Io sono nata e cresciuta a Roma. Ogni mattina attraversavamo la città, affrontando quasi un’ora di macchina per raggiungere scuola e lavoro, che erano esattamente al lato opposto, sgranocchiando biscotti sul sedile posteriore o facendo le linguacce a quelli della macchina dietro, in tempi in cui nessuno sapeva cosa fosse una cintura di sicurezza.
Durante il percorso si passava accanto al Colosseo, e ogni mattina mio padre vedendolo esclamava: “Mannaggia! Continuo a dimenticare di chiamare zio per venire a mettere i vetri alle finestre.” Mio padre infatti sosteneva di averlo costruito lui insieme al fratello anni addietro, ma che poi, per una cosa o per l’altra non avevano mai terminato il lavoro. Ovviamente dopo poco abbiamo iniziato noi a dirglielo, ogni mattina, quando gli archi si profilavano all’orizzonte, che si doveva assolutamente ricordare di chiamare zio e andare a sistemare il Colosseo.
Non so quando ho capito esattamente che non era vero, ma è comunque rimasta una bellissima memoria della mia infanzia.
Sta facendo il giro della rete, partendo da Reddit, la storia di Raregan a cui i genitori avevano raccontato che la Finlandia in realtà non esiste, ed è uno stato fantasma creato dai Russi per coprire la pesca delle balene da parte dei Giapponesi. Ovviamente leggendola non ho potuto fare a meno di pensare a mio padre e al Colosseo.
Chissà quante altre storie hanno raccontato i genitori ai bambini di tutto il mondo, che solo crescendo hanno capito non essere assolutamente vere!
E chissà perché gli adulti si divertono a riempire di fantasie le teste dei bambini, come se lì non ce ne fossero già abbastanza? Forse è un modo per ritornare bambini.
E voi, a che improbabile panzana avete creduto durante la vostra infanzia?
O quale storia un po’ surreale avete raccontato ai vostri figli?
Ogni mattina, quando uscivamo per andare a scuola, tenevo in tasca il telecomando della macchina. Ai bimbi avevo detto che la mia macchina mi riconosceva e iniziavo a chiamarla….. a quel punto, premevo il pulsante di apertura e le frecce iniziavano a lampeggiare….. “Ihhhhhhhhhhhh mamma ti ha salutato!!!!!!”. Questa storia è andata avanti per un bel po’ fino a che il più piccolo mi ha detto “Mamma dammi il telecomando così la macchina inizierà a salutare anche me”
Oddio come rido Simona. E’ bellissimo! 🙂
Noi stiamo facendo credere, al nostro terzogenito ormai cinquenne, che sua zia Elisabetta è in effetti la REGINA Elisabetta!! 😀 😀 Probabilmente lui non ci crede veramente, ma a vederlo sta al gioco molto volentieri!!! 😀 😀
naturalmente a ingoiare noccioli di ciliegia sarebbecresciuto un ciliegio nella pancia….:-D
Da bambina volevo prendere i merli che si posavano in giardino, e mia nonna mi aveva spiegato che dovevo mettere loro il sale sulla coda perché non volassero. Allora mi dava una manciata di sale, e io ci provavo pure 😀
Ho la forte tentazione di fare lo stesso con mia figlia 😀
Mio padre sosteneva che la nostra auto avesse il pilota automatico e sapesse a memoria la strada per il paese delle nostre vacanze. Inoltre, un po’ come il padre di Girandola, intimava al nostro telefilm preferito -Furia cavallo del west- di finire perché era ora di andare a cena … e quello gli obbediva!!
Per diversi anni, ho fatto credere ai miei figli di essere stata fidanzata con Samuele Bersani e di averlo lasciato per il loro papà!
Fidanzata con Samuele Bersani?? 😀
Mia zia mi raccontava che San Fatucchio (Umbria) era il posto in cui vivevano le fate monelle. E per me, ora, è ancora così.
A mia figlia ho detto che i temporali sono il risultato delle feste che fanno i giganti che vivono sulle nuvole. Quando abbiamo viaggiato in aereo, sopra le nuvole, mia figlia mi ha chiesto dei giganti.
Mi fate morire dal ridere 🙂
Quando passava il segnale orario in TV, mio padre anticipava la voce e diceva l’ora. Quando poi la tv la ripeteva, chiedevo stupefatta come facesse, e anziché dire che leggeva l’orologio che compariva in TV, diceva di essere un po’mago 🙂
Diabolico! 🙂
Io ho creduto per anni che il paesino di Fontainemore, che attraversavamo in auto per andare in montagna, si chiamasse così perchè dalle fontante e dai rubinetti sgorgava succo di more.
Ma è proprio così! Il paesino di Fontainemore è proprio un classico in tutte le guide 😀