Le avventure del Barone di Münchhausen

barone munchhausen

La Staccata: Le bugie non temono di finire nei guai, non sono prudenti né sagge. Sono sfrontate, spontanee, impavide. Le frottole bianche sorgono dalla fretta di un momento improvviso, sposano i desideri e dalla loro passione nascono realtà destinate a durare lo spazio di un sogno, sono un modo economico per aggiustare le cose andate in mille pezzi, aiutano a sopportare meglio la nostra infelicità. Quelle cattivelle sono la bacchetta magica dei comuni mortali, servono a farci apparire più buoni, più intelligenti, persino più alti.

Le fandonie sono bambine indisciplinate; sono fatine buone che addolciscono le sgraziate verità; sono adolescenti che ammiccano maliziose, mentre leccano il gelato. Le bugie colorano la nostra vita ed è per questo che i piccoli le adorano: maestri supremi dell’arte della menzogna, i bambini sono celebri per la loro strepitosa creatività. Sono loro che ti fanno arrivare in ufficio con un’ora di ritardo, perché non vogliono confessare di aver lanciato le chiavi della macchina nello sciacquone del water stracolmo di cacca.

L’uso sfrontato della fantasia è universalmente riconosciuto come un difetto. I narratori di frottole sono malvisti, le bugie non si dicono mai. Mai, per nessun motivo al mondo, anche se questa stessa frase è una bugia, anzi è La Bugia. Condannate a morte da chiunque abbia superato il metro di altezza, le frottole custodiscono un fascino irresistibile che a tratti può rivelarsi pericoloso.

Perché, allora, oggi recensiamo un libro il cui protagonista incarna il non plus ultra degli sbruffoni? Come mai ci sono piaciute le avventure del Barone di Münchhausen? Meglio di me ve lo racconta più avanti Superboy, io posso anticiparvi che non è affatto un personaggio negativo. O meglio: lo è, ma in modo così plateale da rendersi suo malgrado simpatico e degno di ammirazione. La sua capacità di giocare con la fantasia è tale che le sue incredibili storie appaiono vere. E’ iperbolico questo barone, esagerato e così convinto di ciò che racconta da rasentare il grottesco, ma nonostante ciò riesce a strapparti un sorriso e un moto di incredulità (o credulità, a voi la scelta). La sicurezza con cui asserisce che le sue storie sono assolutamente autentiche gli regala un’involontaria autoironia fugando così qualsiasi dubbio sul fatto che siano, in realtà, storie fantastiche per nulla dissimili alle fiabe.

Il libro narra di un lungo viaggio attorno al mondo, in luoghi distanti anni luce gli uni dagli altri raggiungibili, però, con estrema facilità grazie a un teletrasporto inconfutabile: la fantasia. Le storie che leggerete riguardano un ufficiale tedesco realmente esistito che, al ritorno dai suoi viaggi, si divertiva a spararle davvero grosse. Sono state raccolte in un libro dallo scrittore Rudolph Erich Raspe alla fine del Settecento e disegnano un personaggio ottimista, vanitoso e sicuramente dotato di troppa immaginazione, ma capace di tirarsi fuori sempre d’impaccio e di assaporare la vita come una perenne avventura.

Vi avviso: soprattutto i bambini più piccoli vi chiederanno in continuazione se le storie che state leggendo sono vere. Potrete rispondere loro con sincerità che sono vicende fantastiche e totalmente inventate.

“Ma allora sono bugie?” domanderanno “Le bugie non si dicono, giusto?”

Le bugie no, ma nulla ci vieta scatenare l’immaginazione. E’ un gioco strepitoso,  l’importante è che rimanga tale. La fantasia è la mamma delle bugie e i bambini ne possiedono a sufficienza per far cadere due o tre forme di governo contemporaneamente. L’ostacolo delle bugie non è fra i più preoccupanti: ogni genitore che abbia una conoscenza anche rudimentale del figlio riesce subito a capire quando sta raccontando qualche panzana. Quando il ricorso alla menzogna è soltanto la normale fase transitoria che ogni bimbo prima o poi attraversa, non dobbiamo crucciarci più di tanto. Non c’è bisogno di scandalizzarsi se il bambino ha bisogno di dire le bugie o di crearsi un amico immaginario. Soltanto gli adulti tragicamente privi di fantasia possono considerare l’intera questione come un vero e proprio ostacolo.

