Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi

4mesiHo ricevuto una richiesta di consigli da parte di una mia amica alle prese con quella che io chiamo la crisi del quarto mese (ma potrebbe essere anche 4 mesi e mezzo), che mi ha convinto a scrivere questo post che avevo in mente già da un po’ di tempo. Questa è l’email:

S. si avvicina ai 5 mesi e ho l’impressione che il latte non le basti più. Nel senso che io ne ho abbastanza, ma sembra sempre insoddisfatta. La pediatra mi ha consigliato di resistere ancora fino al compimento del quinto mese per cominciare con le pappe (adesso
prende comunque della frutta una o due volte al giorno, in aggiunta al latte che prende comunque ad ogni poppata), ma intanto lei chiede latte spesso.
Fa tante poppate brevi, e non riesco ad allungare il tempo fra una e l’altra. Spesso intendo meno di 3 ore, ancora ad intervalli piuttosto irregolari, e mi fa rabbia il fatto che poi ciuccia poco. Ha anche ricominciato a svegliarsi più volte la notte, ciuccia qualche minuto e si rimette a dormire.
Chiede la tetta se ha sonno (quindi sto facendo il contrario del metodo EASY: [*] mangia prima di addormentarsi invece che al risveglio), se deve fare i bisogni eccetera e il problema è che ogni volta sembra fame, ma non essendolo ciuccia poco e si addormenta (o evacua) e poi richiede da mangiare dopo meno di tre ore.
Inoltre, forse a causa di queste mangiate così ravvicinate o dell’insoddisfazione mangereccia, mi e’ attaccatissima. Prima dal padre prendeva il biberon la sera (le ho quasi sempre dato qualche aggiunta di latte tirato o artificiale la sera, quando io ne ho meno) o lo accettava di compagnia per addormentarsi, adesso no. Solo io. Quindi sono un po’ stanca….
La pediatra dice che con le prime pappe dovrebbe stabilizzarsi parecchio, nel frattempo io sto spingendo il papà e le nonne (quando vogliono e possono) a darle la frutta col cucchiaino o a portarla fuori in modo che si abitui anche un pochino a stare con altri.

Se il vostro piccolino di poche settimane di vita improvvisamente inizia a dormire male e a voler mangiare molto è probabile che si tratti di un salto di crescita. Il primo salto di crescita si presenta intorno ai 7-10 giorni di vita. E’ un momento molto delicato per le mamme che allattano perché la produzione di latte potrebbe ancora non essere arrivata a regime, ed è facile scoraggiarsi e pensare al peggio. Altri salti di crescita si presentano più o meno regolarmente nell’arco del primo anno di vita, e durano normalmente un paio di giorni (ma anche 5 o 6 giorni). E’ normalmente sufficiente attaccare il piccolo al seno più spesso per soddisfare le sue esigenze. In pratica se mediamente il pargolo mangia ogni 3 ore, tempi medi nei primi tre mesi di vita, nei giorni del balzo di crescita potrebbe chiedere di mangiare ogni 2 ore. La mamma deve bere molto e cercare di riposare per quanto possibile, per riuscire ad aumentare la produzione di latte. Se allattate da un lato solamente potrebbe essere necessario attaccare il bambino anche all’altro seno ad ogni poppata per aiutare la produzione di latte. La volta successiva si inizia dal seno che è stato dato per ultimo alla poppata precedente. Quando la produzione di latte sarà aumentata si può tornare ad allattare da un lato solo.

