Influenza A o h1n1: è ora dell’aggiornamento dai nostri pediatri

Come promesso, facciamo il punto dopo aver consultato i nostri rispettivi pediatri di fiducia, con il vostro aiuto, come avevamo proposto qui.

Cito ed estrapolo dai commenti che ci avete lasciato.
Siamo nel pieno di una situazione di eccessivo allarmismo. Questa è un’influenza pari alle tante diffuse, con gli stessi rischi e lo stesso trattamento. Siamo alle solite. Tutto viene strumentalizzato per favorire le casse delle case farmaceutiche. Se siamo in presenza di bimbi o anziani (i soggetti normalmente più a rischio) sani, dove per sani si intende senza particolari disfunzioni note, il vaccino non è necessario, quanto non lo è per tutti gli altri ceppi di influenza.
Diverso è il caso di una donna incinta la cui ginecologa le suggerisce un vaccino. Il bimbo è nella pancia, i rischi sono maggiori ed è giudizio della ginecologa suggerire o meno un vaccino (ma lo farebbe comunque in presenza di una influenza circolante). No panic, ma solo le normali precauzioni in vista dell’inverno.
(Mammacattiva, dal suo Doc).
L’influenza H1N1 è e rimane un’influenza, non è un motivo valido per rinviare un’inserimento al nido. Anche quando sarà pronto il vaccino bisognerà capire se vale veramente la pena vaccinare i bimbi, secondo le solite norme precauzionali valide per la vaccinazione annuale per l’influenza (Sadinapisan, dal pediatra del consultorio).
Dato che è comunque un’influenza, valgono le normali procedure per minimizzare il contaggio, quali lavaggio frequente delle mani e simili. La Svezia, comunque, offrirà il vaccino a tutta la popolazione dai 3 anni in su, con priorità alle categorie a rischio (metà dose per i bambini rispetto ad un adulto), al di sotto dei 3 anni, non osano somministrare il vaccino perché temono che gli effetti collaterali siano peggio dell’influenza. (Serena, dal pediatra del consultorio di Stoccolma)
Non c’è alcuna necessità di vaccinazioni globali di una data popolazione in riferimento alla fascia d’età. Fonti statunitensi sostenevano che era opportuno fare una campagna di vaccinazione a tappeto dei bambini per preservare la popolazione anziana; dati scientifici successivi (anch’essi statunitensi ed europei) hanno dimostrato che non c’è evidenza di nesso concreto tra la vaccinazione dei bambini e la minor incidenza nella popolazione degli anziani, seppur conviventi o a stretto contatto con i bambini. Quindi i nonni, se credono, si vaccinino in prima persona; (Silvia, dalla nostra pediatra di base, unica e sola pediatra per noi!)

C’è poi una serie di articoli molto interessanti provenienti dal sito Un Pediatra per Amico, che ha seguito passo passo l’evoluzione reale e mediatica dell’influenza e che merita attenzione.

Infine, proprio oggi il Sorcetto a scuola, nell’ora di scienze, ha “studiato” come ci si difende dall’influenza e dalle malattie stagionali in genere: la maestra ha scritto 10 regole auree alla lavagna ed i piccoli alunni di prima elementare le hanno prima copiate (ma non sono riusciti ad andare oltre la numero 5 in tempi ragionevoli) e poi discusse, meditate e commentate…
Il riassunto delle regole è, più o meno, lavatevi le mani, non tossite o starnutite in faccia agli altri, non passatevi cibo e bicchieri, non baciate e abbracciate una persona con chiari sintomi influenzali (e quindi capisco perchè oggi il Sorcetto è stato un po’ distaccato nei miei confronti…).
Insomma, regole dettate dal buon senso e dalla buona educazione, alle quali però non è stata una cattiva idea dedicare del tempo per spiegarle ai piccoli amanti dello sporco diffuso e dei comportamenti schifosi!!

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5 thoughts on “Influenza A o h1n1: è ora dell’aggiornamento dai nostri pediatri”

  1. mammolina, ma torna tutto! Topo Gigio è della nostra generazione, di quando NOI eravamo piccoli. E’ chiaro che i bambini di oggi non sanno chi sia, e quindi la pubblicità è proprio rivolta a noi 😉

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  2. ahahahah!!!! mammolina, fantastica! ma vogliamo poi aggiungere che la maggior parte dei bambini in età scolare topo gigio non sa più neanche chi sia! magari se ci mettevano un bel gormita o le winx, allora si che forse qualcuno le ascoltava!
    comunque mi sono immaginata tutti quei piccoli lord in classe di mio figlio (12 maschio su 15 totali: praticamente uno zoo!) che si soffiano educatamente il naso con il fazzolettino e poi lo gettano nel cestino… quegli animaletti, sono convinti che le maniche alle magliette le hanno messe proprio per pulire il naso!
    comunque devo controllare che il mio sorcetto seienne abbia memorizzato sul suo i-phone il numero della pediatra, così magari al bisogno la chiama… o le manda un’email.

    comunque sorcetto l’ha presa e, a parte una bella febbre molto alta, nessuna complicazione e nessun problema.

