..”Com’è tranquilla, è che è femmina, vedrai, se avrai un maschio quanta fatica farai a ricorrerlo …”
.. “No, non preoccuparti, le femmine sono sempre iperattive, perché sono più intelligenti dei maschi; vedrai, se avrai un maschio, come sarà tontolone …”
.. “ah, che bello, una figlia femmina, quante cose potete dividere”
.. “non puoi capire, com’è speciale il rapporto della mamma con il figlio maschio...”
Se non si fosse capito, ho qualche difficoltà con i commenti altrui … soprattutto quando sono così manichei: il buono da una parte, il brutto dall’altra.
E tu, comunque, non hai mai motivo di sbuffare o essere stanca perché sei la Mamma. Ahhh
E comunque, adesso ci sono tutti e due, la femmina e il maschio.
E sapete che c’è? Sono elettrici tutti e due. Lei corre, salta, parla (come faceva fin da principio) e lui… lui bè, le va dietro. A sei mesi gattonava, a sette ha iniziato a tirarsi in piedi e a lamentarsi con vigore perché non riesce a camminare. (Perchè, come ha scritto genialmente Supermambanana qui, “Nel magico shakeraggio dei cromosomi, i difetti di supermambanana e il mister si sono distribuiti fra la prole con impressionante equità.”)
E io?
Io certo, sono la mamma. E mi sono accorta di questo. Un figlio ti costringe a ripensare tutto di te, compreso il tuo essere donna e femmina. Un figlio, sia femmina o maschio.
Perchè la femmina, cammina come te, si sposta i capelli dalla fronte, sceglie con sua cura e suo gusto i vestiti che indosserà. E poi si “innamora” del papà, che è tuo marito. E quindi ti vuole allontanare … ma poi ti vuole assomigliare ed, infine, è pur sempre la tua cucciola (e ti salta in braccio, per l’ennesima ninnananna). E tu reggi, reggi la corda elastica tra di voi, lasciando che si formi la sua autonomia di donna – e che la formi anche su di te, per uguaglianza o contrapposizione – che si allontani e si avvicini, dandole fiducia. (E al mattino, ti trucchi un po’, ti vesti un po’ meglio, magari metti un tacco).
E poi c’è il maschio, che ti guarda con passione (la passione del primo anno, comunque), anche se, diciamolo 😉 , è chiaro che se ti trucchi ti ama un po’ di più … E poi si arrampica su papà, lo insegue, cerca la lotta. E tra le righe, si insinuano le immagini di un futuro non lontano in cui anche tra loro ci sarà una corda elastica, a segnare lontananza e vicinanza, contrapposizione e somiglianza.
Che fatica!
Accoglierli quando si avvicinano, per assomigliarti, e ingigantiscono i tuoi difetti e le cose che più ti imbarazzano.
Amarli quando si allontanano, per amare il diverso, l’opposto. Per flirtrare e dare forma alla propria identità sessuale.
Certo, femmina e maschio sono diversi. Ma la fatica del “metterli a fuoco”, del calibrare la giusta distanza, dell’accettarli e accoglierli … è uguale, o davvero molto simile.
Alla fine, tu sei sempre l’arco e loro sempre la freccia. Destinata ad andare lontano quanto la tua corda glielo consente … e speriamo di essere capaci a consentirglielo MOLTO!
Ciao a tutte! Io ho un maschietto e sono una di quelle che ha sempre pensato di volere una femmina… E mi sbagliavo di grosso! Il sesso non c’entra nulla secondo me, noi giochiamo alle pappe e con le macchinine, coccoliamo i pupazzi e lottiamo con il papa’. Non ho voluto sapere il sesso fino alla nascita per non essere sovraccaricata di vestitini rosa o azzurri, Fionn viene considerato come una micro personcina al momento ancora asessuata. Smorzo sempre i commenti “non piangere, fai vedere che sei maschio!!!” e lo circondo di ogni tipologia di giochi. sara’ poi lui a scegliere con cosa giocare! Mio fratello e’ cresciuto con 3 sorelle e ha gusti da maschio, si veste da maschio e comporta da maschio nonostante abbia maneggiato ken e barbie per tutta la sua infanzia!!! 🙂 ps povera la mia futura nuora. io so gia’ che saro’ una suocera feroce 😉
Ho sia un maschio che una femmina.. sono diversi.. molto diversi…ma non credo sia il sesso… fossero stati due maschi o due femmine sarebbero stati diversi uguali.. ogni bambino/a è una storia a se.. loro sono la mia vita.. sono ancora piccoli 🙂 chissà come si evolverà il rapporto… staremo a vedere 🙂
Io mi ritrovo molto nel commento di Claudia: “Non é maschio o femmina. E’ lei e così doveva essere.