Ma il salto di crescita del quarto mese è a mio parere tra i più insidiosi, perchè è quello che spesso da il via a tutta una serie di abitudini che alcune di noi non hanno nessuna voglia di portare avanti per 2 anni o più (ciuccia per addormentarsi, finisce nel lettone nel mezzo della notte, ha bisogno di essere cullato in continuazione, vuole solo la mamma, e così via). Quando finalmente le cose sembravano funzionare, l’allattamento è a regime, la mamma ha imparato a riconoscere alcuni dei segnali più importanti del linguaggio del neonato e si lancia in incaute affermazioni quali ” E’ un angelo! Dorme tutta la notte!” ecco che il pargolo si trasforma e improvvisamente ci sembra che nulla abbia più senso. Perdiamo il controllo. E’ la prima volta in cui i nostri figli iniziano a farci sentire che le loro esigenze sono cambiate e dobbiamo adeguarci.
Dal punto di vista dello sviluppo stanno avvenendo moltissime cose proprio intorno ai 4 mesi. Il neonato inizia ad essere molto più consapevole di quello che gli succede intorno. E’ in grado di focalizzare lo sguardo ad un distanza maggiore il che gli permette di partecipare più attivamente alla vita famigliare, e questo potenzialmente lo rende felice ma allo stesso tempo lo stanca di più. Sta imparando a girarsi e si diverte ad esercitarsi in continuazione. Può iniziare a sedersi se sorretto da un supporto, il che gli da una prospettiva completamente diversa, e un’esperienza sensoriale che coinvolge maggiormente la terza dimensione. E’ sempre più preciso nell’afferrare gli oggetti a distanze differenti, ed è entrato nel pieno dell’esplorazione orale.

Ora io ve lo dico anche perché ci sono passata ben due volte, ed entrambe le volte ho fatto più o meno lo stesso errore. Ossia quello di entrare nel circolo vizioso – ha fame – sarà un salto di crescita – inizio ad allattarlo ogni due ore – si sveglia pure la notte – oddio non gli basta più il MIO latte – ricomincio ad allattarlo anche di notte – lui ci prende gusto – finisce il salto di crescita ma continua a svegliarsi la notte – ho sonno e quindi lo allatto pure stanotte, poi domani ci penso – e così praticamente ci si ritrova ad allattare ogni due ore (o più spesso) giorno e notte, finchè non ci si rende conto che in realtà non ciuccia se non pochi minuti. In pratica il pasto è stato diviso in spuntini: si mangia poco e spesso. So di mamme che si trovano a dare il seno ogni ora, confuse dall’idea dell’allattamento a richiesta. Come al solito, se siete felici così non c’è nulla da sistemare, e potete smettere di leggere questo post. Se invece vi sentite torturate, in gabbia e vi siete stancate di non riuscire a programmare una doccia per paura che il piccolo di svegli e abbia bisogno proprio di voi e del vostro seno, (e vi invito a leggere questo post di Silvietta sull’allattamento a richiesta), vi spiego come mi sono comportata io.

Quando Pollicino ha compiuto 4 mesi ci trovavamo in giro per i monti del Trentino. Ospiti dei miei suoceri, eravamo un bel mucchio di persone da i 4 mesi in su, ognuna con le sue esigenze, orari, ritmi di veglia e sonno, abitudini vacanziere. Insomma un cocktail perfetto per instaurare il circolo vizioso di cui sopra. E infatti è stato proprio così.
Al primo controllo del peso di ritorno a Stoccolma è risultato che Pollicino era cresciuto meno di quanto avrebbe dovuto. La sentenza è stata immediatamente di iniziare con la pappe lattea una volta al giorno, perché evidentemente il MIO latte non gli bastava più.
Mi sono venuti i soliti sensi di colpa, e ho trattenuto con difficoltà la lacrimuccia. Poi ho comprato la pappa lattea e gliel’ho data la sera, anche e soprattutto con la speranza che questo ci aiutasse a dormire la notte. Ma naturalmente non è successo. Lui la pappa lattea l’ha divorata (dopo la regolare poppata serale) ma la notte si è svegliato comunque e ha continuato a voler ciucciare in continuazione. Questa procedura si è ripetuta per 3 notti. A quel punto ho fatto le seguenti considerazioni:
1. Io avevo (ho) latte in abbondanza
2. non c’è nulla di male nel MIO latte
3. ogni 2 ore Pollicino faceva uno spuntino breve e mai una poppata seria
4. il MIO latte è il migliore alimento che posso offrirgli
5. mangia la pappa lattea perché è curioso del nuovo alimento ed è pronto ad assaggiare cose diverse, ma le sveglie notturne e le poppate frequenti non sono un problema di fame

Lo stomaco di un bambino di 4 mesi è abbastanza grande da contenere molto più cibo e quindi non ha nessun bisogno di poppare così di frequente. Al contrario si adatta bene ad un allattamento più distanziato, che gli permette di ingerire più quantità di cibo in modo da prendere più latte di quello nutriente.
Ho messo via la pappa lattea e ho iniziato ad allattarlo ogni 4 ore. Quando mi chiedeva di mangiare dopo 2 ore, lo distraevo e lo facevo resistere fino alla scadere delle 4 ore. In questo modo gli spuntini si sono immediatamente trasformati in pasti seri. Ho seguito questa procedura guardando l’orologio per tre giorni, ma già a partire dal secondo giorno era lui stesso a distanziare le poppate di 4 ore circa.

