Ah l’estate e i miei rientri in patria! Devo dire che dodici anni in terra svedese mi hanno gradualmente disabituata al tipico commento fuori luogo, un po’ perché per gli svedesi la sottile linea di demarcazione tra quelli che sono considerati i fatti personali e pubblici è in realtà profonda come una trincea, dall’altra perché vivendo a 3000 km dalle famiglie di origine non subiamo nemmeno troppi commenti e consigli non richiesti da parte dei famigliari (o almeno non li subiamo a livello della quotidianeità perché durante le nostre visite sono per lo più inevitabili).
Nonostante non ami fare confronti di questo tipo, e che è vero che non bisogna generalizzare e fare di tutta l’erba un fascio, è solo in Italia che mi capita di assistere a scene inenarrabili, e ritrovarsi al parco giochi a Roma alle 10 del mattino di una giornata di luglio per me si trasforma in un’esperienza al limite del surreale.
Tipo il nonno al seguito della nipotina duenne che si avvicina a Pollicino (e al suo berretto rosa) dicendo “guarda quante tatine che ci sono qui!”. Tatine? mi chiedo che robba sia, finché capisco che ce l’ha con mio figlio, scambiato per una bambina. Faccio finta di niente, anche perché per me il fatto di scambiare mio figlio per una bambina non è minimamente un problema. Pollicino si arrampica sulla scaletta e in cima allo scivolo mi chiede di tirargli la palla. Io faccio un po’ di finte, e la tiro corta, poi lunga, finché il suddetto nonno commenta “ma la mamma non la sa proprio tirare questa palla” sorrido “d’altra parte è una donna!” il mio sorriso commette un suicidio, però evito di nuovo di commentare nonostante nel frattempo mi sia salita la pressione a 2000, ma ho talmente poche energie che la cosa che voglio meno al mondo è di intavolare una discussione con un ottuso nonno al parco durante le vacanze estive. Intanto rispondo con un lancio di alta precisione della palla che Pollicino prende al volo. Lui scende dallo scivolo e io cerco di deviarlo verso altro, in tempo per sentire il suddetto nonno dire alla nipote “scendi piano dallo scivolo che ti fai la bua”, e Pollicino mi chiede “cosa è la bua?” e il Vikingo che risponde “è italiano. Vuol dire farsi male”. Ho voglia di correggere mio figlio e spiegargli che quello non è italiano, e che non so perché ai bambini si debba dire bua, ma vado avanti convincendomi che alla fine le cose importanti si imparano in famiglia e non al parco da un nonno sconosciuto.
Qualche giorno più tardi 700 km più a nord, camminando per i boschi, una simpatica coppia si appresta a commentare la deliziosa scena di Pollicino che scende lungo il sentiero, zainetto in spalle, che osserva con attenzione le cacche di mucche incontrate lungo il percorso. “Che bella che sei!” esclama il signore sulla cinquantina, calzettone di lana alle ginocchia. “Grazie, però è maschio” rispondo io sorridendo. “Ah, ho visto il berretto rosa e mi sono confuso. Ma guarda che pietre che hai raccolto!” esclama alludendo a due sassi che Pollicino trascinava con se “ecco, avrei dovuto capirlo che eri maschio con quelle pietrone!” conclude il signore felice che ogni cosa potesse ritornare in ordine, seguendo una sua logica ferrea di definizione di genere. Contento lui, io continuo la discesa concentrandomi esclusivamente su mio figlio.
