, abituato fin da piccolo, non mostra curiosità particolari, né nei miei confronti, né nei confronti del padre. Per lui è: normale”
Nella conversazione era il momento dei distinguo e, su questi, interveniva magistralmente Mammamsterdam: “Nella vita ci si spoglia in svariate occasioni e ognuna ha il suo pubblico o meno. Noi tutti spesso e volentieri dormiamo nudi ma anche no, spesso e volentieri accogliamo ospiti nel nostro letto ma anche no e come capita capita. Poi il giorno che i miei figli vogliono a tutti i costi capire come funzionano le tubature interne ed esterne delle donne gliene cerco di adeguate e responsabili su youtube, meglio se con le freccette e i disegnini interattivi e mai e poi mai mi sognerei di propormi come soggetto dal vivo, così come non mi sono fatta fare foto troppo specifiche durante il parto. Il giorno che i miei figli cresceranno e avranno le loro fasi di pudicizia nei confronti dei genitori ne terremo conto e cercheremo di rispettarle, senza però scadere nel ridicolo o nel pudibondo esagerato, visto che non è un valore che voglio trasmettere ai miei figli (Mammasterdam, proprio tu che al pargolo manco duenne spiegavi che il pisello è una cosa bellissima ma quando ci giochi non farlo in pubblico – nello specifico: in fila al banco salumi del supermercato di ritorno dalla spiaggia e con i calzoncini di cotone sbragolati causa mancanza ricambio -perchè agli altri magari non interessa, mi contraddico? Ebbene mi contraddico).”
La mia amica Ilaria ci faceva riflettere su un caso particolare: quando l’uomo di casa non è il papà dei bambini. In questo caso, ci raccontava, pur in una famiglia in cui mamma e figli, una maschio e una femmina, girano tranquillamente nudi per casa, il compagno della mamma, l'”ultimo arrivato” in famiglia, anche se accolto con grande affetto dai bambini, si mantiene molto più riservato ed evita di uniformarsi allo standard di “nudismo” familiare.
Non poteva mancare Serena a parlarci della mitica (per noi mediterranei) “nudità svedese”: “Spogliatoio in piscina in quel di Stoccolma, ci si spoglia tutti nudi per la doccia e ovviamente per la sauna. Visto che madri o padri si occupano tutti dei figli, può capitare un ottenne nudo che fa la doccia tra donne nude, o una ottenne nuda che fa la doccia tra uomini nudi. Altezza pisello per intenderci. Devo aggiungere che non si scandalizza nessuno? Non ho mai assistito a risatine di maschietti nello spogliatoio femminile. Per dire che la nudità si può vivere come normalissima, o strana e imbarazzante: è tutto un problema di abitudini. Non sono in nessun modo d’accordo con l’affermazione di Mammafelice sul fatto che i bambini debbano vedere i genitori come asessuati, non ne capisco proprio il senso. Al contrario i genitori sono il primo modello sessuale di riferimento. Ma mica condivido la mia vita sessuale con i miei figli se mi faccio vedere nuda mentre faccio la doccia o mi cambio! Per me sono cose completamente distinte”
Impossibile non citare le due esilaranti esperienze in campeggio di nudisti di Yummymummy, che ci si trovò senza saperlo, assunta come baby sitter, e non tolse lo slip per tutta la vacanza e di Chiaradinome, quando, appena dodicenne, ci fu portata dalla zia per un mese di vacanza, senza aver mai visto un adulto nudo prima di allora.
A questo punto emerge un elemento essenziale della questione: la nudità ha a che fare con la sessualità in modo diretto e biunivoco? Io sono convinta che non sia così ed Elisa Mestieredimamma ci regalava l’esperienza raccontata dalla sua mamma: “Ricordo benissimo i racconti di mia madre quando io ero preadolescente: lei era arrabbiatissima coi suoi genitori, i miei nonni, per non averle mai lasciato capire, intravedere nulla ed essersi dovuta costruire una sessualità positiva senza alcun riferimeno positivo davanti, ma solo tante porte chiuse. Questo non solo perchè erano un po’ bigotti, ma proprio perchè chiudevano sempre la porta, si vestivano e svestivano senza farsi vedere, e quello alla fine ad un ragazzino un po’ pesa”
Mi sembra che siano emersi tanti spunti di riflessione. La nudità quotidiana ha a che vedere con la sessualità? La nudità ha a che vedere con la riservatezza e la difesa dei propri spazi? C’è differenza tra la condivisione della nudità con il genitore dello stesso sesso e quello di sesso opposto? Ma allora, perchè è più accettabile la nudità tra mamma e figlio maschio, rispetto a quella tra papà e figlia femmina? Vedere o non vedere i genitori nudi da bambini, cambia la prospettiva della propria e altrui nudità da grandi? Restare soli con la propria cacca è un diritto sacrosanto 😀 ?
