Abbiamo parlato qualche settimana fa dei pannolini usa e getta ecologici come alternativa concreta agli usa e getta tradizionali: gli uni ricchi di materie prime di origine vegetale, gli altri di origine sintetica. Dal tenore dei commenti si è capito che all’estero sono ben più utilizzati che in Italia, e che molti genitori li usano per il loro bimbi e si trovano abbastanza bene. Mi è sembrato che prevalesse la consapevolezza della scelta ecologica rispetto alla necessità di grandi prestazioni.
C’è un altro metodo che possiamo definire ecologico rispetto all’uso, o meglio al non uso dei pannolini: è il metodo EC che sta per Elimination Comunication.
Si tratta di un metodo di educazione precoce al vasino e tra le sue conseguenze più dirette c’è proprio il fatto che utilizzando prestissimo il vasino non si usano pannolini (o se ne usano pochissimi) con ricadute positive sul nostro ambiente.
Di questo metodo non parla quasi nessuno per vari motivi, non ultimo il fatto che non c’è nulla da vendere. Un altro motivo è rappresentato dal fatto che si tratta indubbiamente di una scelta famigliare forte, che necessita di impegno, pazienza e una grande dedizione.
C’è un altro metodo che possiamo definire ecologico rispetto all’uso, o meglio al non uso dei pannolini: è il metodo EC che sta per Elimination Comunication.
Si tratta di un metodo di educazione precoce al vasino e tra le sue conseguenze più dirette c’è proprio il fatto che utilizzando prestissimo il vasino non si usano pannolini (o se ne usano pochissimi) con ricadute positive sul nostro ambiente.
Di questo metodo non parla quasi nessuno per vari motivi, non ultimo il fatto che non c’è nulla da vendere. Un altro motivo è rappresentato dal fatto che si tratta indubbiamente di una scelta famigliare forte, che necessita di impegno, pazienza e una grande dedizione.
Educare al vasino precocemente significa avere il coraggio di mettersi al fianco del proprio bimbo e permettergli di essere “attivo” in questa esperienza, accettare tanti piccoli fallimenti, accettare di sporcare casa e vestiario, etc.
La grande domanda è: perchè mai dovrei fare a meno di utilizzare il pannolino? Che c’è di sbagliato? E poi, come si fa?
Se allarghiamo un po’ lo sguardo ad altri paesi e continenti ci accorgiamo che la cultura occidentale è l’unica che ha messo completamente a tacere il linguaggio del corpo del neonato che dice alla mamma che deve evacuare: comportamenti come il pianto e abitudini come gli orari possono aiutare la madre (e il padre) a capire quali sono i segnali giusti e imparare ad interpretarli. Pensate alle mamme africane con i bimbi in fascia: usano il pannolino? Assolutamente no!
La nostra cultura invece ci ha abituati a lasciare il piccolo con un “coso” addosso a urinare e defecare passivamente. Per noi è naturale perchè ci siamo cresciuti, ma non è sempre stato così.
Io non ho usato questo metodo, non ho la pazienza sufficiente, quindi non sono un’esperta. Già i lavabili per me sono stati un impegno anche se li ho trovati un’ottima soluzione. Quando però ho scoperto che esiste l’EC mi sono un po’ informata, proprio pensando all’aspetto di grande opportunità comunicativa che questo metodo riserva alla coppia mamma bambino e ad una scelta ecologica di grandissimo valore.
Gli effetti negativi sull’ambiente prodotti dall’utilizzo dei pannolini a tempo pieno non possono essere negati, e nemmeno la qualità della comunicazione, del legame e dell’intimità che può arrivare a realizzare il metodo di educazione precoce al vasino.
L’idea di fondo è quella per cui i neonati sarebbero molto più ricettivi di quello che possiamo pensare e che quindi possano diventare “consapevoli delle proprie funzioni corporee e imparare a rispondervi fin dai primi mesi di vita”. Niente di più lontano dall’immagine del neonato che non sa far nulla così come ci viene proposta da sempre.
La grande domanda è: perchè mai dovrei fare a meno di utilizzare il pannolino? Che c’è di sbagliato? E poi, come si fa?
