Le mamme del parco non esistono o dell’insicurezza materna

Definiamo le mamme del parco. Si tratta di quel gruppo di mamme, non necessariamente stanziate in un parco o giardino, ma anche all’uscita del nido, della scuola materna o di qualsiasi altro istituto d’istruzione, o meglio in ogni assembramento necessitato di genitori, nelle quali si imbatte preferibilmente la neomamma e comunque la mamma in genere.
Le mamme del parco sono semplicemente “tutte le altre mamme”, che agli occhi della neomamma incerta e provata dal ciclone che ha da poco travolto la sua vita, sembrano tutte, inesorabilmente, perfette o, quantomeno, incredibilmente migliori di lei.
Le mamme del parco indossano almeno un tacco 10 e hanno un taglio fresco di parrucchiere se tu, neomamma, circoli in scarpa da ginnastica e tuta. Le mamme del parco hanno lasciato una carriera luminosa, se tu, neomamma, sei assalita dall’ansia di riprendere il tuo lavoro e lasciare il bambino al nido. Le mamme del parco riescono a gestire carriere sfolgoranti e a non trascurare la famiglia (e anche a portare i pargoli al parco, se no che mamme del parco sarebbero!?) se tu, neomamma, hai deciso che sacrificherai il tuo sgangherato contratto a termine sull’altare di una retta del nido improponibile. Le mamme del parco allattano fino ai tre anni se tu non allatti o non allattano se tu stai allattando e per ognuna delle due circostanze hanno spiegazioni ineccepibili per la loro scelta (che è quella giusta, of course!). Le mamme del parco hanno bambini deliziosi, che giocano da soli (ma creativamente), sorridendo al mondo e, nel contempo, socializzando gioiosamente, se tu stai rincorrendo un duenne sovreccitato in ogni angolo del parco, anche per evitare che morda e graffi ogni coetaneo nel giro di un ettaro. Oppure hanno bambini terribili che non dormono (più di chiunque altro), non mangiano (più di chiunque altro) e sono estremamente vivaci e precoci (più di chiunque altro), quindi cosa volete mai capire voi dei loro problemi?
Loro sanno di pedagogia, puericultura, pediatria, ostetricia, psicologia infantile, medicina naturale, omeopatia, farmacologia, naturopatia, alimentazione, e svariate altre discipline collaterali.
Le mamme del parco sono le mamme perfette: quelle donne che hanno sempre fatto la scelta giusta. Per questo, dall’alto della loro intangibile superiorità, consigliano, commentano, argomentano, a volte snobbano… Insomma, in fin dei conti, giudicano.

Ecco… se patite la competizione con le mamme del parco e vi sentite sconfitte in partenza, avrei un segreto da rivelarvi…
Le mamme del parco non esistono!
Non sono altro che una proiezione mentale delle nostre insicurezze.
Non basta sostenere che la mamma perfetta non esiste, perchè è fin troppo ovvio che nessuna donna possa essere la madre ideale (no, neanche per i suoi figli!).
Il punto è che nessuna mamma si sente davvero mamma perfetta, per quanto possa ostentare sicurezza.
Quando vi sentite indifesa e insicura, davanti a qualche discorso ben argomentato di un’altra mamma che vi illustra il suo punto di vista granitico e lo presenta come l’unica scelta sensata che possa essere mai compiuta (e che magari è opposta alla vostra), sappiate che, nella maggior parte dei casi, ha bisogno di conforto e sicurezza quanto voi. L’ostentazione di sicurezza è ricerca di conferma.
Siate solidali: non è una gara, è una ricerca di consenso e di sostegno.

Se una donna va al parco con i suoi bambini con un tacco 10, ha solo un gran bisogno di ricordarsi che è una donna, oltre che una mamma: probabilmente ne ha più bisogno di voi, che potete permettervi il lusso di andare al parco con le scarpe da ginnastica, perchè, in quel momento non vi sentite minacciate dal vostro aspetto casual.
Se una donna allatta il suo bambino fino a due anni e vi parla di questa scelta come l’unica degna di essere praticata, magari con aria sprezzante nei vostri confronti che avete smesso a sei mesi, pensate a quante volte è stata aspramente criticata per la sua scelta e quante volte ha dovuto difenderla. Probabilmente ha bisogno di convincersi che è la scelta migliore per avere la forza di perseguirla.