Bello spunto per l’estate, eh!
@ Barbara sto tranquilla ancora un po’ allora..la mia micia ha imparato ora a gattonare:)
Sto leggendo “A piccoli passi” di Vegetti Finzi- Battistin e mi sembra tratti bene quest’argomento… qualcuno di voi l’ha letto? che ne pensate?
Ma no neomamma, tranquilla, scherzavo, ovviamente! E’ appunto che io sono nella fase “Prof, dai un’occhiata che sono in bagno?” pausa di 10-15 secondi, urla isteriche fuori dalla porta, pugni sulla porta e finalmente la maniglia che gira, la porta che si apre, e la faccina felice di TopaGigia che mi fa “io sono gande, io avvivo apire potta” e fine della storia. Ovviamente tralascio commenti su cosa stia facendo il Prof nel frattempo…
@ Barbara
Ciao! forse sono stata ermetica… il punto è che da piccola mi sono sentita spesso di non avere scelta, di sentirmi imposta l’intimità con i miei. E posso assicurare che questo non serva a sentire tutto il proprio corpo come equivalente! Quindi il principio-guida della libera scelta mi sembra potrebbe ovviare a questo tipo di situazione, anche se immagino bene che non sia affatto semplice capire quando e chi è pronto per restare fuori dalla porta…ma mi limito all’esperienza di figlia per ora:)))
Non mi sono mai posta il problema, ma ha ragionissima davide equazioni quando parla di tre cose assolutamente distinte. Il sesso, mettersi nudi o soddisfare un bisogno fisiologico lo sono eccome. E’ vero invece che, se l’atteggiamento dei genitori è sempre il medesimo, quello dei bambini cambia da un anno all’altro. Da quest’anno mia figlia, in spiaggia, non toglie il costume manco in doccia, che è solo femminile. L’anno scorso esibiva in riva al mare,senza problemi, il nudo integrale. Ritengo invece che le parti intime non siano affatto equiparabili all’omero o alla scapola, ma credo siano parti un po’ speciali, un varco, appunto , alla nostra intimità.E’ proprio dei bambini più piccoli trattarle come qualsiasi parte anatomica; più il pensiero del bimbo si fa complesso e più queste parti pongono loro degli interrogativi, che a volte, purtroppo, rimangono silenziosi.
io farei delle grosse distinzioni tra il farsi vedere nudo per casa, condividere la vita sessuale e l’avere un pò di privacy mentre si fa la cacca…
Non possiamo mica generalizzare cosi su 3 cosi distinte ( e distanti ).
Detto questo, la privacy in bagno è ormai cosa dimenticata in casa nostra, sul farsi vedere nudo no problem e sulla sessualità, vedremo quando lo incuriosirà e lo riguarderà, ma l’impegno è non trasmettergli tabù.
splendida la frase di Chiara DL “Io vorrei che vivessero il loro pisello con la stessa naturalezza con cui vivono un femore o un orecchio” quoto in pieno
quasi quasi ci dedichiamo pure noi un post (con tutti i riferimenti a GC sia chiaro! )
@Serena,
anch’io da piccola ho avuto un’esperienza simile a quella di Giulia: arrivata alle elementari ero molto più ingenua dei miei compagni di classe, che si comportavano in maniera più smaliziata e attribuivano già a certi comportamenti una connotazione maliziosa.
Col tempo come tutti ho imparato 🙂
Che dire, non so se ci sia modo di preparare un bambino alle diversità che può incontrare con i compagni di scuola, che tra l’altro non riguardano solo l’approccio alla fisicità/sessualità ma qualsiasi ambito.
Forse si può solo cercare di spiegare loro che ognuno è diverso e ci possono essere mille opinioni anche molto diverse dalle nostre che bisogna cercare di rispettare o, se crediamo siano profondamente sbagliate, cercare di cambiare senza prevaricare.
Facile no?