Una volta risolto il problema del cibo, mi sono potuta concentrare sul problema del sonno. Prima di tutto il giorno, perché è sempre meglio iniziare a sistemare la routine diurna prima di affrontare quella notturna.
Il giorno si ripetevano sonnellini brevi della durata di 45 minuti, che è esattamente la durata del ciclo di sonno per un neonato. In pratica quando il bambino entra nella fase di sonno più leggero si sveglia. Alcuni bambini imparano da soli a non svegliarsi, altri hanno bisogno del nostro aiuto per riuscire, e naturalmente ci sono quelli che non imparano mai, perché qui 45 minuti sono più che sufficienti ad ottenere il riposo di cui hanno bisogno. Non era il caso di Pollicino, il quale si svegliava ma era evidente che aveva ancora un gran sonno, e quindi diventava lagnoso e irrequieto. Per insegnargli a riaddormentarsi ho adottato il metodo di Tracy Hogg che lei chiama del Pick Up/Put Down (PU/PD).
Il primo giorno è sto molto duro, ed ho dovuto effettuare il PU/PD una cinquantina di volte. Ma già dalla sera del primo giorno si sono iniziati a vedere i miglioramenti. Il secondo giorno è andato molto meglio e dal terzo giorno in poi mi sembrava che mio figlio si fosse trasformato di nuovo nell’angioletto di poche settimane prima.

[*] E.A.S.Y. (EAT, ACTIVITY, SLEEP, YOU) è il sistema proposto da Tracy Hogg, che consiste nello scandire la giornata del neonato con un’alternanza di eventi sempre uguale, che il bambino impara presto a riconoscere seguire (mangiare, attività, dormire, tempo per mamma).

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57 thoughts on “Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi”

  1. ciao !!! sono in crisi !!! ma questo post mi da un po di speranza..
    io ho usato il metodo hogg da quado la mia bimba aveva 2 mesi.. è andato tutto abbastanza bene la settimana scorsa sembrava tutto consolidato .. ma da 3-4 giorni è il delirio i segnali del sonno non sono piu chiari.. cerca il seno ogni ora .. alla sera le do il biberon di artificiale ma spesso si sveglia alle 4 e non so se allattarla o no.. sono in piena crisi… stanca e confusa.. di giorno fa delle scene isteriche per addormentarsi…( tra un po non le faceva neanche a 2 mesi !!)

    dici che si tratta solo dello scatto di crescita del quarto mese ????
    aiutooo

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  2. cara Serena, grazie mille, mi ilumini 🙂 da soli è difficile a volte essere obbiettivi
    si, so che il metodo non prevede orari rigidi, il mio tono era che si andava avanti dalle 5,15, per lei la giornata era praticamente iniziata a quell’ora, mentre io ero così stanca che sarei tornata a letto volentieri 🙂
    il fatto era che forse dovevo darle da mangiare, forse così ci saremmo arrivati meglio, con meno stenti!
    il metodo del PU/PD ora mi è più chiaro, e credo che ancora lei non ne abbia realmente bisogno perchè non piange, fa i versetti e non avrebbe neppure senso tirarla su visto che molte volte si addormenta subito!
    grazie mille ancora, ti terrò aggiornata 😉