Altra giornata, altra passeggiata con abbuffata di polenta in malga, fuori si alternano pioggia e grandine ma i bimbi non si tengono più all’interno per cui decidiamo di lasciarli uscire a giocare fuori. “piovono sassi dal cielo!” mi spiega Pollicino entusiasta. Dopo un’oretta passata a travasare fango sotto la pioggia, siamo pronti per rientrare alla base, sporchi, bagnati fino alle ossa, ma felici, ovviamente senza poter evitare qualche commento sul fatto che quei poveri bambini…tutti sporchi di fango…
Non so come sono arrivata a raggiungere questo carma interiore, e non sono nemmeno sicura che mi faccia bene del tutto, però cerco di evitare il più possibile di rispondere. Credo che anni e anni di mediazione con me stessa e la consapevolezza del mio percorso individuale verso certe convinzioni mi aiutino molto. Penso anche che i cambiamenti non si facciano discutendo con le vecchie generazioni, ma che sia molto più importante discuterli e spingerli con le nuove generazioni. Ma soprattutto credo mi aiuti il fatto che qualsiasi giudizio emesso, da sconosciuti o da parenti stretti non mi scalfisce più ti tanto, e non riesco a prenderla sul piano personale. Al limite se provengono da qualcuno che conosco bene e che conosce bene i miei figli, ci rifletto su per conto mio, e vedo se posso prendere qualche spunto interessante e ignoro il resto, ma non mi sento sminuita come madre.
Certo è che l’intensità e la frequenza con la quale i commenti surperflui e consigli non richiesti vengono offerti in Italia è impressionante, e ho la sensazione che la consapevolezza che il tutto si esaurirà nella durata della nostra permanenza è consolante e mi permette di rispondere quasi sempre con il sorriso (e non mi prendete per santa ed equilibrata ho detto QUASI!).
Ingerenza da parte dei nonni, commenti di sconosciuti, giudizi buttati li da altre mamme al parco, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma il commento inutile che più di ogni altro preferisco resta comunque “ma sono bravi questi bambini?” Al quale rispondo sempre “i bambini sono sempre bravi, gli adulti lo sono un po’ meno” che li lascia normalmente senza parole a chiedersi se ce l’ho con loro oppure no.
Voi come ve la cavate?
Simile al bacio e’ anche la richiesta dello sconosciuto di turno,magari in fila alla cassa, di voler tener in braccio la bimba.
Grrrrrrrrrrrr che fastidio…….
Poi quando tu come madre ti rifiuti di dare tuo figlio in braccio a pincopallino questo fa anche la faccia quasi offesa. Ancora piu grrrrrrr
Uè, però, si vede che questo post sta avendo un discreto seguito 😀
Serena più che farmi infuriare, la richiesta del bacio da parte di sconosciuti/e mi fa rabbrividire di disgusto, mi dispiace se offendo qualcuno ma è così. Solitamente succede questo: la Stellina guarda di traverso la persona in questione e risponde secca “No!”, la persona mi guarda con espressione interrogativa, io faccio finta di guardare mia figlia sorridendo, e la persona dice “Ok, allora ciao” e io “Stellina, saluta!”.
A volte siamo fortunate perché nei paraggi c’è una quarta persona che conosce il/la “pretendente” e che lo fa desistere dalla richiesta…
Comunque sono assolutamente d’accordo sul fatto che bisogna insegnare ai bambini che non devono baciare gli sconosciuti e non sono mai tenuti a baciare chicchessia, se non ne hanno voglia.
Commenti e consigli non richiesti? Ne so qualcosa! Qualche esempio?
Rivolgendosi a D che gioca col suo trattore, beato e noncurante del resto del mondo: «Lo sai che il/la mio/mia [nome bambino] sa già leggere, far di conto, scrivere correttamente in tre lingue, recitare Shaekespeare a memoria e programmare un computer della Nasa?»
Centro commerciale. D mi intavola un capriccio olimpico. Io lo ignoro con calma fermezza e lui quasi sta per calmarsi quando… «Ma che bambino capriccioso! Ma non lo sai che non si fanno questi capricci?!?! Il/la mio/a figlia/nipote è tanto bravo/a!» E D ricomincia a strillare più forte di prima… ma vaff…
Ma il mio preferito, quello per tutte le occasioni è: «Certo che questo bambino è proprio “vivace”!!» pronunciato con misto di sdegno e superiorità… dato che D non è generalmente maleducato o tantomeno manesco con altri bimbi, non capisco proprio dove stia il problema, ma tant’è.
E la lista potrebbe allungarsi all’infinito…
E poi sì, «è mooooolto migliorato» è toccato anche a me. Perché? Prima mica era malato!