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  3. INFLUENZA A : IL TOP è Topo Gigio

    I giornali e la TV ci martellano con le notizie della diffusione del virus.
    Ma sarà davvero pandemia?
    Non ho le competenze per entrare in merito a questo.
    Ai posteri l’ardua sentenza.
    Nella mia realtà sul tema tutti fanno apparentemente gli spavaldi e gli indifferenti, ma dentro le borsette fanno capolino le bottigliette di amuchina gel (anche nella mia), e se qualcuno sull’autobus ha la tosse, il vicino minimo minimo trattiene il respiro a costo di diventare blu, altri si coprono la bocca con il bavaro della giacca o con la sciarpa, che se uno sale in quel momento può pensare di trovarsi in un paese arabo.

    Vi confesso che qualche effetto dell’allarmismo mediatico in tema di influenza lo comincio a sentire anche io, soprattutto nei confronti della Birbina. Anche se cerco di resistere a condotte assurde (tipo la quarantena preventiva) usando la razionalità.

    Menomale, ma menomale che a rassicurarci e a darci qualche consiglio davvero utile ci ha pensato TOPO GIGIO (il tono è ironico se non si fosse capito).

    Inizialmente ho pensato che la pubblicità fosse studiata per i bambini, maggiori “untori” del virus, in fondo il topastro appartiene al loro mondo e al loro linguaggio.

    Poi ho ascoltato bene le regole:

    1) lavarsi spesso e bene le mani non solo con l’acqua, ma anche con il sapone (e questa potrebbe andare)

    2) coprirsi il naso e la bocca con un fazzoletto se si starnutisce; e buttare il fazzoletto nella spazzatura; (un po’ improbabile per un bambino che quando starnutisce, se è educato si mette la mano davanti al viso, ma è già un miracolo se chiede un fazzoletto e non si pulisce la mano ai pantaloni o il naso con la manica)

    3) se ci si dimentica di lavare le mani, non toccare occhi, naso o bocca;( è sì penso che questa proprio se la ricorderanno tutti)

    4) cambiare spesso l’aria in casa ( tipico della competenza e abitudine dei bambini arieggiare le stanze di casa)

    5) in caso di febbre, tosse o raffreddore, restare a casa e chiamare il medico di famiglia (anche questa tipica regola da pupi, a meno che non sia aggiornata io e i bambini tecnologici di oggi siano così emancipati da telefonare al pediatra da soli.)

    Insomma cercando di contenere la mia vena polemiche ho concluso che le regole non erano proprio rivolte ai bambini.

    E allora mi chiedo, ma con tutto l’allarmismo che avete fatto, l’ esperto più credibile che avete a disposizione per rassicurare e dare indicazioni alla popolazione è un TOPO!

    Nè un dottore, un esperto di virus, un esponente ASL, no il più credibile è TOPO GIGIO!

    A VOI I COMMENTI, io è meglio che stia zitta!

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  4. Ma la verità è che nella classe di prima elementare di seienni (peraltro quasi tutti maschi, tendenti alla assoluta incuria per se stessi e per la propria igiene), il fatto che uno si procuri un fazzoletto di carta quando ha il moccolotto al naso, piuttosto che tirare su rumorosamente è già una sorta di esercizio di stile!!
    Diciamo che all’idea che non sia il caso di starnutire in faccia ad una persona, il mio Sorcetto si è mostrato alquanto stupito…
    Comunque, direi,… tiriamo a campare!

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  5. leggermente OT ma neanche tanto sulle ‘regole auree’ che circolano anche da noi comunque 🙂 avete presente la regola dello starnuto? Vediamo insieme che dice: prendete un fazzoletto, starnutiteci dentro, appallottolatelo e buttatelo immediatamente nel cestino. Piu’ o meno, giusto? Allora, classe, chi mi trova il problema in questa regola? Suvvia, tu in terza fila: quante volte hai avuto IL TEMPO di raccattare un fazzoletto quando ti viene da starnutire. Una mia amica che ha lavorato in una compagnia di assicurazioni mi racconta del numero incredibile di incidenti che capitano proprio perche’ ti viene uno starnuto improvviso al volante. E quante volte pensate riesca a svolgere correttamente la procedura il tuo bimbo di, mettiamo, quattro anni?????
    Amici mi hanno invece detto che in Canada la regola per lo starnuto sia quella di farlo proprio come fanno i bambini: mettendosi la faccia nascosta fra braccio e avanbraccio. Certo ti viene il maglione con lo slime 🙂 ma non hai infettato il prossimo o distribuito germi sulla tastiera!

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