Il libro che abbiamo letto noi è un testo ormai fuori produzione, consiglio senz’altro la versione della casa editrice Bianconero: è marchiata con il bollino AL (fruibile anche ai dislessici e a chi si è approcciato da poco alla lettura) e il testo è riformulato in termini di lessico e lunghezza dei capitoli in modo particolarmente gradito ai bambini. La carta è color crema, meno stancante per la vista.

Consigliato dai 7 anni in poi.

Superboy: il Barone di Münchausen è un personaggio un po’ sciocco e sbadato però è estremamente generoso e sincero. Ad esempio: una volta stava andando in Russia e c’era un poveretto morto di freddo (cioè, mezzo morto di freddo se no sarebbe tutto morto) e il Barone gli diede il suo mantello anche se aveva molto freddo pure lui. Non sapendo che in Russia facesse molto freddo, era partito con abiti leggeri.

Il libro parla di un lungo viaggio dove accadono storie molto strane. Io inizialmente credevo che quelle storie fossero vere, però quella del cavallo che non si dissetava mai l’avevo capito che non era possibile. Praticamente all’inizio il Barone guidava una guerra contro un’altra città e i nemici erano indietreggiati perché l’esercito del Barone aveva alzato molta polvere e questo faceva credere che i suoi soldati erano molti di più. Il Barone e il suo cavallo entrarono in questa città e si diressero verso una fontana. Il cavallo iniziò a bere e continuò per tanto tempo e il Barone non capiva come mai bevesse così tanto. Semplice! Il povero cavallo era stato tagliato a metà dalla saracinesca che era caduta quando erano entrati nella città e con tutta quella polvere il barone non se n’era accorto.

Ora. Come fa un cavallo tagliato a metà a continuare a vivere? Mamma mi ci ha fatto pensare, perché io lì per lì credevo che fosse possibile. Questo perché libro è così particolare che quando lo leggi sembra che storie siano vere. Mi è piaciuto perché è pieno di baggianate. Le baggianate sono bugie però divertenti che non fanno male a nessuno. I grandi di solito non le sanno raccontare certe bugie (sicuro, “coredemamma”? Potrei portarti certi esempi che… meglio lasciar perdere, diciamo che tutto sommato hai ragione tu) mentre io e molti altri bambini siamo bravi a “baggianare”.

A cosa serve baggianare? Serve che a volte le cose più pazze sono le più credute e gli altri pensano che sono vere. Poi quando scoprono che non sono vere si mettono tutti a ridere. Baggianare serve a sviluppare l’intelligenza e l’inventiva. A me piace inventare i lavoretti, così mi piace leggere i libri dove gli scrittori si inventano le cose, soprattutto quelle strane. Secondo me questo libro non insegna a dire le bugie ma a sviluppare la creatività.

Ma questo Barone è buono o cattivo? Secondo me è buono perché è altruista, che non è cosa così così da trovare negli uomini e pure nelle donne. Una persona altruista io la chiamerei “mia madre” e anche “mio padre” (le virgolette le ha pretese lui, rafforzano il concetto. ndr.) e pure “Tommy”, un mio amico a cui voglio bene come un fratello minore. Quindi quelli altruisti ti vogliono bene e tu vuoi bene a loro.

Consiglio questo divertente libro a partire diciamo… dai 7 anni in su.

– de La Staccata

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6 thoughts on “Le avventure del Barone di Münchhausen”

  1. Rileggendo… “Ma questo Barone è buono o cattivo? Secondo me è buono perché è altruista, che non è cosa così così da trovare negli uomini e pure nelle donne.” Ma quanto c’hai ragione figlio mio!

    @Mammasterdam: ti lovva pure lui, sallo.

    @Mammame: Uno ipotetico dialogo fra Pippicalzelunghe e il barone di Münchhausen non me lo perderei per niente al mondo! “Baggianare” piace tanto anche a me, secondo me i bambini sono maestri indiscussi di neologismo 😉

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  2. la voce del verbo baggianare , me la segno…!niente volevo dire che anche pippicalzelunghe solleva i cavalli e ha girato tutto il mondo 🙂 non ti sto a tediare con le storie dell'”amico” di mio figlio che ci sarebbe da scrivere un libro. l’immaginazione è una strada fantastica sempre, quando fa ridere, quando fa pensare, quando ti porta in altri mondi per farti compagnia, e poi se si tratta di iperbole, i bambini sono completamente affascinati dall’iperbole …

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