La nanna secondo Tracy Hogg

Se l’idea di dormire tutti nel lettone per anni non fa per voi, e il metodo descritto dal Dott. Estivill (o metodo Feber o del controlled crying) vi sembra crudele o per lo meno troppo rigido, benvenuti nel club dei genitori alla ricerca della sana via di mezzo. Dopo una rapida analisi delle esigenze personali di ciascun membro della famiglia, abbiamo fin dall’inizio chiarito con noi stessi e con il Vikingo che a ognuno spetta il suo letto. Uno proprio spazio in cui sentirsi al sicuro, riposarsi e dormire quelle ore necessarie a vivere meglio durante il giorno. Dopo aver letto vari libri sull’argomento, abbiamo deciso di seguire quello di Tracy Hogg nel suo libro Il linguaggio segreto dei neonati(in realtà il libro non parla solo di sonno, ma è una guida completa anche per allattamento e molto altro). E’ un metodo facilmente adattabile ad ogni tipo di bambino, tiene conto delle esigenze del genitore che vive nella società moderna, ed è “ragionevole”.

Anzi più che un metodo, oserei dire che è una guida per il genitore che vuole insegnare a dormire al suo bambino in modo indipendente. Ma è anche una guida per capire come dormono i bambini. Perchè per quanto sia difficile crederlo, tutti i bambini passano delle fasi per l’addormentamento che vengono descritte con precisione nel libro.
L’autrice li chiama I tre stadi del sonno, e si possono riassumere più o meno così.
1. L’attimo. Quando il bambino inizia ad avere sonno, sbadiglia. Proprio come noi. Qui Tracy Hogg suggerisce di cogliere l’attimo e di mettere il bambino a letto, al più tardi al terzo sbadiglio. Se non si fa, allora il bambino inizierà a piangere, evitando di passare alla seconda fase.
2. La zona. Il bambino assume uno sguardo fisso, verso un punto lontano non definito, che lei definisce sguardo delle mille miglia. Questa fase dura 3 o 4 minuti.
3. Lasciarsi andare. Il bambino si comporta con un viaggiatore in treno che si sta per addormentare. Si appisola e la testa gli cade da un lato. Quindi riapre gli occhi per qualche secondo, poi si appisola di nuovo e la testa gli cade di nuovo svegliandolo. Riapre gli occhi e così via per 4 o 5 volte prima di addormentarsi completamente.

Se osservate il vostro neonato quando si sta addormentando vi accorgerete che la descrizione è assolutamente accurata. Ci si rende immediatamente conto che se non si riconoscono le 3 fasi, è facile che si facciano delle azioni che impediscano l’addormentamento. La prima fase, quella degli sbadigli, potrebbe essere molto breve per un bambino molto sensibile agli stimoli visivi, e c’è un forte rischio di perdersela. Quando poi si sta nella fase del ciondolamento della testa, i continui risvegli potrebbero essere presi per una difficoltà ad addormentarsi invece che per delle fasi necessarie all’addormentamento. Se interveniamo ad esempio infilandogli il ciuccio in bocca, o prendendolo in braccio rischiamo facilmente di ottenere la reazione opposta, impedendogli di addormentarsi invece di aiutarlo. Per quanto tutti i neonati passano queste fasi, ci sono delle differenze a seconda del temperamento del bambino. I bambini più tranquilli potrebbero avere una prima fase di sbadigli sufficientemente lunga , e si può attendere più a lungo prima di metterli a letto senza rischiare che inizino a piangere. Potrebbe anche verificarsi che un neonato del genere riesca ad addormentarsi da solo in un ambiente pieno di stimoli e luci, in quanto è perfettamente in grado di isolarsi. Al contrario un bambino molto vivace potrebbe sbadigliare solo un paio di volte, ed entrare in crisi velocemente, iniziando a piangere in modo convulso sbarrando gli occhi e agitando le braccia. Per questo tipo di neonati è ancora più importante cogliere l’attimo, e interrompere gli stimoli visivi. Questo è il tipo di neonato che non si addormenterà mai in una salotto pieno di gente.

