C’è sempre qualcuno che sa cosa dirti

non_come_mia_madreDue mattine alla settimana LaPulce sta con il nonno. Questi, da persona previdente, ha iniziato a portarla a passeggiare e a giocare al parco più o meno quando ha compiuto cinque mesi: dapprima mezz’ora, poi un’ora, poi due.. fino ad arrivare a quattro / cinque quando sono tornata a lavorare.
Ovviamente, finché ero in congedo, durante quelle due ore in cui restavo sola a casa, sono sempre scattate le grandi manovre di cui solo una mamma amplificata può rendersi capace: pulizie ordinarie e straordinarie e un po’ di lavoro (quello da freelance).

Negli altri giorni, invece, siamo sempre stati Mr Wolf o io – o tutti e due – a portare fuori LaPulce, che è una vera creatura degli spazi aperti.

Un bel giorno, come raccontavo qui, ero al parco. Una mattina in cui il parco, chissà perchè, era pieno.

Mi si avvicina una nonna: “Oh, LaPulce, eccoti qui! che bello vederti! perchè ti vediamo sempre con il nonno, sai? ah, lei è lamamma? brava Pulce, oggi sei riuscita a farla uscire, come hai fatto? brava signora, che viene un po’ anche lei al parco, si vede proprio che alla bambina piace ….”

Io muta.
Un turbine di emozioni, di pensieri, di contraddizioni dentro e fuori di me.
Lo so – ancora adesso devo dirmelo – che probabilmente parlava a se stessa, o a sua nuora, o a sua figlia, chissà. Lo so che non sapeva niente di me e che, come spesso accade, il suo commento non era riferito a me ma a qualcosa dentro di lei e riferito alla sua famiglia o alla sua nipotina.

però .. mi chiedevo allora e mi chiedo oggi:

perché mi lascio così incastrare dai commenti degli altri?
perché poi la sera resto insonne nel letto a rimuginare … sulle mie tante attività e il loro bilancio?

ma soprattutto, perché comunque vada, e per quanto in buona fede tu abbia costruito le tue soluzioni e le tue proposte di gestione del tempo e delle attività, trovi sempre qualcuno pronto a tirare il colpo?

A volte, il confronto diventa davvero difficile, sembra che ogni tappa, che bene o male attraversiamo tutte, facendo le nostre scelte sulla base di chi siamo, delle condizioni in cui ci troviamo, delle persone che abbiamo attorno, possa essere giudicata o almeno messa a confronto con qualcosa di “meglio”.
Mi è successo con la gravidanza, il congedo, il parto, l’epidurale, l’allattamento, lo svezzamento … e ovviamente il lavoro e la gestione del distacco.
Ma continuo a voler raccontare quello che vivo, cercando sempre di ricordarmi che una premessa è essenziale: non è La Soluzione, ma la mia personale idea per questo momento.

Forse a quella nonna avrei dovuto fare presente che anche pulire la casa era un modo di essere una brava mamma, perché avrei donato a mia figlia un ambiente migliore per la sua crescita…

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22 thoughts on “C’è sempre qualcuno che sa cosa dirti”

  1. Anche a me era sembrato che supermambanana dicesse le stesse cose, una volta sembrava piu’ leggittimo l’allevamento collettivo dei figli, e anche le rampogne a bimbi o a genitori… E un grosso cambimento culturale questo. Sarebbe lungo parlarne ora ma comporta nuovi stili di allevamento, più autonomia ma
    nxhe insicurezze e fragilità…

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  2. Io penso che a volte le persone potrebbero evitare spiacevoli commenti!
    Non devi preoccuparti ed andare per la tua strada, ci sarà sempre qualcuno che ci criticherà in ogni caso!
    Purtroppo se la critica riguarda il nostro ruolo di madre, ci sentiamo toccate nel vivo!

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  3. Io invece sempre di più mi convinco che certa gente parla solo per parlare. Perché non sa di cos’altro parlare, voglio dire. Come si parla del calcio, di maestri e grembiuli, di pronti soccorsi o del tempo. Perché in fondo non hanno altro da dire.