Ciao a tutti!
Per fortuna e’ da tnato che non ricrviamo commenti da sconosciuti. Comunque quando aveva meno di un anno i commenti erano sempre del tipo ‘ooo che bel bambino’ a cui rispondevo puntuale ‘ma veramente e’ femmina’.
Adesso invece i commenti piu odiosi arrivano dai parenti e mi danno per i nervi. Il piu frequente e’ ‘si vede che e’ proprio una vera femminuccia’. Detto con orgoglio mentre la bimba gioca con collane e frivolezze varie tirate fuori in quel momento dal parente di turno. La mia risposta e’ sempre del tipo se fosse un maschio farebbe le stesse cose,ma questi non demordobo,sono proprio duri eh.
A me piace invece ascoltare, magari anche le cavolate (credo di dirne molte pure io). Prendo quello che in effetti mi pare utile (tante persone secondo me sono in gamba e condividono esperienze interessanti) e se invece ritengo superflua o inopportuna una frase semplicemente me ne frego. Credo che non ci si possa anestetizzare a quanto ci circondi ritenendo il nostro l’unico verbo valido… e poi così? Tanto prima o poi commenti, frasi, opinioni, battute ecc. entreranno a far parte della vita di tutti, bimbi compresi… l’importante è che si abituino a capire e a pensarci sopra. E a me l’Italia piace proprio per questo. Certo non amo l’invadenza ma da quella si sfugge con facilità.
Poi a me confondevano Bea con un maschio anche se era vestita di rosa… pazienza…
Sul capitolo nonni o parenti personalmente credo che abbiano molto da dare, come lo hanno dato a me e non mi disturba che ogni tanto abbiano voglia di suggerimenti… so filtrare (e magari sbaglio pure) ma la loro presenza (nelle dosi opportune) per noi è un valore non un peso. E i bimbi ringraziano perchè amano le loro presenza.
Mi comporto più o meno come fai tu, con la piccola complicazione che non posso ritornare in Svezia per refrigerarmi un po’ (mentalmente, s’intende, ma anche fisicamente di questi tempi non mi dispiacerebbe)per nulla.
Diciamo che quando ero una mamma principiante i commenti inopportuni mi ferivano a morte, e ne ho sopportati parecchi da brava genitrice di un bimbo amplificato.
Poi sono maturata, o forse mi sono in qualche modo anestetizzata a certe interferenze, altrimenti avrei rischiato di impazzire. Ogni caso è a parte, naturalmente, ma penso che in via generale quando i nostri figli sono ancora piccolissimi e noi ancora invischiate nel cliché del “devo essere una brava madre” le critiche non richieste ci scalfiscono di più. Poi ci abituiamo, maturiamo, metabolizziamo, inspiriamo ed espiriamo più volte prima di sbroccare. Cresciamo, insomma, giusto per rimanere in tema con il vostro blog. I genitori crescono, i figli pure. I rompipalle professionisti, invece, non ne saranno mai capaci.
Postilla doverosa: per quanto io mi sforzi, le interferenze gratuite dei parenti ancora non riesco a digerirle del tutto. Il commento volante dello scassascatole di turno, invece, non mi fa né caldo né freddo. Ora. Ora che mio figlio è un giovanottino di 8 anni. C’è voluto parecchio tempo, ma ho imparato ad essere più menefreghista.
Ah! Vado a comprare un cappellino rosa a Superboy per una prova del fuoco. Stiamo partendo per una cittadina di provincia dove ci conoscono tutti, voglio vedere se riesco sul serio a mantenere il self control quando, 10 a 1, mi domanderanno: “Ma tu non avevi un maschio?”
@CloseTheDoor: io vesto il mio di rosso e lo prendono per femmina… pensa un po’! 😀
comunque anche io sono fuggita lontano dalle famiglie perchè non voglio l’interferenza dei nonni, purtroppo però per questo motivo mi sento succube delle estati tutti insieme, più periodi in cui vengono a trovarci (col passare degli anni sempre più lunghi) con la scusa che serve una mano quando le scuole sono chiuse, sinceramente inizio a odiare l’estate e non vedere l’ora che finisca. la libertà costa cara ma quando la ottieni è difficile farne a meno…
Personalmente trovo che per strada ci si sprechi in commenti non richiesti, ma trovo che sia per lo più voglia di chiacchierare o per lo meno sentire meno la solitudine… Quindi rispondo sul vago.
