Mi sento sempre più spesso consigliare di leggere il libro “Fate la nanna” di Estivill, descrivendolo come un metodo miracoloso, che nel giro di 3 giorni è in grado di far dormire tuo figlio tutta la notte. Il libro l’ho letto nei primi mesi di vita del Vikingo, perchè mi è stato regalato. Si, l’ho letto, mi sono infuriata, e l’ho classificato come non solo inutile, ma potenzialmente pericoloso. Il metodo proposto in realtà non se l’è nemmeno inventato Estivill, si rifà a quello elaborato dal noto pediatra Richard Ferber direttore del Center for Pediatric Sleep Disorders a Boston e reso pubblico tramite il libro Solve Your Child’s Sleep Problems nel 1985. Il metodo del Dottor Ferber, o di Fate la nanna, può essere descritto brevemente così:
- Preparare il bambino all’addormentamento, introducendo una routine da ripetersi ogni sera (bagnetto caldo, pigiama, lettura di una storia….)
- Mettere il bambino nel lettino, e lasciare subito la stanza
- Se il bambino inizia a piangere, lasciarlo piangere per periodi di tempo controllati prima di rientrare, aumentando gradualmente il periodo di tempo (ad esempio prima 3 minuti, poi 5 minuti, poi 10, e così via)
- Quando si rientra, bisogna dare conforto al bambino senza prenderlo in braccio. Nel caso, non raro, in cui il bambino abbia vomitato, bisogna pulire tutto, dire al bimbo che va tutto bene, sempre senza prenderlo in braccio, e uscire dalla stanza
- A questo punto, secondo Estivill, il bambino capisce che tanto piangere non serve a niente, e si addormenta
Non so a voi, ma a me viene la pelle d’oca solo a pensarci. Il mio bambino piange, urla, si dispera e magari vomita, e io esco dalla stanza e rientro solo dopo 5 o 10 minuti? Ma avete idea di quanto sono lunghi 5 minuti? E quando entro, di fatto lo ignoro, e gli dico “caro mio, per quanto tu sia disperato, io me ne infischio e torno di là. Arrangiati da solo”. Si, vabbene, magari non dico proprio così, ma in fondo non è molto diverso. E tutti i discorsi sul mettersi in ascolto, cercare il dialogo, costruire un rapporto di fiducia reciproca?
Ci sono molti genitori che ci hanno provato e non sono riusciti a sostenere il livello di stress di lasciare il figlio piangere (e pensate allo stress del bambino!) e hanno ceduto, sentendosi aimè magari anche in colpa per non essere dei bravi genitori.
Ovviamente qui entra in gioco il temperamento del bambino, e non metto in dubbio che il metodo possa funzionare nei casi in cui il bambino non è molto tenace o ha un carattere tranquillo. E ci sono moltissimi genitori che giurano che questo metodo ha risolto i loro problemi, e che non è stato poi così difficile come sembra. Ci sono però studi scientifici che dimostrano che l’efficacia del metodo Ferber o Estevill, quando funziona, è solo temporanea e che i problemi si ripresentano dopo un paio di mesi. Per contro non c’è nessuno studio scientifico alla base del metodo Estivill, e il supposto esperto mondiale del sonno dei bambini, non ha publicazioni su riviste scientifiche internazionali in merito, ma solo articoli di divulgazione. Varie associazioni di pediatri, tra cui l’Associazione australiana per la salute mentale del bambino (AAIMH), lo criticano fortemente e lo considerano addirittura pericoloso in alcuni casi.
Il signor Estivill sostiene che il bambino, anche a 4 o 6 mesi di età, che non vuole addormentarsi da solo la sera, o che si sveglia nel mezzo della notte e richiede la nostra attenzione, lo fa perchè ci sta mettendo alla prova. A pagina 61 scrive: Qui mamma e papà dovranno dimostrare la loro vera forza. Non dovranno pensare a Paolino che, in segno di supplica, alza i braccini con un viso triste o che, se più grande, urla tutta la sua disperazione [..] Piangerà, urlerà, singhiozzerà fino a strangolarsi, vomiterà, si agiterà in preda a convulsioni, dirà “sete”, “fame”, “bua” “ti prego”, “non ti voglio più” e quant’altro pur di riuscire a piegarvi. Ma voi fate finta di nulla, siate stoici.