Insomma conoscere questi 3 stadi dell’addormentamento non è sufficiente. Dovete conoscere anche chi è il vostro bambino. Sapere quali sono i suoi ritmi è un aiuto incredibile. Come ho suggerito nel post Le regole base di un buon sonno, provate a tenere un diario in cui annotate tutti gli orari di sveglia e addormentamento per qualche giorno. Questo vi servirà come riferimento.

Potete aspettare di entrare nella fase degli sbadigli oppure iniziare un pò prima se il vostro bambino è molto vivace e rischiate di perdere il momento. Qualsiasi tipologia sia il vostro bambino, seguite una routine che dica al bambino che ci si sta preparando ad andare a letto.

  • Per un neonato basteranno pochi minuti: cambio pannolino, pigiamino, si tirano le tende, lo si mette nella culla e si canta una ninna nanna. O qualsiasi cosa vogliate voi, purchè sia sempre la stessa routine. Un consiglio, se cantate una ninna nanna, sceglietene una che vi piace veramente, io sono già 3 anni che la canto! Lo scopo è quello di calmarli, e non di farli addormentare. Se vedete che il neonato è entrato già nella seconda fase, quella dello sguardo fisso, è arrivato il momento di smettere le coccole e qualsiasi altra attività rilassante che avevato intrapreso. All’inizio della terza fase, quella del ciondolamento, mettelo nel lettino dicendo una frase tipo “ora ti metto nel tuo lettino, così potrai riposare bene” o qualsiasi altra frase il vostro senso materno o paterno possa suggerirvi.
  • E’ possibile e probabile che il bambino abbia un sobbalzo. Dopotutto sta nella terza fase quindi è normale. Provate a vedere se si riaddormenta da solo senza il vostro intervento. Se non lo fa, potete provare a calmarlo dandogli pacche leggere al centro della schiena e sussurrando “shh shhh!”. Provate a non prenderlo in braccio a meno che non stia piangendo.
  • Se si calma, si spenge la luce e si esce dalla stanza. A questo punto molti neonati sono in grado di addormentarsi da soli, seguendo gli ultimi stadi descritti sopra.

Questa è la teoria. E funziona anche molto bene per moltissimi bambini. Ma sappiamo bene che altrettanto spesso le cose non vanno come dovrebbero andare. Nel caso in cui non riconosciamo i segnali della prima fase ad esempio, il bambino portebbe essere troppo stimolato per addormentarsi, e il pianto è il suo modo per isolarsi. Ecco quindi alcuni consigli su come agire quando le cose non vanno secondo le aspettative.

Prendetelo in braccio, e senza cullarlo, sussurrategli nell’orecchio con voce decisa “va tutto bene! Mamma (o papà) è qui. Dobbiamo imparare ad addormentarci da soli. Ora ti insegno come si fa.” Aspettate che il bambino smetta di piangere e poi mettetelo subito nel lettino. Ma come si fa a farlo smettere di piangere senza cullarlo? Tracy Hogg sostiene che gli si possono dare delle leggere pacche al centro della schiena, mentre si emette un suono sussurrante “shh shhh!” vicino all’orecchio del bambino. Non dentro l’orecchio! Lo sh sh sh deve essere appena più forte del volume del suo pianto. Pacche ritmate sulla schiena e shh shh nell’orecchio sono una specie di miracolo. Il neonato non è in grado si sostenere più di 2 stimoli alla volta. Se ci aggiunge il terzo, cioè il suo pianto, non ce la fa. Quindi è costretto a smettere di piangere. Voi a quel punto lo rimettete nel lettino, magari un pò di lato, e continuate a dare pacche e a fare sh shh per un pochino. Prima che si addormenti del tutto, smettete, e uscite dalla stanza.