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  4. esperienze vissutissime quella del farsi mettere in crisi, ascoltare e giudicare.
    adesso quando qualcuno parla riesco meglio a riconoscere se lo fa per cattiveria, per noia, per carattere o tanto per attaccare conversazione.
    quando si tratta di cattiveria bisogna usare la limitazione dura, o l’ironia pesante. negli altri casi provate a fare voi delle domande, in genere si scopre un mondo.
    ma chissà perché noi madri siamo sempre troppo insicure, non se ne può più. ribelliamoci a noi stesse

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  5. strano perche’ il mio commento era proprio in linea con Monica, o almeno voleva esserlo. Quel suo parlare di “pluralita’ di voci”, di coro, di sfondo, era quello che mi aveva fatto venire in mente il racconto del mio papa’. Certo che erano altri tempi e che il contesto non si puo’ riprodurre, ma questo nostro esser sempre pronti a scattare come molle se sentiamo un commento (e non sto parlando soltanto dei figli) a volte e’ ingiustificato. E ti parlo come una che vive all’estero quindi ti lascio immaginare come IO scatto come una molla ogni volta che torno in patria per le vacanze e porto i bimbi al parco!

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  6. Monica, la tua riflessione mi è piaciuta moltissimo, invece supermambana non volermene, ma non sono completamente d’accordo:

    – confrontare il contesto in cui crescono i nostri bambini oggi, con quello dei loro nonni o bisnonni non ha molto senso. Crescevano in famiglie allargate dove nella stessa casa c’erano a crescerli, oltre alla madre, nonne, prozie, zie e fratelli. E senz’altro pure vicini e compaesani. Il punto di vista del medico di famiglia era unico e indiscutibile. Fosse meglio o peggio, non sta a me giudicare, ma chi “metteva becco” non era di fatto un estraneo.

    – non è che perché uno diventa vecchio, improvvisamente si trasforma in un oracolo da cui provengono solo bontà, giustizia e verità. Ci sono persone anziane in gamba, e altre spiacevoli, esattamente come per gli adulti o i giovani. Io vivo in una palazzina piena di ottantenni, e non c’è giorno che non passi almeno mezzora, sulle scale, in cortile, o in casa di uno di loro. Ma nessuno si è mai sognato di chiedermi cosa do da mangiare a mia figlia o quando tornerò al lavoro, perchè sono persone intelligenti. Così intelligenti da negare, anche ora con le finestre aperte, che mia figlia pianga ogni tanto. Dicono che non la sentono mai, e le sorridono.

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  7. Monica, non potrei esser piu’ daccordo. Mi viene in mente una serata con mio padre, che si ricordava della sua infanzia, e diceva che all’epoca i figli erano figli di tutto il quartiere. Loro giocavano in strada, e tutte le signore del circondario erano praticamente coinvolte, dallo sgridarli (o menarli, dati i tempi), mettere (o togliere) loro la maglietta o il cappello, fornire merende, mandarli a fare commissioni eccetera. Non credo che mia nonna si sentisse violata/offesa nella sua maternita’ se la “commara” di fronte le gridava dalla strada oh vedi che il figlio tuo sta freddo porta fuori una maglia. Certo, altri tempi. Certo. Ma magari stare un po’ piu’ rilassate serve a tutti. Se non altro a parlare meglio coi nostri vecchi.

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  8. Già … Si va dalla banalità alla cattiveria (ne avrei due o tre in saccoccia da raccontare), stupida e gratuita. E ci sono due livelli in cui la vivo, come mamma, mi disturba/ turba/ offende questa violazione di un momento delicato della mia vita – in cui sono ipersensibile… In genere tendo a ignorare del tutto le voci di sfondo ( e mi feriscono magari quelle più familiari). Nella maternità mi riconosco più “vittima ” della pubblica opinione. Eppure se mi allontano di poco, mi distacco idealmente dal mio ruolo materno mi rendo conto che questa pluralità di voci vorrebbe anche insegnare, indicare, suggerire un modo di essere genitore, indicando e sottilineando cosa sembra più importante all’educare un bimbo! Come se queste voci di coro, di sfondo, noiose, invadenti, irrispettose servissero paradossalmente e al contempo per alzare il livello della nostra consapevolezza nell’esser madri. Forse usarle senza esserne vittime e’ importante, forse portarsi via la parte intelligente di una critica aiuta il nostro essere madri e genitori. Anche a relativizzare le nostre menate di assuluto. I nostri bimbi, si educheranno con altri, e nel tempo. Le nostre scelte , ciuccio, tetta , lettone, vaccini si stempereranno dopo una decina di anni ( io sono arrivata a quota 12 anni con la 1 figlia) in migliaia e miglia ia di decisioni che relativizzano le prime scelta e i giudizi – inopportuno – esterni… Ciao Monica

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  9. machissenefrega! impariamo tutte ad essere più dirette e a non permettere alle nostre paure di avere il sopravvento. Se questo tipo di persone non ci fanno dormire la notte è solo perchè noi permettiamo loro di arrivare alle nostre debolezze e paure.