Quello che mi fa imbestialire sono le ingerenze ei nonni… Mio padre che insegue la pupa con una cucchiaiata di pappa 20 minuti dopo che lei ha finito di mangiare e sta facendo i suoi giochi, per esempio, e infrange in una botta sola 3 o 4 regole di casa!!
@Girandola precaria 🙂 Posso consigliarti di leggere questo post? https://genitoricrescono.com/come-affrontare-conflitti-nonni/
Pat pat, ci vuole tanta tanta pazienza con i nonni 😉
Noi siamo nella stessa situazione, lontani da casa (sia in senso lato che in senso stretto) e dunque immuni ai commenti. Ma quando capita di essere in Italia e di subire l’attacco intorno a me, onestamente mi dico “meno male che tra un po’ si riparte”, perche’ io davvero non ce l’avrei la pace interiore per abbozzare a destra e a manca se stessi li’, e credo che chi riesce a farlo ha davvero delle doti di diplomazia che io mi sogno. Del resto io la pace interiore sapevo di dovermela andare a cercare moooolto lontano da casa, e cosi’ e’ stato…
Forse, pero’, i commenti sulle distinzioni di genere non mi darebbero alcun fastidio, sono la prima a sentirla forte (non che dipenda da un cappello rosa, ma se mia figlia e’ femmina preferisco che si intuisca e non la chiamino “wee boy”!).
Pat pat, dai che tra un po’ si rientra ;-D
certo che se vesti di rosa un bimbo di due anni è ovvio che lo prendano per una femmina, e se ne parli vuol dire che non è vero che la cosa non ti turbi minimamente… ti consiglierei di cambiare colore.
Sto scherzando, eh 🙂
io ODIO i consigli non richiesti, ma il commento principe, largamente elargito da nonni e zii vari, quello che mi fa davvero partire l’embolo, è “Certo che M. è molto migliorato”. Ecco, quando qualche parente fa questo commento sui miei figli mi vien voglia di prenderlo e attaccarlo al muro, ovviamente non faccio nulla e manco dico niente, il tentativo è di fare un complimento in buona fede (credo), ma che cosa vuol dire? Che prima era peggiore?
@Marcel scusa ho dimenticato di dire che il “è molto migliorato” lo riceviamo anche noi, e anche io resto di stucco 🙁
E pure tu Serena, a provocarli con un cappellino rosa 😉 A parte gli scherzi io fino a maggio circa stavo uscendo pazza con mia figlia perché ha iniziato a darmi fastidio il fatto che venga presa per un maschio, quindi ho ceduto alla sua richiesta di comprarle un paio di sandaletti rosa… per scoprire poi che se la vesto di un colore diverso dal rosa/viola, il dettaglio dei sandali non basta. Perfino il rosso è considerato un colore da maschio (!!!). Quindi ho concluso che sono i vecchietti al parco a essere daltonici, e per il momento il problema non si sta ponendo perché con l’estate mi sono lanciata con i vestitini – quindi, pochi dubbi ma nemmeno così pochi: il biciclettaio da cui sono andata l’altro giorno ha salutato mia figlia con vestitino a fiori “Guarda che bel bambinO”!.
Per gli altri commenti, dipende con chi ho a che fare. Il fatto di vivere in Italia mi obbligherà certamente a rispondere a tono a certe osservazioni.