Tutto questo è solo un assaggio della ricchezza descrittiva del linguaggio dei neonati proprio del libro di Tracy Hogg. Ci sono descrizioni del linguaggio corporeo a seconda dell’età del neonato che lasciano a bocca aperta quando si riconoscono nel proprio frugoletto. I consigli pratici sono moltissimi, e si adattano ad ogni tipo di bambino, perchè partono sempre dall’osservazione del bambino, e non dall’assumere che un comportamento sia giusto a priori. Della stessa autrice ci sono almeno altri due libri (disponibili solo in inglese) che vanno a completare il primo, e che sono utili nel caso in cui le cose non funzionino a dovere: The Baby Whisperer Solves All Your Problems per il primi mesi, e

Secrets of the Baby Whisperer for Toddlers per bimbi un pò più grandicelli. Sono ricchi di suggerimenti estremamente utili ed esempi di come lei sia riuscita a risolvere casi più o meno difficili. Ma la cosa più importante di tutta la filosofia di Tracy Hogg, è che i suoi libri insegnano al genitore a fermarsi ad osservare il bambino prima di agire, per capire quale è il problema, come è iniziato, e quindi riuscire a trovare la strategia più utile per risolverlo. Un atteggiamento che penso possa tornare utile per moltissimo tempo.

Se ti fosse venuta voglia di leggere questo libro, compralo utilizzando uno di questi link e aiuterai questo sito a crescere:
The Baby Whisperer Solves All Your Problems

Ti potrebbe anche interessare Il linguaggio segreto dei neonati:
inMondadori.it
lafeltrinelli.it

Il linguaggio segreto dei bambini – da 1 a 3 anni

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214 thoughts on “La nanna secondo Tracy Hogg”

  1. Ciao Serena,
    grazie della risposta. Sì, il post l’avevo letto, vi ho scoperto proprio grazie a quello perché avevo fatto una ricerca su internet quando il pediatra mi aveva prescritto il medicinale.
    Sono d’accordo con te sul fatto che non vada preso alla leggera, non credere che non mi senta in colpa per averglielo dato!
    Ne ho una collezione di sensi di colpa, sembra ahimè siano il must delle mamme moderne. Mi sento in colpa perché credo che sia un bene per la bambina dormire da sola e invece gli altri mi dicono che in fondo nel lettone è così bello (come se io non fossi contenta di coccolare il mio batuffolo!); perché tutti mi dicono che i loro figli dormono; perché tutti mi dicono che i loro figlio non dormono ma loro sopportano in silenzio.
    Prima di arrivare allo sciroppo avevo già provato un metodo che, senza saperlo, era quello consigliato da Tracy Hogg, ma dopo 1 mese non solo ero al punto di partenza, la bambina si svegliava ogni mezzora invece che ogni 2-3 ore.
    Se avessi avuto le risorse economiche avrei preso una tata specializzata, ma non era possibile. Allora mi sono affidata al pediatra, è un uomo di 70 anni, molto posato che non prescrive farmaci a caso.
    Spero di riuscire a portare a termine il “distacco”. Alla fine però credo di aver fatto la scelta migliore date le circostanze, certo cercherò di non ripetere in futuro questi errori, ma mi rendo conto che nonostante la mia propensione all’organizzazione non si può gestire sempre tutto. Fortunatamente su altri aspetti sono stata più brava (o fortunata?), ad esempio per il cibo non abbiamo problemi; la bambina cresce serena e allegra, è vivace e curiosa, quindi forse non ce la stiamo cavando così male!
    Un saluto
    Lorenza

