Settembre per me è sempre stato un mese carico di significati e di aspettative. Per me l’anno continua ad iniziare a settembre: gennaio è solo il seguito dopo la pausa natalizia. Il mio calendario interno è sempre rimasto sintonizzato sul calendario scolastico, non riesco a liberarmi di questo retaggio: i nuovi progetti, i buoni propositi e le faccende rimandate, partono sempre da settembre.
E settembre è ormai da molti anni il mese della scuola. Per noi genitori intorno alla quarantina, una volta era ottobre, ma da tempo la scuola è settembre e ci siamo abituati anche noi. Quindi questo mese parleremo di scuola.
Una volta entrati nella vita scolastica, per i bambini quello è il loro mondo principale: i successi, le sconfitte, le tensioni, le amicizie, gli amori, l’impegno, le gratificazioni, i confronti… per molti dei loro anni abiteranno sempre a scuola. A casa ci saranno sempre braccia e orecchie di mamme e di papà pronti ad accoglierli, ma la vita sociale è la scuola. E’ il loro lavoro, le loro giornate, la loro routine.
La scuola è la strada che si fa ogni mattina per arrivarci, è l’edicola in cui si compra un pacchetto di figurine per alleviare le giornate tristi, è il cancello dove ti aspettano gli amici per salire in classe insieme, è il tuo banco familiare come una casa e di cui si conosce ogni vite ed ogni scalfittura, è l’interrogazione a sorpresa, è la sorpresa di avercela fatta in quel compito maledetto…
Ma la scuola è anche molto prima. E’ il primo giorno di asilo nido, quando mamma e bambino si strappano l’un l’altro di dosso; è il primo contatto con la moltitudine quando si esce da un mondo dove si era ancora gli unici; è mettersi sulle spalle il primo zainetto per la scuola materna; è imparare a memoria la prima canzoncina tutti insieme; è il lavoretto per la festa della mamma. Tutti i nostri bambini vanno a scuola già da piccolini.
E per noi genitori? Per noi è il sollievo più grande, il posto sicuro dove passano le loro giornate, ma è anche la più grande rivale. E’ l’unica cosa veramente importante come la casa e la famiglia. E per noi spesso il confronto non è facile.
I nostri figli a scuola spesso sono diversi: i loro maestri o professori, ed anche i loro educatori fin dalla materna, ci raccontano di persone che sembrano estranei, eppure sono proprio gli stessi che ad una certa ora tornano a casa. Perchè i nostri bambini nella scuola ci si ritagliano il loro angoletto, il loro ruolo, la loro immagine: e li, fin da piccoli, sono solo loro, senza noi dietro le spalle.
Nostre sono le mille preoccupazioni per scegliere la scuola che pensiamo migliore o più adatta, nostro il compito di rispettare la scuola e chiedere rispetto, nostro l’appoggio da dare ai nostri figli senza interferenze. Quando li mandiamo a scuola, che sia l’asilo nido, la scuola dell’infanzia, le elementari o qualsiasi altro grado: ogni volta li stiamo mandando un po’ via da soli per la loro strada. Ad ogni nuovo inizio ci spaventiamo un po’, poi li vediamo andare… e si cresce così, noi con loro.
Iniziamo a parlare insieme di scuola, di asilo nido, di scuola dell’infanzia, di attività sportive parallele alla scuola, di esperienze e di storie. Contiamo sul vostro aiuto per tutto quello che è al di là della nostra conoscenza di mamme: aiutateci a parlare anche di scuola media ed oltre.
Condivido.
Simone, mi sento sicura nel dire che posso fidarmi, perchè io delle persone, come primo istinto, mi fido.
L’argomento lo conosco da genitore, non di più. Ma da genitore che si informa, proprio perchè non affido, non delego.
Oggi ho avuto una prova che la scuola italiana può ancora funzionare, e la trovi qui.
Ovunque, in ogni settore ed in ogni Paese, c’è qualcosa che funziona e altro che non funziona: sono io la prima a dire che l’educazione dei nostri figli non dovrebbe essere appesa ad una botta di fortuna. Mi guardo intorno, però e vedo che la scuola, soprattutto elementare, è fatta di persone degnissime della nostra fiducia di genitori. Tutto qui.
Cara Silvia,
sembri molto sicura di quello che dici e dai l’impressione di conoscere a fondo l’argomento. Io non sono così certo di poter affermare “la scuola italiana funziona” in modo “sistemico”. Credo ci siano casi fortunati accanto ad altri meno fortunati, insomma è il caso a giocare un ruolo determinante.
Quanto alle scuole private, nessuno scandalo per la loro esistenza ci mancherebbe, solo la denuncia di un “travaso” di fondi statali da una all’altra istituzione, la qual cosa mi rende perplesso.
Insomma: mio malgrado mi affido, anche se (spesso) non mi fido.
S.
Io non mi crogiolerei tanto nel luogo comune del degrado scolastico degli ultimi anni. La scuola italiana è in sofferenza (come lo è il Paese) ma è ancora una scuola dove mandare i propri figli. La scuola elementare, nella sua globalità, funziona. Ci sono altri sistemi scolastici (vedi l’intervista sul sistema olandese ed altre ne seguiranno), ma hanno tutti pregi e difetti.
La scuola italiana è stata anche molto peggio di così. Io, per un paio d’anni delle elementari, andavo a scuola alcuni giorni di pomeriggio perchè c’erano i turni.
I maestri ed i professori, nella maggior parte dei casi, fanno il loro dovere e lo fanno con buona volontà e, spesso, con entusiasmo.
La scuola privata è e deve essere una scelta: esiste quasi in tutto il mondo come alternativa alla scuola pubblica e nessuno ha mai gridato allo scandalo per questo. I famosi fondi alle scuole private, poi, informatevi di quali e quanti sono.
La domanda è se possiamo fidarci? L’importante è che non “affidiamo” i nostri figli alla scuola come se ce ne stessimo sbarazzando. Impariamo ad essere vigili, attenti e consapevoli. Cerchiamo di non invadere le competenze della scuola e di farci carico delle nostre di genitori.
Io, mandando mio figlio a scuola pubblica, non sto affidando mio figlio allo Stato: io resto attenta e sveglia, lo ascolto, ci parlo, lo seguo. E lo farei anche con la scuola privata (veramente io lo farei ancora di più).
Noi abbiamo scelto di mandare nostro figlio alla scuola pubblica perchè è stata quella che ci ha realmente convinto di più. Veniamo da una materna alla scuola privata e ne siamo consapevolmente usciti perchè crediamo che la scuola italiana sia ancora un posto dove è bello stare per i bambini. La nostra scuola pubblica non è stata passiva: abbiamo partecipato ad incontri di presentazione, siamo stati ascoltati, abbiamo ricevuto risposte ai nostri dubbi. Come andrà lo scopriremo nei prossimi giorni, mesi ed anni.
Noi ci fidiamo, ma non ci affidiamo!
Condivido ogni cosa dell’articolo di Silvia.
Vorrei però esprimere una preoccupazione. Quanto possiamo fidarci, oggi, della scuola? Intendo proprio l’istituzione. Chi affida oggi un figlio allo Stato per la sua educazione, che rischi corre?
Sono domande che più o meno ogni genitore si pone, ma che negli ultimi anni, preso atto del degrado del sistema scolastico e della riduzione dei fondi pubblici (a favore – tra l’altro – di quelli alle scuole private), assumono particolare urgenza.
Ciao a tutti,
S.