Illuminate dai suoi tanti post sul sesso e derivati spiegato ai bambini, abbiamo chiesto aiuto a Mammamsterdam per affrontare questo argomento. Barbara ci ha regalato una vera e propria antologia sull’argomento. Leggete questo post, ma anche tutti i suoi linkati, o leggete quelli sugli argomenti che più vi premono e tenete gli altri per il momento del bisogno. Questa è una vera guida!
Ieri mattina nel momento di coccole e chiacchiere del risveglio che mi servono come il pane per convincere figlio piccolo a svegliarsi, ho affrontato la cosa.
“Bambini, ci sono due mamme amiche mie che mi hanno chiesto di spiegare sul blog come si parla di sesso ai bambini, per aiutare i genitori che non lo sanno bene. Che gli posso dire, mi dite qualcosa voi di quello che sapete sul sesso?”
“No”.
“Si, ma se per esempio pensiamo a quello di cui abbiamo parlato noi, che ti viene in mente?”
“Quelle cose che il computer mrlgh blrgh ggrgh lo sai, blrgh rh piccolo”.
“Aspetta me lo ripeti?”
“Lo sai”.
“Si ma ridimmelo bene”.
“Quei signori che cercano il sesso sul computer perché ce l’ hanno piccolo”.
Silvia, Serena, ma siamo sempre sicuri che io sia la persona adatta a scrivere questo post? Cioè, se quello che mio figlio distilla è questo…
Perché è vero, a casa nostra all’inizio, presi dal sacro fuoco del neogenitore, io e il capo avevamo l’ansia che a tutte le domande e curiosità dei figli bisognava rispondere in modo semplice, chiaro, senza riserve e scientificamente responsabile. Al limite dire: non te lo so spiegare bene in questo momento, dammi tempo che lo vado a cercare e te lo dico. Si, ciao. Con i miei figli che insistono e sanno sempre quando è il momento meno adatto. Ogni tanto mi sbaglio. Noi ci abbiamo provato così. Vi prego di non bastonatemi sulla scientificità delle risposte.
RIPRODUZIONE
Il papà ha dei semini, la mamma ha le uova, se il semino finisce nell’ uovo (sorvolando elegantemente sul perché e il percome o facciamo mattina, il resto si aggiunge un po’ alla volta con il tempo) cominciano a crescere e piano, piano un bambino si forma nella pancia della mamma, diventa sempre più grande e più bravo a fare le cose e quando è pronto nasce. E giù racconti e parabole su quando stavano nella mia pancia e facevamo le ecografie, e i calcetti ecc. ecc. e quando sono nati e cosa ho provato la prima volta che li ho visti, quello che ci dicevamo ecc. Tendo a censurare i particolare di bassa macelleria che invece mi vengono fuori così bene al secondo bicchiere di vino nelle cene solo femmine.
Comunque poi ci pensa Ennio a spiegarmi le cose.
DOMANDE SCOMODE
“Mamma, ma come fa un bambino a crescergli il sedere e il pipitto nella pancia della mamma se lei il pipitto non ce l’ ha?”
Breve spiegazione dei cromosomi X e Y: nel semino ci sono le istruzioni di papà e nell’ uovo quelle di mamma, si mettono insieme ed è il papà che fa arrivare quelle sul pipitto. Quando il bambino cresce nella pancia, la mamma gli dà solo da mangiare, non deve aggiungere niente perché questa cose stavano già nel bambino fin dall’ uovo e dal seme.
“Ma il seme dove sta?”
Il seme cresce nelle palline dei maschi grandi, sono come delle fabbrichette, anche a voi quando sarete più grandi (ah, ah, ah, l’idea li fa sbellicare) verranno ed escono comunque dal pipitto, che non ha caso ha una forma molto comoda per farli uscire. Ci pensano un attimo sulla forma del pipitto e concordano. Che bella cosa l’ergonomia.
