Se l’idea di dormire tutti nel lettone per anni non fa per voi, e il metodo descritto dal Dott. Estivill (o metodo Feber o del controlled crying) vi sembra crudele o per lo meno troppo rigido, benvenuti nel club dei genitori alla ricerca della sana via di mezzo. Dopo una rapida analisi delle esigenze personali di ciascun membro della famiglia, abbiamo fin dall’inizio chiarito con noi stessi e con il Vikingo che a ognuno spetta il suo letto. Uno proprio spazio in cui sentirsi al sicuro, riposarsi e dormire quelle ore necessarie a vivere meglio durante il giorno. Dopo aver letto vari libri sull’argomento, abbiamo deciso di seguire quello di Tracy Hogg nel suo libro Il linguaggio segreto dei neonati(in realtà il libro non parla solo di sonno, ma è una guida completa anche per allattamento e molto altro). E’ un metodo facilmente adattabile ad ogni tipo di bambino, tiene conto delle esigenze del genitore che vive nella società moderna, ed è “ragionevole”.
Anzi più che un metodo, oserei dire che è una guida per il genitore che vuole insegnare a dormire al suo bambino in modo indipendente. Ma è anche una guida per capire come dormono i bambini. Perchè per quanto sia difficile crederlo, tutti i bambini passano delle fasi per l’addormentamento che vengono descritte con precisione nel libro.
L’autrice li chiama I tre stadi del sonno, e si possono riassumere più o meno così.
1. L’attimo. Quando il bambino inizia ad avere sonno, sbadiglia. Proprio come noi. Qui Tracy Hogg suggerisce di cogliere l’attimo e di mettere il bambino a letto, al più tardi al terzo sbadiglio. Se non si fa, allora il bambino inizierà a piangere, evitando di passare alla seconda fase.
2. La zona. Il bambino assume uno sguardo fisso, verso un punto lontano non definito, che lei definisce sguardo delle mille miglia. Questa fase dura 3 o 4 minuti.
3. Lasciarsi andare. Il bambino si comporta con un viaggiatore in treno che si sta per addormentare. Si appisola e la testa gli cade da un lato. Quindi riapre gli occhi per qualche secondo, poi si appisola di nuovo e la testa gli cade di nuovo svegliandolo. Riapre gli occhi e così via per 4 o 5 volte prima di addormentarsi completamente.
Se osservate il vostro neonato quando si sta addormentando vi accorgerete che la descrizione è assolutamente accurata. Ci si rende immediatamente conto che se non si riconoscono le 3 fasi, è facile che si facciano delle azioni che impediscano l’addormentamento. La prima fase, quella degli sbadigli, potrebbe essere molto breve per un bambino molto sensibile agli stimoli visivi, e c’è un forte rischio di perdersela. Quando poi si sta nella fase del ciondolamento della testa, i continui risvegli potrebbero essere presi per una difficoltà ad addormentarsi invece che per delle fasi necessarie all’addormentamento. Se interveniamo ad esempio infilandogli il ciuccio in bocca, o prendendolo in braccio rischiamo facilmente di ottenere la reazione opposta, impedendogli di addormentarsi invece di aiutarlo. Per quanto tutti i neonati passano queste fasi, ci sono delle differenze a seconda del temperamento del bambino. I bambini più tranquilli potrebbero avere una prima fase di sbadigli sufficientemente lunga , e si può attendere più a lungo prima di metterli a letto senza rischiare che inizino a piangere. Potrebbe anche verificarsi che un neonato del genere riesca ad addormentarsi da solo in un ambiente pieno di stimoli e luci, in quanto è perfettamente in grado di isolarsi. Al contrario un bambino molto vivace potrebbe sbadigliare solo un paio di volte, ed entrare in crisi velocemente, iniziando a piangere in modo convulso sbarrando gli occhi e agitando le braccia. Per questo tipo di neonati è ancora più importante cogliere l’attimo, e interrompere gli stimoli visivi. Questo è il tipo di neonato che non si addormenterà mai in una salotto pieno di gente.
Insomma conoscere questi 3 stadi dell’addormentamento non è sufficiente. Dovete conoscere anche chi è il vostro bambino. Sapere quali sono i suoi ritmi è un aiuto incredibile. Come ho suggerito nel post Le regole base di un buon sonno, provate a tenere un diario in cui annotate tutti gli orari di sveglia e addormentamento per qualche giorno. Questo vi servirà come riferimento.