Non so spiegarlo meglio.
Non ho difficoltà o facilità a relazionarmici perché è femmina. Non mi pare almeno.
Ho difficoltà o facilità perché é lei, con tutte le sue caratteristiche.” solo che al posto di ‘lei’, o’femmina’ metto ‘maschio’, perché qua é arrivato l’XY.
Ammetto di essermi sentita sollevata alla notizia del maschio, non tanto per il sesso in sé, quanto perché mia nonna materna ha avuto due figlie, mia madre ha avuto due figlie, e ci sono state dinamiche psicologiche malate che si sono trascinate tra generazioni. Il mio maschio ha rotto la sequenza.
Ma, per il resto, lui é lui, col suo carattere, le sue preferenze, tra cui ci sono aspetti defiti maschili dagli stereotipi, e altri definibili femminili dagli stessi stereotipi.
Del resto, nemmeno io incarno l’ideale di donna, e ritrovo in me stessa comportamenti e gusti attribuiti ad entrambi i sessi.
In quanto al maneggiare piselli e patate, ricordo ancora la mia prima lezione di cambio pannolo all’ospedale, in cui l’ostetrica ci disse: ‘si, coi maschi é molto piú semplice, non hanno tutte quelle piegoline e in piú il rischio di cistiti ed infezioni é piú basso’.
Sono totalmente d’accordo con Claudia. Soprattutto nei primi 2-3 anni non sono maschi o femmine, sono delle identità indipendenti dal sesso. Il carattere del bambino, lasciato fare a modo suo, va in direzioni a volte diverse dagli stereotipi… mi figlia, due anni e spiccioli, invece di essere innamorata del papà è gelosa di me e non vuole che lui mi tocchi. “mamma è tutta mia”, ha sentenziato ieri. “E io?” ha risposto papà. “tu fai dico io, tu via. Bau p’ss’ggiata ora” ha ricevuto per risposta. Ma sono fasi, abbiamo già passato due papiti splendide. E io sinceramente trovo molto più affascinante osservarla che guidarla.
Ho una figlia, una nipote e due nipoti maschi e mi sono sempre sforzata di capire il loro carattere indipendentemente dal sesso. Con certi ma, ovviamente: i maschi (almeno quelli della mia famiglia) tendono ad avere salti di crescita fisica più pronunciati, e questo a volte incide sulla crescita psicologica, ma comunque ognuno a modo suo. Ed è un loro diritto per me ferreo essere rispettati per le loro peculiarità personali.
Non ho MAI spiegato o giustiicato comportamenti o caratteristiche di mia figlia col fatto che sia femmina, e ho sempre fermamente zittito chi ci provava. Verso i 10 mesi si grattava la testa come mio padre, ora si arriccia i capelli come mia sorella: non lo fa perchè è femmina, ma perchè ha i capelli abbastanza lunghi… e al commento di mia suocera sul fatto che sia un gesto femminile le ho risposto che se fosse stata maschio non avrebbe avuto i capelli lunghi per farlo.
I condizionamenti di genere vengono da noi, molto prima di quanto ci rendiamo conto. Sicuramente prima che loro siano pronti a gestirli…
Io ho due femmine, e dico per fortuna. Sono cresciuta in un mondo tutto al femminile con una padre forte e autorevole. Ero già in difficoltà solo per il fatto di avere dei figli data la mia scarsissima dimistichezza con i bambini, figuriamoci se fossero stati maschi… avrei dovuto re-inventarmi tutto di sana pianta. Forse. O forse sarebbe stata una ulteriore sfida. Spero solo di aiutarle ad essere sane e salde. Comunque nonostante siano due femmine una adora il padre e l’altra la madre 😉
ps Bellissima l’immagine della corda elastica. Azzeccata
Bravo Castagna!
Siamo noi adulti a dover cambiare approccio.
Poi le neonate non sono bambole, basta con questa mania dei vestitini e del rosa, per carità!
Comunque, se proprio si vuole, anche i maschietti fino all’anno si possono vestire “frou-frou”, dopo nei grandi magazzini trovi solo completini da sbarco, stile Pearl Harbour…
E’ una questione di moda, basta guardare le foto dei nostri bisnonni, tante erano le balze e le trine che non si distingueva il sesso del neonato!
io ho un maschietto. quando ho saputo di essere incinta, dicevo a tutti che avrei preferito una femmina, non so perchè, forse per i vestitini, forse per i nomi che, rispetto a quelli maschili, mi piacevano di più, non lo so.
quabdo mi hanno detto che il fagiolino aveva il pisellino ho tirato un sospiro di sollievo, e ho capito che con un maschio sarebbe stato più semplice (il mio compagno invece c’è rimasto malissimo, era dichiaratamente pro-patatina).
per l’eventuale secondo vorrei una femmina…sarà di nuovo autoconvincimento?