INCESTO E PEDOFILIA
Bei tempi quando ti mandavano all’oratorio senza porsi nessun problema al mondo, adesso non è così facile tra il dire e il non dire, avvertire e non impensierire. E come sempre ho qualcuno che mi complica la vita:
http://mammamsterdam.blogspot.com/2011/06/ennio-fa-due-piu-due-sul-sesso.html
PORNO
Come contraddirsi nel giro di due post:
http://mammamsterdam.blogspot.com/2010/12/le-domande-difficili-dei-bambini-sesso.html
DIFFERENZE DI GENERE
http://mammamsterdam.blogspot.com/2007/12/il-nome-della-cosa.html
AMORE E OMOSESSUALITA’
Sarà capitato anche ad altri, che i bambini a scuola si insultano dandosi della checca o della femminuccia? Io mi ci incazzo come una iena, perché non vedo, perché si debbano insultare così.
“Io sono una femminuccia e cosa ci sarebbe di male? Non vi piaccio? E “homo”, dove sarebbe l’ insulto in questo? Se un uomo ama un uomo a voi che ve ne importa, cosa c’ è di male?”
Abbiamo diversi amici omosessuali e in questi casi li metto di mezzo. Come la prima volta che gli ho spiegato con chiarezza che esistono anche uomini che amano gli uomini e donne che amano le donne.
Qui, per esempio:
http://mammamsterdam.blogspot.com/2008/09/innamorarsi-sposarsi-e-apertura-anno.html
IL COMUNE SENSO DEL PUDORE
Non so se anche voi vi siete ritrovati con questo dilemma: una vuole crescere i figli con l’idea che il proprio corpo sia una cosa bella e naturale (mica quel clima repressivo esagerato toccato a me vivendo con la zia monaca di casa, per capirci), poi noi quando è funzionale in giro per casa nudi, se non ci sono ospiti, dalla camera alla doccia e ritorno magari ci andiamo, spesso se fa caldo o anche no, nudi ci dormiamo, anche i bambini che se lo sono scelti loro.
Però come reagisci quando tuo figlio a due anni, di ritorno dalla spiaggia senza costume di ricambio, quindi con calzoncini larghi e sbrindellati, si siede per terra al supermercato in mezzo a tutte le matrone abruzzesi e si ispeziona i gioielli di famiglia, che ha appena scoperto visto che con l’ estate e il mare stiamo disperatamente cercando di liberarlo dal pannolino (senza riuscirci tanto presto, dico pure questo)?
Ecco, ditemelo per una prossima vita perché non lo so. Diciamo che in genere ci limitiamo a ripetere ad nauseam che il corpo è bello, il tuo pisello è bellissimo, ma che non abbiamo affatto bisogno di vederti tutti quanti come ci giochi perché comunque è una cosa privata e tutta tua. Idem il sedere. Che poi tanto gli stiamo sempre a dare le strizzatine di chiappa.
Il messaggio è passato perché certe volte che al mattino mentre stanno per uscire per andare a scuola con le bimbe dei vicini e io tiro giù i pantaloni per sistemare canottiere nelle mutande o tirare l’ elastico per regolare i pantaloni troppo larghi, Orso certe volte fa la faccia scandalizzata, a metà tra il divertito e il timido, non mi muore di imbarazzo ma dimostra che il messaggio alla fine è passato. Ennio al mare è diventato una scocciatura, per fargli cambiare il costume tocca fargli la tenda intorno con l’asciugamano ed è tutto un patema. Peggio della zia suora.
Forse era meglio se mi facevo i fatti miei.
COCCOLE E MOLESTIE
“Ma insomma, sono tua madre” urlo indignata una mattina facendo uno zompo in avanti per la sorpresa, quando Ennio mi dà una paccona affettuosa sul sedere.
Ci rimane malissimo e ribatte:
“Ma tu me lo fai sempre”.
Ha ragione, a casa nostra abbiamo il feticcio delle pacchette e strizzatine affettuose di chiappa. Pure mio padre anni fa mi fece una reazione indignata e sorpresa identica, ma avevo già 16 anni e non mi rendevo contro dell’imbarazzo sociale potenziale di quelli che in famiglia sono normali gesti affettuosi.