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  2. Ciao Serena, grazie per aver risposto al mio post. Forse non sono stata molto precisa, ma intendevo dire che Sofia mangia pappe e merenda in aggiunta al latte materno. Al mattino latte materno, a pranzo un pò di pappa e poi latte materno, a merenda frutta e cereali e poi, se richiesto da Sofia,latte materno, a cena latte materno. Ho provato ad introdurre anche la pappa a cena, ma per il momento Sofia sembra non apprezzare. Inoltre ha veramente fame intorno alle 20.00-20.30 e mi sembra un pò tardi per dare la pappa!!!Allora a cena solo latte materno. Ho provato ad introdurre latte artificiale nella sua alimentazione, ma non ha neanche voluto vedere il biberon!!!
    Cmq tornando ai problemi di sonno, al momento solo mio marito è riuscito, e solo una volta, a farla addormentare secondo il metodo Hogg, con me nulla!!! Allora ho provato un pò per gradi (come anche tu consigli): un pò di seno, poi la stacco, urla e pianti, la riattacco e cerco di sostituire il mio seno con il ciuccio. Dopo molti tentativi, si calma, accetta il ciuccio e così riesco a metterla nel lettino. Questa notte poi ho provato a riaddormentarla senza seno. Si è svegliata alle 2.30, l’ho presa in braccio e coccolata un pò e si è riaddormantata, si è poi risvegliata alle 3.30, ma questa volta si è riaddormentata da sola, io non mi sono neanche alzata dal letto. Alle 5.30 si è svegliata con fame, una ciucciata e di nuovo nel suo lettino fino alle 8.30. Sono abbastanza soddisfatta di questa notte, spero che arrivi a ridurre i risvegli notturni.
    Ancora una cosa!!! Nel tentativo di farla dormire da sola, mi si sono sfasati un pò gli orari. Per esempio, al mattino ( anche oggi per esempio) intorno alle 10.30 Sofia ha sonno, ma dopo vari tentativi si addormenta verso le 11.30 ( oggi addirittura 12.00). Insomma quasi all’ora di pranzo!!! Ieri poi si è svegliata alle 13.00, oggi non lo so!! Quindi l’ora di pranzo slitta di un pò e con essa l’ora della merenda, il sonnellino del pomeriggio, la cena, tutto insomma….
    Grazie…..Laura & Sofia

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  3. @Laura rileggendo il tuo commento mi sono resa conto che dici che a 9 mesi mangia pappe a pranzo, più una merenda. Ma sei sicura che non abbia fame? Il mio Pollicino che anche ha 9 mesi, è già da un bel po’ che si fa anche la cena e la colazione con le pappe. Io lo allatto comunque prima della colazione, a merenda e dopo cena, ma questo in aggiunta alle pappe. Te lo dico solo perché mi è venuto il dubbio che Sofia possa avere effettivamente fame (anche se in effetti dici che secondo te non ciuccia veramente). Insomma è solo un ipotesi da verificare. Fammi sapere.

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  4. @Sabrina il metodo da adottare è sostanzialmente lo stesso che per bambini più piccoli come ho spiegato nel post Tracy Hogg risolve i vosti problemi di sonno. Una differenza importante nell’applicazione del PU/PD è che non devi tirarlo fuori dal lettino, ma solo aiutarlo a sdraiarsi. In bocca al lupo e torna a dirci se riuscite nell’impresa.

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  5. @Lorenza io non ho mai fatto ricorso al Nopron con i miei figli quindi non ho esperienza diretta. Silvia ha scritto un post in merito qui su genitoricrescono che forse hai letto: Noi che abbiamo provato anche il Nopron. Lungi da me il voler dare dei giudizi su chi alla fine ricorre a questo medicinale per risolvere dei problemi di sonno dei propri bambini, però mi fa un po’ rabbia nei casi in cui un problema comportamentale indotto venga risolto con un medicinale così forte (insomma mica è camomilla!). Alla fine penso che uno stato civile forse dovrebbe preoccuparsi di aiutare i neo-genitori a non cadere in certe trappole che poi sono difficili da risolvere. Anche se poi è chiaro che non ci sono regole valide per tutti i bambini. Il mondo è pieno di mamme che addormentano il bimbo al seno e poi semplicemente il bambino ad un certo punto smette da solo e dorme tutta la notte. Beate loro!
    In ogni caso il fatto che ora abbia bisogno solo che le si tenga la mano mi sembra un miglioramento radicale. Vedrai che piano piano riuscirete in tutto.

