La funzione del materno

Questa riflessione è stata partorita un po’ dopo la fine dell’anno 0 della Pulce, ma probabilmente, come molte delle riflessioni più centrate sul mio essere mamma e contenere tutte le emozioni di questo stato (in continuo divenire), aveva bisogno di un po’ di tempo per prendere forma.

Una delle accuse più facili che potete farmi è quella di essere troppo razionale, magari anche rigida. E’ una critica che ho sentito talmente tante volte che ormai si accende da sola.

Per questo, era la prima accusa che mi rivolgevo quando, proprio mentre stavo amabilmente giocando con laPulce, il mio cervello intimava: “la lavatrice dei pannolini, se no non fanno in tempo ad asciugare… ah, scongela il pesce, se no mangia per tre giorni di fila formaggio, e, santo cielo, non dovresti chiamare la pediatra per quella dermatite? hai segnato in agenda i vaccini?” … a tutti questi “rumori di fondo”, mentre cercavo di stare con lei, si aggiungeva, last but not least, la ben conosciuta vocina “vedi, ha ragione chi dice che non sai giocare spontaneamente con lei, ecco cosa combini, non hai assolutamente senso materno …”

Finché ho deciso di affrontare questa cosa e ho provato a ragionare in maniera diversa.
Insomma, i panni puliti, il cibo sano, una casa decente (non splendente tipo pubblicità ma almeno che non possa essere scambiata per il set di Trainspotting): non sono forse tutte cose che spettano a me? (e a MrWolf, certo).

Ho iniziato a dare alle situazioni il proprio nome. O meglio, quello che io considero il loro nome.

C’è la situazione rilassata, pubblicitaria, in cui una splendida donna curata e dalla pelle levigata si rotola su un prato con la figlia, dimentica del mondo e dei doveri attorno a lei. Chiamiamolo l’essenza dell'”essere mamma”. Quella che mi accuso di non sapere essere, o vivere. Quella che mi sembra siano tutte le altre mamme quando arrivo in ludoteca affannata dopo il tour spesa-commissioni-varie. Quella che “congela” un sentimento, una sensazione, in un attimo senza tempo.

E poi c’è la funzione del materno.
Sicuramente io ci aggiungo il mio carico da undici, ma nel mio personale vocabolario della funzione del materno fanno parte alcuni aspetti che di spontaneo e di leggero spesso hanno poco: fare delle scelte responsabili per i figli (vaccini, asilo nido, scuola, ritmi, menu alimentare giornaliero, pediatra, medicine ecc. ecc.), educarli (anche quando questo comprende degli scomodissimi no), mantenerli (e quindi lavorare e magari mantenere e coltivare la propria – fondamentale – identità mentre lo si fa), e certo, in mezzo a tutto questo, e il più possibile spontaneamente e divertendosi entrambi – che non guasta mai – vivere assieme.

Mentre questa riflessione prendeva forma, ho scoperto di poter far pace con la lista di cose da fare che mi saltava in testa mentre giocavo con laPulce, semplicemente dandole un nome diverso: “altri modi di volerti bene, ragazza: costruirti e preservarti un ambiente sereno e sano attorno, curarmi della tua alimentazione e delle tue giornate”.

E facendo pace, è diventato davvero tutto più semplice.
Intanto, ho cominciato a parlare a voce alta e a spiegare alLaPulce, guardandomi attorno, all’inizio del nostro spazio assieme, che cosa è essenziale fare, possibilmente subito. Nel frattempo, lei mi “aiuta” o semplicemente mi osserva e mi fa compagnia finendo il suo biberon di latte (ovviamente, per dirla in gergo scolastico, punto al 6, non al 10 – lo so, d’ora in avanti rifiuterete qualunque invito a prendere un caffè a casa mia, ma vi giuro che la sufficienza in questo caso mi va super bene!).

E io, sarà banale, ho scoperto che una volta esaudite le priorità quotidiane della “funzione materna” mi è molto più facile e spontaneo rilassarmi e godere dei nostri momenti assieme.
L’acqua calda? Forse.

Insomma, credo sia una chimera semplificatrice quella che dice che prima di tutto si è Mamme, che Amano Trascorrere del Tempo con i Loro Amati Figli Dimentiche del Resto.
O meglio, Io, prima di tutto, sono una persona, con una vita, una storia, dei limiti e delle risorse, delle responsabilità e delle miniere di felicità.

Certo che mi piace immergermi nella felicità stando conLaPulce.
Ma anche quando spremo le meningi, i miei limiti e le mie risorse per dare fondo alle mie responsabilità (perché anche se sono insieme a lei, non riesco a dimenticarmi del resto …) non è che sono meno madre. O mamma.
E’ solo una funzione diversa. Che poi farà spazio al resto.

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15 thoughts on “La funzione del materno”

  1. grazie per i modi diversi e complementari con cui arricchite questo post. io credo che l’equilibrio si raggiunga e si perda ogni giorno almeno 24 volte. però se alla sera andiamo a letto contente sia nella parte funzionale sia per la parte emotiva, andiamo alla grande. con buona pace delle pizze pronte (grandi!!) e delle lavatrici in attesa.
    un buon abbraccio e buona crescita a tutte, coraggio, passerà 😀

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  2. grazieeeeee di questo splendido post!!!
    Non immagini quanto mi senta meno sola, meno inefficente, inadatta, disorganizzata, ecc ecc ecc 😀

    @monica….anche a me succede!!!!….ops….

    ma prima o poi si arriva ad un equilibrio??