“Passi pure per gerontofila”, borbottò mio padre per riprendersi dal trauma.
Anche se stiamo poi attenti a non invadere troppo i bambini, che hanno anche loro il diritto di non volerle sempre e comunque alle nostre condizioni, le coccole fisiche più o meno invasive. Come dice un’amica di mia madre, non bisogna mai imporre ai bambini i baci delle vecchie zie baffute, lei ha un trauma suo evidentemente.
Anche se il nostro gioco preferito restano le coccole sul lettone tutti e quattro, annunciate solennemente, che a volte sfociano nel gioco del mostro delle coccole a cui bisogna sfuggire mentre cerca di darti i bacetti. Una versione coccola della lotta libera e infatti certe volte mi becco delle piedate nel naso. Ben mi sta, così imparo a molestare i bambini.
Solo i miei però, con quelli degli altri non mi permetterei mai e anche quando ho in braccio neonati figli di amici mi accerto prima che ai genitori stia bene se me li spupazzo un po’. Trovo che più i bambini crescono, più abbiano diritto alla privacy e alla non invasione del loro corpo a qualsiasi titolo.
Una cosa che i miei hanno imparato subito fin dal nido e poi a scuola: darsi i bacetti è bellissimo, ma solo se anche l’ altro li vuole. Altrimenti ci si ferma dove un bambino qualsiasi chiede di essere lasciati in pace e ai bambini si insegna a dirlo quello che non vogliono.
SESSO E INTERNET
Ve l’hanno detto pure a voi che abbiamo i figli nativi digitali? Ecco qui cosa si rischia.
http://mammamsterdam.blogspot.com/2010/10/giochetti-sessuali.html
A parte che a me ha fatto molta più impressione beccare su Facebook alcuni figli di amici tutti sotto i 13 anni che a messaggino mi hanno messa subito tra gli amici e io non so bene se preoccuparmi. Insomma, ai nativi digitali mi sa che comunque abbiamo ancora alcune cose da spiegare sui rischi di Internet.
PUBBLICITÀ SESSISTA
Se la riconosci la eviti:
http://mammamsterdam.blogspot.com/2010/09/ma-che-fa-quella-signora-nuda.html
MESTRUAZIONI
“La mamma, se non arriva nessun semino per fecondarle l’uovo, ogni mese lo perde e ne fa uno nuovo. Quindi non è sangue, è solo il colore dell’uovo che se ne va per fare posto a un altro”.
Ok, poteva essere meglio, ma vi renderete conto che da quando sono nati i figli le volte che io sto al bagno in santa pace senza scocciature si contano sulle dita del piede? E ce ne sta sempre uno tra i piedi che fa domande e invade la mia privacy anche in quei giorni lì e qualcosa gli devo pur dire.
La cosa resta nel vago, poi un paio di anni dopo, una mattina che resto nel letto di mio figlio mentre lui si alza a prendersi i vestiti, si volta e si indigna nel vedermi poltrire chiedo comprensione: lasciatemi stare ancora due minuti che oggi è un giorno dell’uovo e sento freddo e non sto bene.
“Ma, come, hai detto che non ne hai più per fare i bambini”.
“Ma no, ho detto che è difficile che ne faccia degli altri perché non sono più così giovane e poi ci vuole un sacco di impegno”.
Sembrava un argomento trattato di passaggio, invece qualcosa si ricorda.
PROSTITUZIONE
In quali condizioni il mostro mi ha aspettata al varco per chiedermi a trabocchetto:
“Mamma, cos’è una puttana?” con tanti ringraziamenti a Francesco Tricarico, ve lo racconto qui.
http://mammamsterdam.blogspot.com/2009/10/puttane-e-settenni.html
Se l’è cavata molto meglio la mia amica italo-americana, che una sera che era rientrata da un giretto turistico per Amsterdam con un ospite e diceva al marito che erano stati a bere una birra al quartiere a luci rosse, e i bambini sentono sempre quello che non devono sentire, e suo figlio le ha chiesto cosa fosse questo quartiere, pure lei presa alla sprovvista e in mancanza di idee migliori è sbottata: “È un posto dove le donne vendono sesso”.
