La Staccata: io e Superboy adoriamo Jack Sparrow. I motivi della nostra comune passione sono assolutamente antitetici, come in particolar modo le signore potranno intuire, fatto sta che non abbiamo perso un episodio di Pirati dei Caraibi, la sua irresistibile saga. In questo libro, però, l’affascinante mondo piratesco viene dipinto sotto una prospettiva del tutto originale. Ha il pregio di mantenere tutto il fascino delle avventure per i mari e di offrire una storia comunque coinvolgente, anche se priva dei classici elementi che caratterizzano la pirateria: niente botti di rum, combattimenti all’ultimo colpo di spada, sinistri uncini o arrembaggi cruenti ai danni delle altre navi. Persino le malattie trasudano arte: nessuna peste nera a decimare la ciurma, ma Logorrea Shakespeariana, una patologia di cui soffro abbondantemente e che, non contenta, ho trasmesso al simpatico marmocchio che mi aiuta a scrivere recensioni per questa rubrica.
Capitan Macero è un feroce pirata . Vuole scovare un’isola magica che custodisce la Leggendaria Biblioteca che contiene tutti i libri del passato, del presente e del futuro per distruggerli.
Capitan Calamaio è un giovane pirata appassionato di arte in tutte le sue forme; è tenacemente convinto che la penna sia decine di volte più forte della spada. Solca i Mari della Conoscenza in compagnia di una ciurma che di piratesco ha ben poco: scultori, musicisti, danzatrici e Pennino, la piccola vedetta che da grande vuole fare l’attore. Le vele della sua nave sfoggiano giganteschi papiri tessuti con una speciale fibra indistruttibile e ornati da racconti, spartiti musicali, poesie e disegni. Per salire sulla Pergamena è necessario prestare una solenne promessa: “Rinuncio all’uso della violenza e giuro di non ricorrere mai alle armi”. Viene incaricato dalla principessa Acquerella di divulgare la cultura in giro per il mondo. Ci riuscirà? Questo non posso svelarvelo, è segretamente vietato dalla policy di questo spazio.
E’ una bella storia che, ne sono certa, appassionerà molto anche i vostri bambini, persino quelli allergici alla lettura. Un’idea originale e ben scritta che sviluppa il concetto di amore generale per l’arte, in particolar modo per i libri, in modo semplice e accessibile. Celebra in modo fruibile anche ai più piccoli la capacità di cambiare il mondo attraverso la parola e il pensiero, è un’autentica dichiarazione d’amore alla carta stampata e al piacere che si può trarre tuffando la testa nelle pagine profumate di un libro.
I miei complimenti a Massimiliano Micheli il quale, fra parentesi, a Jack Sparrow somiglia un bel po’. Preciso, a scanso di incresciosi equivoci, che il fatto non ha minimamente influenzato il mio giudizio positivo sul suo libro. Ecco, lo so belle signore, siete tutte a smanettare su google immagini. Ho indovinato? Ho indovinato, sì 😀
Lo consiglio a partire dagli 8 anni.
Superboy: a me piacciono moltissimo i film di Jack Sparrow. Mi affascinano perché sono fichi (si può dire “fichi” su genitoricrescono?). Spiego meglio: sono film molto strani, perché si pensa a un pirata molto duro, in realtà non è così duro Jack Sparrow. Un po’ dentro è buono, ma fuori è un pazzo. Al mondo siamo tutti un po’ pazzi, ma lui di più. Anche Capitan Calamaio è un pirata molto particolare perché invece di prendere una spada e sparare con un bazooka alle persone preferisce parlare e ragionare. Lui ama i libri e anche tutta l’arte. La sua ciurma è diversa da quella degli altri pirati. Non fanno a botte e non si ubriacano perché sono artisti, sono molto legati fra loro e amano scherzare. Capitan Calamaio aveva un compito, quello di portare il Libro Magico che contiene tutte le storie passate, presenti e future, in salvo dal Capitan Macero. Il macero è il posto dove si distruggono tutti i libri, mi sembra proprio un nome azzeccato il suo.
C’è una scena che mi ha fatto ridere: in pratica c’erano Camalaio e Acquerella, lui sembrava quasi che voleva darle un bacio e un attimo dopo si è ritrovato su una barca in mezzo al mare. Secondo me Acquerella è rimasta un po’ male. Beh… non è che fosse bruttissimo questo capitano! Il delfino Diapason comprare molte volte nella storia e fa da guida in due occasioni: quando Calamaio torna a casa e quando deve tornare all’Isola del Sapere. Io adoro i delfini, mi piacerebbe nuotare con loro a patto che non mi facciano volare via come una palla.
Questa storia è interessante anche se non è proprio tipica dei pirati: c’è avventura, un po’ d’amore, mistero, magia ma non c’è violenza (a parte quando fanno una lotta ma quella era necessaria per battersi contro Capitan Macero). Capitan Calamaio dice una cosa molto importante: è meglio utilizzare le parole che la spada e la violenza.
La cultura è un’arma. Perchè se tu sei ignorante possono “fregarti”, me lo dice sempre la mia mamma. Magari nella vita farai il meccanico, non è che tutti devono laurearsi per carità, però devi studiare perché altrimenti puoi far pagare gratis una cosa a un cliente, invece deve pagare 50 euro, tipo. E poi devi studiare e leggere per te stesso, per il gusto di conoscere le cose. Io amo leggere perché imparo. Infatti a scuola mi chiedono: – Perché sai questa cosa? Perchè ti ricordi questo?- E io rispondo: – Beh, perché leggo tanto e mi ricordo quello che leggo. – Non vuol dire che sono tanto intelligente, ma fortunato perché ho molta memoria.
Anche chi non ha memoria può leggere i libri, per il gusto del momento anche se poi non ti ricordi proprio tutto. Perchè ti insegnano sempre qualcosa, i libri. A proposito: quello che insegna questo libro è che è meglio utilizzare le parole al posto della violenza, cosa che un mio amico non fa.
Lo consiglio a partire dagli otto anni, più o meno.
– de La Staccata –
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1 thought on “Capitan Calamaio e il Libro Magico”