Igienizzare e sterilizzare: quanto è necessario?

igiene2Riflettevo sul fatto che i termini “igienizzare” e “sterilizzare” sono relativamente nuovi nel loro attuale uso comune. Igienizzare non significa praticamente nulla che non possa essere detto con parole più semplici: pulire, lavare. Sterilizzare, fino a pochi decenni fa, era riservato solo agli strumenti chirurgici.
Igiene” è un termine medico: “è il ramo della medicina che tratta le interazioni tra l’ambiente e la salute umana. Elabora criteri, esigenze e misure riguardanti lo stato ambientale e il comportamento individuale e collettivo.
Scopi: prevenzione primaria onde evitare e combattere malattie e promozione del benessere e dell’efficienza umana
” (da Wikipedia). Il suo riferimento alla pulizia domestica e personale è soltanto una delle sue tante manifestazioni e non la principale.

Ma allora perché siamo stati tutti assaliti dal terrore dei batteri e dalla iperpulizia compulsiva? E perché questa “ansia igienica” spesso di acuisce quando ci occupiamo di bambini?

Indubbiamente negli ultimi decenni gli standard di pulizia personale si sono molto elevati ed è stato un beneficio anche per la salute collettiva. In compenso la situazione ambientale, negli stessi decenni, è talmente peggiorata, che probabilmente il bilancio dei benefici è tutto a nostro svantaggio.
Riflettevo anche sul fatto che i detergenti, i saponi, i detersivi sono stati storicamente tra i primi prodotti a essere interessati da un marketing battente: la pubblicità è nata sul sapone!
Ma allora sarà legittimo il dubbio che ci siamo abituati a considerare tanto importante l’igiene domestica e personale per via di un bisogno indotto?
Questo bisogno trova terreno fertile per radicarsi quando si parla di neonati e bambini, che per definizione sono “indifesi”.

Tutto questo sproloquio (perdonatemi!) per dire che ci sono ambienti, soprattutto di neomamme, in cui ci preoccupa oltremodo della sterilizzazione di ogni oggetto che viene in contatto con un neonato o con un bambino piccolo. In cui si indica come necessario lavare i pavimenti due o tre volte al giorno se il bambino ha iniziato a gattonare.
Mi è capitato di leggere una domanda in un forum di una mamma con il figlio ai primi gattonamenti: “ma voi quante volte al giorno lavate il pavimento?”
Sono fermamente convinta che una persona “normale”, con una attività “normale” di lavoro esterno o casalingo e con le “normali” necessità di pulizia, per di più genitore di un bambino piccolo, in un’età che richiede un impegno immenso, NON PUO’ e NON DEVE avere il tempo (e la voglia) di lavare il pavimento più volte al giorno.
Il bambino, anche gattonante, è una “cosa” che si sporca, ma che poi si pulisce! Il bambino può essere lavato, quindi può sporcarsi.
Impedire a un bambino di un anno di mettere in bocca tutto quello che trova, è un’impresa titanica. E’ necessario farlo, soprattutto quando si tratta di oggetti pericolosi, ma non è necessario che la bocca di un bambino venga in contatto solo con oggetti “igienizzati” e “sterilizzati”, semplicemente perché non è possibile.

Anche quando sterilizziamo, giustamente, un biberon per un neonato, in casa non potremo mai ottenere una sterilizzazione assoluta (presumo che nessuno di noi abbia autoclave in casa). Sterilizzare a caldo (bollitura o vapore) è un’ottima misura igienica (nel senso proprio, di misura preventiva): si pulisce a fondo e si eliminano buona parte dei batteri senza usare detergenti. E’ una buona pratica, anche molto ecologica.
Ma non è questione di vita o di morte. Soprattutto se il bambino vive in un ambiente domestico “normalmente” pulito. Anche perché nel momento in cui prendiamo il biberon o la tettarella con le mani, già diamo inizio alla circolazione di batteri.
Il corpo umano, anche se piccolo, dentro non è sterile! Figuriamoci se lo è in orifizi aperti all’esterno come la bocca.