Che secondo me come risposta semplice, chiara, senza riserve e scientificamente responsabile secondo me le batte tutte, ma lei non era molto contenta di sé. Poi tocca capire quello che hanno capito i nostri figli e bene che va, lo sapremo fra una ventina d’anni, quindi incrociamo le dita.
Insomma, come vedete, io arranco, nonostante le mie pretese di scientificità. Il fatto è che i figli ti prendono sempre alla sprovvista e mi sono accorta che a loro le risposte scientifiche fanno un baffo, basta che siano immediate, convincenti e semplici.
Penso sempre con comprensione a mia madre, che da piccola mi ero fatta l’idea che fosse in imbarazzo a darmi ‘certe’ risposte, mentre adesso capisco solo che per darmele in una lingua che non era la sua e la scientificità e la chiarezza e la semplicità, faceva sempre una pausa, da me fraintesa, prima di rispondermi.
Com’ è andata meglio con mio padre:
“Papà, ma come nascono i bambini?”
“Ti ricordi la settimana scorsa che ti ho spiegato i fiori e il frutto? Uguale, c’è un seme, c’è un ovario e funziona proprio allo stesso modo”.
Tranquillizzata dalla risposta immediata non ho più chiesto dettagli e credo di averla capita con un’illuminazione improvvisa verso i 15 anni la logistica della faccenda.
Eppure ho sempre avuto una fiducia cieca nelle risposte dei miei. Come la volta che tra le bambine del quartiere, tutte più grandi di me, era uscita la discussione che per far nascere i bambini si andava in ospedale e il dottore ti tagliava la pancia per tirarlo fuori.
Ma come, mi chiedevo, ma tutte queste madri al mare mica ce l’hanno la cicatrice sulla pancia? Non mi quadrava e a domanda mia madre mi spiegò che c’era questo buchino che hanno tutte le donne da cui usciva il bambino. Trionfante, io che ero sempre la piccola, torno nel gruppo urlando: non sapete niente, so tutto io, così e cosà.
“E come lo sai?”
“Me l’ha detto mia mamma”.
Risate di derisione:
“Si, perché tu credi a tutto quello che ti dice tua mamma”.
Sissignore, ci ho sempre creduto. E così spero anche dei miei figli e dei vostri. Anche se resto convinta che anche le risposte delle madri siano perfettibili.
Stefano e quanto vi capisco. Anche a casa nostra lo chiamano solletico, certe volte mi chiedono invece ma perchè i grandi fanno sesso: e cerchiamo di spiegargli che è una cosa che ci piace molto, come farsi le coccole ma un po’ diversamente (a chi non piacciono le coccole, in fondo?)
Mia madre mi raccontava che da ragazzino (forse prima o seconda media), un giorno rientrando da scuola, le chiesi cosa fosse un p…(fellatio)…o. Di sicuro lo avevo sentito nominare da qualche compagno. Lei me lo spiego’ sicuramente con parole molto delicate. Alla fine della spiegazione le ho chiesto “anche tu glielo fai al papa’?”. La risposta “ma, beh, oh… insomma, non sono fatti tuoi!”. L’avevo spiazzata.
Mio figlio Esteban a mia moglie, l’altro giorno: “mami, todavia te estas desangrando?”.
