Io frequento molto la dermatologia: sono un’esperta paziente dermatologica. Non per vantarmi… ma 20 anni di psoriasi ti introducono al fior fiore dei poli di eccellenza ospedaliera dermatologica di Roma.
In ogni ospedale con specifica vocazione dermatologica, alle soglie dell’estate iniziano campagne battenti, sotto forma di manifesti, brochure, convegni, sulle indicazioni e controindicazioni dell’esposizione al sole. Sono spesso campagne allarmiste: sono sempre molto realiste.
L’esposizione al sole, infatti, fa senza dubbio benissimo, sopratutto ai bambini. Senza l’esposizione al sole non si instaurerebbe quel processo che permette alla vitamina D di fissare il calcio nelle ossa. L’esposizione al sole sbagliata, sconsiderata ed eccessiva, però, ha una piccola controindicazione: il cancro.
Esistono studi che collegano le scottature prese con leggerezza in età pediatrica alla futura insorgenza del melanoma. Che dite, vi va di rischiare, letteralmente sulla pelle dei vostri figli?
Un bambino molto abbronzato NON è un bambino sano. Quando noi eravamo bambini le creme solari erano agli albori della loro storia e spesso si pensava a come potenziare l’effetto abbronzante, piuttosto che considerare la protezione: sappiate che tutto ciò non ci ha fatto bene ed il melanoma ed il carcinoma della pelle sono tumori in aumento nella popolazione adulta.
Ora che vi ho messo il giusto grado di agitazione, possiamo iniziare a parlare di creme solari per i bambini.
Creme per neonati: in realtà, non esistono. Mi racconta la mia socia che se entri in una farmacia a Stoccolma e chiedi una crema solare per un neonato, ti invitano cortesemente all’uscita, ricordandoti che un neonato NON deve essere esposto al sole. Va semplicemente tenuto all’ombra, al riparo, in particolare d’estate. Da noi, invece, le creme si vendono eccome: quelle apposite per i neonati sono carissime. E’ anche vero che noi il sole d’estate ce lo abbiamo ed il neonato non possiamo certo chiuderlo in casa!
Il primo consiglio, più che noto, è di non esporre MAI un bambino, a maggior ragione di pochi mesi, al sole dopo le 11 e prima delle 17. Poi è bene che i bambini piccoli siano coperti con una magliettina di colore chiaro, meglio se con le maniche lunghe: la prima protezione dal sole è una barriera fisica. Quando però ci concediamo un po’ di nudità sotto al sole, nelle ore più fresche, è bene applicare una crema con protezione 60 o giù di li, preferibilmente ad azione meccanica.
Per creme a barriera meccanica si intendono quelle che praticamente coprono la pelle. Per intenderci, sono quelle difficili da spalmare, che rimangono sempre bianche e non si assorbono mai. Quelle che io chiamo magliettine spalmabili! Il loro vantaggio sta proprio nel proteggere dal sole frapponendo uno strato solido tra i raggi e la pelle. Al contrario ci sono le creme a barriera chimica: sono le più comuni, sono più piacevoli, si spalmano facilmente ed ormai ci sono anche spray, che consentono di essere applicate anche ad un bambino in fuga… La protezione dal sole qui è data da componenti chimiche. Non sono dannose, ma almeno per i bambini più piccoli sarebbe sempre meglio preferire le prime.
Creme per i bambini: dopo i primi anni, in genere si tende ad avere una maggior tolleranza con l’insofferenza dei nostri figli per l’incremamento. Mai abbassare la guardia, invece. Un bambino dai tre anni in poi, sulla spiaggia, è sempre sotto al sole, nell’acqua, sul bagnasciuga. La crema solare viene quindi messa a dura prova.
Anche le creme water proof devono essere applicate di frequente: almeno ogni due o tre ore. Le ore centrali della giornata vanno sempre evitate per TUTTI, grandi e piccoli. Il fattore di protezione è raccomandato da tutti superiore a 20. Secondo me è ottimo un fattore 50 per tutta l’estate, per grandi e piccoli.
Sono da prendere in considerazione anche quelle magliettine di lycra che possono essere indossate anche in acqua e si asciugano molto presto: sono più piacevoli del cotone quando sono bagnate e filtrano i raggi solari, oltre ad offrire una protezione dal vento.
La pelle è un organo delicato ed importante: è quello con cui ci presentiamo nel mondo. Teniamola bene fin da piccoli ed adottiamo noi stessi le buone abitudini che riserviamo ai nostri bambini.
Magari vi sembrerò esagerata, ma sarà che da quando c’è mio figlio ho un motivo in più per cercare di non prendermi un cancro…
Io ho la carnagione molto molto pallida e da piccola stavo in spiaggia con la maglietta almeno la prima settimana, bagni compresi.
Mi figlia la cospargo di crema in continuazione, se non prende colore chissenefrega!
Però leggendo l’articolo segnalato da Marta vedo che anche le creme delle marche più costose sono tutte minimo rischio medio…bella scelta, insolazione o rischio allergia?
noi viviamo in versilia perciò ci godiamo il mare per tutta l’estate e quello che vedo non è molto rassicurante…Scheggia ha 3 anni e mezzo e da sempre viene cosparso di protezione 50 da inizio a fine stagione,ma la maggior parte dei bambini se ne sta al sole senza nessuna crema o al massimo una p.6,”sennò poverino non si colora neanche un po'”…ma come si fa?!?!!
sulle spiagge italiane, però, non è usuale il bambino magliettato…
La maglietta in effetti sarebbe l’ unica. Figlio 1 nonostante l’ estate nordica e va ancora a scuola, ha già l’ abbronzatura da muratore (collo e dalla manica in giù).
Ciao! Volevo segnalarvi che GuidaMamme ha effettuato una serie di test sulle più note creme solari per bambini valutando tutti gli inrgredienti e dando un voto a ciscuna. Potete trovare l’elenco ed il link ai singoli prodotti qui:
http://www.guidamamme.it/index.php/2011/06/creme-solari-per-bambini-come-scegliere-la-migliore/
Ciao!
ops, hai ragione socia… sono troppo marittima, la montagna non mi viene mai in mente!
e non ci dimentichiamo la crema solare in montagna! In montagna il sole è ancora più pericoloso che al mare, perchè ci sono meno strati di atmosfera a filtrare i raggi UV. Siccome fa più freddo, si tende a pensare il contrario. E invece la scottattura è assicurata.
bellissimo articolo!
e utilissimo.
anch’io sono un’abbonata ai reparti di dermatologia e spero davvero di riuscire a preservare LaPulce da certe estenuanti maratone ospedaliere, alla fine delle quali, la risposta può tragicamente essere “c’è qualcosa in questa crema a cui sei allergica…” #@!?!”? grrrr già!!!! vorrei sapere quale!!!
grazie e a presto 🙂
silvietta