E’ già questo mi fa pensare. Ci possono essere moltissimi motivi per cui il bambino non dorme la notte, i cicli circadiani nel bambino diversi dai nostri nella prima infanzia, o il fatto di aver un sonno disturbato da incubi o paure assolutamente normali nella crescita del bambino un pò più grandicello. Mio figlio ad esempio aveva dolori di pancia dovuti a problemi di intolleranza al latte per i primi mesi, e attacchi di asma nascosti di cui non ci siamo accorti se non dopo molto tempo quando sono diventanti più acuti. Certamente tra i motivi, può esserci il fatto che al bambino non sia stato insegnato ad addormentarsi da solo, ma è veramente necessario ricorrere ad un metodo così drastico, sia per il bambino che per il genitore?
L’alternativa proposta più frequentemente è, a mio parere, altrettanto drastica, anche se si pone sul lato opposto della scala. Sto parlando del co-sleeping, ovvero dormire tutti nel lettone fino a che il bambino non si senta pronto ad andare nel suo letto. Io non ho assolutamente nulla contro il metodo del co-sleeping in se, che anzi è perfettamente in linea con il cercare di stabilire un rapporto stretto con il bambino, e se funziona per la famiglia non vedo nessuna controindicazione. Inoltre è un metodo molto naturale, usato con successo da sempre sia dall’essere umano che nel mondo animale, e che quindi ha superato la dura prova dell’evoluzione.
Purtroppo però non va bene per tutti. Io ad esempio se mi sveglio nel mezzo della notte ho grosse difficoltà a riaddormentarmi, e quando nel letto con me c’è un frugoletto che scalcia, si rotola e magari si mette di traverso, le mie preziose ore di riposo vengono meno, e questo non mi aiuta di certo ad essere una mamma migliore durante il giorno. Ma ci possono essere anche altre ragioni per le quali dormire tutti nel lettone non è la soluzione migliore, quali ad esempio la necessità e voglia legittima per i genitori di una loro intimità, e non ultimo il fatto che il sonno dello stesso bambino possa essere disturbato dalla presenza dei genitori.
Insomma che fare? C’è un modo di risolvere il problema dei risvegli notturni o dei lunghi periodi di addormentamento serali senza adottare un metodo per lo meno discutibile o cedere al lettone? E se veramente insegnassimo al bambino ad addormentarsi da solo? Ci sono talmente tante cose che insegnamo a fare ai nostri figli: mangiare da solo, camminare da solo, vestirsi da solo, ma in un certo senso c’è un tabù riguardo al fatto di insegnargli a dormire da solo. Quasi come se lo abbandonassimo nel buio della sua stanza o nel gelo del suo lettino. Quando il bimbo inizia a sollevarsi in piedi lo incoraggiamo, gli teniamo le mani e lo aiutamo a fare i primi passi. Di certo non gli diciamo: cavatela da solo. Lo sosteniamo con la nostra presenza finchè la chiede, magari alleggeriamo la presa leggermente, finchè si sente pronto a fare quei due o tre passi che che segnano l’indipendenza. Normalmente continuiamo a stare al suo fianco finchè vediamo che ha un passo sicuro e che possiamo allontanarci di più. Insomma siamo li accanto, a disposizione, finchè non impara. Che c’è di male a fare la stessa cosa per l’addormentamento? Adottare una via di mezzo tra l’abbandono di Estevill e il lettone, che si basa sempre sul rispetto del bambino in quanto persona, senza dimenticare il rispetto per noi stessi e considerando le esigenze di tutti, potrebbe essere la soluzione più faticosa, ma di certo è anche quella che ci fa sentire di aver fatto la cosa giusta.
