Che madre sono?

pattinare_ghiaccioIeri mattina c’era una di me che sarebbe rimasta volentieri in casa. Un programma incentrato sul dolce far niente. Come ai vecchi tempi (ma ci sono veramente stati i vecchi tempi? O è uno scherzo della memoria?)
Questa me la chiameremo la numero uno.

Poi c’è l’altra di me, quella che crede che la domenica sia per passare tempo di qualità con i figli, e allora si mette d’accordo con altri amici, pianifica, si dà da fare, perché sia una bella giornata in cui la sera si torna a casa stanchi ma felici.
Questa me la chiameremo la numero due.

La me-numero-uno si alzerebbe con comodo, e manderebbe volentieri marito e figli fuori dai piedi a godersi del tempo speciale tra di loro.

La me-numero-due si alzerebbe un’ora prima degli altri, e preparerebbe i panini per tutti. Poi una volta pronta la famiglia, si accingerebbe a godersi una giornata di attività insieme.

La me-numero-uno indosserebba una comoda tuta, preparerebbe il caffé, pronta ad affrontare una giornata di pigrizia prolungata in compagnia del giornale.

La me-numero-due il caffé lo metterebbe nel thermos, e si vestirebbe di numerosi strati alternati tra pile e lana, pronta ad affrontare vari gradi sotto zero.

La me-numero-uno si perderebbe tra gli scaffali a ricercare romanzi letti tanti anni fa, magari in adolescenza, e proverebbe a rileggerli per vedere l’effetto che fa.

La me-numero-due uscirebbe al freddo, si farebbe accecare dal bianco della neve nell’unica giornata di sole della stagione, ed andrebbe con la famiglia a pattinare sul ghiaccio come faceva quando aveva 20 anni, per vedere l’effetto che fa.

La me-numero-uno quando le venissero a noia i romanzi adolescenziali, si metterebbe a guardare un bel film, coprendosi con la sua calda copertina mentre se ne sta comoda sul divano, godendosi il raggio di sole che entra dalla finestra.

La me-numero-due si maledirebbe per aver dimenticato gli occhiali da sole, e per essersi trascinata sul ghiaccio a pattinare, mentre non si ricorda assolutamente nulla di come si fa.

La me-numero-uno schiaccerebbe un pisolino sui titoli di coda

La me-numero-due si troverebbe due piedi congelati dentro i pattini stretti, e incerta tra il correre dietro ad un figlio o arrampicarsi su una montagna di ghiaccio dietro l’altro, sverrebbe volentieri, se solo non ci fosse ghiaccio per terra che renderebbe il tutto poco confortevole.

La me-numero-uno si sveglierebbe con un leggero torcicollo, dovuto alla posizione rannicchiata sul divano, e si troverebbe incerta se farsi una cioccolata calda o un te in cui inzuppare i biscotti alla mela conservati nella credenza in cucina.

La me-numero-due ascolterebbe le lamentele del piccolo stanco e affamato che si rifiuta di mangiare i panini, e con i piedi ancora congelati, cercherebbe di convincere tutti a tornarse ne a casa, invidiando profondamente la me-numero-uno.

La me-numero-due si chiede spesso se la me-numero-uno sia la vera me, e se sia veramente il caso di darsi da fare per sembrare la me-numero-due.

La me-numero-uno saprebbe risponderle che in fondo tutta quella pigrizia le verrebbe presto a noia.

La me-numero-due dopo essersi finalmente scaldata, e riposata come si deve, rifletterebbe orgogliosa di come sia riuscita a fare una cosa simile al pattinare senza cadere nemmeno una volta

La me-numero-uno aspetterebbe la famiglia a casa e si farebbe raccontare dai figli come si sono divertiti a pattinare sul ghiaccio con il padre, e sarebbe immensamente invidiosa di non aver condiviso l’emozione con loro.

La me-numero-due e la me-numero-uno si sono quasi messe d’accordo per accettarsi così come sono, senza starsi a chiedere chi di loro sia meglio. Semplicemente due aspetti della stessa me ognuna con i suoi pregi e difetti, ma entrambe vere e oneste.

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28 thoughts on “Che madre sono?”