Qualche mese fa si era messo un paio di mutande nelle mutande, davanti. Voleva fare una magia e, quando le ha tirate fuori, ci siamo messi a ridere perche’ non ce lo aspettavamo. Passa il tempo e, l’altro ieri, indicando la parte davanti delle sue mutande “gonfie” ci chiede cos’e? (intendeva “indovinate cos’e'”). Prima che potessimo fare un qualsiasi tentativo, si tira giu’ le mutande e ridendo come un matto, ci fa vedere il suo pisello duro. E noi, poveri illusi, che pensavamo fosse un’altra allegra magia! Ultimamente si tocca molto. Per esempio, mentre guarda i cartoni animati, tutto ad un tratto ci informa che si sta per fare il solletico al pipi’. Non vogliamo essere castranti e farlo sentire in colpa o che sta facendo una cosa “sporca”. Cosi’, finora, quello che abbiamo deciso e’ di lasciarlo fare dicendogli, al limite, di stare attento a non farsi male (a volte gli da giu’ deciso). Gli abbiamo anche detto che, pero’, il solletico al pipi’ non lo puo’ fare quando e’ fuori casa (per esempio a scuola) e in mezzo a altre persone perche’ e’ una cosa sua e intima. Ci chiediamo comunque se lo stiamo facendo bene. Di sicuro non vogliamo che pensi che la masturbazione sia qulcosa di “peccaminoso”. Anche perche’ (magari sbaglio) a mio parere, a 4 anni e 1/2, il solletico al pipi’ non ha ancora una connotazione sessuale (perlomeno a un livello consapevole): e’ semplicemente solo solletico… che ne dite?
Ma perche’ e’ cosi’ difficile? …porcaccia la miseriaccia!
Il commento di Marzia potrei averlo scritto io, parola per parola. E qui stanno per scoccare gli 8 anni… Però anche andare a chiedere a un figlio “che vuoi sapere come nascono i bambini?” per sentirmi magari rispondere “no, preferirei sapere qualche dettaglio in più sulle teorie sull’estinzione dei dinosauri” mi mette un po’ in imbarazzo…
Tu immagina la scena: io con la figlia più grande di sei anni al parco con gli amichetti. Lei che si allontana con loro, io che resto indietro con la figlia di mezzo e il neoarrivato. La banda di seienni che scompare e ritorna dopo un po’
– Dove siete stati?
– A guardare quelli che fanno sesso nell’erba.
Ecco. Cosa vuoi spiegare? Quando arrivi, è sempre tardi.
(Comunque, si stavano solo baciando. Credo)
Mah, ci sono anche bambini a cui più di tanto non interessa, o si sono fatti una loro idea e le domande le farano quando qualcosa gliele stimola o gli fa venire il dubbio che ci sia altro da sapere. Io non mi preoccuperei più di tanto neanche degli amichetti, perchè nel momento in cui in casa hai instaurato un clima per cui si parla di tante cose -e intendiamoci, parlare di tante cose significa anche che pure noi parliamo delle nostre, quelle accessibili ai bambini opvviamente – a quel punto per dubbi, problemi o perplessità sempre da noi verranno se sanno di poterlo fare e che li prenderemo sul serio.
Aiuta anche decidere dei momenti istituzionali per parlare, per esempio noi a cena abbiamo il rito di raccontarci la cosa più bella e quella più brutta della giornata, ma si potrebbe anche mettersi d’ accordo che la sera nel metterli a letto ci facciamo le domande difficili. Io ai miei figli, come forse avrete capito dall’ inizio del post, chiedo anche dei consigli su come comportarmi con loro e come essere una madre migliore e lo faccio con l’ intenzione di farci qualcosa con quello che mi dicono.
Poi magari ti rispondono boh, o glurble glurble glurble e si lavora anche su quello.
Comunque ringrazio commossa perchè invece ho tanti dubbi di mio su quello che passo ai figli.
