Quanto ci piace rimescolare i nostri collaboratori, approfittando delle loro competenze molto variegate! E così, nella nostra scacchiera di gc, questa volta spostiamo Polly Wantsacraker e la posizioniamo in una nuova rubrica, sicure che anche lì sarà perfettamente a suo agio.
Si parla di famiglie scomposte, quelle non di tipo classico, quelle separate e ricomposte. Si parla di separazione e di vita da separati, di famiglia allargata e di famiglia diffusa. Si parla di come vivere la separazione cercando di non sopravviverle a stento.
Saranno racconti pieni di leggerezza e densi di contenuti, come sempre. Perché Polly è uno stile di vita!
Con Silvia e Serena non abbiamo fatto in tempo a ideare questa nuova rubrica sulle “moderne soluzioni famigliari” (c’ho i titoli per farlo. All’università ho fatto un corso in antropologia culturale 😀 ) che io avevo già il primo argomento di cui parlare. Resta da capire cosa mi inventerò il mese prossimo, uahuahuah (risata).
Torniamo seri. L’argomentone è il seguente: separazioni pacifiche fai-da-te.
Senza che io vada a cercare dei dati che lo comprovino (è sempre possibile trovare dei dati che comprovino quello che volete sentirvi dire), posso affermare con vaga cognizione di causa che la maggior parte delle separazioni avviene per via giudiziale. Immagino ciò sia abbastanza logico, se si è sposati.
Ma le tante coppie di fatto, come eravamo io e il padre delle mie figlie, devono necessariamente far regolare dalla legge la loro posizione?
Non sarò qui a darvi consigli legali, perché non ne ho le competenze. E non vi darei neanche consigli personali, perché ogni situazione è a sé. Sono qui solo a condividere la mia esperienza.
Io e il mio ex non ci siamo lasciati in ottimi rapporti, com’è ovvio. Però ci siamo lasciati prima di cominciare a odiarci. Non dotarsi di avvocati è stato inizialmente un fatto economico ma poi è diventata una scelta. Una scelta simile a quella di non sposarsi. Una scelta che possiamo anche definire anarcoide e che parte dalla nostra percezione di iniquità dell’applicazione della legge nel nostro paese. Non sposarsi significa rimanere fuori dal campo del diritto, con tutto quello che comporta. Separarsi in modo fai da te, significa lo stesso, e significa anche tenere i propri figli fuori dal campo del diritto.Una scelta da veri orchi.
Eppure noi in quel limbo ci viviamo ogni giorno e non sembra poi così male. Paradossalmente, nella pratica, significa che sono spessissimo le bambine a decidere da quale genitore stare.
Paradossalmente, significa che chiedere e dare soldi non è il nostro principale argomento di discussione.
Paradossalmente, significa che nessuno di noi due impugna le debolezze dell’altro per umiliarlo di fronte a un avvocato.
Paradossalmente, significa che il nostro rapporto è regolato dalla fiducia nel fatto che amiamo entrambi le bambine.
L’equilibrio sulla fiducia pare funzionare bene. L’equilibrio basato sulle sentenze, ho come la percezione che funzioni peggio.
Se sono così convinta della mia scelta è perché un giorno, stanca del nostro fragile equilibrio (necessariamente lo è, vista la situazione, visti i temperamenti caldi e vista l’ipotesi che una terza persona che eventualmente subentri nel nostro rapporto non comprenda), ho deciso unilateralmente di far regolare i nostri rapporti dalla legge. Sono stati mesi terribili, nei quali due persone completamente estranee si accordavano circa la vita nostra e delle nostre figlie (senza averle mai viste, senza sapere nulla di loro). Il tutto condito dalla minaccia del ricorso al giudice se non avessimo deciso chi di noi due doveva tenere la cucina (cucina di cui non ce ne poteva fregare di meno, peraltro).