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  6. @Laura a 9 mesi l’abitudine di addormentarsi ciucciando è ben radicata, e per questo non è un’operazione facile quella di cambiare. Le tue domande sono più che leggittime. Posso dirti che il Vikingo non ha mai odiato il suo lettino, e il PU/PD lo abbiamo adottato moltissime volte. Quello che mi sento di dirti è di provare ancora un pochino, tre giorni sono un po’ pochini a 9 mesi di età. Però se vedi che la situazione non è sostenibile per voi due, allora puoi provare un metodo più graduale, in cui la calmi al seno se necessario, ma la stacchi dal seno prima che si addormenti. Se si arrabbia moltissimo, la riattacchi di nuovo, e poi provi di nuovo a staccarla dopo che si è calmata e prima che si addormenti. Non è più facile, ma essendo più graduale potrebbe essere meglio per certi bambini che cedono con meno facilità. Una volta che ha accettato questo, puoi provare ad addormentarla senza farla prima ciucciare. Insomma prova a dividere l’azione in piccoli passi da fare uno alla volta. In questo modo ci vorrà di più, ma forse potete viverla meglio. Facci sapere come va.

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  7. Ciao Sabrina,
    anch’io come te ho lo stesso problema con mia figlia Matilde di 15 mesi. Non ho avuto il coraggio di applicare il metodo Estivil, quello di Tracy Hogg è molto più soft ed è rivolto a tutti, naturamnente prima si inizia…io ho letto il libro in italiano anche se è rivolto più ai neonati, ma in inglese c’è la versione fino ai 3 anni.
    In bocca al lupo!!!

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  8. Ciao mi chiamo Sabrina, ed ho 2 pupi. Il primo, che ora ha quasi 5 anni, ha avuto problemi di sonno dal 1° giorno in cui è nato fino hai 6 mesi, poi con 2 giorni di Estivil,…tutto si è risolto. Quasi due hanni fa, poi è arrivata la canaglia del Fratellino. Ha dormito subito da solo dal primo giorno, non mi sembrava vero. Con l’andare del tempo, per una serie di cose lo abbiamo abituato a dormire nel lettone (so che è sbagliatissimo ma in quel momento era la soluzione migliore) ed ora non riusciamo + a farlo dormire nel suo lettino. Se lo mettiamo nel lettino, siamo con lui un po’, gli leggiamo una favola,….si appisola ma poi inizia a piangere, insistendo, nell’arco di mezz’ora /un ora dorme. Magicamente, alle 2 di notte si risveglia ed è capace di arrivare anche alle 6 di mattina (ora in cui io mi devo alzare x andare al lavoro)frignando, piangendo e di conseguenze svegliando il fratello. Il metodo Hogg, spiega come fare anche con bimby più grandicelli? O solo neonati?