Se però avete ancora qualche dubbio sul fatto che forse volete adottare il metodo Estivill, allora date un’occhiata a questo video (sconsigliato per i deboli di cuore):
Fiuuuu mi è andata bene 🙂 Per adesso 😉
a parte gli scherzi sono aperto a qualunque critica 🙂
No, dai Stefano… Salvo è stato troppo misurato, sincero ed equilibrato per meritare l’assalto!!! 🙂
Del resto siamo ben contente di sentire esperienze positive sul sonno dei bambini (almeno le autrici, eh!), che è parte tanto importante degli equilibri familiari dei primi anni di vita.
@Elisa, ho usato il metodo Estivil(che ha funzionato perfettamente), ma ahimè mia figlia è molto molto capricciosa!
@Salvo, sono pienamente d’accordo con te!
@ Salvo.
Caro Salvo, hai appena firmato la tua condanna. Adesso ti sbranano (NB: non le autrici).
Ciao a tutti.
Vorrei portare la nostra esperienza sul suddetto metodo.
Premetto che non sapevo di Estivill nè tantomeno di Ferber prima di leggere questo post.
Avevamo un libricino sulla nanna che dava gli stessi consigli quindi probabilmente si rifaceva a tale metodo.
Abbiamo applicato tali consigli sin da quando nostra figlia aveva 2 mesi e mezzo. Voglio specificare che sappiamo benissimo cosa vuol dire sentir piangere un bimbo ed è straziante per tutti ma questo non vuol dire necessariamente fregarsene o fare il suo male anzi. Ci siamo fatti violenza per un po’ ma devo dire che il metodo è ottimo e mi sentirei di consigliarlo a chiunque. Ovviamente bisogna essere fermi e in sintonia col proprio partner altrimenti diventa dura.
A 2 mesi e mezzo nostra figlia stava scomoda nella carrozzina quindi decidemmo di farla dormire nel proprio lettino, sito in un’altra stanza. Armati di Angel Care (che consiglio) e di pazienza iniziammo ad intraprendere tale metodologia. Dopo alcuni giorni di strazio, perchè a nessuno fa piacere sentire piangere il proprio bimbo ma se sai che farà il suo bene e quello della famiglia ti fai forza, iniziammo ad ottenere degli ottimi risultati.
Devo dire che mia moglie in questo senso era più debole ma mi ha dato sostegno in tal senso ed adesso è felice di aver resistito. Adesso nostra figlia, che ha 2 anni e mezzo, dorme da sola nel lettino da quando aveva 2 mesi e mezzo, serena per tutta la notte. Ha il suo rito della nanna e quando è ora la mettiamo nel lettino (21,30 circa), bacino della buona notte e non la sentiamo più fino al mattino (circa le 9,00). Vi assicuro che è stata dura, non è stato automatico, ma ne è valsa la pena ed oggi quando sentiamo persone con bimbi che dormono nel lettone o che non si addormentano se non con la mamma a fianco o altro ci sentiamo fortunati ad aver trovato per caso questo metodo ed ad avere avuto la forza e la costanza (perchè di questo si tratta) di applicarlo.
Con questo non voglio dire che funzioni per ogni caso, ma se non proviamo o cediamo dopo pochi minuti, non possiamo saperlo. Non credo neanche che sia dannoso o causi traumi al bambino. Certe volte le nostre debolezze sono molto dannose e recuperare la situazione quando il bimbo è grande porta a delle sofferenze per tutti che ci saremmo potuti evitare. Più si rinvia il distacco e peggio è, il bambino si abitua ad una situazione e poi è difficile cambiare rotta e, spesso, è interpretata dallo stesso come una punizione (perchè prima potevo ed ora non più?).
Quindi il mio consiglio personale è: utilizzate il metodo Ferber/Estivill o chiamatelo come vi pare, senza essere integralisti, il prima possibile e credo che otterrete ottimi risultati.
credo che il bimbo del video sia solo, in questo caso, un bimbo che fa i capricci, on mi stimola nessuna emozione negativa, mi fa sorridere!