Per esempio: come siete messi voi nuovi Svedesi alle richieste di baci da parte di estranei? (Grrrrrrrrrrrrrrrrrrroaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarrrrrrrr)
Proprio l’altro giorno in montagna mi è capitato di rispondere a tono ad una conoscente che mi chiedeva se non avevo paura a far andare mia figlia 3,5 e mia nipote 8 da sole a casa delle amichette a 100 mt di distanza per vedere i girini in una bacinella… Gli ho detto che preferisco lasciarle un po’ di autonomia, visto che poi la cugina non è certo piccola! Io alla sua età uscivo di casa al mattino e tornavo solo per pranzo! E all’età di mia figlia ero sempre in giro con mia sorella più grande e le sue amiche. Vedo che sono sopravvissuta! Non so come vogliamo far venire su sti figli senza dargli un minimo di fiducia e libertà!
Per le differenze di genere qui in Italia è davveo impossibile avere un dialogo aperto con la vecchia generazione. Cmq ammetto che vesto la mia bimba spesso con il rosa o viola, ma solo perchè sono i suoi colori preferiti e piacciono anche a me!
@Maminvacanza anche io penso sempre a quanta poca libertà di movimento hanno i nostri figli in confronto a noi. Un vero peccato! Forse l’estate in vacanza è il momento migliore per concedergliela un pochino.
@Closethedoor AARGHHH! Il bacino agli estranei è totalmente sconosciuto in Svezia per fortuna, e mi fa infuriare veramente tanto. I miei figli per fortuna si sono sempre rifiutati di farlo, e io alzando le spalle ho sempre risposto con il sorriso alla assurda richiesta degli estranei, e in separata sede ho sempre detto ai miei figli che non devono mai dare un bacio ad estranei, e se non hanno voglia di farlo nemmeno a gente conosciuta.
@Marcello ma il rosa e il lilla sono i suoi colori preferiti al momento e visto che a Stoccolma nessuno esprime commenti in merito (né positivi, né negativi) non vedo perché negarglielo. E quando scendiamo in Italia non posso mica rifargli il guardaroba apposta, no? 😉
Ogni tanto capita che mia figlia sia vestita di rosa…non amo molto quel colore, ma in Italia sembra quasi che non esistano altri colori per le bambine…alla fine, viene comunque scambiata per un maschio ://
Forse qui ci siamo più abituati, io rispondo sempre a monosillabi e con un sorrisino forzato, di certo non mi metto a fare discussioni; poi di solito la rispostaccia la rifilo per dietro o a mio marito, quando lo scocciatore se n’è andato.
Per i parenti, li abbiamo lontani anche noi e quello che mi viene da dire è…per fortuna!!!
La realtà è proprio questa!E’ quasi impossibile sfuggire a commenti e consigli non richiesti di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti; io di solito rispondo con un sorriso di circostanza e poi continuo a fare a modo mio. Appena diventata mamma, però, non era così semplice sorvolare…infatti ho scritto un post sulla sciagura dei consigli non richiesti che piombano addosso alle neo mamme a poche ore dal parto:
http://www.mammeimperfette.com/2012/05/basta-ai-consigli-non-richiesti.html
ma effettivamente quello è solo l’inizio! 🙂
Parole sante, io devo scontrarmi ogni giorno con le intrusioni della zia e
del nonno, con il risultato che il pranzo che per causa di forza maggiore condivido appunto con il nonno e con la zia si trasforma in una battaglia con il mio duenne che si sente autorizzato a fare tutti i capricci del mondo, se io dico no il nonno dice poverino non piangere te lo da il nonno
oppure la zia che per ogni cosa ha un biscottino o una caramella consolatori. E’ veramente frustrante, pi volte ho cercato di dire che così non va bene ma niente e nessuno mi ascolta…..a volte anche io desidererei una vita a km dalla mia famiglia. Buona estate!!
@mammajeais le caramelle riparatrici sono un problema anche per noi! Io nemmeno le sopporto molto, poi mi dico che alla fine se le ricevono solo dai nonni e non dai genitori va pure bene così 😉
@Adele indubbiamente per la neomamma è più difficile rimanere serena e tranquilla. Ci vuole una grande forza di volontà e sicurezza.
@Bimbocercasi @CloseTheDoor anche mia nipote nel primo anno di vita è sempre stata scambiata per maschio, anche se in gonnellina rosa con fiorellini. Credo fossero i capelli corti. Poi crescendo non è più successo.