Se allarghiamo un po’ lo sguardo ad altri paesi e continenti ci accorgiamo che la cultura occidentale è l’unica che ha messo completamente a tacere il linguaggio del corpo del neonato che dice alla mamma che deve evacuare: comportamenti come il pianto e abitudini come gli orari possono aiutare la madre (e il padre) a capire quali sono i segnali giusti e imparare ad interpretarli. Pensate alle mamme africane con i bimbi in fascia: usano il pannolino? Assolutamente no!
La nostra cultura invece ci ha abituati a lasciare il piccolo con un “coso” addosso a urinare e defecare passivamente. Per noi è naturale perchè ci siamo cresciuti, ma non è sempre stato così.
Io non ho usato questo metodo, non ho la pazienza sufficiente, quindi non sono un’esperta. Già i lavabili per me sono stati un impegno anche se li ho trovati un’ottima soluzione. Quando però ho scoperto che esiste l’EC mi sono un po’ informata, proprio pensando all’aspetto di grande opportunità comunicativa che questo metodo riserva alla coppia mamma bambino e ad una scelta ecologica di grandissimo valore.
Gli effetti negativi sull’ambiente prodotti dall’utilizzo dei pannolini a tempo pieno non possono essere negati, e nemmeno la qualità della comunicazione, del legame e dell’intimità che può arrivare a realizzare il metodo di educazione precoce al vasino.
L’idea di fondo è quella per cui i neonati sarebbero molto più ricettivi di quello che possiamo pensare e che quindi possano diventare “consapevoli delle proprie funzioni corporee e imparare a rispondervi fin dai primi mesi di vita”. Niente di più lontano dall’immagine del neonato che non sa far nulla così come ci viene proposta da sempre.
Il libro Senza Pannolino di Laurie Boucke illustra il metodo con tutta una serie di esperienze dirette e testimonianze e risponde a tutte le possibili (infinite!!) domande che un genitore può farsi.
Non va dimenticato che si tratta di un metodo che richiede un notevole impegno e molto tempo a disposizione.
Però vorrei lanciare una proposta a tutti quei genitori che hanno bimbi vicini allo svezzamento da pannolino classico (cioè tra i 2 e 3 anni).
Visto che siamo vicini al caldo, consideriamo che esiste un metodo come l’EC. E consideriamo la possibilità di investire un po’ di energie nel cogliere questi famosi segnali in bimbi più grandicelli. Quando Cecilia aveva poco più di 12 mesi avevo tentato di farlo e nei mesi estivi in casa la tenevo senza pannolino: faceva davvero caldo e mi faceva pena vederla con il pannolino addosso! E’ stato sufficiente passare il mocio qualche volta in più, non si è svezzata del tutto, ma ha imparato a sedersi sul vasino e ad avere un po’ di consapevolezza in più. Non abbiamo realizzato l’EC ma abbiamo risparmiato un sacco di pannolini, lei stava sicuramente meglio, ha vissuto serenamente la cosa perchè noi eravamo sereni e non stressati da qualche goccia di pipì da pulire.
Che ne pensate? vi sembra un’idea inconcepibile? O avete già provato a utilizzare questo metodo o a ridurre i pannolini?
Non va dimenticato che si tratta di un metodo che richiede un notevole impegno e molto tempo a disposizione.
Però vorrei lanciare una proposta a tutti quei genitori che hanno bimbi vicini allo svezzamento da pannolino classico (cioè tra i 2 e 3 anni).
Visto che siamo vicini al caldo, consideriamo che esiste un metodo come l’EC. E consideriamo la possibilità di investire un po’ di energie nel cogliere questi famosi segnali in bimbi più grandicelli. Quando Cecilia aveva poco più di 12 mesi avevo tentato di farlo e nei mesi estivi in casa la tenevo senza pannolino: faceva davvero caldo e mi faceva pena vederla con il pannolino addosso! E’ stato sufficiente passare il mocio qualche volta in più, non si è svezzata del tutto, ma ha imparato a sedersi sul vasino e ad avere un po’ di consapevolezza in più. Non abbiamo realizzato l’EC ma abbiamo risparmiato un sacco di pannolini, lei stava sicuramente meglio, ha vissuto serenamente la cosa perchè noi eravamo sereni e non stressati da qualche goccia di pipì da pulire.
Che ne pensate? vi sembra un’idea inconcepibile? O avete già provato a utilizzare questo metodo o a ridurre i pannolini?
