I primi mesi, quello 0-3, che alcuni descrivono come “quarto trimestre” di gravidanza, mi hanno messo proprio a dura prova.
Come mi piaceva dire, non era cambiata la mia testa, ma solo le mie condizioni: c’era una piccola persona che esigeva tutta me stessa. Ma nello stesso tempo, anch’io esigevo tutta me stessa. Così, un po’ per sdrammatizzare, un po’ per migliorare la situazione, mi ero messa a pensare che tutta la situazione era un modo per migliorare il mio rapporto con la gestione del tempo (sono un’incapace cronica a valutare correttamente quanto tempo occorre per fare una qualsiasi cosa, così mi affanno a cercare di finire in fretta ogni cosa e vivo in ritardo come il Coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie).
E per questo, quando ne ragionai meglio, la sfida personale a cui LaPulce mi sottopose il primo mese divenne un post che prese questa forma:
Primo mese: meglio di un master
Proprio pochi giorni fa, l’energica Caia ha pubblicato un simpaticissimo post su quanto sia importante cogliere l’attimo, soprattutto durante le prime, cruciali settimane con un bimbo in casa: mi ha riportato indietro ai primi momenti condivisi con LaPulce, soprattutto al modo con cui cercavo di gestire quei problemi un po’ particolari che può farti conoscere solo una Pulce che ha deciso che tu sei il suo scoglio e lei la tua cozza.
In quei giorni, con il desiderio sempre presente di dormire ma anche di fare mille cose in un minuto, mi dicevo che ‘sta faccenda di diventare mamma è meglio di un master per l’individuazione delle priorità.
Non si tratta solo di avere poco tempo per fare quello di cui hai bisogno, ma anche il fatto di non sapere quanto sarà questo tempo o quando ti verrà dato o quando verrà interrotto.
Non male come sfida per una come me, abituata all’indipendenza, al chi fa da sè fa per tre ecc.
Dati questi normali presupposti, il mio modo di affrontare tutto questo era individuare la priorità numero 1.
Flavia ne ha parlato benissimo nel suo posto La fatidica “to do list”: “E infine esistono le cose urgenti ed importanti“.
Se c’è una cosa che spero di non perdere più è quella capacità di individuare l’essenziale da fare – cosa che un tempo ottenevo scrivendo e cancellando liste e contro liste – e che in quei giorni era così lampante e istintiva: “LaPulce dorme nella culla. Ok, ho per me un tempo variabile tra i 30 e i 5 minuti: lasciando perdere tutto quello che vedo esserci da fare, che cosa è davvero urgente ed importante per me da fare ora?”.
E il bello era, che non sempre la risposta era “andare in bagno”, “doccia” o “cibo” (bisogni vitali scontati…) : per questo spero di tenere stretta questa voglia e questa capacità di dare risposta – con la giusta priorità – ai bisogni e ai desideri che mi appartengono e che si affacciano con diversa urgenza alla mia mente.
Oggi e nel futuro.