In extremis quest’ anno sono riuscita a prenotare per i miei figli gli ultimi due posti alla colonia giornaliera sulle dune fuori Amsterdam. Ci erano già stati lo scorso anno e ne erano rimasti entusiasti. E io con loro.
I campi estivi sulle dune ad Amsterdam sono una tradizione che risale agli anni ’30, durante la crisi, da parte di una federazione di chiese (e scuole) protestanti, per permettere anche ai bambini di famiglie senza mezzi di poter festeggiare le vacanze. I bambini delle elementari, dai 4 ai 12 anni, venivano mandati a respirare aria buona tra i boschi o al mare. Negli anni ’60 la federazione ecclesiale si sciolse e un ruolo importante lo assunse il comune, infatti a tutt’ oggi i campi sono sostenuti finanziariamente al 50%.
L’ evoluzione di questi campi, avvenuta negli ultimi anni, è che da un po’ non ci vanno più solo i bambini di famiglie modeste o che magari non andrebbero da nessuna parte, penso agli emigranti che la vacanza grossa nel paese di origine la fanno solo dopo qualche anno e non sempre. Nel frattempo i genitori yuppie hanno scoperto questi campi come il passatempo più sano ed economico per i propri figli per superare il periodo che li separa dalle ferie. Costa molto meno dei giorni extra al doposcuola e si va fuori e vicino al mare.
Noi paghiamo per ogni bambino €34 euro alla settimana che comprende il trasporto in autobus (abbiamo una delle fermate proprio davanti casa), gli animatori, tutta l’ organizzazione e il latte da bere durante il pranzo (se fa caldo quello portato da casa si rovina). Partono verso le 8 e rientrano alle 17. È chiaro che questo è possibile proprio grazie ai volontari che lavorano sia per organizzare che per seguire i bambini.
Molti dei ragazzi, tra i 17-22 anni, che se ne occupano, sono stati a loro volta visitatori da bambini e sono rimasti. Per loro la cosa figa ovviamente è che il campo base (ogni quartiere ha il suo) di 10 tende per i singoli gruppi e una centrale restano a loro disposizione dopo che i bambini sono andati via, quindi possono campeggiare al mare, tra le dune, nella riserva naturale, gratis. Perché si capisce che di notte qualcuno deve restare a sorvegliare il campo e organizzare e mettere in ordine per il giorno dopo.
Ogni gruppo di 20-25 bambini con due accompagnatori esperti ha la propria tenda e il proprio programma. Ogni giorno si organizza qualche attività, nuotate, cacce al tesoro, attività a tema. Il giovedì della prima settimana i genitori possono venire in visita dalle 10.30 alle 13 e dare un’ occhiata. I bambini partecipanti devono portarsi dietro panini e bevande per pranzo e merenda, costume e asciugamano, e se del caso l’ impermeabile, e accettare il regolamento. Se si comportano male gli danno dei punti di punizione e se superano un certo numero di punti rischiano di non venir più ammessi al campo l’ anno successivo.
Io adoro questa possibilità proprio perché ha permesso ai miei di socializzare con altri bambini del quartiere, visto che lo scorso anno andavano a scuola ancora nel quartiere vecchio e qui non conoscevano nessuno. Sembra poco, ma quando si cominciano a incrociare per caso con bambini che conoscono, in piscina, o alle attività sportive del comune durante le vacanze brevi durante l’ anno, fa molto. Poi certo, hanno imparato canzoncine sconce e barzellette cretine, ma vuoi mettere il bello di scatenarli in giro? Ogni pomeriggio abbiamo il rientro dell’ eroe, sporchi, insabbiati e rossi. La cosa più bella da vedere in un bambino, quando ha giocato talmente tanto che è zozzo e sfinito.
Quest’ anno in realtà avevamo progettato di partire immediatamente quando chiudevano le scuole e invece per sfighe varie siamo stati costretti a rimandare di una settimana. Per fortuna sono riuscita quindi ad iscriverli, perché così non me li ritrovo demotivati in casa a chiedermi 300000 volte quando possono giocare con il computer. Sciò, fuori, aria fresca, movimento, portate a spasso le pulci, come diceva mia madre ai cani. Che questi bambini moderni di città veramente, già fai fatica a buttarli fuori di casa quando c’ è il sole, figuriamoci in un’ estate piovosa come questa.
L’ unica cosa che resta da fare a me al ritorno è scuoterli come dei tappetini prima di entrare in casa per liberarli dalla sabbia, farli cenare alle 17.15, prima che gli passa la fame e si straniscono, metterli sotto la doccia e controllare che non siano stati punti dalle zecche dei boschi. L’ argomento decisivo per la mia amica italiana schifiltosa per non mandarci suo figlio lo scorso anno. Peggio per loro. Noi invece, andiamo.
Per informazioni, il sito centrale delle varie organizzazioni è questo: http://www.jeugdvakantieplan.nl/
Certo che i tuoi articoli spesso invogliano ad espatriare…
Ma che figata!!!!
Appunto. Ci vogliono i preti, nulla da fare.
Ma perchè non si può fare anche a Roma: colonia diurna ai Cancelli! C’è pure il trenino e il Comune non dovrebbe pagare neanche i pullman
SBAVO! Ma perché, perché non vivo a Amsterdam?