Proviamo a sconfiggere la competizione con l’accoglienza: chi ha bisogno di competere, spesso ha più bisogno di approvazione e di sostegno. Chi presenta sempre se stesso come depositario della verità, ha bisogno di crederlo per darsi forza e coraggio.
Siamo comprensivi con chi elargisce sempre buoni consigli e non facciamoci spiazzare.
Esistono infiniti modi di essere e quindi infiniti modi di essere madre. Nessuna madre crede davvero fino in fondo di essere totalmente nel giusto, neanche quella che vi sembrerà più sicura di sè. Quando si chiude la porta di casa, ognuna è assalita dai dubbi della sua quotidianità e dalle sue questioni irrisolte.
Guardiamoci tutte con occhi più benevoli.

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69 thoughts on “Le mamme del parco non esistono o dell’insicurezza materna”

  1. post illuminante e pienamente condiviso, dalla prima all’ultima parola.
    Unico problema? Ricordarsi di tutto ciò quando si è una neomamma al primo pargolo, in tuta e capelli mosci, e si passeggia per il parco per tentare di far dormire il sudetto pargolo.

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  2. amo questo post! è stato a suo tempo illuminante e continuo a incollarlo qui e lì. a metà settembre mio figlio comincerà l’asilo, e allora non potrò più svicolare per i campi schivando il parchetto 😉 me lo tengo come “promemoria”, grazie silvia!

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  3. Infatti Barbara anch’io partivo dalla mia piccola esperienza. La scuola finisce alle 16.00, il giardinetto si trova a cinque minuti di distanza (a piedi!), la biblioteca 10, eppure siamo sempre i soliti quattro gatti, della classe intendo.
    Pure i figli unici sono accompagnati dai nonni ai vari corsi oppure direttamente a casa. La metà o forse più della classe abita in zona, non so ho ma la netta impressione che siano cambiati i costumi e a 6/7 anni giocare ai giardini non è più tanto di moda. Mi sbaglio?

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  4. @Miriam, parlo del mio caso ma penso sia diffuso: bambina a scuola fino alle 16:30, fa buio intorno alle 17 e alcuni parchi chiudono. Noi durante la settimana non riusciamo ad andare quasi mai, e ci manca. Se in più ci metti che la nuova casa è a distanza macchina, il tempo deve essere veramente bello per investire del tempo al parco. I nonni, a meno che non siano particolarmente attivi, in genere preferiscono organizzarsi a casa. Mia madre è una che come me passerebbe la giornata all’aria aperta, ma nell’ultimo periodo si è trovata con due o tre nipoti in contemporanea quasi tutti i giorni, e uno dei tre è di “difficile gestione”, e non se la sente. Peccato, non c’è dubbio. Io amo il freddo ma non vedo l’ora che le giornate si allunghino per tornare un pò all’aria aperta….

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  5. Parco o giardinetto tutte le settimane, inverno compreso. Non per me, ma per il pargolo, si muove, salta, si nasconde, è una gioia per lui, una noia per me… Qualche volta sono riuscita a leggere un giornale o un libro in panchina! 😉 Sono sincera non mi interessa stringere amicizia con le mamme ai giardini perchè alla fine si parla solo di bambini e dopo l’entusiasmo del primo anno mi sono stufata di parlare di progressi, capricci e ricette. Già a scuola (riunioni, capannelli all’entrata) si riceve un “bombing” di questo genere.
    Invece che mi dite di questo?
    Come gestire il fatto che sono sempre di meno i genitori/tate/nonni over 3/4 anni al parco? Della classe (prima elementare) solo uno o due, al massimo tre bambini/e sono presenti durante la settimana, un po’ di più in estate. Musica, nuoto, danza, tv e via dicendo occupano i pomeriggi dai 5 anni in su, per lo meno qui a Milano, anche quando il clima è mite.
    Ma non giocano più?
    La vedo nera per mio figlio che non ama le attività organizzate da adulti, al chiuso. 🙁

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