Iniziamo la serie di interviste di questo mese con Mammamsterdam, eclettica blogger e mamma di due bambini, che ci racconta come funziona la scuola in Olanda.
Puoi descrivere brevemente il sistema scolastico olandese?
Il sistema scolastico olandese prevede la scuola dell’obbligo dal compimento dei 5 anni ai 16 anni. La scuola elementare inizia però al compimento dei 4 anni, con una classe unica 1 e 2 insieme. La prima serve come orientamento generale, in seconda si comincia con prelettura e prescrittura, numeri e conti ecc. Si arriva in questo modo a 12 al gruppo 8.
Successivamente si possono scegliere una serie di tipi di scuole superiori, che differiscono nella maggiore o minore attenzione data alle materie teoriche. il livello più basso, paragonabile alle professionali, è il VMBO che però spesso diventa un bacino che raccoglie sia studenti che preferiscono materie pratiche, sia casi disperati che devono arrivare a 16 anni. Molti genitori cercano di evitarlo proprio per questo motivo.
Seguono Havo, VWO e Gimnasium che danno tutti accesso al’università, i primi due con uno o più anni integrativi dopo le elementari, che si chiamano classi ponte. Il gimnasium è un po’ l’equivalente del liceo classico, con latino e greco e una serie di altre materie che definiscono l’indirizzo umanistico o scientifico.
Quando vengono introdotti i voti (elementari, medie…)?
Ogni anno tra aprile e maggio tutte le scuole elementari vengono sottoposte al test CITO che ha lo scopo di misurare gli obiettivi di apprendimento riferendoli a una media nazionale. A è il risultato massimo, B è buono C è sufficiente, D è insufficiente. il punteggio finale del CITO in ottava classe diventa anche uno spartiacque per il tipo di scuola superiore, visto che alcuni dei licei più ambiti pongono un punteggio minimo al CITO come prerequisito per l’ammissione. Al termine degli 8 anni di scuola elementare viene anche dato un consiglio più o meno vincolante per le scuole superiori.
Quali sono le differenze che ritieni più importanti nel metodo pedagogico utilizzato
E difficile generalizzare perché ci sono molti indirizzi pedagogici tra cui scegliere, vedi domanda successiva. La differenza fondamentale è che sulla carta adesso tutte le scuole dicono di prestare molta attenzione ai talenti del bambino piuttosto che alle sue deficienze, che comunque vengono affrontate con interventi ad hoc, e allo sviluppo individuale. In genere sono chiacchiere con un minimo di verità, il punto è che le deficienze ottengono molta più attenzione ed interventi appositi delle eccellenze. Tanto è vero che adesso si sono introdotte scuole speciali secondo il metodo Leonardo, oppure la One Day a week school. un approccio dove i bambini superdotati per un giorno alla settimana fanno lezione insieme in una scuola apposita e per il resto rimangono nella scuola d’origine.
Un’altra cosa che trovo ottima è l’attenzione allo sviluppo emotivo e sociale dei bambini, le innumerevoli visite sul campo (in biblioteca, allo zoo, panetteria, conservatorio ecc.).
Comunque io trovo ottimo che i bambini, che restano a scuola fino alle 15, non abbiano poi compiti a casa, anche se questo è poi il grosso trauma da superare nei primi tre mesi di classi ponte alla fine delle elementari.
La scuola è pubblica o privata? costa andare a scuola?
La scuola è tutta pubblica ma se un gruppo di genitori abbastanza numeroso richiede la fondazione di una scuola ad indirizzo particolare (cattolica, protestante, indù, islamica, Montessori, Dalton o altro) in una particolare zona, lo Stato ne fonda una, che viene gestita da un’apposita fondazione. Ogni scuola chiede ai genitori un contributo individuale per le spese extra: gita scolastica, regali per san Nicola (equivalente della Befana), festa di fine anno e simili. Queste somme vengono gestite dall’associazione genitori. I non abbienti posso chiedere un’esenzione.
I libri chi li paga?
I libri sono di proprietà della scuola e vengono usati in classe. Inoltre i quaderni degli esercizi, tutto il materiale didattico (colori, plastilina, giochi ecc. vengono anch’essi distribuiti dalla scuola. Praticamente un bambino di suo porta solo lo zaino, il portapane per il pranzo, l’occorrente per la ginnastica e basta.Non devi comprare per la scuola neanche una penna.
Cosa rimpiangi del sistema italiano per i tuoi figli, e cosa sei contenta di non dover subire?
Del sistema italiano conosco solo quello in vigore ai miei tempi e non rimpiango assolutamente nulla, in primo luogo il grembiule e la ginnastica alle elementari che non si faceva. Trovo che la grande autonomia gestionale delle scuole sia una cosa fantastica, tanto il ministero stabilisce le condizioni fondamentali: il numero minimo di ore l’anno, le qualifiche e il numero di docenti per scuola e li finanzia di conseguenza, il test finale che serve anche per valutare il funzionamento della scuola nel suo insieme.
