La differente aliquota IVA tra libri cartacei ed ebook condiziona la diffusione del libro elettronico in Europa
Tra un libro cartaceo e un ebook c’è una bella differenza.
E certo, mi direte, l’odore della carta, i colori della copertina, metterlo lì sullo scaffale, sfogliare le pagine…
No, non intendevo questo. Intendevo che c’è una bella differenza di prezzo.
Ma sì, mi direte ancora, vuoi mettere tutto il risparmio sulla carta, con quello che costa, magari è anche più ecologico, la produzione costa meno, non servono le rotative, te lo puoi fare in casa dal tuo pc…
No, no, non intendevo neanche questo.
Tra un libro e un ebook c’è una grandissima differenza in una particolare voce che contribuisce a stabilirne il prezzo: l’IVA.
In Italia l’IVA sui libri cartacei è al 4%, come per i generi alimentari di prima necessità, la prima casa, gli ausili per disabili. Insomma, come per gli acquisti considerati indispensabili.
Ottimo, serve per incentivare l’acquisto di quello che è ritenuto un bene indispensabile, non solo per lo studio e l’informazione, ma anche per la formazione del Paese.
Si tratta di una normativa di favore che comprende l’editoria periodica, quotidiana e, appunto, i libri, stabilita nel 1972. Ovviamente non può che riferirsi ai prodotti editoriali su carta.
Cosa accade con la comparsa degli ebook? Nulla, assolutamente nulla. E non ci sarebbe bisogno di nulla, di nessuna modifica normativa, se gli ebook fossero considerati (come in realtà sono) un “prodotto editoriale“. Gli ebook invece sono considerati un software, senza alcun legame con l’editoria.
L’IVA applicata agli ebook è dunque quella ordinaria al 22%. Un libro elettronico, dunque, è soggetto a un’aliquota IVA molto più alta di un libro cartaceo.
Ma come? Soprattutto nella scuola non dovevamo passare in tempi rapidissimi agli ebook? Non era un modo per far risparmiare le famiglie e aggiornare le edizioni senza spese di riacquisto del libro? Non è un controsenso? E allora perché un prodotto di cui è incentivata la diffusione, non riceve un trattamento di favore?
La situazione è identica in tutta Europa: quasi in ogni Paese c’è un’aliquota agevolata per l’editoria, ma questa non si applica agli ebook. Fanno eccezione solo Francia e Lussemburgo, che hanno già applicato l’aliquota rispettivamente al 5.5% e 3%, prevista per i libri, anche a quelli in formato elettronico.
La Corte di Giustizia Europea, ha ribadito che i Paesi membri sono liberi di applicare diversi regimi IVA su libri cartacei ed ebook senza violare principio di neutralità fiscale (per il quale una tipologia di bene dovrebbe avere un regime fiscale simile in tutti gli Stati membri).
L’anno scorso, un Documento di Consultazione UE (senza alcun valore normativo) ha ribadito l’opinione che beni e servizi simili dovrebbero essere soggetti alla stessa aliquota IVA e il progresso della tecnologia dovrebbe essere preso in considerazione a tale riguardo: gli ebook dunque dovrebbero avere un’aliquota IVA uguale a quella dei libri cartacei
Dal 1° gennaio 2015, poi, una direttiva Europea renderà applicabile sugli ebook (e su altri prodotti audiovisivi e di comunicazione) l’IVA del Paese in cui vengono acquistati.
Insomma, se i singoli Stati non decideranno tutti di abbassare l’aliquota IVA sugli ebook, non solo uno stesso testo verrà assoggettato a IVA diversa se stampato su carta o se diffuso in formato elettronico, ma quello stesso testo avrà prezzi diversi per acquirenti residenti in diversi Paesi UE, a seconda dell’aliquota che viene applicata agli ebook.
Eppure i device di lettura elettronica si diffondono, le vendite di ebook aumentano e il giro virtuoso d’affari è potenzialmente enorme, con un indotto notevole e creazione di posti di lavoro.
Non solo, una ricerca del 2013 mette in luce l’atteggiamento positivo delle famiglie nei confronti degli ebook per bambini e l’utilità del libro elettronico nella scuola è assodata.
L’ebook è un metodo di lettura economico e versatile. Perché non dargli almeno le stesse chance del libro cartaceo?
Sui social network in questi giorni si trova una campagna legata a un hashtag #unlibroèunlibro che riunisce opinioni e iniziative per l’abbassamento dell’aliquota IVA sugli ebook. Se vi interessa l’argomento, provate a seguirlo.
Questa è un’enorme anomalia che è parte del mio lavoro. La stessa cosa accade per le riviste specializzate che compongono ormai la gran parte del posseduto delle biblioteche universitarie, se le sottoscrivono in formato cartaceo o carta+online allora sono esentate anche dall’IVA 4% ma se le sottoscrivono solo in formato elettronico pagano l’IVA 22%. Poiché ormai la migrazione alla versione online delle risorse di studio è inevitabile potete capire quanto sia grande l’impatto sulle tasche sempre più vuote dei nostri atenei, ed è assurdo perché l’esenzione originariamente decisa aveva la chiara motivazione di non pesare sui budget – pubblici – delle università così bisognose di risorse aggiornate e facilmente fruibili.
Sono 10 anni che se ne discute ma è ancora tutto uguale … peccato!
Ottimo post. Non sapevo di questa differenza.
D’altro canto, presto anche l’IVA ordinaria passerà al 25% e non tutti i generi alimentari sono al 4%, solo alcuni. Altri al 10% o al 22%, quindi perchè mai il Governo dovrebbe preoccuparsi degli ebook?!?
Ovviamente, sono ironica.