Qualche sito per saperne di più:
http://www.diaperfreebaby.org/
non so, io sono molto scettica. gli psicologi dicono che forzare roppo presto un bambino all’uso del vasino comporta frustrazione, stress, un cattivo rapporto in generale con il controllo del proprio corpo. del resto prima dei 2 anni – 2 anni e mezzo anche i pediatri dicono che i bambini non sono in grado di controllare gli sfinteri. se poi un genitore ha tanto tempo da perdere da passare ore e ore con il figlio seduto sul vasino (è chiaro che prima o poi la farà), e se vive la cosa con serenità probabilmente i risultati ci saranno. io sinceramente ho di meglio da fare… e da far fare a mio figlio prima che sia arrivato il momento giusto. per carità, sono scelte :-).
“quando sento dire che se un bimbo oltre i 3 anni ancora porta il pannolo è colpa dei suoi genitori, mi dispiaccio”
Claudia for president!! 🙂
e c’e’ anche un’altra componente: qui si parla di bimbi che a casa quotidianamente fanno “allenamento”, ma i bimbi non sono a casa tutto il tempo fino a 5 anni! Noi abbiamo viaggiato tantissimo con i nostri bimbi, in lungo e in largo, fare affidamento sul vasino on the road mi pareva illusorio, ma al contempo penso che abbiamo avuto la possibilita’ di far fare loro esperienze che li hanno arricchiti… quindi anche qui si tratta di scegliere il male minore, senza sensi di colpa – MA ANCORA ABBIAMO BISOGNO DI PARLARE DI QUESTO? Vi mando tutti a far ripetizione sui post chiave di GC e poi interrogo, eh??? 😛
Concordo sul fatto che i bimbi siano diversi, e che ad esempio il vasino precoce non sia per tutti. Il mio primo figlio era di indole tranquilla e non aveva problemi a stare sul vasino o wc, mentre raccontavo una storiella o altro. Con la seconda, la cosa era improponibile.
Secondo me l’approccio giusto è provare: se si vede che va bene, si continua, altrimenti si lascia perdere, si riprova più avanti, e il momento giusto prima o poi arriva.
E’ invece sbagliato decidere a priori “io con mio figlio applicherò il metodo tal dei tali”, se poi qualcosa non funziona allora sì che può diventare stressante per tutti, genitori e bambini.
Io ci sono dentro. La piccolina ha appena fatto due anni, parla poco, ma si spiega. però noi siamo la famiglia di corsa, sempre fuori, nido, nonna, poi a casa, se anche stanno con noi si esce spesso, ecco, di EC nemmeno a parlarne.
Io volevo aspettare l’estate, il caldo, una maglietta e via, ora con body, pantaloni, calze, tutto più complicato. Però la piccola ha visto il vasino, voleva giocare, prima pipì fatta. Ok, proviamo. HO anche pensato un pomeriggio “ora la lascio senza pannolino, se si bagna capisce”. Ma si è seduta sul divano. Come dire, io non so come facciano le altre, ma il pannolino l’ho subito messo! Un conto è decidere di toglierlo e via, stai attenta un paio di giorni, magari cerchi di stare fuori (da casa, dai locali, fuori e basta 😉 ), un altro correre il rischio ogni giorno che ti bagni divani, letti, cuscini, ecc.
Boh, ora siamo ai pannolini mutandina. Dopo due giorni di entusiasmo in cui faceva pipì felice ogni ora, si è stancata e se le dico vasino dice “no, bata”. Vedremo…
Intanto però mi avete ridato voglia di provare, io mi ero rimessa in stand by, tipo “chi me lo fa fare, che c’è tempo ad agosto va meglio”. Ma è vero, quanti pannolini buttiamo? Chissà, magari… un pomeriggio a casa ci provo, e vai di cerata sul divano (che tanto lo so che quella, vipera com’è, poi si sposta).
