Sarò sincera: dopo aver letto le ricette dei colleghi di genitoricrescono, dense di ricordi, spunti di riflessione, ironia e poesia, ho cestinato “La non-cena della domenica sera” e “Le pizzette di pan carrè” perché rivelavano troppo il mio lato cialtrone (vi sento, VOI, che state dicendo che non ho altri lati) ma dice Silvia che mi vogliono così, cazzara.
E allora tiro fuori l’asso nella manica: la ricetta che sembra facile, e infatti lo è, ma con l’ingrediente difficile. Il guacamole si fa con l’avocado che, se non lo sapete (abbiate il coraggio di dirlo, voi tre che non l’avete mai mangiato – io confesso che l’ho assaggiato per la prima volta solo la scorsa estate), è TRADITORE. Cercate su google “meme avocado”. Scoprirete l’origine del suo carattere impossibile: infatti, non potrete MAI dire “toh, ho un avocado, mi faccio un guacamole” né “guarda che begli avocado, ne compro due per l’aperitivo di stasera”. Sarà lui a decidere quando è pronto per diventare guacamole, non voi. Come recita il più famoso meme, infatti (oggi no, oggi no, oggi no, oggi no, MANGIAMI ADESSO, troppo tardi) dovrete cogliere l’attimo perfetto della sua maturazione o confidare in un po’ di fortuna. Non so se questo connubio di pazienza e fortuna vi ricorda qualcosa o qualcuno: a me tutti i momenti sbagliati in cui ho proposto uscite/cinema/vacanze/giochi ai miei figli, ma anche i momenti giusti (capitati per caso) in cui ho detto/raccontato/mostrato a loro e loro hanno colto, confermandomi che nella genitorialità conta moltissimo quello che insegni, semini, l’esempio che dai, ma a parimerito contano la fortuna, il momento giusto, il posto sbagliato.
La mia ricetta del guacamole:
Prendete la polpa di due avocado (per dire, anche il plurale di avocado è oggetto di discussione) maturi – si veda predicozzo di cui sopra – e schiacciatela con una forchetta in una piccola terrina (sappiate che ci sono i tutorial su youtube per aprire l’avocado, poi uno dice “ingrediente traditore” mica per niente). Aggiungete un po’ di succo di limone o lime e un pizzico di sale e mescolate: il limone o lime servono per non fare annerire il guacamole. Non mettete per nessun motivo l’olio, ché l’avocato è frutto grasso e oleoso di suo. Io ci aggiungo mezza cipolla rossa tagliata finissima, altri ci mettono i pomodorini privati dei semi, altri ancora peperoncino oppure olive. Si mangia in grandi quantità raccogliendolo direttamente con le tortilla chips e accompagnandolo con birra fresca, ed è subito Puerto Escondido.
Buon aperitivo gente!