Anita, che insegnò a Garibaldi ad andare a cavallo

“Anita.Ricordate Lady Oscar? Forse siete molto più giovani di me e non è stata l’eroina della vostra preadolescenza, magari vi è capitato di conoscerla nell’infanzia o comunque ne avete sentito parlare.
Esiste una sorta di Lady Oscar italiana. E’ Anita. Anita Garibaldi.
Le rivisitazioni storiche hanno detto tutto e il contrario di tutto sul personaggio di Anita: donna indipendente, donna costretta a seguire quel pazzo del marito, indomita combattente, personaggio enigmatico.

Nella statua a lei dedicata al Gianicolo, a Roma, è raffigurata sul cavallo rampante (simbolo di chi è morto in battaglia) con la pistola nella destra e il neonato attaccato al seno dall’altra parte. E’ una statua molto bella, non dico nei significati, decisamente troppo roboanti, ma nella fattura: niente a che vedere con quella del marito un centinaio di metri più in là. Quella di Giuseppe è maestosa, ma in sè statica, la sua è più piccola e molto dinamica, piena di cento significati, come le donne sanno avere. Nel basamento c’è un altorilievo con le scene della sua vita, anche questo di grande bellezza, molto curato nelle espressioni dei volti. Se siete a Roma, passate a guardarla, merita una visita.

Ma non è quella statua il tema del mio post. E’ un libro. Un libro che è un po’ come quella statua: un po’ roboante e carico di troppi simboli, ma è il racconto proprio di una donna da romanzo. Un’eroina pura.
Anita di Anthony Valerio è una biografia romanzata, consigliata per una lettura dai 13 anni in su. Credo che potrebbe essere adatta anche un paio d’anni prima e azzarderei a consigliarla dagli 11 in poi.
Lo strano sottotitolo è La donna che insegnò a Garibaldi ad andare a cavallo. Anita è protagonista della sua vita, è una donna di coraggio e di determinazione, non la moglie dell’eroe. Anzi, è una parte importante della formazione dell’eroe, quando decide di intrecciare la sua vita con lui.
Che poi sia stato vero o meno, forse conta poco: i personaggi sono simboli e sono quello che ne ha fatto la loro leggenda.
NON è una lettura per ragazze: è per tutti. E’ un modo per avvicinare i ragazzi alla storia con passione, raccontando una vicenda in cui si parla del significato delle scelte nella vita, dell’importanza degli ideali, ma anche di come a volte si diventi eroi solo perchè si sta vivendo la vita che si è scelta e magari anche un po’ per caso.
E’ un modo appassionante per far capire ai ragazzi che dietro alla storia del Paese in cui vivono ci sono persone, uomini e donne; per spiegare loro che “la storia siamo noi”, con un libro che non da affatto l’aria di “insegnare la storia”, ma tiene alto l’interesse come un vero romanzo d’avventura. Un romanzo nella storia.

P.S.: Ehm… se vogliamo Anita è un ottimo esempio di conciliazione tra famiglia e lavoro… Portarsi i pargoli in battaglia è quasi come lasciarli all’asilo nido aziendale! 😉

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8 thoughts on “Anita, che insegnò a Garibaldi ad andare a cavallo”

  1. Visto ora, promette davvero bene! (La protagonista è identica in modo inquietante alla attuale e perenne “fidanzata” di mio figlio!)

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  2. anche meglio di lady oscar! Lady oscar doveva far finta di essere uomo, far cose da uomo insomma, Anita era ganza nel suo esser se’ stessa.

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  3. mitica lady oscar! cmq l’idea di mammamsterdam non è niente male m,a perchè NO maria goretti? (sono ignorante in materia 🙂

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  4. Ci starebbe un progetto di letteratura (per l’ adolescenza?) di vite di grandi donne, ci mettiamo Camille Claudel, Giovanna d’ Arco, santa Chiara (ma NON Maria Goretti), Maria Montessori e quel paio che ci hanno tramandato. Lo facciamo?

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