In questo periodo sto “spannolinando” tutt’altro che precocemente la mia bimba e faccio anch’io outing ma opposto a chiara 73: ho sbagliato a non cogliere i segnali che magari aveva già dato prima di questo momento per la MIA decisione di rimandare e ora mi trovo anche a non rispettare qualche difficoltà attuale. La proposta di sperimentare anche precocemente purchè con gradualità e garbatamente mi sembra molto sensata per il bambino. Come in molte cose, alla fine si tratta proprio di coincidenze di tempi, di coerenza e di confrontarsi con il bambino concreto che hai davanti (parlo naturalmente per me che ho completamente sbagliato, credo)…
Sì Deborah avevo capito, scusa se ti sono sembrata brusca. Effettivamente dai commenti sembra proprio che l’età sia quella. È che – sicuramente da mamma hai già avuto modo di apprezzare questo simpatico fenomeno – nell’immaginario collettivo se un bimbo fa una cosa “buona” o diciamo socialmente accettabile, ci sentiamo dire che è merito dell’asilo, del metodo del Prof. Taldeitali, che ne so… Se invece fa qualcosa di socialmente poco accettabile, è colpa della mamma che è poco attenta (o troppo attenta, o troppo così o colà). Com’è ‘sto fatto??? 😀
Conosco personalmente diversi bambini (non solo maschi) che fino a oltre i 4 anni in alcune situazioni avevano bisogno del pannolino… e so per certo che i genitori di questi bambini sono persone molto attente ai segnali dei figli… Allora quando sento dire che se un bimbo oltre i 3 anni ancora porta il pannolo è colpa dei suoi genitori, mi dispiaccio.
Il limite dei 3 anni per la scuola materna c’era anche qui in Germania fino a qualche anno fa, per fortuna l’hanno tolta ‘sta cosa.
@Claudia: io forse ho generalizzato un po’ troppo, ma mi sono basata sui commenti letti a questo post e il fatto che un bambino di solito si spannolizzi prima dei tre anni è dettato dal fatto che diversamente non può frequentare la scuola dell’infanzia.
Intendevo solo dire che, per l’esperienze di cui ho letto in questo post, non mi pare che col metodo EC ci sia un’apprezzabile “guadagno di tempo”. Tutto qua.Poi, la mia, non mica un’indagine scientifica..
Uhh se sono d’accordo con te!!!
Posso dire una cosa? Io ADORO questo sito. Potera avere una discussione del genere senza scannarsi, è semplicemente fantastico 🙂
Claudia, sono perfettamente d’accordo con te quando dici
“Esistono bambini che sono pronti intorno ai due anni (o anche prima), ed esistono bambini che sono pronti anche dopo i 3, e l’adulto magari è attentissimo (pure troppo) ma non ci può fare un bel niente.”
Io ho fatto un grandissimo errore col mio secondo genito: ho iniziato lo spannolinamento quando IO ho deciso che fosse il tempo per iniziare e lui non era minimamente pronto. Non mi sono soffermata a capire se fosse arrivato il momento per LUI.. e me l’ha fatta pagare impiegandoci più di 6 mesi!!
La mia perplessità deriva principalmente dal fatto che non sono convinta che l’EC porti dei benefici così eclatanti nell’educazione/formazione del bambino. Voglio dire: che i pannolini lavabili abbiano millemila vantaggi rispetto agli U&G,ormai è un dato di fatto. Ecco, io non vedo gli stessi vantaggi con l’EC.
Posso immaginare una situazione in cui a un bambino non si faccia indossare il pannolino, e questo può liberarsi tranquillamente quando ne sente la necessità. Ma non di “costringere” il bambino a mettersi seduto ad intervalli regolari fino a che non “esca” qualcosa.
Scusatemi, forse mi son persa qualche dettaglio, ma a me questo non sembra un educare il bambino a riconoscere lo stimolo…
Io ho tre figli e con nessuno di loro ho applicato il metodo dell’EC, eppure ho tolto il pannolino a tutti e tre intorno ai 24 mesi (chi più, chi meno), impiegando meno di una settimana col primo e con la terza, e più di 6 mesi con il secondo, ma questo è un’altra storia!! 😀 .
Quello che posso dire è che ho avuto la netta impressione che la terza sia stata “agevolata” dall’utilizzo dei lavabili. Anche il primogenito ha impiegato relativamente poco tempo per “capire” ma, mentre con lui ci sono stati dei piccoli incidenti di percorso, a lei è capitato di farla addosso un paio di volte e di fronte al vasino, perché non aveva calcolato bene i tempi.
Tra l’altro, tra lo spannolinamento diurno e quello notturno sono passati, con tutti e tre, meno di 10 giorni. Il pannolino lo mettevo per sicurezza, ma all’ennesima mattina in cui lo trovavo asciutto, l’ho tolto definitivamente e via!