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  9. Ciao a tutti,
    anche la mia piccola peste, solare e vivace di giorno, di notte si trasforma in Mr. Hyde e non dorme nel lettino.
    Purtroppo ho letto solo da poco il libro di Tracy Hogg (che consiglio vivamente) e per la nanna il bilancio è pessimo: se si può stilare la lista delle 10 cose da NON fare, beh io posso dire di averle fatte praticamente tutte, dall’addromentarsi in braccio al lettone etc. Un record, con tutto che mi reputo una persona organizzata, razionale e di buon senso.
    Dopo i primi mesi in cui dormiva, a partire dallo svezzamento e dal mio rientro al lavoro le cose sono gradualmente peggiorate. Quando però tentavo di rimediare non solo passavo le nottate praticamente sveglia, ma venivo pure criticata dalla suocera (poverina, è piccola e la volete lasciare da sola!!) e in parte anche da mio marito che per quieto vivere la vuole nel lettone (tanto lui dorme lo stesso!).
    Il risultato è che a dicembre la piccola, complici anche i denti in uscita, non dormiva più e di giorno era nervosa. Io passavo notti insonni in un periodo lavorativametne impegnativo e non ce la facevo più.
    Una notte mio marito mi ha trovata sveglia che piangevo con in braccio Matilde e ha chiamato un amico di famiglia pediatra che, vista la situazione, ci ha prescritto il Nopron.
    Lo so, se non le avessi dato brutte abitudini forse non sarebbe servito, se avessi avuto più pazienza, se…avevo mille dubbi, però la prima notte che gliel’ho dato Matilde ha dormito 8 ore filate e la mattina si è svegliata riposata e sorridente. Niente effetti da “drogata”, niente nervosismo da astinenza (avevo letto delle cose su internet…).
    Abbiamo fatto 20 giorni di sciroppo e ora stiamo riducendo piano la dose. Nel frattempo ho approfittato per cercare di abituarla al lettino seguendo i consigli della Hogg. Adesso si addormenta tenendomi la mano e se si sveglia le ridò la mano e si riaddormenta. Lo so, non è proprio il massimo ma rispetto a prima la situazione è nettamente migliorata. Spero a breve di riuscire a farla addormentare da sola recuperando così l’uso del braccio, vi farò sapere.
    Concludendo, accettate consigli da chi ha sbagliato tutto?
    1. Non cedete sperando che prima o poi la situazione si risolva perché poi sarà peggio.
    2. Cercate di spiegare al partner quanto è importante per voi e fate le cose insieme, altrimenti vi sentirete incomprese e questo non aiuta.
    3. Il Nopron non è la fine del mondo, certo non è il massimo ma in rete ci sono un sacco di informazioni catastrofiche infondate. Meglio quello di genitori isterici che trasmettono il nervosismo ai figli.
    Lorenza
    PS: scusate il post lungo!!

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  10. Ciao, sono Laura, mamma felice di Sofia 9 mesi…..
    Trovo molto interessanti i tuoi consigli e per questo ho deciso di scriverti. Ho deciso di acquistare il libro di Tracy Hogg sperando di trovare qualche utile consiglio al mio problema. Problema che, a quanto ho letto in alcuni commenti, sembra essere comune a molte mamme, papà e bimbi: la nanna.
    Sofia è una bimba allegra, vivace, socievole, simpatia….La allatto ancora al seno, anche se ormai mangia le pappe a pranzo e la frutta a merenda. Lei si è sempre addormentata succhiando al seno, inizialmente al termine della poppata, ma orami sto accorgendo sempre più che il seno è diventato per lei una dolce coccola prima di addormentarsi. Allora ho deciso di intraprendere il metodo di Tracy Hogg (prendendo spunto da ciò che ho letto nel vostro sito). Risultato: da tre giorni, al momento della nanna, Sofia ed io saliamo in camera, la metto nel lettino ed inizia ad urlare. Io le parlo, le canto la ninna nanna, ma lei sembra non sentirmi. Allora la prendo in braccio, la coccolo, ma lei non si calma oppure si calma, ma dopo molto tempo e quando cerco di rimetterla nel lettino solo al cenno di coricarla, inizia a piangere. Io continuo, secondo il metodo descritto, ma le cose peggiorano soltanto. Alla fine per calmarla le concedo un pò di seno, ma alle volte me lo rifiuta per i troppi singhiozzi dovuti al pianto. E alla fine si addormenta coccolata in braccio. nel rimetterla a letto poi si risveglia immediatamente, all’ennesimo tentativo, mi dichiaro sconfitt e la poso nella sua sdraietta che lei riconosce e continua a dormire. Insomma la mia storia sembra comune a molte altre, ma avrei delle domande da porre.
    1)Mi chiedo se sia giusto continuare, mi vedo così lontana da un risultato accettabile!!!!
    2)Così facendo non otterrò il risultato contrario? Non arriverà ad odiare il suo lettino?
    3)I pianti continui non incideranno sul suo umore e sul suo carattere?
    Premetto che fino ad oggi ho vissuto questa situazione in completa serenità, ma capisco che questa situazione non potrà e non deve continuare all’infinito. La mia bimba sta crescendo ed è giusto che io la aiuti a cambiare le sua abitudini. Insomma devo lavorare per il suo prossimo futuro….
    Grazie per ogni parola di conforto che riuscirete a darmi.