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  10. Cara Silvietta,
    più ti leggo e più mi immedesimo in quello che racconti…anch’io tenderei a rimuginare su quello che ti dice la gente, però con la gravidanza ho acuito il mio istinto di sopravvivenza (leggi menefreghismo) e sono giunta alla conclusione che nella maggiorparte dei casi la gente parli per niente.
    In buona fede, certo, ma farebbe spesso meglio a farsi i fatti suoi. Mia madre dice che sono burbera e asociale e che 2 chiacchiere non fanno male a nessuno, ma è colpa mia se a certe persone non so che dire?
    Comunque sono migliorata. Alla nonna invadente non rispondo più: “ma perché non sta attenta a suo nipote che si sta sfracellando dallo scivolo?” oppure: “grazie, e dov’è sua figlia che è tanto che non la vedo?”.
    Adesso sfoggio un sorriso ci circostanza, oppure devio l’attenzione facendo qualche falso complimento al povero nipote.
    Sono quasi normale.
    PS: io abito a Roma a Montesacro, vuoi che andiamo al parco insieme? 🙂

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  11. errata corrige dell’ultimo pezzo:

    La allatta lei? – mi sono sentita domandare giusto ieri dal fornaio.
    No, ha solo quattro mesi e apre da sola la porta del frigo.

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  12. Concordo con Luci che spesso noi proiettiamo nelle parole degli altri i nostri fantasmi, ma non sono del tutto convinta che le parole degli altri siano sempre innocenti.
    Guarda caso, la maggioranza degli estranei va sempre a parare su certi argomenti: i più gettonati sono l’allattamento, lo svezzamento, il sonno e il lavoro (delle madri! dei padri chi se ne importa..).
    Chiunque abbia avuto un bambino, o sia stato vicino a qualcuno che l’ha avuto, sa benissimo che sono argomenti spinosi: se l’intento è solo di fare due chiacchiere, perché non parlare d’altro?

    Non solo, se a nessuno verrebbe in mente di entrare nel privato di un adulto, in fila prima di noi alla cassa del supermercato, chiedendogli se la notte prima ha dormito o cosa ha mangiato, perché invece tanti si sentono in diritto di chiedere qualunque cosa solo perché c’è di mezzo un bambino?

    <>, mi sono sentita domandare giusto ieri, in fila dal fornaio.
    <>

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  13. mi sono ritrovata molto nelle tue parole, lo scontrarsi -inevitabile- con tutte quelle persone che “sanno bene cosa fare”, anche se è poi una loro proiezione su di te di situazioni personali, ma intanto le parole arrivano a te, il rimuginarci sopra (le notti paiono fatte per questo, a volte!), il cercare comunque una risposta, e il punto di arrivo (o di partenza?): sto facendo quello che riesco, quello che mi sembra giusto, quello che ritengo adeguato alla mia situazione, che ovviamente, le altre persone non possono conoscere…e credo che questo sia, comunque, un gran bel modo di essere mamma, essere mamma a modo proprio!

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  14. come dici tu, e’ lo studio dietrologico dei commenti altrui che ci frega. Ammettiamolo, perche’ mai la signora con quel commento avrebbe voluto farti tutta una lunga e implicita argomentazione sulla tua idoneita’ all’essere madre? Non e’ forse che lei, e la maggior parte di quelli che incontriamo, lanciano soltanto cosi’ commenti generici? Tanto per? E che dovremmo prenderli per quelli che sono, commenti per far conversazione? Forse e’ che non siamo piu’ abituati a parlare con la gente, parlare in generale, parlare per parlare, troppo concentrati su noi stessi. E lo sto dicendo a me innanzitutto.

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