Questo per dire che la nostra vita non è ideale, la nostra soluzione non è perfetta e non va bene per tutti, ma che noi l’abbiamo trovata migliore di una via legale teoricamente equa. La via legale avrebbe messo a tacere le nostre rivendicazioni, ma avrebbe anche imposto alle mie bambine di sottostare a scelte opinabili. Sarebbe stata un’arma per vendicarci del male che a volte ci siamo fatti, e non una tutela reale per qualcuno.
Concludo con una richiesta che mi ha fatto mia figlia Lucia l’altro giorno:
“Mamma”, ha esordito facendo un po’ di broncio, “io a volte vorrei giocare con tutta la mia famiglia”
“Amore, vuoi dire che vorresti passare più tempo sia con me che con papà?”
“No! Volevo dire che a volte vorrei giocare con tutta la famiglia: te, papà, le mie sorelle, zio Mattia, nonna, zia B., zio G.”
– di Polly Wantsacraker –
pensavo di essere l’unica “sciocca e irrespinsabile” a trovare più umano la separazione senza avvocati….
Lavorando dalla parte di chi si occupa degli aspetti legali mi sono resa conto di questo: c’è tanta generalizzazione, purtroppo. E’ vero che la famiglia dovrebbe restare fuori da certi ambiti, è vero anche che non tutti gli avvocati sono uguali. Ritenere di affrontare la separazione da soli mi preoccupa, al pari del rivolgersi a certi avvocati. Comprendo la sfiducia in certi professionisti, ma posso garantire che rimane ancora qualcuno capace di mettere al centro l’interesse del minore e l’unità del legame genitoriale. Bisogna cercare, e magari non rivolgersi all’amico di famiglia che si occupa di tutt’altro.
@moony: grazie per il commento, molto bello. Un unico appunto: c’è differenza tra il punto di vista del genitore e quello del figlio perché il genitore ha il dovere di PREVEDERE quale sua scelta (e qui ti parlo non solo di scelte grosse, come il divorzio, ma anche della scelta più banale, come comprare mele anziché banane) si potrebbe rivelare buona per suo figlio; un figlio invece le scelte le subisce, spesso senza poter dire la sua, e giustamente, ex post, le giudica.
Tu mi dici che il tuo papà se n’è andato gradualmente, ma a me, come donna, un uomo che non è più affar mio e entra ed esce di casa liberamente, mi ucciderebbe. Forse per le mie figlie sarebbe stato meglio. La verità è che io non posso saperlo.
Ci tengo tantissimo a lasciare un commento su questo post, perchè il mio è un punto di vista piuttosto insolito in questo forum… non sono una mamma, ma una figlia! Ho ventidue anni e i miei genitori si sono separati quando ne avevo dodici. In realtà sono ancora sposati, hanno iniziato le pratiche della separazione quest’anno perchè le tasse universitarie avevano raggiunto cifre davvero eccessive e contando il solo reddito di mia madre si abbasseranno almeno un po’. Premetto che quello dei miei non è mai stato un matrimonio felice, sono sempre stata abituata a passare le feste con la famiglia di mia madre senza papà, che queste cose non le ha mai gradite particolarmente e preferisce passare una giornata tranquilla per conto suo. Sono anche stata abituata a non vedere mai loro due che si baciano e ai litigi continui. Quando i miei litigavano mi chiudevo nella cameretta, avevo paura delle urla. Poi hanno deciso di separarsi in casa. Sono stati magnifici, mi hanno risparmiato il trauma di ritrovarsi da un giorno all’altro senza papà in casa. Mio padre infatti, anche se ero grandicella, è mancato da casa prima per brevi periodi (mezza giornata, poi uno-due giorni) e poi per periodi sempre più lunghi, al punto che io non ricordo il giorno in cui è andato via definitivamente! Non abbiamo mai stabilito dei giorni fissi per vederci, quando posso e quando voglio lo vengo a trovare, prima più spesso, ora che devo studiare per la laurea decisamente di meno. Dal momento che mia madre guadagna più di lui non abbiamo chiesto mai l’assegno di mantenimento; quando papà può mi dà qualcosa per contribuire alle spese, quando non può rimandiamo al mese successivo. Il Natale seguente la separazione ho chiesto a mamma di passare la