La tua esperienza personale
Noi abbiamo scelto per l’indirizzo Dalton che prevede una grande autonomia di lavoro dei bambini. Le lezioni di base vengono fatte per tutta la classe, il resto viene diviso in lavoro individuale, a coppie e di gruppo, in cui ai bambini viene lasciata un’ampia autonomia decisionale, ovviamente guidata e controllata dall’insegnante. Praticamente ne fanno dei piccoli project manager. Il giovedi devono pianificare sul loro orario le attività individuali e la settimana successiva si controlla cosa sono riusciti a completare il giorno/momento previsto e cosa no e come aiutarli a finire.
La cosa bella è che in questo modo i bambini ricevono molti compiti individuali ad hoc. Per esempio una compagna di 8 anni che è bravissima in matematica ha ottenuto di poter seguire qulle lezioni nella classe successiva. Si è deciso invece di non farle saltare l’anno per non condannarla a una carriera scolastica da ‘piccola’ della classe, tenendo conto anche dello sviluppo emotivo e sociale. Un altro bambino, timidissimo ed emotivo al punto di bloccarsi e seguito esternamente, è stato tenuto a 7 anni con il gruppo dei seienni per dargli il tempo di adeguarsi e non metterlo sotto pressione.
Considerazioni generali
Il discorso dello sviluppo emotivo e sociale viene preso molto sul serio. Ogni scuola ha un funzionario interno che osserva regolarmente le classi e su eventuale indicazione degli insegnanti esamina bambini dal comportamento anomalo per decidere degli eventuali interventi (insegnante di sostegno, esperti per test su dislessia, Asperger ecc.).
Inoltre, i bambini che fino ai 4 anni vengono regolarmente controllati nel loro sviluppo psicofisico al consultorio, che somministra anche le vaccinazioni, dai 4 anni in poi passano sotto il medico scolastico che li controlla annualmente, in modo da individuare anche evenuali problemi di vista, udito ecc.
Per quanto riguarda bambini con handicap che possono essere inseriti nella scuola normale, o comunque bambini con problemi di altro tipo, lo Stato passa il cosiddetto zainetto: una somma di denaro che i genitori e la scuola possono usare per terapie e sostegno di vario tipo. Si pensi alla logopedia, sostegno psicologico, insegnante di sostegno, ma anche, per quei bambini che vanno seguiti a tempo pieno da un genitore che deve magari rinunciare al lavoro per farlo, anche baby-sitter o pulizia. Una mia amica madre di due bambini con diagnosi Asperger e allergie alimentari complicatissime, molto faticosi da gestire considerato che la scuola continua rifiutare la piccola che sta a casa ed ha imparato a leggere e scrivere da sola, ogni tanto approfitta di questo, ma credo sia il solo modo di conservare la salute mentale. La cosa fantastica è che lo Stato appunto non pone limiti all’uso della somma stanziata per il bambino purché i canali di pagamento siano quelli stabiliti e tutto venga fatturato.
Non è un sistema perfetto, ci sono sempre quei casi che magari avrebbero bisogno di sostegno e questo non viene riconosciuto, oppure bambini inseribilissimi a scuola con il sostegno, ma un direttore o insegnante può mettere i bastoni fra le ruote per motivi puramente umani ma non oggettivi. Però vuoi mettere la soddisfazione?
L’unico aspetto di cui farei a meno, ma che va benissimo così, è che l’obbligo scolastico è una cosa molto seria. Per tenere un bambino che non è ammalato a casa, bisogna chiedere un permesso, che sotto i 7 giorni per determinati casi può venir concesso dal direttore scolastico, negli altri interviene un ufficiale comunale apposito. Un caso molto frequente è quello di chi parte per le vacanze un giorno prima perché magari i voli costano meno.
L’addetto si è appostato all’aeroporto controllande se le famiglie con bambini avevano il permesso, e altrimenti multandoli. Le eccezioni irregimentate sono matrimoni, funerali o giubilei importanti in famiglia, lavoro del genitore che magari non può prendere ferie nel periodo delle vacanze, lavori agricoli.
Una seccatura per me che vorrei piazzarmi due mesi in estate in Italia, ma meglio per i bambini che non perdono la scuola. Anche perché lo scorso anno la settimana extra per fargli fare l’esperienza in una scuola italiana me l’hanno data. Basta quindi inventarsi una buona scusa.
Sono d’accordo con te che non rimpiangi nulla del sistema scolastico italiano e mi piace molto che nelle scuole olandesi si dia la giusta importanza alla sfera sociale ed emotiva. Bene! Non avendo figli non ho esperienza diretta conoscendo e parlandcon molti olandesi ho da sempre notato che studiano e sono bravi in finanza ed economia e sembra che il management abbia una grossa attrazione soglia olandesi,ma le materie tecniche scientifiche sembrano avere meno rilievo e come le studiano? Hai scritto un bell’articolo che dà un’idea. Brava