Certo, il ciuccio venuto in contatto con sostanze o superfici particolarmente sporche (per esempio caduto in strada), ci verrà spontaneo pulirlo mediante bollitura, se possiamo. L’importante, però è pulirlo. Lavarlo più che disinfettarlo.
Mi è capitato di vedere persone preoccupate che il bimbo mettesse in bocca un oggetto sporco, più di quanto non fossero preoccupate che l’oggetto fosse pericoloso per un possibile soffocamento in caso di ingestione. Le probabilità di pericolo sono molto superiori per un soffocamento da ingestione, piuttosto che per una malattia contratta da batteri.

Con questo post non voglio promuovere la sciattezza o la sporcizia di casa e bambini.
Io stessa sono stata una “bagnettatrice” quotidiana, ma più che altro per far passare una mezz’ora serale a un bambino ipercinetico. Anche io ho sterilizzato biberon, anche quando l’età non lo rendeva necessario, soprattutto perché era il modo migliore per pulirli senza detersivo e per tenerli pronti a disposizione. Anche io ho portato con me ciucci di ricambio, anche perché sarei stata stremata dagli strilli in caso di smarrimento.
Però vorrei dire, soprattutto a chi ha un primo figlio ancora piccolo, di stare più sereno. Di pulirlo come pulirebbe se stesso. Di assicurargli il benessere, non di pensare di preservarlo da ogni contatto con l’ambente esterno.
Insomma, di prenderla più tranquillamente e anche di lavare il pavimento non proprio tutti i giorni!

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9 thoughts on “Igienizzare e sterilizzare: quanto è necessario?”

  1. Un post con una filosofia che sposo!

    Però ho una domanda, chissà che qualcuno mi aiuti.
    Figlia uno, allattamento esclusivo per i primi sei mesi e refrattaria al ciuccio. La prima cosa che ha fatto gattonando è stata andare a ciucciare le barbe di un tappeto iraniano (mai la lavato) … Li ho pensato tutti anticorpi e pace.

    Figlio due: volevo provare a dargli il ciuccio ma la sorella che glielo prende in mano e lo lecca mi fanno troppo schifo
    Ho paura che diventi un veicolo dei peggio germi..
    Lei si è presa il primo antibiotico a due anni suonato… Lui a due mesi è alla seconda otite

    Voi che dite? Provare a dargli il ciuccio o no?

    @michela: sei anche fortunata
    Mia figlia dopo mezza giornata di mare (nuvolo e spf 50) era la sagra del puntino…

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  2. Ma figuriamoci !!! Noi abitiamo al mare e andiamo in spiaggia praticamente tutti i giorni, qnd il tempo lo permette…è secondo voi io faccio la doccia a un nanetto ipercinetico di 15 mesi e a uno scatenato 4 enne tutte le sere? Due belle bottiglie di acqua dolce riempite appena si arriva in spiaggia e lasciate al sole a scaldare e via!! A fine giornata si sciacqua via il sale così !! Poi la doccia con shampoo e bagnoschiuma un giorno si e un giorno no oppure anche 1 volta ogni 3 giorni…i miei figli non hanno mai avuto dermatiti o arrossamenti….sarà’….

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  3. Ma che, siam pazzi? Li vedete al parco ‘sti bimbi quanto ci godono a infangarsi?O al mare a impanarsi come cotolette con la sabbia. Ma quanto gli brillano gli occhi a un bambino che torna a casa tutto sporco? Una doccia e via, si ricomincia.
    Quanto alla casa poi, benedetto fu il corso preparto in cui ci insegnarono che non dovevamo usare prodotti tipo napisan o affini, perchè facevano male alla pelle del bambino.
    Poi, da buona italiana, quando vedo il bimbo che gattona in metropolitana (a Berlino, quest’estate) inorridisco un pochetto..

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  4. Ma quanto è vero questo post! E poi gli additivi per igienizzare tanto sponsorizzati sono inquinanti che andiamo ad aggiungere ai detersivi “normali” che già di per sé inquinano!
    Io conosco persone che passano il weekend a lustrare auto (ogni 15 giorni e garantisco che è vero) e stirar lenzuola piuttosto che giocare con i figli!
    Un monumento a questo post!