Conosco due coppie, una con due figli entrambi cresciuti col metodo Estivill, che non hanno avuto nessun problema a adottare la metodologia ALLA LETTERA e i bambini, anche adesso che son grandicelli, sono adorabili, autonomi, per niente capricciosi e riescono a gestire le proprie ansie molto meglio di bimbi stracoccolati come molti in giro per l’Italia
questo metodo, nei paesi del Nord, è usato anche senza che ci scrivessero un libro, e non fa nessun scandalo che un bimbo impari a gestire le proprie emozioni anche in tenera età (intendiamoci, in questo libro i genitori ACCOMPAGNANO il bimbo nel processo, non lo abbandonano, e imparano loro stessi a tranquillizzarsi, vedono una speranza).
alle mamme piace coccolare i bimbi, sentirsi indispensabili per il loro benessere, e a nessuno piace sentirli piangere
questo ci spinge, a ogni minimo rumore, a correre in loro soccorso INUTILMENTE
questo è solo il mio pensiero, forse un pò troppo aperto
Elisa
@Elisa, grazie per il tuo commento. A noi le persone che esprimono le loro opinioni apertamente ci fanno molto piacere 🙂
Questo sito infatti accoglie tutti, proprio perché si pone come obbiettivo principale quello dello scambio di esperienze e opinioni per crescere insieme. Come abbiamo detto più volte nessuno nega che il metodo possa funzionare con alcuni bambini e per alcuni genitori. Mi sembra però un po’ riduttivo da parte tua concludere che alle mamme piace coccolare, come se questa fosse la causa dell’insuccesso dell’applicazione del metodo, I bambini non diventano “adorabili, autonomi e per niente capricciosi” a seconda se si applica o meno il metodo Estivill. Io non ho applicato il metodo Estivill e i miei figli sono adorabili lo stesso (almeno a mio parere 😉 )
Così come ci sono bambini maleducati ai quali è stato applicato questo metodo. L’indipendenza, e la capacità di gestire le proprie emozioni non si raggiungono lasciando un bambino a piangere da solo per periodi di tempo crescenti. Proprio della gestione delle emozioni abbiamo parlando molto in questo sito, a proposito dell’intelligenza emotiva, e ti invito ad andare a leggere quei post.
Ci sono invece bambini che nascono perfettamente in grado di gestirsi le loro emozioni, e che quando lasciati a piangere nel lettino, dopo pochi minuti trovano il modo di calmarsi da soli. Altri non ci riescono nemmeno dopo ore. E non per colpa dei loro genitori, e nemmeno perché fanno “i capricci”, ma semplicemente perché non sono capaci a farlo da soli.
Io conosco almeno una coppia che ha applicato il metodo Estivill con successo al primo figlio, e disastrosamente al secondo figlio. I bambini non sono tutti uguali. I genitori non sono tutti uguali.
Sono giunto per caso su questo sito proprio cercando il titolo del libro che tanti commenti suscita, per consigliarlo ad un amico.
Noi il “metodo” lo abbiamo applicato e felicemente su nostro figlio, dall’età di 6 mesi, stanchi di stare alzati a nottate per cullarlo per un’ora o due … dormire un paio d’ore e ri’iniziare da capo. Finito il periodo delle poppate notturne (intorno ai 5 mesi) il bimbo cresceva, stava bene, ma dormire era un problema.
Ci avevano regalato il libro, che non avevamo letto, annoverandolo tra i tanti libri naif e folkloristici sull’immenso mondo dei bambini.