Sul bussare in bagno ci stiamo provando anche noi, la grande inizia a capirlo (spesso bussa ed entra, ma poi esce e chiede 😀 ). La piccola non ha capito perché per aprire una porta debba prima picchiarla ma vabbé… Però ho notato che da quando lo facciamo anche noi, funziona meglio. Ossia se mia figlia è in bagno busso, e le chiedo se posso entrare. La prima volta mi ha guardato strano… ma da lì in poi, ha capito che la cosa e reciproca e la usa. Si dimentica sempre e lo fa sempre dopo, però ci prova…
Hahahahahaha!!! Scusami neomamma, non voglio prenderti in giro, ma quel “io posso dire anche di no” è troppo per i miei fragili nervi. Ti prego solo di farmelo sapere, fra un annetto, se ci sei riuscita!! E ovviamente di raccontarmi come hai fatto…
Ciao!
per la mia esperienza di figlia (sono mamma solo da 6 mesi) penso che
la nudità dei genitori vada bene se ‘funzionale’ (ci si veste/sveste, si fa la doccia, si è fuori e i bambini non possono restare soli…)e mai ‘esibita’ (‘noi siamo moderni/aperti/ etc etc’) e quindi i bimbi e i genitori dovrebbero avere una scelta (‘porta del bagno chiusa, se ti serve chiedi tu di entrare o di farmi entrare. e posso dire anche di no’).
In fondo, penso che in casa si impari non solo a non avere vergongna, ma anche ad avere un giusto senso del pudore.Che può servire anche da difesa naturale.
Finalmente, dopo due giorni, riesco a mettere le mani sulla tastiera! (ero molto impegnata con i bagni tra le onde e costruire piste di palline sulla spiaggia). Vi leggevo dall’i-coso, ma sono nelle mani del Piccolo (dittatore) Jedi, in esclusiva almeno fino a venerdì e scrivere una risposta articolata dalla tastierina è snervante. Quindi mi collego poco e mi spupazzo il pargolo (almeno quando non mi molla per le sue amichette!)
Come immaginavo dalla discussione nata già su facebook, l’argomento interessa molto e fa uscire fuori tanti spunti diversi.
Mi trovo d’accordo con tutti voi che avete sottolineato come non è che si vada in giro nudi per casa tanto per fare i figli dei fiori, ma, più che altro, capita di mostrarsi nudi, senza problemi, quando ci si veste o sveste, o comunque capita quando capita. Sulla privacy in bagno, tutti la vorremmo e molti la ottengono solo dopo che i figli hanno svalicato una certa età. Io ora non apro manco se mi dice che se la sta facendo sotto, per intenderci: ormai può trattenerla anche lui, come tutti 😉 ! Però, come già dicevo nel post, il bagno unico in casa non aiuta.
Condivido l’opinione di Fabiana: ma i nonni non facevano prima rispondere a sua figlia semplicemente “si, anche il nonno ha il pisellino in quanto è maschio”? Mica per questo dovevano farglielo vedere. Alessandra però evidenzia un elemento importante: i bambini sanno naturalmente distinguere i comportamenti da tenere con un adulto o con un altro e il loro atteggiamento è influenzato principalmente dai genitori.
Credo poi che chiedere ai bambini di non toccare le parti intime dei genitori, sia un buon modo per trasmettere con naturalezza il messaggio che sono “parti private” e che se qualcuno chiede loro di toccarle, è giusto rifiutare e riferirlo a un genitore. E’ un modo sereno per trasmettere un messaggio che altrimenti risulta allarmante.
@alessandra, si spero sia come dici tu e può essere xchè vedo che effettivamente nonostante io ed i miei suoceri abbiamo opinioni molto diverse sul crescere i figli piccoli la bimba ascolta comunque noi genitori su tutto (pensa che una volta x farti un esempio, a 2 dico 2 anni in mia assenza si è rifiutata, grazie a dio, di salire in macchina della nonna, x un tragitto brevissimo ma secondo me sono troppi anche due metri, senza seggiolino xchè “mamma nn vuole”, dimostrazione che bimbi piccoli possono avere più buon senso di tanti adulti e che magari dietro c’era un buon lavoro fatto da me, senza falsa modestia). Mi chiedo solo, alla domanda, ma anche nonno ha il pisellino?nn bastava semplicemente rispondere un sacrosanto si xchè anche lui è un maschietto e amen? Più che altro x spirito di coerenza con i genitori, ma va bene così, hai ragione, è con noi che la piccola vive ed è con noi che quotidianamente si confronta. Sono d’accordo con la maggior parte di voi che comunque nn si debba ostentare la nudità, se capita bene ma in casa si gira vestiti, ovvio. Sono meno d’accordo, premesso che ognuno con i propri figli debba agire come vuole, sulla asessualità genitoriale, anzi secondo me la mamma ed il papà sono il primo esempio di uomo e donna (a 360 gradi, fisicità compresa) con i quali i bambini si rapportano e più in là si confrontano. Leggevo qualche tempo fa di una ragazza vissuta in una famiglia molto pudica che la prima volta che vide un uomo nudo fu al corso x diventare infermiera, quindi grandina, e x lei fu uno shock tanto da crearle problematiche con i ragazzi che in seguito ebbe. È questo che vorrei evitare a mia figlia, l’essere impreparata davanti ad una delle cose più naturali del mondo.
