Abbracciare il caos senza farsene travolgere è la grande lezione che la maternità mi ha regalato. Basta darsi un minimo sindacale di ordine. I bambini hanno bisogno del loro caos, raccogliendogli continuamente le cose dietro non gli facciamo un favore, li priviamo dei loro punti di riferimento. Che magari noi non vediamo e glieli spolveriamo via.
Ricordo che prima di avere figli Maschio Alfa un giorno fece scoraggiato: “Io non lo so come faremo a insegnare l’ordine ai figli, con te come esempio per casa”. Erano gli anni in cui un giorno, in un’orazione accorata, avevo rivendicato il mio diritto al disordine.
Perché vedete, io sono un tipo visivo e del mio caos ne ho proprio bisogno per ricordarmi le cose che devo fare, farmi venire idee, mettere insieme pezzi che apparentemente non pertengono alla stessa categoria, ma mi servono per crearne una nuova. Nelle case delle riviste minimaliste di arredamento io mi suiciderei dopo due giorni. Ma prima gliele spettinerei un pochino.
Adesso che di figli ne sto tirando su due, in un paese che come modello unico pedagogico ha il mantra di “ordine, regolarità, pulizia” posso tirare due somme sul caos e il suo valore educativo. Vedete, la vita è caos, i bambini sono anarchici e hai voglia a seguire le tabelle, tanto ti dicono tutti che ogni bambino ha i suoi tempi.
Diciamo che il mio mantra è diventato: pulizia moderata, caos e gioia. Al mattino, prima di uscire, pancia piena e mutande pulite. Pochi posti fissi per gli oggetti fondamentali (chiavi, tessere bus, occhiali e libri di scuola). Entrando in casa via le scarpe e le giacche nell’armadio, i vestiti sporchi nel cesto, i rifiuti nel secchio. Per il resto, disordine artistico e creativo e tante coccole rotolandoci per terra. Che fanno anticorpi.
Vi lascio con uno dei primi manuali per genitori che mi regalarono, il titolo secondo me dice tutto. A me è stato utilissimo. Spero lo sia anche per voi, perché la perfezione, sarà bella come indicazione di metodo, ma poi non è di questo mondo e se ne prendiamo atto e ci rilassiamo secondo me diventiamo genitori migliori.