Io ho due maschietti. In una famiglia con assoluta predominanza femminile. Anzi per meglio dire sono loro gli unici principini della famiglia in un regno di principesse. Cosa posso dire al riguardo? Beh, distinguiamo i punti:
1. l’attesa: quando ero incinta non ho mai fatto quei gichi tipo “avrà la mia bocca, il naso di…, il colore di, etc.” perché mi è sempre apparso come un gioco di stupidi pretese su un/una frugoletto/a che doveva affrontare una bella impresa: la vita! Figurarsi se mi è mai sfiorato l’idea di “lo vorrei/voglio maschio o femmina…”. insomma mi sono affidata a vita/caso/Dio/biologia e puff: sono arrivati due maschietti. E va benissimo così.
2. la realizzazione: ora li vedo crescere e mi carico di meraviglia come ogni mamma. Hanno una predilizione per i giochi “da maschiacci”, correre, giocare a pallone (di necessità virtù: sono diventata un abile terzino!), le macchinine (ma forse queste perché gliele regalano a iosa). Anche se il più piccolino non disdegna i pupazzi e li coccola con tenerezza. Come del resto subiscono il fascino delle cose che utilizzo tutti i giorni: la macchinetta del caffè, la scopa, la paletta, i miei trucchi… Io francamente li lascio giocare con tutto serenamente. Anche con le mie (poche) bamboline che ho ancora nella loro cameretta.
3. la differenza: Non credo alle differenze che continuano a sottolineare seguendo stereotipi che nessuno si rende conto essere legati principalemnte a cultura-società-educazione. Ma sono convinta che maschi e femmina siano due mondi non proprio paralleli. Francamente, mi sembra che i bambini (maschi) siano forse meno bombardati dall’esterno delle femminucce. Quando vedo le coetanee dei miei figli, già piene di sberlucchi ed affogate nel mondo rosa della vanità, mi viene una gran tristezza. Quando compro vestitini per i miei figli il loro reparto e la loro scelta sono ampiamente più ristretti di quelli delle femminucce. Ma forse è un altro discorso…
4. la mancanza: non mi manca una figlia femmina. E sono stanca delle persone che continuano a sottolineare questa “mancanza” seguendo l’ennesimo stereotipo che è il detestabile “famiglia tipo mulino bianco”. Acc… ma questo è uno sbrocco!
Arrgggh.
Ma non guardatela con tenerezza la femmina!!!!!!! Fatele tirare fuori denti e unghie fin da piccola, che deve lottare con noi, ma soprattutto noi dobbiamo lottare con lei, e lei speriamo che debba lottare MOLTO MENO di noi, per un mondo in cui non sia trattata diversamente perchè femmina.
Io non ho figli ma ho alunni. Tanti e molto giovani. E sono leggendarie le mie sgridate quando un maschio fa quello che non ci arriva per far lavorare la compagna, ma anche quando una femmina piange in pubblico per suscitare solidarietà o peggio per avere ragione.
Lo so che non c’entra, lo so che qui si parla di rapporto madre figlio/a e di come siete state modificate dalla maternità nei suoi vari aspetti, ma voglio solo dire che siamo NOI ADULTI che per primi dobbiamo sradicare dei modi obsoleti e ingiusti di considerare le persone dalle NOSTRE teste.
Altrimenti continueremo a riprodurre i commenti scarsamente furbi con cui vi hanno deliziato in gravidanza…
Ciao,
hai sempre degli spunti che vanno al di là delle mie aspettative!
Io volevo una bambina. Mio marito anche.
Non so, sono cresciuta da una madre tendenzialmente femminista e l’idea di un maschio non mi sconfinferava più di tanto.
Ora che c’è… é lei! Non é maschio o femmina. E’ lei e così doveva essere.
Non so spiegarlo meglio.
Non ho difficoltà o facilità a relazionarmici perché è femmina. Non mi pare almeno.
Ho difficoltà o facilità perché é lei, con tutte le sue caratteristiche.
E probabilmente a quel punto sarebbe stato così anche se fosse stato un maschio. Credo.
Comunque, le frasi che hai riportato in alto a me mettono sempre un pò a disagio. Mi sembra che sui discorsi di genere ci siano tanti, troppi luoghi comuni.
Per far sorridere, la più bella che mi sento dire é: Ah ma é femmina? Pensavo fosse maschio, ha i capelli così scuri!