Potete aspettare di entrare nella fase degli sbadigli oppure iniziare un pò prima se il vostro bambino è molto vivace e rischiate di perdere il momento. Qualsiasi tipologia sia il vostro bambino, seguite una routine che dica al bambino che ci si sta preparando ad andare a letto.
- Per un neonato basteranno pochi minuti: cambio pannolino, pigiamino, si tirano le tende, lo si mette nella culla e si canta una ninna nanna. O qualsiasi cosa vogliate voi, purchè sia sempre la stessa routine. Un consiglio, se cantate una ninna nanna, sceglietene una che vi piace veramente, io sono già 3 anni che la canto! Lo scopo è quello di calmarli, e non di farli addormentare. Se vedete che il neonato è entrato già nella seconda fase, quella dello sguardo fisso, è arrivato il momento di smettere le coccole e qualsiasi altra attività rilassante che avevato intrapreso. All’inizio della terza fase, quella del ciondolamento, mettelo nel lettino dicendo una frase tipo “ora ti metto nel tuo lettino, così potrai riposare bene” o qualsiasi altra frase il vostro senso materno o paterno possa suggerirvi.
- E’ possibile e probabile che il bambino abbia un sobbalzo. Dopotutto sta nella terza fase quindi è normale. Provate a vedere se si riaddormenta da solo senza il vostro intervento. Se non lo fa, potete provare a calmarlo dandogli pacche leggere al centro della schiena e sussurrando “shh shhh!”. Provate a non prenderlo in braccio a meno che non stia piangendo.
- Se si calma, si spenge la luce e si esce dalla stanza. A questo punto molti neonati sono in grado di addormentarsi da soli, seguendo gli ultimi stadi descritti sopra.
Questa è la teoria. E funziona anche molto bene per moltissimi bambini. Ma sappiamo bene che altrettanto spesso le cose non vanno come dovrebbero andare. Nel caso in cui non riconosciamo i segnali della prima fase ad esempio, il bambino portebbe essere troppo stimolato per addormentarsi, e il pianto è il suo modo per isolarsi. Ecco quindi alcuni consigli su come agire quando le cose non vanno secondo le aspettative.
Prendetelo in braccio, e senza cullarlo, sussurrategli nell’orecchio con voce decisa “va tutto bene! Mamma (o papà) è qui. Dobbiamo imparare ad addormentarci da soli. Ora ti insegno come si fa.” Aspettate che il bambino smetta di piangere e poi mettetelo subito nel lettino. Ma come si fa a farlo smettere di piangere senza cullarlo? Tracy Hogg sostiene che gli si possono dare delle leggere pacche al centro della schiena, mentre si emette un suono sussurrante “shh shhh!” vicino all’orecchio del bambino. Non dentro l’orecchio! Lo sh sh sh deve essere appena più forte del volume del suo pianto. Pacche ritmate sulla schiena e shh shh nell’orecchio sono una specie di miracolo. Il neonato non è in grado si sostenere più di 2 stimoli alla volta. Se ci aggiunge il terzo, cioè il suo pianto, non ce la fa. Quindi è costretto a smettere di piangere. Voi a quel punto lo rimettete nel lettino, magari un pò di lato, e continuate a dare pacche e a fare sh shh per un pochino. Prima che si addormenti del tutto, smettete, e uscite dalla stanza.
Tutto questo è solo un assaggio della ricchezza descrittiva del linguaggio dei neonati proprio del libro di Tracy Hogg. Ci sono descrizioni del linguaggio corporeo a seconda dell’età del neonato che lasciano a bocca aperta quando si riconoscono nel proprio frugoletto. I consigli pratici sono moltissimi, e si adattano ad ogni tipo di bambino, perchè partono sempre dall’osservazione del bambino, e non dall’assumere che un comportamento sia giusto a priori. Della stessa autrice ci sono almeno altri due libri (disponibili solo in inglese) che vanno a completare il primo, e che sono utili nel caso in cui le cose non funzionino a dovere: The Baby Whisperer Solves All Your Problems per il primi mesi, e
Secrets of the Baby Whisperer for Toddlers per bimbi un pò più grandicelli. Sono ricchi di suggerimenti estremamente utili ed esempi di come lei sia riuscita a risolvere casi più o meno difficili. Ma la cosa più importante di tutta la filosofia di Tracy Hogg, è che i suoi libri insegnano al genitore a fermarsi ad osservare il bambino prima di agire, per capire quale è il problema, come è iniziato, e quindi riuscire a trovare la strategia più utile per risolverlo. Un atteggiamento che penso possa tornare utile per moltissimo tempo.