Ma poi, presi dalla disperazione, lo abbiamo letto, ci siamo guardati, con le pesche sotto gli occhi e ci siamo detti, proviamo! Ed ha funzionato. Oggi nostro figlio ha 22 mesi, sta bene, e dorme dalle 21:15 alle 7:30 e oltre tutte le notti, oltre al pisolo pomeridiano. Si addormenta da solo nel suo letto in camera sua al buio, anche fuori casa in lettini non suoi. Si sveglia cantando, riesce a stare anche fino a 20 minuti nel suo letto da solo sveglio la mattina senza frignare. Ovviamente ci sono le eccezioni, tipicamente quando sta male, ma in 18 mesi avremo perso 4 o 5 notti. Normale. Nel lettone ce lo portiamo, quando si sveglia alle 7:30 il sabato e la domenica per giocare un po’ tutti insieme (il co-playing? no perche’ il co-sleeping fa proprio ridere …)
E’ senz’altro un libro per i genitori (un bambino di 6 mesi o di 5 anni non e’ in grado di leggerlo e capirlo), in quanto aiuta i genitori a controllare l’ansia necessaria a “sopportare” il pianto del bambino nei 2 o 3 giorni iniziali in cui il metodo necessita di una ferrea applicazione. Secondo me e’ responsabilizzante nei confronti dei genitori: non possiamo aspettarci che un bimbo impari da solo a fare tante cose: e’ un nostro compito insegnargli ed avviarlo per la via giusta. E’ troppo semplice portarlo nel lettone fino all’eta’ della puberta per non sentirli piangere. E poi? come faranno? come faranno quando da grandi avranno “problemi di sonno”, perche’ nessuno da piccoli si e’ voluto prendere la briga di insegnar loro a dormire? quante ne conoscete di persone adulte che hanno od hanno avuto un sacco di problemi, anche ridicoli ed imbarazzanti quando si comincia a stare in societa’, con il dormire? gente costretta a fare co-sleeping per tutta la vita … ve lo immaginate?
Avete visto come stanno male appena inizia lo svezzamento a fare la pupu’? e’ dura, non sanno ancora controllare il torchio intestinale … piangono un po’… pazienza, stanno imparando, o li vogliamo purgare e clisterizzare due o tre volte al giorno per non farli soffrire? non faremmo un danno peggiore abituando il loro intestino ad essere sempre aiutato?
Il pianto e’ il loro unico mezzo di comunicare con noi. Si abituano che quando piangono, vedono mamma o papa’ affacciarsi col loro faccione sulla culla, …
anche mio figlio, ancora adesso quando gli dico, ora si va a nanna urla e strepita, vorrebbe ancora coccole, giocare, ..cambiare stato (dalla veglia al sonno) e’ sempre noioso, … ma basta metterlo nel lettino, dargli il bacio della buonanotte, due coccoline, una storia, si saluta, si spegne la luce…
e fino a mattina non si sente piu’ … e dorme beato. I bimbi hanno bisogno di dormire. Ed i genitori anche.
Poi per carita’, il genitore e’ un mestiere difficile ed ognuno se lo smazza come puo’, pero’ vorrei invitare a non guardare le cose solo dal lato distorto dell’infante (un giorno cresceranno vivaddio!) ed a trattarli davvero come persone e non come cucciolotti (lo sono per carita’, ma mica per sempre … avete visto giorni fa un servizio in tv di quelle bambole per adulti che sembrano in tutto e per tutto un bebe’? pauroso vero? ecco non trattiamo i nostri figli come bambolotti)
@Giovanni grazie moltissimo per questo tuo intervento. E´molto importante quello che hai detto sul guardare il bambino come una persona e non come un bambolotto. E questa è proprio la mia critica più profonda nei confronti di questo metodo, che a detta dell’autore, è un metodo buono per tutti enon mi sembra tenere conto in nessun modo delle differenze tra i vari bambini (e il loro genitori). Non esiste solo Estivill o il co-sleeping, esistono altri metodi per aiutare i bambini ad imparare a dormire da soli. Il fatto che questo metodo funzioni bene per alcuni bambini e genitori è fuor di dubbio. Il fatto che possa o debba funzionare per tutti, è un’altra cosa. Noi in questo blog abbiamo parlato anche di altre soluzioni e altri metodi, proprio per permettere a ciascuno di trovare quello che è più giusto. Proprio peché ogni bambino è diverso, e se dobbiamo guardare a loro come persone, è mio opinione che bisogna farlo sin dall’inizio. Se non lo hai già fatto ti consiglio di leggere il post https://genitoricrescono.com/il-linguaggio-segreto-dei-neonati, e magari regalare questo libro al tuo amico 😉
Mi sono letta tutti i vostri commenti oggi, utilissimi perchè sto cercando di capire se, come e quando insegnare a Pagnotta ad addormentarsi nel suo lettino. Ora ha 20 mesi. Ha sempre poppato tantissimo quindi fino ai 14 mesi si addormentava poppando. Poi ho sentito che era giunta l’ora e gliela ho tolta, senza nessun trauma suo…però ha cominciato a toccarmi il seno. Ecco, ancora ora lo fa! Ci mettiamo nel lettone tutti e tre, favole su favole che lui mima, e ora cerca di leggere pure lui col suo ditino che scorre sulle righe. Al momento dello spegnimento della luce si ribella sempre un po’ con una serie di “NOOOO, NOOOOO, NOOOO” ma poi via, mano sul seno e si rilassa. Ci vuole tutta una mezzora se non di più. Poi addormentato lo metto nel suo lettino, ancora di fianco al nostro. Se si sveglia però vuole me, e la sua manina corre là.