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  5. Ho passato l’infanzia a casa di mia nonna e se vi dico che era tipo un bagno pubblico, credetemi. Mi rendo conto che culturalmente e socialmente non era il massimo della vita, anzi, ne soffrivamo, però nessuno di noi si ammalava. Credo che quella sporcizia fosse paragonabile alle condizioni in cui si viveva ai tempi dei miei nonni, che avrebbero una novantina d’anni.
    Io da bambina ero temprata contro i batteri, mentre i bimbi perennemente sterilizzati immagino debbano temprarsi contro tutte le sostanze chimiche “igienizzanti” a cui sono sottoposti.

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  6. Un esempio di delirio sulle norme igieniche per la gestione dei neonati: quando sono nata io, in ospedale hanno insegnato a mia madre, così come alle altre puerpere, che era necessario detergere i capezzoli con un disinfettante prima di ogni poppata…chissà come mai non volevo attaccarmi???

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  7. Concordo con Lucia, quando gli amici che hanno fatto un figlio esattamente 9 mesi prima di noi (nave scuola) pulivano il ciuccio col sistema che dici tu mi faceva, a freddo, uno schifo orrendo. Poi l’ abbiamo adottato e usato pure noi. Il bagnetto tutti i giorni ci era stato sconsigliatissimo perché Ennio era nato con una pelle secchissima, dermatite atopica e macchie di eczema, quindi passavamo le giornate a ungerlo. Anche cosi’ ci e’ rimasta l’ abitutdine poco batava di farci poche docce alla settimana e non tutti i giorni come maschio alfa. Anzi, delle volte i bambini la doccia a casa non la fanno mai, con due a scuola dopo la ginnastica e una la domenica in piscina, che ci siamo anche noi e gli laviamo meglio i capelli. Il resto si va avanti a pezzi e bocconi, mani, faccia, ascelle, denti, piedi e bidet tutti i giorni e quando serve.

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  8. Assolutamente d’accordo. Temo che la paura dello sporco in bocca, che come dici giustamente a volte supera quella di infilarsi in bocca oggetti ingoiabili e quindi ben più pericolosi, derivi dalla nostra percezione di adulti riguardo ai sapori e alle sensazioni orali. A noi farebbe schifo mettere in bocca un oggetto non pulitissimo e quindi “salviamo” nostro figlio da quella brutta sensazione. Ma dovremmo ricordarci più spesso che la percezione dei bambini è ben diversa, e che quello di esplorare con la bocca e con il gusto gli oggetti è un vero e proprio bisogno. Poi io parlo da mamma fortunata di una bambina che non metteva in bocca granchè, ma comunque casomai sciacquavo più che lavare, e anche io lavavo col vapore e senza detergenti, anche perchè anche il sapone fa schifo assai se ne restano tracce. Il pavimento da noi è una causa persa, con una cane di 50kg e una gatta che gorano. Di certo non lavavo tutti i giorni, casomai lavavo le mani di TopaGigia. E ricordiamoci anche che un pò di sporco è salutare: aiuta i bambini a farsi gli anticorpi. Se sterilizziamo tutto loro non vengono a contatto coi germi e poi all’asilo o peggio ancora se vanno direttamente alla materna si ammalano di tutto di più alla minima occasione. Il sistema immunitario va costruito. Non ricordo dove ho letto la frase “sporchi e felici”: era un articolo che parlava del fatto che il sistema immunitario è legato alla produzione dell’ormone della felicità: se il sistema immunitario è potente e allenato stimola la produzione di non ricordo quale ormone (serotonina?) che procura felicità. E quindi tutti zozzi a farsi gli anticorpi!!!

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  9. Io quando il ciuccio cadeva per terra in strada effettuavo la classica (ma anche un pò antica) mossa che sterilizza in modo efficace e sicuro al 100%: ciucciatina mia e via in bocca alla gioppina.
    E’ ancora viva.
    PS: l’esagerazione è la ragione degli insicuri

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