Se ti fosse venuta voglia di leggere questo libro, compralo utilizzando uno di questi link e aiuterai questo sito a crescere:
The Baby Whisperer Solves All Your ProblemsTi potrebbe anche interessare Il linguaggio segreto dei neonati:
inMondadori.it
lafeltrinelli.it
altri libri della hogg?
Elena, non è sempre tutto perfetto come sembra dai commenti, ma si fa del nostro meglio. Io con Pollicino (5 mesi), essendo il secondo figlio, mi sono lasciata andare a “viziarlo” un pochino, e finisce nel lettone più spesso di quanto vorrei 😉
Se per te sta diventando un problema, ti consiglio il secondo libro di Tracy Hogg “The Baby Whisperer Solves All Your Problems”, più indicato dal quarto mese in poi.
Facci sapere come va!
Ciao a tutte. Ho letto con un pò di invidia i vs commenti e le vs felici applicazioni al metodo di T H. Ho anch’ io letto il suo libro,ma con la mia piccola Frugola di 4 mesi nn ci siamo proprio!!! Nn ne vuole sapere di dormire da sola e tantomeno tutta la notte. Ormai sto pensando di darle un sonnifero! Nn ce la faccio proprio+! Di giorno mangia ogni 3 o 4 ore,dipende da quanta fame ha, mentre di notte ogni 3si sveglia. Il ciuccio poi nn ne parliamo, lo lancia a 20 cm da lei!
Ormai pesa6200 gr (ha preso un kg al mese) e mi aspettavo che già al terzo mese mi facesse tt la notte,invece no. Lei si addormenta al seno e mai nella culla anche quando è sveglia.
Inoltre le piace stare tanto in braccio a guardare il mondo,tanto che mi sta venendo un forte mal di schiena.
Spero di poter scrivere presto che le cose sono cambiate in positivo,intanto buon lavoro (di mamma)a tutte.
@Tea, se so le risposte alle tue domande, te le do volentieri. Prova a chiedere.
Intanto se vuoi puoi dare un’occhiata a questa intervista
a Federica
@Fabiana, se dormire nel lettone sta diventando un problema e sei/siete intenzionati a risolverlo, il modo c’è. Se fossi in te, io partirei con il comprare il lettino da grande per la sua stanza, se non ce l’ha già, e poi farei una gran festa tra voi due, dicendo che da quel giorno Pucci deve dormire nella sua stanza. Fate un qualcosa di speciale, un picnic sul pavimento della sua stanza o qualsiasi cosa che pensi possa piacerle. Te ovviamente ti trasferisci a dormire li, per le prime notti con brandina/materasso accanto al suo letto. L’idea è che lei faccia amicizia con la sua stanza prima di tutto con il tuo aiuto. Poi piano piano giorno dopo giorno diminuirai sempre di più il tempo al suo fianco prima di trasferirti nella tua stanza.
Certo il 4 nel lettone deve essere scomodo, ma qualcuno lo fa. De gustibus!
Ti consiglio di leggerti
l’intervista ad Emanuela
In bocca al lupo!
Approposito…Pucci non ha mai usato ciuccio…ma si acciambella intorno al mio braccio per addormentarsi….lo svito??..ne trovo uno finto??…sigh!…mai più questi errori..anche se non nascondo che mi piace tanto averla vicino…
mia figlia (2 anni)dorme ancora con noi!! ahimè!!…ogni volta che decido di rimetterla nel suo lettino..arriva la febbre o qualcos’altro a disturbare il nuovo tentativo di liberare il letto coniugale.
La nostra routine..è che alle 10:00 10:30 le do il latte in camera da letto..e poi lei si butta all’indietro e si addormenta insieme a me/noi.
Abbiamo provato a spostarla dopo che si è addormentata..e va tutto bene fino alle 4 del mattino…poi comincia a svegliarsi varie volte..le prime riesco a riaddormentarla..fino a che non si dispera fino alle convulsioni..e torna con noi….
Continuo così??..smetterà prima o poi di voler tornare nel letto??..nutro qualche dubbio..ma si può provare.