Ah, ecco, il rispetto però per lo spazio dell’altro. Sacrosanto! Puoi vedermi nuda ma si bussa prima di entrare in bagno. Punto. Anche se vaglielo a spiegare alla duenne…. E soprattutto, non si tocca. Se l’altro non è d’accordo, non si fa e basta, mai, nel modo più assoluto! Io mi cambio, ma non per questo hai diritto di mettermi le mani dove vuoi, che detta così sembra roba da casa hard, ma i bimbi sono curiosi, e io non mi tiro mai indietro da rispondere, ma la seienne aveva preso il vizio di passare e darci uno “sculaccione” piano per scherzo. Che io non so il motivo, ma a me dà un fastidio, ma un fastidio, di quelli che sai che sono cose tue ma non fa niente. E così il chiarimento “le mani addosso agli altri non si mettono mai, MAI, se gli altri non vogliono”. Ovvio che vale anche per loro, e per chiunque, mamma e papà compresi.
E sul fatto nudità=sessualità, non lo so, secondo me sono cose separate, ma penso anche che se una madre si chiude a chiave per tutto, a parte la pipì che il proprio spazio ci vuole, ma anche per cambiarsi, anche in piscina nello spogliatoio, che non vuole farsi vedere dalla figlia o dal figlio, non toglie niente, ma comunque è palpabile che un pezzo è riservato. E confidare cose molto intime, o fare domande molto delicate, come sul sesso, a una persona che con te non riesce nemmeno a cambiarsi… ecco, forse che forse poi non ti viene spontaneo.
Sono un po’ qui e un po’ là. Mi piace la mia intimità, da noi la porta del bagno è chiusa ma non per nasconderci, anzi, a volte è chiusa con loro dentro, ma non mi piace aperta, in ogni caso voglio il mio spazio, un po’ di pace ogni tanto… Ma nemmeno ci siamo mai nascosti, spesso ci cambiamo chiacchierando con loro, ci hanno visti nudi fin da piccolissime e senza problemi. Anche la grande ha fatto molte domande, la piccolina è meno “sveglia” e per ora non è interessata.
Ecco, insomma, senza mettersi a girare nudi davvero così per farsi vedere, senza chiudere le porte per NON farsi vedere.
Non sono molto d’accordo sulla storia dei genitori assessuati invece. Perché? Ok, magari possono imbarazzarsi (ma credo da grandi, nell’adolescenza) ma sono cose loro, possono imbarazzarsi anche a vedere una madre che chiacchiera, spettegola e ride con le amiche come fanno loro a 15 anni, ma non per questo devo per forza avere l’aspetto di una monaca seria, ecco… Credo sia giusto che i figli capiscano che i genitori sono semplicemente persone, come tutte. Così sapranno meglio come sono tutte le altre persone (altrimenti dovrebbero studiarle apposta) e si sentiranno autorizzati ad essere umani quando toccherà a loro.
Che poi diciamocelo, è una finta con le gambe corte. I figli mica ce li ha portati la cicogna… Insomma, io ho sempre vissuto male questa cosa, arrivo da una famiglia dove i tabù giravano come prezzemolo (mi hanno parlato di sesso a 16 anni, quando io pensavo a prendere l’appuntamento per farmi dare la pillola anche se non lo sapevano, e l’esordio è stato “sai, quella è l’unica cosa che vuole un uomo”. Grazie…), e così vivo la sessualità in modo impacciato, non riesco a parlarne naturalmente, a viverla a pieno. Vorrei che per mia figlia non fosse così, vorrei che la vivesse semplcemente, senza frenarsi per paura e senza spingersi per esibirsi. Così io non ho mai nascosto nulla, assolutamente. Anzi, qualche tempo fa la fatidica domanda sul come nascono i bambini. Le ho spiegato. Non era prontissima e infatti non ha chiesto dettagli in più. Ha voluto poi sapere se fa male quando nascono. Si, fa male, ma si può sopportare. Insomma, sempre su tutto tanta delicatezza, ma tanta sincerità. E che mamma e papà non hanno una sessualità loro, è una bugia. Almeno si spera, ecco…
Ciao! Seguo da tempo il vostro bellissimo sito ma è la prima volta che commento. Discussione interessante come per molti altri argomenti che trattate.