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  3. non credo che ti riprenderanno, credo che i cuccioli sentano e capiscano il nostro amore qualsiasi forma assuma. arrivare a pensare che pensare alla casa ed alle faccende sia un altro modo di voler bene ai nostri bimbi è veramente positivo.
    durante l’infanzia i miei genitori non mi hanno fatto mai mancare nulla dal punto di vista materiale (pulizia, cibo, vestiti) ma mancavano affetto ed emozioni. così quando è nato il mio cucciolo mi sono dedicata interamente a questo: all’affeto, all’emozione, al gioco trascurando tutto il resto (ho un marito molto molto paziente). sbagliavo! ad un certo punto mi sono sentita soffocare, dalla totale dipendenza dal mio cucciolo, dai sensi di colpa per aver trascurato casa, marito e quant’altro, dall’impossibilità di avere un angolo di vita mia (seppur dedicato a panni sporchi, polvere ecc…). ora sto cercando anche io di fare pace, di mediare. mio marito ne è felice, il mio bimbo sta acquistando più indipendenza e ciò non guasta. insomma cerco di essere “una mamma sufficientemente buona”.

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  4. BEl post che condivido al 100% ed è bello sapere che non sei sola a farti queste domande.

    La super maestra del nido me lo aveva già detto, ma io testarda come sono continuo a cercare il 6 della perfezione…. già difficile la sufficienza.
    Però sto cercando di imparare e direi che i tre gemelini mi aiutano, mi insegnano loro i tempi e mi lasciano sbagliare senza accusarmi, ma amandomi incondizionatamente. :-d Magari quando saranno più grandi mi riprenderanno…chissà.

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  5. Meno male, che non sono l’unica a cui dicono di essere “un carabiniere”.
    Ci sono tempi per far tutto. E giocare spensierate con i bambini non è purtroppo l’unica cosa da fare.
    Come dici tu è bene coinvolgerli, nella sistemazione dei giochi, in cucina, nel fare la spesa (ho scoperto che se faccio portare il cestino alle due gnome si divertono da mette ed evitano di fare “corricorri” per le corsie del supermercato…
    La mia casa è incasinata. Sempre. Non riesco a star dietro a tutto, e faccio le cose “a pezzi”. Il salone ormai è diventato la sala giochi delle bimbe (la loro camera è di sopra, ma sono ancora troppo piccole per lasciarle… e poi non mi va di lasciarle sole, diciamo la tutta, anche se non sono a terra con loro, mi fa piacere sentirle e vederle.
    Ho trovato una calamita carina da appendere sul frigorifero che dice “ho pulito casa la settimana scorsa: mi dispiace, ve la siete persa”.
    Così quando non so più dove mettere mano, mi viene da sorridere.
    Ci sono giorni che decido di stare dietro alla casa, e giorni in cui la lascio completamente, allora non cucino neanche, esco all’ora di pranzo, compro la pizza, prendo le birbe all’asilo e ce ne andiamo al parco, almeno quelle due ore più calde. Con buona pace della casa, con le lavatrici da fare, i panni da sistemare (sapete che significa ammucchiare 5-6 lavatrici?!? Si, mi sa di si…), la cena da preparare (ottime le scorte di tonno e fagioli nella dispensa… anche per una cuoca!!! Ahahah!).
    Insomma, mi sento meno sola leggendo te ed i commenti… Grazie e a presto!!!

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  6. grazie a tutte per i vostri commenti, credo sia un percorso ricorsivo (ora che i figli sono due, a volte la sensazione di pace sembra svaporare) su cui ritornare e ritornare… d’altra parte non si tratta di imparare sempre e ancora ogni giorno a diventare genitori, crescendo?

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  7. Io ho fatto pace da un pezzo, quando ho deciso che il disordine può prendere il sopravvento almeno finché non invade gli spazi vitali, quando inizio a sentirmi soffocare, mi prende la febbre della perfettina e rassetto tutto in una giornata!
    Poi ripiombo nello stato precedente e ricomincia il ciclo…

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  8. credo che tu abbia espresso in pieno quello che significa “fare la mamma” oggi.
    con tutti i sensi di colpa, ok. ma anche con le riappacificazioni con noi stesse.
    anche io ho fatto pace (sarà perchè faccio la lavatrice quando mio figlio dorme ancora? :DDD)

    paola

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  9. bel post, grazie, anche per i tuoi pensieri condivisi…forse la mamma pubblicitaria esiste, quella con tata al seguito che pensa a tutto il resto, ma penso sia bello coinvolgere i figli nelle cose quotidiane, per i filgi piccoli la vita ora è gioco e le cose di casa possono essere trasformate in gioco, ma un pò alla volta imparano anche loro i limiti, le responsabilità, la quotidianità.

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  10. anche io mi ritrovo a pieno in quello che hai scritto, complimenti! anch’io punto alla sufficienza, non voglio essere una mamma perfettina, voglio essere la migliore mamma per quanto mi sia oncesso esserlo, con tutti quei limiti e difetti che inevitabilente mi porto dietro.
    @monica: non sei l’unica…

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  11. Ti ringrazio tanto per questo post che mi fa sentire meno in colpa nei confronti di Tia e più normale. Hai ragione tu: essere mamma (e moglie) comporta anche tutte quelle cose ruotano intorno alla casa, al lavoro, alle scadenze, alle commissioni, tutte cose che, ahimè, sono necessarie all’intera famiglia.

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  12. Ottimo post, brava e grazie. Mi ci ritrovo in pieno, e aggiungo che mi ci ritrovo sia nel mio essere mamma che nel mio essere moglie. Ahimè, qui lo dico e qui lo nego.. ma sono l’unica a cui capita di pensare ai panni da stirare mentre il marito cerca coccole?
    Proverò anch’io a ragionare in maniera diversa… chissà che la qualità della vita migliori realmente….

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