vigilia tutti e tre insieme, ci siamo divertiti moltissimo e aspettavo la mezzanotte con ansia! Poi abbiamo passato le vigilie degli anni seguenti insieme ad una mia amichetta e ai suoi genitori… due coppie felicemente divorziate con figli! Oggi mia madre è il medico di mio padre, si teleonano con tranquillità, mamma lo deve rimproverare sempre perchè combina qualche disastro, ma il loro rapporto è migliorato… e pure quello tra me e mio padre! Quando era in casa litigavamo sempre, invece adesso passiamo meno tempo insieme, ma qualitativamente migliore. Non siamo una famiglia di divorziati “perfetti”, sia mia madre che mio padre hanno i loro pregi e i loro difetti (papà moltissimi difetti), ma adesso abbiamo un equilibrio e una serenità che prima mancava. Certo, ho sofferto tanto per la mancanza di una famiglia “normale”, ma presto mi sono accorta che il nostro modo di gestire i rapporti per noi funzionava molto meglio della normalità! Quando divorziate quindi, seguite questo modello: troppe volte ho visto scene pietose come la mamma che consegna al padre tramite il bambino piccolo lo scontrino per dividere dieci euro di spese in quaderni! Pensate che quando urlate vostro figlio vi ascolta dall’altra stanza, e che fare finta che sia tutto ok non serve a nulla: un mio amico una volta mi raccontò il trauma subito quando sua madre un giorno gli disse di punto in bianco che il padre quella notte avrebbe dormito altrove. Lui aveva l’amante già da un po’, ma come poteva sospettarlo un bambino di otto anni? Immaginatevi la sua confusione e la tristezza che un bimbo può provare quando il suo papà-eroe viene descritto dalla mamma come un deficiente, anzi come il cattivo più cattivo delle fiabe. A chi dare ascolto?
PS
Se vi chiedete perchè leggo questo blog nonostante la mia giovane età… è più completo e meno noioso di un trattato di psicologia infantile, mi aiuta a capire certi comportamenti che avevo da bambina e a comprendere meglio il metodo educativo che hanno usato i miei genitori con me. E forse quando sarà il mio momento sarò più preparata!
non mi sono mai separata, però mi sono sentita separata innumerevoli volte.
non è la stessa cosa, lo so. fossi arrivata alla separazione, ogni volta che, avrei preteso che il padre di mio figlio venisse annientato. non mi interessa come o da chi. però ho continuato a mandar giù rospi. mi sento in comunione con te. solo che io ho le porte chiuse.
Io penso che l’avvocato abbia il dovere deontologico di consigliarti a guardare a più di un palmo dal tuo naso. Perchè quando si litiga e ci si separa per la goccia che ha fatto traboccare il vaso si pensa tanto ma tanto alla goccia, e non si pensa in prospettiva. Che invece è importantissimo specialmente se i figli sono piccoli e hai davanti ancora tanti anni di cure e bisogni che al momento non sei in grado di valutare. Certo, se l’avvocato ti conosce è molto meglio, ma penso si dovrebbe comunque informare su chi sei, chi è il tuo “separando”, chi sono i tuoi figli, che tipo di vita facevate, fate e vorreste fare. Ma in genere fanno carte false solo per farti avere 50 euro in più al mese perchè, diciamocelo, è anche quello che la maggior parte dei clienti vuole e si aspetta
Cara Polly, ne abbiamo “chiacchierato” qualche volta anche su twitter…quanta ragione hai. Io invece sono separata legalmente, e la separazione è stata il periodo più faticoso, pechè è vero che dall’oggi al domani ti ritrovi a non essere più C e D ma ex marito, ex moglie, uno contro l’altra, un piccolo inferno. Per colpa degli avvocati, per colpa di alcuni avvocati. Ho con una fatica estrema difeso con i denti e con le unghie, e a rischio di ulcera e travasi di bile, la mia famiglia, i mieifigli, il mio modo. E ce l’ho fatta. Abbiamo una sentenza ufficiale, ma siamo una serena coppia di ex, con degli ottimi rapporti, che ha incluso nel cerchio un nuovo protagonista: il mio compagno. e i miei figli stanno bene. e siamo una famiglia moderna e contenta…e ci sarebbe da scrivere un papiro ma non è questa la sede!!!
