Lo vedo sbirciare dalla porta, attirato dalle nostre risate: “Cosa state combinando?”
“Vieni a vedere! È…”
“Geniale! Questo non è uno dei tuoi soliti giochini che sporcano, ungono, rompono! Questa è scienza! È tecnologia applicata a un giocattolo! È…”
“La girandola di Mac Gyver!”
Un solo suo sguardo è sufficiente a capire che non ha apprezzato la mia scelta di buttare in vacca il titolo del giochino che vorrei raccontarvi oggi, ma per chi è cresciuto negli anni Ottanta è inevitabile: appena ti metti a costruire qualcosa con una graffetta, un ago, un palloncino e una cannuccia, lo spirito guida di MacGyver si impossessa di te e ti conduce ad esiti che non avresti mai potuto immaginare, come realizzare qualcosa capace di conquistare sia il piccolo di casa sia il grande, quello solitamente scettico e diffidente.
Si gonfia quindi il palloncino soffiando attraverso la cannuccia, si ruota la parte pieghevole di quest’ultima e si toglie il dito che la teneva chiusa. Poi? Poi si gioca!
– di Giada Quandofuoripiove –
Fichissima! e McGyver… sbav!
Troppo giovane??? Francesca, al solito mi ferisci nel profondo!! 🙂
ok, probabilmente negli anni ’80 ero troppo piccola per apprezzare (o conoscere) McGyver. Ma la girandola è una figata e oggi ci provo! 😀