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  3. Dunque eccomi qua…ho cambiato post 🙂
    ecco, io non so se è la crisi del quarto emse o cos altro…è che dura da un pò!
    la mia piccola ha 4 mesi e 9 giorni e non ho nessun problema con i riposini di giorno.
    Il problema sorge la notte.
    Non fa sempre uguale per fortuna però capita, almeno 3 volte a settimana, che si svegli, non per fame (ad esempio stanotte ha preso il latte alle 22 45 e all’1,15 era sveglia…sono andata li sussurrando sh sh, si è riaddormentata subito, ma all’1,45 di nuovo e stessa cosa!è arrivata alle 5,15 ma ho cercato di tirare avanti e non allattarla perchè le 7 erano vicine, ma lei si è arrabbiata, è arrivata sdormicchiando fino alle 6 e poi non c’è stato più niente da fare…l’ho allattata alle 6,40 e abbiamo iniziato la giornata)
    questa notte è andata così, le altrenotti di solito la allatto intorno alle 3 ma capita che alle 4 sia sveglia di nuovo..
    penso che potrebbero essere i denti, penso che quasi quasi la porterei nel lettone con noi (però che senso avrebbe…dorme nella sua camera già da un bel pò, e sempre nel suo lettino) penso che forse non ha sonno e che dovrebbe dormire meno di giorno…insomma, quasi quasi da neonata dormiva di più!!!
    ho proprio bisogno di un consiglio perchè non so come affrontare questi risvegli notturni…
    ha senso fare il PU/PD se non piange e si “lamenta” solo?
    io finora la consolo lasciandola nella culla, magari sussurrandole shshhh o mettendole il ciuccio.

    ciao e scusate la lunghezza..

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    • @Lara è assolutamente normale che lei abbia questi risvegli. Sta diventando grande, fa un sacco di cose durante il giorno, e la notte rielabora. Il PU/PD si fa quando non si riesce a riaddormentarla senza un “vizio” come ad esempio quello di ciucciare il seno se non ha fame, o se è abituata ad addormentarsi cullandola. Ma se la riesci a riaddormentare con pacche e sh sh, allora non ha senso fare il PU/PD. Vedi te di cosa ha bisogno, e qualsiasi intervento tu debba fare per aiutarla, fallo, ma pensa contemporaneamente a come ridurre il tuo intervento gradualemente, in modo che lei impari a fare tutto da sola. Insomma non fai assolutamente nulla di male!
      Noto che dici che avete iniziato la giornata alle 6:40 come una specie di sconfitta (mannaggia che non sono riuscita ad arrivare alle 7!). Ricordati che il metodo di Tracy Hogg non prevede orari rigidi, e quindi si può iniziare anche ogni giorno ad un orario differente. Quindi non c’è veramente nessun motivo per non iniziare alle 6:40, tranne ovviamente la tua voglia di dormire più a lungo 😉

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  4. Ragazzeeeee! Grazie!!
    Ora ci riproviamo, non so se i risultati sperati arriveranno (ora c’è anche il dubbio che il mio latte scarseggi…), in ogni modo leggere le vostre precise,dettagliate e incoraggianti risposte mi hanno risollevato il morale (che forse incide pure quello!)!
    Grazie davvero! perchè consolate, incoraggiate, spronate, date pacche e accendete sorrisi!

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  5. Ah scusa, dimenticavo: Tracy Hogg dice che una causa di riposini troppo brevi può essere l’iperstimolazione subito prima della nanna e/o una impropria routine pre-nanna. Consiglia quindi, una volta identificati i segni di stanchezza, di trovare attività rilassanti da proporre al bimbo prima di metterlo a letto, che facciano da transizione tra l’attività vera e propria e la nanna. In particolare lei propone:
    – andare in una stanza (la camera da letto) tranquilla, in un ambiente quieto e rilassante (io a volte -soprattutto quando aveva pochi mesi- usavo anche una musica rilassante, sempre la stessa così la riconosceva come “la musica della nanna”!)
    – tenere il bambino in braccio per circa 5 minuti. Lei dice di tenerlo in verticale, con la testa verso la spalla della mamma, in modo da eliminare gli stimoli visivi. Inoltre consiglia di non cullarlo. In verità io l’ho sempre tenuto orizzontale e cullato..vabbè… 😉
    – eventualmente fare un po’ di shh-shh con il pat-pat sulla schiena ( ne parla Serena nel post “la nanna secondo Tracy Hogg”). Io l’ho sempre fatto, ma recentemente l’ho sostituito con shh-shh e carezze sulla schiena che, mi sono accorta, lo rilassano di più.
    – Tracy consiglia anche di fasciare il bambino prima di metterlo a nanna. Io l’ho fatto solo un po’ all’inizio, ma mi ha poco convinto, inoltre direi che ora, con il caldo estivo, è poco proponibile.
    Ecco, scusate la lunghezza è che a me tracy hogg mi ha davvero cambiato la vita!!! E se posso aiutare lo faccio volentieri!
    Ciao!