Pucci è molto svelta parla e capisce tutto..così con calma ho cercato di farle capire che comincia ad essere grande e che deve dormire nel suo bellissimo lettino…ma molto decisa mi risponde sempre “NO”.
Io e mio marito vorremmo avere un altro figlio…ma il pensiero di essere in 4 nel letto…ci terrorizza…che mi dite??
🙂 Bella domanda! Perché ho cercato di aggiustare ciò che non era rotto?? Forse per quell’intimo timore che hanno tutte le mamme di non “far bene”.
Una mia amica che aveva una bambina “scontrosa” e “sensibile” mi aveva parlato con entusiasmo del metodo easy e mi aveva regalato il libro. Con lei ha funzionato alla grande.
Dopo qualche tempo ho partorito anche io e mi sono trovata in un turbine di consigli non richiesti e a volte inopportuni da parte di chiunque pareva ne sapesse più di me e mio marito. “Piange. Non vedi che ha sonno?” “Si mette le mani in bocca. “Non vedi che ha fame?”. “Mangia solo 5 minuti? Ti ha scambiato per il suo ciuccio”.
Insomma.. capisci vero?
Per quanto riguarda l’addormentarsi con il seno, ma soprattutto il calmarsi con il seno (che adesso mi pare un atteggiamento più serio da “sistemare”), beh.. sono consapevole che è una cosa che non va.
Ma sento che, per come è fatto il mio bambino, bisognerà aspettare che sia pronto lui, piano piano.
Io comunque mi sono data un termine. Non continuerò ad allattare oltre l’anno di età. Quindi ho 5 mesi per arginare il fenomeno.
Se per te non è un problema, mi pioacerebbe chiederti qualche consiglio.
Ti lascio (trovo difficile continuare a scrivere con una mano sola!!!!)
tea
Cara Tea, che bello il tuo racconto. Dimostra come sai stare attenta alle esigenze del tuo bambino prima di ogni altra cosa. L’unico fatto che non capisco però è “se non era rotto, perchè hai cercato di aggiustarlo?” Se tu e il tuo bambino avete le vostre vite felici insieme e funziona bene per te e per lui (e magari per il resto della famiglia) allora va bene così. Non ci stancheremo mai di dirlo: ogni bambino è un individuo unico e i manuali servono ad aiutare il genitore nel momento della difficoltà.
Tracy Hogg per noi è stata una salvezza, perchè con il Vikingo non funzionava nulla. Non si addormentava praticamente mai (nè al seno, nè in braccio, nè cullandolo), ed era in perenne moto con mani e piedi da bimbo “vivace”. Però l’allattamento con lui durava moltissimo, all’inizio 40 minuti, poi 30 dopo il terzo mese, infine 20. Pollicino invece, che è un bimbo da manuale, ormai dal terzo mese in poi mangia solo 10 minuti. Per il Vikingo seguire le routine EASY è stato fondamentale, per Pollicino ce la caviamo meglio anche se non stiamo attentissimi, perchè è un bambino più flessibile.
Per quanto riguarda l’addormentamento al seno, va benissimo, se va bene per te!
Io personalmente non amo dargli questa abitudine perchè penso che l’allattamento serva per dargli cibo e non coccole. Le coccole se ne ha bisogno, gliele do diversamente. Però devo dire che ne il Vikingo, ne Pollicino hanno mai richiesto il seno per addormentarsi. Evidentemente abbiamo trovato un metodo che va bene per noi 🙂
Ciao! Mi unisco alla discussione, se permettete.
Il mio puffo ha 7 mesi, è un bimbo – secondo le definizioni della Hogg- “da manuale” e a tratti “vivace”. Quindi con lui le cose non sono state mai molto difficili.
Sinceramente, per quanto riguarda me, questo libro mi ha mandata in crisi per ben due volte, nonostante con il mio bambino le cose siano sempre andate bene, a modo mio, ma bene.
Premetto che io ho allattato a richiesta per i primi tre mesi. Poi ho stabilito di passare alla pappa ogni tre ore e in seguito ogni 4 ore. Il mio piccolo ha sempre mangiato per 5/6 minuti e basta.
Per cui, all’inizio, leggere sul libro della hogg che avrei dovuto dargli di più da mangiare (altrimenti era solo uno spuntino) e lasciar passare più tempo tra una poppata e l’altra mi ha messa in allarme. E ho provato a far così.