@Lanterna: grazie per gli spunti.. in effetti non avevo mai pensato alla patata come “facile da pulire” nè alle sue difficoltà una volta in giro per il mondo… credo che ora guarderò mia figlia con ancora più tenerezza!
@Supermambanana: credo che ci sia un meglio così davvero nelle offerte che ci fa il destino.. (io volevo due boys, figurati un po’).. e che i tuoi figli… ti porteranno delle grandi nuore con cui chiacchierare 😉 (scherzo1!)
@Closethe door: che bella la solidarietà di cui parli! io vedo anche il rischio dell’allontanamento. ma sono un po’ fatta così…
@Manuela: sembra la mia storia…. un abbraccio forte, allora!
silvietta, mi fai sempre commuovere.
non nascondo che dopo la prima femmina speravo che anche il secondo lo fosse, pensavo che una coppia di ugual sesso fosse piu’ facile per me, sapendo come rapportarmi con il mio stesso sesso.
adesso il piccolo ha sei mesi e già si delinea il suo carattere , vedremo come crescere insieme. intanto tra uno strillo ( mio e loro) e l’altro me li godo!!!
Ho una figlia. Prima di rimanere incinta e nei primi mesi pensavo ad un maschietto perché sono circondata di donne, nella vita e sul lavoro, e mi sarebbe piaciuta un’esperienza differente. Per ragioni uguali e opposte mio marito sperava nella femmina.
Ho deciso di chiedere ai medici di non dirmi cos’era e non mi aspettavo certo che così facendo avrei scatenato delle vere e proprie tifoserie femministe e maschiliste, perfino fra i sanitari ognuno aveva da dire la sua su quanto rompeva il bimbo di un sesso o dell’altro, perfino durante il travaglio!!!
Curiosamente verso il quinto mese ho iniziato a pensare che fosse una femmina, e così è stato. E’ proprio vero che una se lo sente…
Tornando in tema: io sono una di quelle mamme di cui si dice che hanno avuto il colpo di fulmine con i loro figli, il suo pianto mi è sembrato il più dolce e struggente del mondo.
Poi mi faceva strano il fatto che soprattutto nei primi mesi mi somigliasse così tanto (aveva certe espressioni in cui mi rivedevo in foto da neonata) e credo che soprattutto in alcune circostanze mi rivedo in lei, anche se ha reazioni diverse ovviamente, e cerco di difenderla e accudirla come se lo stessi facendo con me stessa.
Credo anche che dentro di me sia scattata una sorta di terribile solidarietà di genere rispetto alle difficoltà di cui parla Lanterna: vorrei fare tutto quello che posso perché da grande lei trovi un mondo un po’ più a misura di donna.
io ho due boys, come saprete 🙂 Quando ho saputo di stare aspettando un maschietto la prima volta c’e’ stato l’evviva – non avrei saputo “maneggiare” una bambina, non ne conoscevo molte, ho sempre avuto cugini e fratelli maschi, e io stessa non ho mai portato vestitini o trine varie. Nell’attesa del secondo cercavo di convincermi che sarebbe stato bello avere un’esperienza differente, ma quando l’ecografia ha inequivocabilmente rivelato il particolare, c’e’ stato il sollievo, un altro boy, fiuuuu. Mi sento molto molto piu’ a mio agio con i boys, anche se devo ammettere che ora che vedo le figlie piu’ grandi delle mie amiche mi chiedo se non avrei avuto qualcuno con cui chiacchierare, in prospettiva, avendo delle bambine – solo che comunque io non ho molte amiche donne in ogni caso (non reali almeno, la maggior parte delle mie amiche donne sono “virtuali”, vorra’ dire qualcosa), quindi meglio cosi’, va. 🙂
Per la mia esperienza, la femmina ti attira di più come idea all’inizio: per l’affinità, i vestitini, e non ultimo per il fatto che pulire una patata ti sembra più facile che non maneggiare un pisello.
Poi però per la femmina sei un modello e una rivale, ti ci rispecchi e però ti dispiace che sia così diversa da te, in quel modo, che abbia preso da suo padre proprio in quelle cose lì.
Il mio maschio è più facile, perché è altro da me ma condividiamo un’affinità caratteriale. Mi rispecchio in lui e, a differenza di quello che succede di solito con le femmine, vedo in lui quello che avrei potuto fare io se non fossi nata donna.
Il che non significa che lo spingerò per forza a diventare AD di una multinazionale, ma che sono abbastanza sicura che il mondo esterno non gli remerà contro come di solito avviene per una donna. Qualsiasi cosa scelga di fare.