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  6. Ciao Francesca, il mio bimbo ha sei mesi e circa un mese fa anch’io ho avuto per un periodo il problema dei riposini troppo brevi e quindi sono andata a vedermi cosa dice la Hogg sul suo libro:
    innanzitutto lei dice che se il bambino dorme da sempre così poco e poi nel resto della giornata non mostra segnali di eccessiva stanchezza, significa che semplicemente per lui va bene così. Per lui sono sufficienti quei 45 minuti per “ricaricare la batteria”. Nel mio caso non era così, perché fino a poco prima il mio bimbo dormiva anche 2 ore e 30 di pomeriggio! Immagino che non sia così neanche nel tuo caso, perché dici che a volte riesci a riaddormentarlo, quindi significa che lui avrebbe ancora sonno.
    Tracy dice che i 45 minuti segnano il primo ciclo di sonno che, teoricamente, dovrebbe poi continuare. Alcuni bambini però si svegliano e hanno bisogno di essere aiutati a riaddormentarsi, ecco come:
    1. prevenire il risveglio del bambino. Per esempio se di solito lui dorme 45 minuti, dopo 35-40 minuti di sonno consiglia di andare là e di fargli pat-pat sulla schiena, continuando per circa un quarto d’ora. Lei dice che così non si sveglia e prosegue per un altro ciclo di sonno.
    2. in caso la prima soluzione non funzioni, usare il pu/pd (che Serena spiega molto bene nel post “Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno”). Tracy dice di continuare il pu/pd per tutto il tempo che manca al termine del riposino standard, per esempio: se dovrebbe dormire un’ora e mezza e dorme solo 45 minuti, si fa pu/pd per i restanti 45 minuti (!!!). Se il bambino non si ri-addormenta allora si tira su e si prosegue con il ciclo easy.
    Questo quello che propone Tracy.
    Ora ti dico quello che ho fatto io. La soluzione 1 non l’ho provata, con la 2 il mio bimbo si agita molto (è un po’ sensibile).
    Io ho cercato di osservare quali sono le cose che lo rilassano di più (carezze, ninna-nanna, posizione di fianco, semi-buio nella stanza, ciuccio, ecc.) e quando si svegliava dopo solo 45 minuti rimanevo lì a rilassarlo un po’. I primi giorni è stato difficile, ci mettevo anche mezz’ora a riaddormentarlo, a volte proprio non ci riuscivo, perché lui si infastidiva e allora lo tiravo su. Poi, nel giro di una settimana, è diventato sempre più breve il tempo di ri-addormentamento, finchè adesso non si sveglia più e mi fa un’ora alla mattina, un’ora e mezza-due al pomeriggio e poi 45 minuti nel tardo pomeriggio.
    Ciao

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  7. Il piccolo Anarchico ha appena compiuto il terribile 4° mese, non che gli altri complemesi fossero stati più sereni…Oggi vado dalla pediatra e le spiegherò un po’ la situazione, ma non nutro molte speranze! Ho il sospetto che faccia proprio fatica a lasciarsi andare al sonno; la gravidanza è stata ricca di tensioni (avevo contratto il CMV), e dopo che è nato abbiamo avuto un brutto lutto…insomma temo che tutto questo possa avere avuto un peso, o no?

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    • Francesca se fossi in te non mi farei tutte queste domande. Non credo proprio sia colpa tua o della gravidanza difficile. I bambini nascono con un temperamento. Ogni bambino è unico e speciale sin dalla nascita e per quando ci possa far piacere pensare che sia merito nostro che sono calmi e tranquilli non è necessariamente colpa nostra quando non lo sono. Ti consiglio di leggere gli articoli sul temperamento che abbiamo scritto, iniziando da questo Capire il temperamento.