Ho provato a proporgli oggetti transizionali vari…ma non ne vuole proprio sapere. Peccato!! Speravo potessero aiutare.
Il suo lettino gli piace, sa che lui dorme là e a volte ci vuole andare ma “fa finta” di fare la nanna per poi allungarmi le braccia per venire da me.
Io avevo letto sia “Fate la Nanna” tanto consigliato dagli amici a trovato da noi invece largamente inopportuno, quindi mai messo in pratica, e anche “Fate la nanna senza lacrime” di Elizabeth Pantley che mi aveva un po’ “consolata”. Poi però ho seguito il mio istinto e soprattutto ascoltato Pagnotta…
Un Grazie a tutti/e
Capita a volte che mamme di bimbi “perfetti” si permettano di giudicare mamme di bimbi “impossibili”.. ma prima o poi anche a loro qualcosa andrà male… (con la prima figlia appartenevo al secondo gruppo di mamme, con il secondo figlio sono passata nel secondo gruppo…) Ridi pure @la staccata..
Meno male, so che tu mi puoi capire. Di solito, quando racconto dei problemi di sonno di Ale, mi guardano tutti come se stessi delirando!
Staccata… ormai lo sai che i nostri figli sono gemelli, no?! Quindi non posso far altro che concordare su ogni virgola.
Premetto che il mio commento non è volto a dare giudizi inappellabili e che non ha valenza assoluta, ma si tratta di una semplice testimonianza. Questo perchè sono strenuamente convinta che ogni bimbo sia un pezzo unico, e non un prodotto di serie. Il suo “funzionamento” non si può, a mio avviso, racchiudere in un manuale di istruzioni. E’ per questo che personalmente detesto tutti i manuali che pretendono di spiegarti come comportarsi per far dormire un bambino.
Un genitore può insegnare al bambino ad essere educato, ad esempio. A chiedere sempre le cose per cortesia e a ringraziare, a salutare le persone; può mitigare la sua aggressitivà qualora avesse il vizio di alzare le mani, si può tentare di correggere atteggiamenti sbagliati ma non può “insegnargli a dormire”. Questo è il mio personale parere.
Mio figlio non si è addormentato da solo per 4 anni e mezzo, e non ha chiuso occhio, o quasi, per i primi 3 anni e mezzo della sua vita.
Quindi, il mio specifico problema è stato anche combattere contro un’insonnia indomabile.
Il problema dell’insonnia è secondario, lo so, ma lo scrivo per fornirvi un quadro completo del problema.
Tornando alla questione “addormentamento”…
Confesso che, stremata da un bimbo precocissimo dal punto di vista motorio ( ha camminato a 9 mesi ), vivacissimo e instancabile che non chiudeva occhio prima di mezzanotte e quindi si risvegliava ogni mezz’ora per poi alzarsi di nuovo dal lettino alle 6:30 del mattino vispo come un impasticcato, ho tentato il famigerato metodo.
