Vi siete mai trovati nella situazione di dover dire ai figli una verità troppo dolorosa? La mia amica Zoe nell’ultimo anno ha dovuto spiegare ai suoi bambini di 7 e 10 anni che termini come cancro e metastasi non erano solo mostri dai nomi terribili, ma una tragica realtà che stava investendo il loro padre e il nonno.
Due situazioni drammatiche nello stesso periodo si sono accavallate nella tua famiglia, la malattia di tuo padre e la scoperta del tumore di tuo marito. Come moglie e figlia sei dovuta diventare il punto di riferimento dei tuoi familiari
Si sente spesso dire che ti crolla il mondo addosso quando qualcuno accanto a te si ammala. Credo che si pensi che sia esagerato come sentimento, ma non è così. Tutte le certezze vengono meno, i progetti e i sogni vacillano, e tutto diventa instabile e precario. Si possono fare due cose: o chiudersi nel proprio dolore, oppure decidere che la vita è la nostra, con la gioia e con il dolore che questo comporta, e fare di tutto per conservare il sorriso. Non è facile, ma credo che lo si debba a sé stessi.
Mi sono trovata a gestire situazioni davvero complicate nello stesso momento e l’ho fatto cercando di mantenere la calma e la serenità, non solo per me, ma specialmente per i miei figli e mio marito. Non è stato facile: delle volte avevo solo voglia di sedermi sul divano, sotto una coperta e piangere, solo per sfogarmi, però magari i bambini erano nell’altra stanza e le lacrime venivano tenute a bada fino al momento della loro nanna.
Avete scelto di parlarne con i vostri figli o di nascondere la gravità delle due situazioni?
Abbiamo deciso sin da subito di dire tutto, senza ovviamente scendere nei particolari. Penso che sia importante dire ai bambini le cose come stanno, con gli opportuni accorgimenti. I bambini hanno una loro visione della realtà, si fanno domande e si danno le risposte da soli, quindi credo che sia fondamentale non permettere alle loro fantasie e paure di prendere il sopravvento. La gestione dei bambini è stata la parte più difficile ma io ho deciso di piangere anche davanti a loro, perché affrontare la tristezza fa parte dell’educazione di un figlio.
Paradossalmente quindi le “bugie” che hai dovuto raccontare su quello che stavate vivendo in famiglia le hai dette a degli adulti e non ai bambini? Perché?
Non so se riesco a spiegare bene, ma ci provo. Quando si vivono situazioni così emotivamente forti si attinge alla riserva di energia che tutti abbiamo, e lo si fa anche perché, forse anche egoisticamente, si cerca di preservare noi stessi. La verità è che non si può badare a tutto, bisogna concentrarsi sull’essenziale, sul proprio equilibrio e, delle volte, non dire tutta la verità ad adulti a cui poi bisogna dare delle spiegazioni, è più facile. I bambini non chiedono troppo, se capiscono che sei sincero, e che stai male, non ti fanno troppe domande, ma si limitano a coccolarti.
Sulla base della tua esperienza, la decisione di dire la verità ai bambini è una scelta condivisa spesso da chi vive queste situazioni?
Non sempre: ho notato che delle volte si cerca di preservare i bambini dal dolore. Io non sono d’accordo. Credo invece che imparare a parlarne, affrontando anche argomenti emotivamente difficili da spiegare sia la cosa migliore. La vita riserve sempre sorprese, ed insegnare agli adulti di domani che anche le situazioni dolorose si possono affrontare con il sorriso è una cosa bella.
Hai qualche consiglio per i genitori che stanno affrontando una malattia importante in famiglia?
Piangere insieme, se se ne sente l’esigenza. Non nascondere il proprio dolore. Parlarne. Quando il papà non c’è perché in ospedale a curarsi, delle volte porto i piccoli a fare una cosa che li rende felici, per far vedere loro che la tristezza si affronta anche continuando a fare una cosa che ci piace e ci regala un sorriso.
Ndr: il marito di Zoe sta guarendo. Zoe è un nome di fantasia, la mia amica vuole ovviamente preservare la privacy della sua famiglia, ma non è un caso che lo faccia scegliendo un nome che significa “VITA”.
Grazie di questa condivisione e un grande, grandissimo in bocca al lupo alla famiglia di Zoe e a lei.
Concordo. la leucemia di mio figlio ha sconvolto la nostra vita, ma abbiamo deciso di condividere con lui tutte le fasi della cura. A 7 anni non è facile capire perchè ti sei ammalato, perchè non puoi andare a scuola come tutti i bambini, perchè stai male…. la loro fortuna però è quella di non avere la piena consapevolezza di cosa sia la malattia e dei suoi rischi, cosa che invece investe gli adulti. Credo che la sincerità che abbiamo usato con lui ci abbia permesso di acquisire la sua fiducia anche nei momenti più difficili e che ci abbia ripagato con una serenità insperata durante due anni e mezzo di cure. Un abbraccio forte a Zoe e alla sua famiglia.
Un grandissimo abbraccio anche a te e al tuo bambino, Elena. Grazie per aver condiviso la tua storia attraverso questo commento. <3