In famiglia (mamma, papà, bimbo di tre anni e pargoletta di 4 mesi) ci comportiamo come descritto da Serena e Morgaine le Fee. Concordo sul fatto che sessualità e nudità sono due cose separate almeno in età infantile ed è bene che rimangano tali e che i bambini imparino con naturalezza come è fatto il corpo. Mitica la scena di mio figlio, all’epoca dueenne, che si accorge per la prima volta che sono diversa da lui: “Mamma? (indicandomi lì)… pisellino andato via!”… dopo le dovute spiegazioni ha passato un mesetto a indovinare chi tra i nostri parenti e conoscenti aveva il pisellino e chi la patatina, divertentissimo! La cosa ormai è acquisita e non lo preoccupa più, mentre comincia invece a farsi e farci domande sulla relazione tra me e il babbo. La vista occasionale di un bacio appassionato tra noi due lo turba ben più che la nudità sotto la doccia ed impone pudori e delicatezze.
Comunque sulla questione pudore volevo portare una mia esperienza personale: cresciuta anche io nella mia famiglia con l’esempio di una nudità naturale, priva di ostentazione e di malizia, sono arrivata del tutto impreparata a scoprire la malizia degli altri bambini che già a 6-7 anni associavano certe parti del corpo a delle non meglio precisate “cose sporche”. A quattro anni, del tutto incosapevole, fui convinta da due “amichetti” di circa 7 anni a togliermi le mutandine e capii troppo tardi che c’era qualcosa di strano quando quelli cominciarono a ridere e sghignazzare. A sette anni, già a scuola, non avevo idea che mostrare le gambe, complice l’apertura di quelle gonne “scozzesi” che si usavano allora, potesse produrre un’isteria collettiva nei miei compagni di classe. La transizione ad un mondo che aveva standard di riferimento completamente diversi è stata dura e quasi simile ad uno shock culturale.
Non credo che i miei avessero mancato di trasmettermi quel codice i pudore che vale con gli estranei, di cui altre hanno giustamente parlato, infatti non andavo di certo in terrazzo o sul pianerottolo nuda ed anche al mare ho messo il costumino fin dai 3-4 anni (la mutandina, la mania di fa indossare finti reggiseni a bambine che di seno non ne hanno non l’ho mai capita). Il loro volermi educare libera da sciocchi tabù era sicuramente apprezzabile, ma hanno mancato dimettermi in guardia contro la bigottaggine di chi un’educazione così aperta non l’aveva avuta. A ben vedere è un problema che si pone anche in altro ambiti, quando i genitori hanno valori che si discostano da quelli dell’ambiente circostante. Il problema è: come fare?
Mammamsterdam for president 🙂
@Giulia piccolavikinga. Prima di tutto grazie per averci lasciato il commento! Che se ci leggete senza commentare noi come cresciamo? 😉
Anche io mi chiedo spesso come fare a trovare il giusto equilibrio tra il non creargli ansie che gli impediscano di vivere la loro nudità (ma anche sessualità) con naturalezza, e il metterli in guardia rispetto al come le cose sono vissute da altri. L’esempio tuo a sette anni è lampante. Forse noi siamo un po’ ovattati dall’assenza di TV, ma io noto spesso in Italia che i bambini sono più smaliziati. Ma forse è solo la mia sensazione. Qualcuno ha qualche idea su come affrontare questo problema?
@ Fabiana. Ma io non credo si ingeneri confusione fra quel che dicono/fanno i genitori e quel che dicono/fanno i nonni! Non più che in tutti gli altri ambiti in cui i nonni propongono cose differenti da quelle che proponiamo noi! I figli capiscono prestissimo che ci sono diverse campane e attribuiscono ben maggiore autorevolezza a quella dei genitori che alle altre (finché sono piccoli, almeno). E poi si può sempre dir loro la verità: “ai tempi dei nonni (o di quei nonni) c’erano certe cose che venivano tenute nascoste (con avalli religiosi anche), ecc”. Con il linguaggio che si ritiene giusto per il/l propri* figli*… Baci