Ho resistito 17 minuti, i più lunghi della mia vita. Poi, quando l’ho visto in preda alle convulsioni, ho ceduto.
Sensi di colpa e dubbi sulle mie capacità di madre? Forse, qualcuno. Ma ho poi ragionato su un semplice fatto: perchè un bimbo che di giorno si mostra indipendente, che non mi cerca mai, che per sintetizzare non è affatto “mammone”, di notte cerca la mia compagnia per addormentarsi?
La risposta precisa non l’ho mai trovata, ma ho deciso di assecondarlo. Perchè? Non perche io sia una madre debole ma perchè, anche se non ne ho mai capito la causa, evidentemente la sera aveva bisogno di me.
Il metodo Estivill, per quanto lontanissimo dal mio modo di concepire alcune questioni, effettivamente funziona ma non con tutti i bambini.
L’hanno sperimentato alcune mie amiche con successo, dicono loro. Perchè loro sono state brave, sì.
Preciso per dovere di cronaca che i loro frugoletti avevano caratteri estremamente docili e che si rassegnavano presto alla procedura, erano in generale bambini ubbidienti, non capricciosi, tranquilli e soprattutto non erano in grado di alzarsi in piedi a 5 mesi e prendere a morsi la sponda del lettino così come faceva invece mio figlio.
Una mia amica, che ha sempre potuto beneficiare di due figlie soprammobile ( sì, tutte e due, beata lei!) non ha mai trascorso una notte insonne.
La prima figlia in particolare ha sempre fatto 8 ore di sonno filato fin dalla nascita, addirittura senza richiedere di essere allattata di notte e lei doveva tirarsi il latte per non esplodere. Questo, converrete con me, non è che rientri proprio nella normalità.
Beh, la madre di queste due bamboline si vantava con me perchè sotto sotto era convinta che io non fossi “capace” di far dormire mio figlio.
Le ho soltanto velatamente fatto capire che anch’io sarei stata capace di far addormentare due bambole, perchè sono una signora, io.
Ma quando la seconda figlia ha iniziato a darle problemi per qualche mese e lei, OVVIAMENTE, non è riuscita ad applicare il metodo Estivill così come aveva fatto con la sorellina, vi giuro che ho goduto in modo inimmaginabile : -D
PS: Per la cronaca, da circa 2 anni mio figlio ( ora ne ha 6 ) si addormenta tranquillamente da solo e ronfa tutta la notte. Ora mi domando: è cambiato lui oppure sono riuscita a trovare una bacchetta magica? Io in sei anni e sono rimasta sempre la stessa, la risposta è che ora lui ha sonno quindi ne deduco che sia cambiato lui. Semplice e lineare, alla faccia di tutti i manuali che mi hanno sempre detto che stavo sbagliando qualcosa.
Un metodo che fa comodo ai genitori mi pare ma non certo bene ai bambini che non si possono esprimere su questo!io personalmente mi addormento molto meglio se ho qualcuno a fianco sulla cui spalla magari poggiare la testa ed essere coccolata, dopo un po’ cerco il mio spazio per stare anche + comoda…perchè non dovrebbe essere così anche per un bambino che a maggior ragione ha bisogno del ns contatto?oltretutto i bimbi si abituano alle ns abitudini,ai ns stati d’animo.con il tempo si regolarizzano se noi siamo tranquilli e pazienti.perchè di giorno sì coccole e la notte no?io sono dell’idea che tutto deve essere equilibrato e quel metodo non mi sembra proprio. Ci vuole ponderazione in tutte le cose e non deve essere preso alla lettera perchè mi sembra veramente deleterio per la psiche del bimbo anche se al genitore può far comodo pensare addirittura il contrario. Poi sono piccoli per così poco tempo…si tratta solo di portare pazienza, chi più chi meno ma poi tutto passa e tutto si aggiusta da solo e vi parla una che di notti insonni e non solo ne ha passate un sacco. ma è un sacrificio che x i figli ritengo si possa fare, in questo bisogna essere forti, non nel lasciargli