Ma sapete cosa succedeva? Che, se gli davo più latte, il bimbo me lo vomitava. Dopo una bella settimana in cui il bimbo piangeva e vomitava e io avevo perso il buonumore, ho messo da parte il libro e ho fatto di testa mia. E ho avuto ragione, perchè anche quando le poppate sono diventate una ogni 4 ore- 4 ore e mezza, il mio piccolo ha sempre mangiato per 5 minuti e basta.
Concordo con l’utilità di stabilire una routine e di alternare le fasi pappa-gioco-nanna. Per il sonno notturno poi la routine è fondamentale: nel mio caso pappa, bagnetto, coccola, nanna. Per coccola intendo cullarlo e cantare (per 5 minuti) o un’assaggio di tetta (un nanosecondo e si addormenta).
Però anche per il discorso “nanna”, il sistema hogg non ha funzionato. Premetto che il puffo non ha mai dormito nel lettone con noi, se non la prima settimana. Ha sempre dormito in carrozzina prima e nella culla poi e ha sempre dormito tutta la notte, svegliandosi per la fame due volte a notte.
Ultimamente mi era venuta la brillante idea di metterlo nella culla sveglio, al primo sbadiglio, al massimo al secondo, come dice il libro. Senza tetta. Per insegnargli ad addormentarsi da solo. Una tragedia! Il mio bimbo piange molto raramente. Inutile dire che questo sistema lo ha destabilizzato. Sono stata tenace e l’ho sentito piangere e coccolato e rimesso giù e rigirato.. si è addormentato sì, ma coi singhiozzi.
Allora ho riflettuto. Il momento del sonno è una cosa diversa da tutte le altre… non è una abitudine come quella di mangiare da soli… è diversa: entra in gioco la paura, l’abbandono, il buio, la predisposizone a dormire di ognuno di noi..
Se un bambino sotto i 2 anni per dormire ha voglia di coccole o qualcosa di simile perchè negargliele? Anche io prima di dormire amo prendere la mano di mio marito o appoggiargli una mano sulla schiena. Eppure ho 33 anni….ma ho bisogno di sicurezze pure io. figurarsi un bambino pccolo.
Allora mi sono detta .. se il mio bimbo è un bimbo felice, non piange, ha la sua routine, se noi genitori -ringraziando il cielo- non siamo stati destabilizzati come coppia allora.. che si addormenti pure col seno. Vorrà dire che non è ancora pronto per farne a meno!
Non prendetelo come un attacco alla Hogg e basta. Io il libro l’ho letto (2 volte!) cercando davvero ti tirarci fuori qualcosa di utile per me e per il mio piccolo. Ovvio che ci ho trovato tante cose buone ma, sinceramente, credo che ogni bambino sia diverso da un altro e manuali come questi spesso mandano in crisi mamme che magari farebbero un buon lavoro amche da sole.
Un bacio a tutte
Tea
Grazie! l’esperienza concreta è sempre importante! tenervi informate? sicuro! praticamente passerò le mie notti sul pc da ora fino alla fine visto che il caldo già incombe e l’insonnia pure!!e mancano ancora 7 settimane!sob! anzi scusatemi fin d’ora se dovessi diventare un pò logorroica!! ciao!
Milena, scusami se ci ho messo un po’ a risponderti. Come al solito ogni bambino è diverso, e una cosa che funziona per me non è detto che vada per te.
1) Ovviamente l’addormentamento al seno è tipico all’inizio. Pollicino si addormenta dopo circa 10 minuti, e io lo lascio stare su di me. Dopo altri 10 circa si risveglia e continua a mangiare. Se non si sveglia, provo a svegliarlo io, oppure lo sposto nel suo lettino e a quel punto si sveglia da solo.
In ogni caso non è fondamentale seguirla alla lettera nelle prime settimane. Poi come sempre dipende dal bambino.
2) Io se sto fuori non mi preoccupo molto. Si addormenta da solo nella carrozzina e pace. Non mi faccio limitare in nessun modo dalla routine.