Mia figlia mi ha sempre chiesto, fin da piccolissima, come nascono i bambini, affascinata dai neonati e dai pancioni. “Fortunatamente” (direi solo per questo) lei è nata con un cesareo, quindi quella cicatrice l’ha sempre vista, e non le è mai venuto in mente che i bambini uscissero da un’altro posto, se non da quello. E fin qui… tutto bene. La scorsa estate (6 anni) le è presa la curiosità di sapere come ci entrano i bambini nella pancia della mamma. Allora vai con il semino che il papà mette nella pancia della mamma eccetera eccetera. Temo che abbia immaginato che il seme entra dall’ombelico, ma non ha ritenuto di chiederne conferma e per il momento me la sono cavata così. Purtroppo però (sarà perchè il nonno fa l’orto…): “Ma mamma, io non l’ho mai visto papà comprare la scatola di semini quando andiamo a fare la spesa… non è che allora si prende in ospedale?” Noooo, i semini papà li ha dentro di sè” “Ma dove stanno? nell’ombelico?” Noooo, non nell’ombelico, stanno in un sacchettino piccolo più in basso …..” Secondo me c’è qualcosa che non le quadra, l’aspetto al varco perchè alla prima occasione tornerà all’attacco! 🙂
Come sono cambiati i tempi… Io il sesso l’ho scoperto così: quando avevo circa 11-12 anni (poco prima dello sviluppo) mia mamma ha tirato fuori da non so dove un vecchio libro medico che si intitolava “Matrimonio Perfetto” e che parlava del corpo maschile e femminile, dell’accoppiamento e della gravidanza, dettagliando anche alcune posizioni del rapporto sessuale. Lo ha messo nella libreria, sicura che io, appassionata di libri, alla prima occasione sarei andata a leggerlo… e così ho fatto. E’ stato un metodo sicuramente “asettico” ma molto istruttivo, ricordo ancora le palpitazioni le prime volte che lo aprivo di nascosto..
Grande Mammamsterdam, quello che hai messo è un ipertesto di esperienza :-O !
Sulle domande che i bambini non fanno, mi viene il dubbio se nella ns società proprio la mancanza di tabù disinnesca l’interesse sulle differenze di genere ecc.
Non conosco bene la situazione olandese o svedese salvo ricordare di aver visto più di una coppia “appartarsi pubblicamente” nei parchi, e nella tv italiana un bambino di 5-6 anni ha già assistito a diverse scene “hot” presenti nell’80% dei film che passano alla televisione.
Marzia sai che stavamo riflettendo anche io e mio marito su questa cosa. Secondo me il fatto che non chiedano non significa che non hanno qualcosa in testa. Io anche ho una gran paura degli amichetti, soprattutto quelli con fratelli più grandi…Magari per qualche ragione hanno la sensazione che sia un discorso da non affrontare con i genitori, nonostante non gli si diano segnali in tal senso. Io sto cercando di pensare a come buttare li l’argomento in modo totalmente vago e casuale, e vedere se lui si illumina e inizia a fare domande. Che fatica però!
Utilissimo, letto e segnato tutto. Però come il titolo del post mi domando: perchè mio figlio di quasi 7 anni che rompe le scatole fino all’asfissia su moltissimi argomenti non esprime curiosità sul sesso? L’attenta “esplorazione” del suo corpo l’ha scoperta prestissimo, per fortuna capendo altrettanto presto che si trattava di una cosa sua da non condividere con il mondo. Ma per il resto praticamente nulla. Non sente le differenze di genere, legge con indifferenza libri con protagonisti maschili o femminili, mi chiede cosa servono tante donne nude nelle pubblicità … insomma a parte sapere benissimo di avere un pisello possibile che non abbia notato altro? Possibile che in una famiglia sostanzialmente priva di tabu’ possa vergognarsi di chiedere? Io per ora tengo la linea del “a domando rispondo” ma se non si sblocca tra un pò mi toccherà introdurre qualche tema, temo i suoi ben più “navigati” compagni di scuola …
Grande! Io ho risposto alle prime vere domande sul sesso di Amelia in macchina, mentre tornavamo dalla biblioteca su strada sterrata e dovevo urlare per farmi sentire.
La prossima volta la porto a vedere il toro che si accoppia, così mi rimane bella traumatizzata e non mi chiede più niente per una decina di anni ;-P
fan-ta-sti-caaaaa!!!!!!! 😉