a loro stessi piangere e disperarsi,che crudeltà.Coccolateli finchè potete che crescono alla velocità della luce e la vita è un attimo e più amore gli si dà, anche fisico, meglio è….perchè alla fine di tutto solo quello resterà!!!se non riesco a prendere sonno, perchè devo essere abbandonato?se di notte un bimbo soprattutto piccolo piange qualcosa avrà e l’unico modo per dirvelo è questo.Non avevo mai sentito parlare del metodo estivil ma rimango interdetta che nel 2010 girino ancora cose del genere…dite che il bambino deve avvertire la sicurezza dei genitori…l’indisponibilità vorrete dire!ma quando si fa un bimbo bisogna mettere in conto anche questo, non che sia come voi volete e che assecondi i vs comodi!quanto meno bisogna abituarli con dolcezza e pazienza perchè come riuscite ad applicare quel metodo metodicamente se ne possono applicare altri meno invasivi e più adatti alle esigenze dei bimbi, magari valutati in base al suo carattere…non è noi!…certo che se lasciato solo a piangere e disperarsi dopo un po’ si calma, non può fare altro, ma chi vi dice che per lui non sia un trauma che in qualche modo lo segnerà in futuro a livello conscio o meno?ognuno per carità è libero di fare ciò che vuole con i proprio figli ma poi non lamentiamoci se magari da + grandi non ci vorranno vicini o non vorranno confidarsi con noi ecc. vi sembrerà assurdo ma anche se sembra che non capiscano certe cose lasciano il segno dentro di loro, tutto il ns rapporto con loro si scrive fin dal primo giorno…e da quello che facciamo tutto ne consegue…nel bene e nel male…pensiamo a noi: se in un momento di disperazione ci fosse qualcuno pronto a consolarci non staremmo meglio?certo ci si calma per forza dopo un po’ ma mica tanto bene…. un po’ alla volta, come per tutte le cose sapendo che la mamma di notte c’era e arrivava se aveva bisogno ha iniziato a dormire sempre di + fino a fare tutta la notte….ma gradatamente, senza traumi. i miei pianti disperati e strazianti da bambina me li ricordo…le cose molto brutte, che ci toccano tanto e ci fanno disperare, purtroppo rimangono impresse dentro di noi in un modo o nell’altro….chi ha applicato il metodo, magari proprio come nel video è veramente sicuro di aver fatto il bene del bambino……….a parte il proprio!!?!…sicuri che non esistesse nessun altra via…i minuti di pianto sono lunghi da passare….che poi sto qua del metodo chi cavolo è poi??possibile che siamo ancora così pecore invece di affidarci al ns istinto che in realtà se lo ascoltassimo senza andare troppo nel panico ci direbbe sempre qual’è la cosa giusta da fare senza ricorrere a queste misure estreme!!!
Volevo darvi un resoconto della mia esperienza con Estevill. Nel mio caso è stata OTTIMA! Edoardo, a 14 mesi, si addormentava solo con la tetta di mamma, con continui risvegli. Non si addormentava con nessun altro perchè era abituato così. Un mese fa ho deciso: proviamo Estevill, ho letto e sentito pareri molto positivi. Ho applicato alla lettera il metodo che descrive nel libro “fate la nanna”. La prima sera è stata l’unica in cui Edo ha pianto. Ha urlato per 20 minuti, io rientravo nella sua stanza per tranquillizzarlo ogni 3 minuti, come dice il libro. Era dura sentirlo urlare, ma con mio marito eravamo fermi sul tentativo e il nostro piccolo ha percepito la nostra sicurezza. Si è addormentato. Da quella sera Edoardo dorme 12 ore di fila. Anche il pomeriggio si addormenta sereno e sorridente, da solo nella sua stanzetta, con la porta aperta e una lucina fuori. Mangia il doppio di quanto mangiasse prima, è più riposato e dorme più profondamente (prima bastava un minimo sussurro per farlo svegliare). Nel mio caso Estevill ha cambiato la vita mia e quella del mio cucciolo, in meglio.