@Deborah, tu dici:
>> più o meno, approfittando della stagione calda, i bambini si spannolizzano verso i 24 mesi o giù di lì. Oppure, se non lo fanno, è perchè manca un attenzione dell’adulto al riguardo. Ma loro sarebbero ben pronti! <<
Non sono d'accordo. Esistono bambini che sono pronti intorno ai due anni (o anche prima), ed esistono bambini che sono pronti anche dopo i 3, e l'adulto magari è attentissimo (pure troppo) ma non ci può fare un bel niente.
Ecco mettiamoci d’accordo sul significato di “controllo”. Per me un bambino che ha il controllo di vescica e sfintere è un bambino che, dal momento in cui capisce che la deve fare, riesce a trattenersi il tempo sufficiente per trovare un bagno… tempo che a casa può essere qualche secondo, ma se si è fuori anche diversi minuti. Ecco. Se mia figlia sistematicamente dice “pipì” e due secondi dopo è tutta bagnata, non posso dire che ha il controllo. Al massimo posso dire che ha una certa consapevolezza di quello che sta per succedere. In quella fase, mia figlia stava senza pannolino in casa, ma quando uscivamo lo metteva, perché farsela addosso mentre eravamo in giro non faceva piacere nemmeno a lei.
Buongiorno! 🙂
@Serena, i cambiamenti che Pollicino ha vissuto dall’anno in poi (operazione, poi passaggio del testimone mamma-papà, poi nido) non sono pochi e non mi stupisce che la percentuale di successo sul vasino sia calata. Al mattino penso sia più facile prenderci, ma magari durante il giorno non ha più dei ritmi molto regolari o è più preso da altre cose, e quindi… ciccia 🙂
Per quanto riguarda mia figlia, giuro che non le ho imposto niente. Quando ho capito che l’argomento vasino cominciava a farsi interessante per lei (quando ha cominciato ad annunciare di aver fatto cacca nel pannolo, per intenderci… verso i 22 mesi) le ho comprato ‘sto libretto con la storia del leprotto che non voleva fare pipì nel vasino mentre tutti i suoi amichetti già erano spannolati. È una storia simpatica e il libretto è interessante per i bimbi, con tutti i flap che si aprono per mostrare il contenuto di vari vasini :p Purtroppo non è tradotto in italiano ma penso che libri simili esistano in ogni lingua. Comunque: per più di un mese mia figlia si è rifiutata anche solo di avere il libro poggiato sul comodino. Poi ha voluto leggerlo, e per parecchio tempo è stata la nostra storia della buonanotte. In quel periodo ogni tanto le chiedevo se voleva usare il vasino, ma si è sempre rifiutata. Un bel giorno ha deciso di usare il vasino del nido… e da quel giorno in poi, ha sempre fatto pipì nel vasino (dopo due settimane ho comprato il riduttore per il WC e siamo passati a quello, ché svuotare il vasino è una gran seccatura, bleah). Ovvio che ci sono stati incidenti di percorso, ma niente di che.
Io non le ho imposto niente, è stata lei a voler provare. Del resto un bambino di due anni sa che i grandi non si fanno la pipì addosso, la fanno nel gabinetto. Non andiamo forse tutte a fare pipì con i figli piccoli al seguito? 😉 Se un bambino si rifiuta anche solo di provare, per me vuol dire che non è pronto.
Per me vale la stessa forma mentis che accompagna lo svezzamento spontaneo. Se io mi fido di te, della tua capacità di sapere quando hai fame, quando non ne hai, se una pietanza ti piace o no… allora mi fido anche della tua capacità di segnalare quando sei pronto a lasciare il pannolino. Se ti rifiuti, non sei pronto. Certo se mia figlia a 5 anni ancora non fosse pronta, forse mi porrei qualche domanda in più 😀
(Sull’EC parziale o totale non entro più nel merito, la trovo una cosa bellissima dal punto di vista ecologico, ma non fa per me.)
si è sviluppata una discussione bellissima, con tante esperienze interessanti e diverse. per non tornare ai discorsi dal inizio commenti, aggiungo solo che in fine sono completamente d’accordo con supermammabanana quando dice va bene tutto (sia pannolino sia EC) affinché non diventa lo stress o imposizione ma diventa una parte integrale e normale delle nostre giornate e del metodo educativo che abbiamo adottato.