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  11. Ciao serena, sono una mamma disperata!! anch’io avevo pensato al nopron, ma sono convinta che il nostro problema sia un approccio sbagliato alla nanna, perciò vorrei risolverlo in maniera più naturale e indolore possibile…
    Quello che mi chiedevo è, poichè il mio bimbo ha quasi 13 mesi, quale dei due volumi dovrei leggere. Ti ringrazio in anticipo e buona nanna…

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    • ciao Simona, visto che ha già 13 mesi, puoi leggere direttamente il secondo, che si concentra molto sull’analisi e sul come risolvere i vari problemi specifici, ossia The Baby Whisperer Solves All Your Problems. In bocca al lupo!

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  12. grazie serena!!!!!!!!!!!
    vorremmo fare sempre di piu sempre meglio anche perchè lo scopo..credo che sia sempre quello di migliorarsi e soprattutto è bello che anche chi ti sta vicino dia il suo apporto il suo aiuto ricordandosi sempre che per essere felici un po di più bisogna volerlo ..perchè solo sforzarsi di voler essere FELICI si può ed inoltre può diventare una buona abitudine ed esperienza in una famiglia poi il resto vien da se…
    riguardo mio figlio sembrerebbe che in questi giorni stia meglio col sonno e di notte in generale e questo mi rende felicissima ..ovviamente nn tutte le notti sono uguali …però ho le dita incrociate!!!! ..e diventa anche per noi una vita notturna in questo caso più semplice più tranquilla e su questo sto puntando!!!… e la hogg mi ha dato l’ulteriore spinta ad affrontare il problemuccio con metodo ovviamente tenendo presente degli “imprevisti” eh ehehe che con i bambini vengono fuori sempre
    nn credo ci possa essere un metodo preciso e rigido credo piuttosto all’elasticità con cui il metodo possa venire applicato quindi a noi

    sicuramente corro e scrivo di getto quindi immagino quanti errori scusatemi per questo però confido nel vostro lascia-passare!!
    intanto un pensiero va a tutti noi genitori che spinti dall’amore faremmo qualunque cosa!!!!!!!!… 🙂

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  13. Benvenuta Elisabetta! Come dici te, l’idea della Hogg è proprio quella di aiutare i bambini ad addormentarsi in modo indipendente, senza fargli mancare affetto e vicinanza. Non sono a conoscenza di altri libri della stessa autrice oltre ai 3 che ho indicato nel post. Per quanto riguarda il primogenito però non sentirti troppo in colpa. E’ vero che ogni bambino è diverso, e ce ne sono molti che hanno il sonno agitato anche a 6 anni nonostante non abbiamo mai dormito nel lettone. Insomma, siamo genitori mica supereroi. Si fa quel che si può cercando di limitare i danni 😉

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  14. ho appena scritto un lungo messaggio sfogo che poi si è perso ( e frs è meglio!!!era troppo lungo) sul come ho sbagliato nel voler mettere il primo accanto a me nei primi due anni e ora che ne ha sei ha il sonno disturbato

    nn fate questo errore e bello averli accanto ma poi spedirli nel proprio letto è una santa cosa!!!!
    …è per loro un modo per diventare autonomi
    nel messaggio sono stata descrittiva sul come nn ho fatto ciò che consiglia il libro della hogg sui neonati e nn vorrei fare gli stessi errori col secondo che sta per aarrivare

    però mi chiedevo se ci sono altri libri della hogg che tratta nn solo i neonati ma anche l’infanzia in generale

    ieri ho trovato il libro per caso in libreria e in questo weekend prevedo di esaurirlo almeno nei tratti principali poi lo studierò meglio e spero di trovare il modo per il secondo anzi il metodo per donargli autonomia e soprattutto per il primo con l’ennesimo tentativo di donargli un soonno più sereno …è che cerca sempre il mio contatto la notte questo gli è rimasto!!!! ..e a questo bisogna stare attente per nn fargli prendere l’ abitudine

    ho trovato interessanti i vs messaggi e spero nei mesi a venire di portare notizie positive a presto

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