  1. c’è un libro che consiglio a tutte le donne con personalità plurime (non solo madri, ma la maternità fa uscire fuori le varie nature) ed è Latte Nero di Elif Shafak. da provare.

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  2. Serè… Serè…Serena mia. Ecco, se ne parlava anche il altra sede e lo confermo anche qui: tu in questo periodo attraversi davvero uno stato di grazia. Dopo tanti pseudopost sull’argomento che ho letto in questi ultimi giorni, il tuo è davvero una boccata d’aria fresca.

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  3. Meno male, molto consolante.
    La me-uno sta rinascendo giusto negli ultimi mesi ma è ancora una pulzella poco esperta 🙂
    La me-due sarebbe ben presente e vigile, vogliosa di praticare ma si scontra con la personalità uno di mio figlio (solitamente dominante).
    E quando in casa si è già in due ad avere sdoppiamenti della volontà, ecco che i personaggi in azione si moltiplicano pericolosamente.
    Ma sulle trattative per la risoluzione delle controversie potremmo scrivere un trattato, quindi tutto ok!

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    • @begonia che meraviglia. Tutto più semplice così! 😀
      @Paolo e no mio caro. E’ robba verissima questa
      @Bimbo cercasi ci si capisce tra noi con personalità multiple 😉
      @Marzia le infinite combinazioni di personalità!!! Non voglio nemmeno provare a pensarci per scherzo. In bocca al lupo! (come sempre)

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  4. E sei fortunata che siete solo due 😛 Anche per me una bella domenica si sta pure in casa ma poi vedo la Stellina isterica verso le 14 e scattano i sensi di colpa (e quindi siamo in due “me”), però ho anche una terza me che scalpita perché vorrebbe lavorare che se no si sente in colpa e quindi gli equilibrismi del week-end sono variamente acrobatici!!! Alla fine è quasi riposante quando arriva il lunedì

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  5. Hai detto niente. La differenza tra le tue due me e le mie due me è che le mie si menano. Loro non parlano, non si mettono d’accordo, ma litigano continuamente.
    La mia me-numero-uno da un annetto a questa parte ha fatto un colpo di stato e si è impadronita delle mie domeniche pomeriggio. Tra un aspirapolvere e un tè caldo è padrona della casa e di 5 ore della mia vita. In quelle 5 ore la mia me-numero-due la infama, le dice che è una pessima madre e che tutto questo le si ritorcerà contro molto, molto presto.
    Quelle rare volte che la mia me-numero-due vince una battaglia e organizza incontri con gli amichetti dell’asilo, la me-numero-uno batte i cucchiai contro le sbarre della sua momentanea prigione facendo un baccano della madonna, gridando “te l’avevo detto!” e facendomi sbuffare un “che 2 OO” ogni volta che un minore le si avvicina con una qualsiasi richiesta, dal “mamma, moccio” al “mamma vieni a vedere quale stupenda opera d’arte hanno prodotto le mie prodigiose manine”.
    Questo per dire che quell’ultimo paragrafetto buttato lì con nonchalance alla fine dell’articolo non è un ca$$o di ultimo paragrafetto, ma è ciò che fa la differenza tra sopravvivere e finire in analisi. 🙂

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  6. sembra una nuova frontiera del proverbiale multitasking femminile… trovarti alla sera con il tuo me numero due e raccontarti la giornata.
    io che sono maestro di delega il mio me numero due l’ho consegnato a moglie e figli, di solito me lo riportano un po’ stanco ma in buono stato

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  7. Che bel post!
    io aggiungerei anche la me – mamma -numero tre, quella che si vestirebbe di tutto punto e andrebbe a farsi fare capelli-ceretta-mani-piedi-massaggio e poi tanto shopping.

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    • @ALEM ma la numero tre è amica della uno, e di tutte quelle in conflitto con la due. Lei è l’unica inconfondibile 😉
      @Lucia grazie per il bellissimo complimento
      @marcel quella della delega in effetti è una grande strategia 😉
      @Marica non per nulla ci ho messo un “quasi” in quella frasetta. Ci vogliono anni, ma sono sicura anche la tua me-numero-uno e numero due faranno la pace ad un certo punto.
      @closethedoor il lunedì è il più bel giorno della settimana da qualche anno a questa parte 😉

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