3) In realtà per quanto ho capito io è vero esattamente il contrario. Allattando da un solo lato è praticamente certo che il seno venga “svuotato” e la produzione stimolata a dovere. Viceversa allattando ad entrambi i seni il neonato difficilmente riesce a svuotarlo, soprattutto i primi tempi quando è molto piccolo. Questo può causare ingorghi. Inoltre il primo latte è quello meno grasso e quindi può saziare di meno, e di conseguenza si finisce ad allattare più spesso. Però anche qui dipende dalla tua produzione di latte. Io ne ho sempre avuto in abbondanza, eppure allattando da un lato solo non ho mai avuti ingorghi, tranne una volta con il Vikingo (il primogenito). Ma in quel caso avevo sbagliato io, perchè lo avevo attaccato quando non aveva fame, e lui aveva mangiato pochissimo, e poi l’ho attaccato all’altro seno, generando l’ingorgo.
4) (hai saltato il 4 🙂 )
5) Hai ragione. La Y non c’è quando ci sono altri figli, tranne naturalmente quando sono a scuola. Ma questo per te non vale, visto che saranno le vacanze.
Il Vikingo aveva un gran bisogno di regolarità. Lui è un’anima irrequieta ed era facilissimo confondere i segnali di fame e di sonno. EASY ci ha salvati perchè a quel punto diventava tutto logico. Ogni volta che ce ne siamo allontanati, magari perchè eravamo in viaggio, siamo entrati nel caos organizzativo e finivamo con lui che piangeva per ore.
Pollicino invece è molto più tranquillo, e riesce a resistere di più alla stanchezza. Per questo EASY non è così fondamentale, anche se comunque utile.
In bocca al lupo! E tienici informate.
Sì, ecco…per esempio:
1)cosa fai se si addormenta al seno (come spesso accade specie nei primi tempi?) lo svegli o lo metti giù? e se non ha finito la poppata e non ne vuole sapere di svegliarsi e poi ha di nuovo fame dopo meno di un’ora(anche questo mi è successo spesso quando sono piccini)?
2) come fai quando capitano imprevisti? cioè la mia giornata non è mai troppo regolare purtroppo….allora se sei fuori, se sei costretta ad uscire, se deve mangiare e/o dormire in ambienti e situazioni “diverse”….Il fatto è che mi dà l’idea che la routine easy rischi di diventare molto “limitante” (per esempio il rituale per dormire,può essere costante forse di sera ma di giorno come fai?)
3) sulla questione allattare da un solo lato, io che ho sofferto spesso di ingorghi…mi chiedo…come fai con l’altro seno? inoltre per esperienza direi che questa tecnica (che cmq funziona nei primi tempi quando non ce la fanno a poppare da tutte e due le parti, ma io mi tiravo il latte dall’altra) rischia di ridurre la produzione di latte perché il seno poco stimolato o stimolato la metà delle volte poi produce di meno. Tu come ti regoli?
5) domandona: come concili il tempo per te quando hai altri figli?!?! cioè nella Y ci deve rientrare “altri figli”….eheheh ma questo lo scoprirò solo vivendo giusto?!? anche perché i nostri primi mesi purtroppo o per fortuna coincideranno con le vacanze estive perciò…”tutti insieme appassionatamente”! WOW! :-O
Poi non so…qualsiasi altro suggerimento pratico che ti sei trovata ad affrontare mi sarebbe utile!! grazie! (sono comq tentatissima di adottarla anche io stavolta soprattutto per la questione sonno!!!)
Milena, io l’ho adottato con il Vikingo e non solo mi sono trovata benissimo, ma è stata l’unica possibiltà per noi. Con la nascita del secondo, mi sto rendendo conto che tutto è più facile grazie al suo carattere più tranquillo, e quindi lo schema EASY forse non è necessario, però lo sto adottando lo stesso e con successo. Vuoi dirmi quali sono le tue perplessità?
Ho appena finito di leggere il libro “Il linguaggio segreto dei neonati” e…vabbè inutile dire che con i miei precedenti 3 figli ho fatto tutto il contrario di quanto è scritto: allattamento a richiesta selvaggio fino quasi a 2 anni. In due casi su tre notti insonni per lo stesso periodo!….Quindi non vi nascondo che per il prossimo in arrivo a luglio ho intenzione di cambiare sistemi! A parte il capitolo sulla pappa…che avendo allattato a richiesta ritengo un pò limitato, ma che comunque ho intenzione di provare ad applicare per quanto possibile con un allattamento più naturale possibile, la questione della routine e dello schema EASY mi attrae e però sono perplessa sulla sua concreta applicabilità. Qualcuna di voi l’ha applicata concretamente? avete esperienze da condividere? Grazie!
Aaaah! sospiro… averlo saputo prima…