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  8. ho bisogno di un aiuto!
    ho seguito il metodo di Tracy per il mio primo, il Nanetto Svizzero, così chiamato ,appunto, perchè rispettava al millesimo di secondo le previsioni sui ritmi giornalieri, in particolare per la nanna: si addormentava da solo e per un paio d’ore riposava sereno, svegliandosi con una fame da lupo.
    Tranquilla di questo percorso ho avuto l’ardire di farne un altro “Tanto sono brava!”, e invece no: mi è arrivato il Piccolo ANarchico, che si addormenta da solo, sì, ma per dormire solo 45 minuti, e così mi spiazza! Si sveglia perchè ha fame o perchè non ha più sonno? A volte si sveglia piagnucoloso e se ci sono al momento giusto riesco a farlo riaddormentare (questa volta non proprio da solo…), ma se non sono lì pronta a captare il risveglio è finita! piange, strilla e non c’è verso… altre si sveglia tutto sorridente ed io rimango interdetta con il metodo easy che non riesco ad applicare…Incomincio ad essere proprio molto stanca e questo gran caldo non aiuta ad essere pazienti!

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  9. Dovrò documentarmi anche su una possibile crisi dei 6 anni e dei relativi salti di crescita!
    Come ben sapete il Sorcetto è uno che con il mangiare ci ha fatto sempre un po’ penare: mangia di tutto, ma ogni tanto va in blocco e si nutre di puro spirito… e per il resto non esagera mai con le quantità.

    Attualmente, da circa un paio di settimane, il suo menu-tipo è diventato questo:
    – colazione: una brioss di nota marca bambinesca E un panino al prosciutto/salame/varie oppure un cornetto di pasticceria fresco
    – merenda a scuola: un panino con affettato
    – pranzo: primo (80 gr.), secondo, contorno, frutta
    – merenda: biscotti E frutta o panino E frutta o cioccolata E biscotti…
    – cena: secondo, contorno, pane
    – merenda dopo cena, verso le 21 (???): un panino col prosciutto e/o dessert e/o frutta

    Ora… capirete il mio profondo stupore, anche perchè, attualmente siamo sempre attestati sui 120 cm scarsi di altezza per 20 Kg. di peso…

    Che dite? Tra poco dovrò mettere un programma un cambio totale di abbigliamento e scarpe?

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  10. serena, scusa, non ho più risposto.
    mi piace quello che scrivi sul fatto che come esperienze da genitori, sono tutte sofferte (e forse per questo restano più indelebili!): ho sentito che la memoria diventa più forte proprio laddove viviamo un’esperienza con una forte connotazione emotiva… forse per quessto i primi anni da genitori restano così impressi!

    A Stoccolma sono stata qualche giorno nel 2007, e mi sono innamorata del chiosco delle aringhe 😉 ci torno di sicuro!!!!
    a presto

    e … buona ripresa, Caia!
    s.

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  11. grazie serena
    ho scritto anch’io un post su questo nostro momento. ancora sono abbastanza acciaccata, ma cercherò un po’ di lucidità per capire come e su cosa intervenire.

    un abbraccio

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  12. Ma Silvietta tutte le esperienze sono chiare dopo i fatti! E’ stata un’esperienza sofferta, come tutte quelle che ci riguardano come genitori. Specialmente quando ci mettiamo in testa di seguire il nostro istinto anche contro il parere di chi dovrebbe avere più esperienza di noi (pediatri?).
    Ma io penso che il problema di molti pediatri è che non ascoltano con attenzione quello che gli si dice, e sentenziano senza impegnarsi a capire il problema. E guai a dirglielo.

    Mi ricordo una volta ho portato il Vikingo da un grande luminare italiano perché lui soffre di asma e volevo un parere. Dopo avergli spiegato che lui ha attacchi di asma ogni volta che gli viene un raffreddore, mi ha iniziato a dire di pulire bene i materassi, spolverare casa regolarmente e mi stava stampando una lista di istruzioni su come pulire casa mia. Al che gli ho chiesto “ma scusi, ma sta supponendo che sia un’asma scatenata dalla polvere di casa? E allora perché viene sempre in seguito ad un raffreddore?” Mi ha guardata e mi ha detto “ah, ma se è così allora non c’è nulla da fare.” E mi ha dato ragione. In pratica ho buttato 120 euro. Visto che non mi ha ascoltata, e alla fine gli ho dovuto fare la diagnosi da sola.

    Beh, comunque a Stoccolma sei la benvenuta, ovviamente! E’ un gran bel posto 🙂

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  13. Che dire.. grazie. è buffo vedersi citate.
    ma sopratutto grazie della tua esperienza, così, chiara, lampante e propositiva.

    se faccio un secondo figlio, posso trasferirmi a Stoccolma? A me tanto il freddo …. mi fa un baffo!!!!

    a presto,s.

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