C’era una volta, in mezzo a un bosco fitto, una piccola casa rossa in cui abitava una famiglia composta da mamma, papà e due figli, nati nello stesso giorno. La casa era proprio al centro del bosco, e spesso non era facile, soprattutto d’inverno, trovare la strada per uscire, nonostante la famiglia vivesse lì da tantissimo tempo.
I due bambini, che si chiamavano Cobalto e Smeraldo, andavano molto d’accordo, nonostante fossero diversissimi di carattere. Entrambi erano sempre sorridenti, ma mentre uno era timido e si nascondeva spesso dietro alle gonne della mamma, l’altro era estroverso e cercava sempre di attirare l’attenzione. Avevano poche cose in comune, e questo paradossalmente li univa ancora di più.
Cobalto era abbastanza silenzioso, guardava con circospezione il mondo, e decideva raramente di uscire allo scoperto, per timidezza ma anche come forma di difesa. In realtà, rispetto a Smeraldo, era abbastanza sicuro di sé, e decideva di parlare solo quando era certo di ciò che doveva dire. Veniva sempre ascoltato in silenzio, raramente parlava a sproposito e aveva un occhio acuto e osservatore nel cogliere i particolari della realtà intorno a lui. Era molto bravo a nuotare e a giocare a pallone e correva veloce come il vento, le gazzelle lo guardavano con ammirazione credendolo uno di loro. Di notte, di nascosto da Smeraldo, si alzava dal suo letto e andava a ricavarsi un piccolo spazio vicino alla mamma, che lo stringeva a sé e gli regalava coccole e carezze fino al canto del gallo, che dichiarava l’inizio del nuovo giorno e la ripresa delle attività.
Smeraldo era molto diverso, il suo sorriso era aperto e diretto, appena poteva si buttava nelle situazioni con impetuosa vivacità, senza curarsi delle conseguenze delle sue azioni. Istintivo e solare, Smeraldo era un bambino creativo, che amava usare i colori e combinarli in modo originale e divertente. Simpatico e divertente, faceva ridere tutti gli animali del bosco con le sue brevi barzellette, inventate sul momento per divertire i suoi piccoli amici. Smeraldo era un tipo dai sentimenti accesi, picchi di rabbia profonda e allegria contagiosa, nessuna mezza misura a segnare il suo carattere spontaneo e aperto. Meno sportivo del fratello, guardava con ammirazione e un po’ d’invidia le performances di Cobalto, camminando un passo indietro per paura di sfigurare, nonostante il fisico ben più atletico e più robusto.
Facevano molti giochi insieme, e ne inventavano di nuovi ogni giorno utilizzando ciò che trovavano nel giardino della loro casa. Un giorno erano pirati a navigare su onde alte e scure, il giorno dopo erano maghi e si divertivano a fare stregonerie. Gli animali del bosco li osservavano rapiti, gelosi di questa complicità perfetta, che li stupiva e li sorprendeva sempre di più.
Una mattina di primavera, nella casa vicina venne ad abitare un’altra famiglia con un bambino dell’età dei gemelli, di nome Carminio, dallo sguardo corrucciato e triste. Carminio era invidioso del rapporto dei suoi vicini di casa, e cercava di tirare dalla sua Smeraldo per trascinarlo via dai giochi esclusivi con il suo gemello. Smeraldo per carattere non sapeva dire di no, e spesso si trovava in mezzo a marachelle di ogni tipo perpetrate ai danni del suo gemello Cobalto, che si sentiva improvvisamente escluso e ne soffriva terribilmente.
Cobalto piangeva, correva in cucina dalla sua mamma e le diceva che non riusciva a capire la ragione di questo improvviso cambiamento di suo fratello. Rimpiangeva i suoi sorrisi, la complicità che riempiva di colore e di fantasia le loro giornate, le corse in mezzo al prato a rincorrere le stelle. La mamma sospirava, lo abbracciava e cercava di consolarlo meglio che poteva, anche se in cuor suo soffriva profondamente, perché lei stessa non era pronta a un simile cambiamento.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, che per certi versi era più sano in questo modo, ma non si dava pace per suo figlio Cobalto, e avrebbe voluto che anche lui trovasse un amico che lo distraesse dal pensiero di suo fratello. Combinazione, un giorno successe l’impensabile. Un’altra famiglia venne ad abitare a pochi metri dalla casa di Smeraldo e Cobalto, ed era composta da mamma, papà, e una bambina di nome Azzurra.
Cobalto e Smeraldo la studiarono da lontano, poi un giorno Cobalto la invitò a casa a mangiare una fetta di torta di ciliegie, la sua preferita, che la mamma preparava ogni giovedì. Azzurra era golosa di dolci, e apprezzò molto quella torta squisita, tanto che ogni giovedì diventò per lei un’abitudine andare a giocare con Cobalto.
L’inverno passò, e così la primavera. Smeraldo e Cobalto si studiavano un po’ da lontano, erano contenti dei loro nuovi amici ma in fondo avevano un nostalgia l’uno dell’altro. Un giovedì, attratti dal profumo della torta di ciliegie, anche Carminio e Smeraldo si sedettero in cucina a a fare merenda. Mangiarono ai quattro palmenti e bevvero anche una tazza di tè speciale, quello che il papà di Cobalto e Smeraldo portava dai suoi viaggi in India.
E fu così che i quattro bambini si accorsero che era molto più divertente giocare tutti insieme, inventare storie di castelli e fate, costruire navi fantasma e disegnare re e principesse colorate seduti allo stesso tavolo. Da quel giorno il bosco si popolò, Smeraldo e Cobalto iniziarono a conoscere tanti bambini, iniziarono a giocare nuovamente insieme ma anche da soli con i propri amici, per poi raccontarsi la sera sotto le coperte le loro fantastiche avventure. E scoprirono che questa era la dimensione più divertente di tutte.
– di Valewanda –
@raffaella, hai ragione, in effetti e’ sano, e adesso hanno ognuno degli amici, con cui giocano, per poi scambiarsi giochi ed esperienze, ed è tutto molto bello e salutare. Anche la presenza del fratello maggiore aiuta molto!
Passa il tempo e le loro personalità si allontanano sempre di più. E per fortuna, Valewanda: per i miei, che non sono gemelli ma hanno un anno di differenza, pur con dei caratteri diversissimi, il rischio “sovrapposizione di personalità” e’ fortissimo. Ma so a cosa ti riferisci, perché ti seguo da un po’. Che ben vengano due amichetti per ciascuno di loro per completare i loro bisogni, le loro curiosità, liberi dalla fratellanza, per una volta! …tanto ai fratelli si torna sempre!