OTTIMA RUBRICA, non me ne perderò manco un post!
@eleonora: la fiducia di cui parlavo, più che una fiducia sull’amore che implica presenza era una fiducia sul non-odio. laddove lui manca sopperisco io. È un equilibrio che implica che si mangino rospi. Il rischio che il mio ex (o io con le bimbe, che ne so?) traslochiamo di mille km esiste.
@andrea: certo che a volte deve intervenire la legge, confermo. Quello di cui non sono convinta è che la legge risolva l’odio. Io credo lo esacerbi, invece. Certo, quando manca la sentenza è sempre e tutto costantemente in discussione. Oggi si fa così, domani magari cambio idea. per contro, se c’è una sentenza, è sempre possibile non rispettarla. Quante ex mogli conosco, che sostengono che l’ex marito lavori in nero per non essere obbligato a dare un cospicuo assegno di mantenimento?
“L’equilibrio sulla fiducia pare funzionare bene. L’equilibrio basato sulle sentenze, ho come la percezione che funzioni peggio”
Quando però non è possibile costruire un equilibrio basato sulla fiducia, una sentenza può portare ad un equilibrio, magari non soddisfacente al 100%, che consenta pian piano (molto piano a volte) di reindirizzare energie su quello che realmente conta, ovvero il benessere dei figli.
Che poi le sentenze, anche quando arrivano da un tribunale super partes e fortemente ‘dedicato‘ al principale interesse dei bambini, come dovrebbe essere il Tribunale dei Minori, siano spesso frutto di un’analisi superficiale che non tiene conto di tante situazioni che a noi appaiono macroscopiche e di abitudini anacronistiche ereditate da vecchie legislature (come il fatto che, pur in regime di affido condiviso, si individui di default nella madre una figura fortemente prevalente, sbilanciando sensibilmente l’equilibrio che si sta cercando di ottenere), è forse ancora il prezzo da pagare.
Si rinuncia a qualcosa, magari anche a rivendicazioni che sembrano oggettivamente e chiaramente dettate dal buon senso e dall’interesse dei figli, ma si ottiene in cambio un po’ di tranquillità: ed i figli hanno bisogno anche di questo, di genitori che smettano (anche se gradualmente) di combattersi.
La mia è una famiglia scomposta. Ero sposata e mi sono separata. La mia è stata una separazione consensuale nonostante tutto quello che mi è stato fatto. La scelta di fare una separazione consensuale è nata dal mio desiderio di proteggere mio figlio da quello che stava succedendo.
Ho rinunciato a molte delle cose che potevo “pretendere” come diceva il mio avvocato, per avere in cambio e garantito da una sentenza il massimo per mio figlio.
Il mio ex marito mi avrebbe concesso anche l’affidamento esclusivo ma visto che esiste e che è in grado di fare il padre, ho preferito per un affidamento consensuale. Il mio piccolo tra poco compirà 6 anni e sono già due anni che siamo separati.
Oramai si è abituato agli orari e ai giorni dedicati al padre. Ma a differenza di quanto scrivi tu, il principio di base nella mia separazione non è stato la certezza di amare entrambi jacopo. Perchè se da una parte so che di base c’è un minimo di amore, so anche che il mio ex marito ne fa volentieri a meno quando possibile.
A breve si trasferirà definitivamente a Torino con la sua attuale compagna. 950 km da suo figlio. Ha fatto questa scelta senza preoccuparsi minimamente di jacopo. Ha solo cercato il meglio per se stesso.
Forse è meglio così. Perchè la mia famiglia, a questo punto, siamo io, mio figlio e il mio cane.