Sbalzi di umore, irritabilità, rispostacce, piagnucolii ingiustificati, drammi senza senso, urla… Ma cosa è successo al Piccolo Jedi? Una settimana al lago con la nonna e me lo hanno sostituito con una creatura demoniaca (e per di più viziata dalla nonna)? Si, va bene, non è che di solito sia un angelo, ma così è decisamente delirante! Vi anticipo che, dopo un giorno di osservazione, abbiamo trovato i responsabili: normali cali ipoglicemici da iperattività e crescita!
D’estate, in vacanza, i bambini cambiano vita. Per quanto si possa offrire loro uno stile di vita attivo, quando c’è la scuola le ore passate tra quattro mura sono molte. D’estate i ritmi cambiano: si corre, si nuota, ci si arrampica, si scava, si gioca, si pedala per molto più tempo ogni giorno. E il consumo di calorie aumenta.
Però non è così scontato che un bambino, anche grandicello, si renda conto del disagio provocato dalla fame sopravvenuta e può capitare che reagisca in modo strano, apparentemente ingiustificato.
I bambini sono abitudinari: più o meno sono abituati ai loro cinque pasti e noi siamo abituati alle loro solite quantità. Non ci pensano loro e non ci pensiamo noi che possa capitare la necessità di adeguarsi ai consumi diversi.
Il Piccolo Jedi trascorre tante, tante (tante, tante, tante) ore in acqua: nuota, guarda i pesci con la maschera, gioca a pallanuoto, si tuffa. Di energie ne consuma e, per di più, è un momento in cui sta crescendo molto fisicamente. Quindi questo povero corpicino è impegnato su tanti fronti.
Sabato scorso, per colazione, gli ho messo a disposizione dei biscotti che gli piacciono. Però, appena sveglio, non mangia volentieri in abbondanza, così ne ha mangiato uno e bevuto un po’ di latte. Ci sono abituata e non mi preoccupo (se ne riparlerà a metà mattinata). Appena scesi in spiaggia sono iniziate le lagne, i piagnucolii, i malumori. Non nego che mi sono stranita anche io: insomma, sei in vacanza e ti lamenti pure? Poi una polemica continua, un rispondere “no” a tutto. La tensione aumentava per tutti.
Verso le 11 ha sostenuto di voler fare merenda, l’ho accompagnato al bar (che almeno nel fine settimana ci si concede questa frivolezza) dove ha scelto stranamente qualcosa di dolce (di solito lui ama il salato), molto dolce: una bomba alla crema! Il tempo di tornare all’ombrellone (20 metri) ed è finita! “Bene, adesso vorrei un tramezzino“. Io e l’Ingegnere ci guardiamo un po’ interdetti, ma che fai, gli dici di no? Più che altro abbiamo accolto positivamente l’idea, pensando che avremmo avuto una buona scusa per sbafarci più di metà del suo tramezzino, figurati se lo finisce! Ho approfittato anche per mandarlo al bar da solo (che un po’ di autonomia fa sempre bene) e quando è tornato era già a metà della sua seconda merenda, che subito dopo è sparita in un attimo.
Ve l’avevo detto che questo non è nostro figlio!!
Sì, perchè lui, di solito, è uno piuttosto disinteressato al cibo: il pasto è una perdita di tempo, un inutile momento della giornata in cui si sta fermi e si devono interrompere attività interessantissime (qualsiasi attività, anche fare nulla), qualcosa da sbrigare in fretta. Come capita a molti bambini, soprattutto quelli altamente energetici, molto fisici, ipercinetici: mangiare è un inutile accessorio dell’esistenza, probabilmente inventato dai grandi per intralciare i loro piani!
Per questo, può capitare che questi nostri bambini non sappiano neanche fare i conti con il loro appetito e con il suo improvviso aumento: sentono un malessere, un senso di impedimento fisico al quale non sono abituati e non sanno dargli un nome preciso.
Dopo aver reintegrato le energie con un lauto pasto, sembrava rasserenato.
Solo che il problema si è ripresentato dopo un paio d’ore e via così per tutta la giornata. Alla fine, ha mangiato regolarmente ogni due ore /due ore e mezza. E siamo riusciti a finire questo sabato faticoso.
Il giorno dopo mi sono attrezzata: toast a colazione, panino al prosciutto a merenda, insalata di riso, carne e verdura a pranzo, gelato a merenda, frutta sparsa qui e là ad ogni pasto e infine una bella pizza a cena. Mooolto meglio!
Poi mi capita di parlarne con lo staff dei nostri collaboratori (che è diventato un solido gruppo di auto-aiuto), ipotizzando che fosse una manifestazione “da amplificato” ed ecco la conversazione che ne è uscita:
– Silvia: “Possibile, secondo voi, che questi sbalzi di umore terribili siano dovuti a cali di zuccheri? Ha bisogno di mangiare di più di quanto sia abituato, ma fatica a rendersene conto? Insomma, lui non dice ho fame, si arrabbia col mondo perchè il fisico non risponde.”
– Silvietta: “A me succedeva e succede lo stesso”
Serena: “Non solo è possibile ma sarei pronta a scommetterci su. Abbiamo appena assistito ad una crisi ipoglicemica di Pollicino e l’abbiamo riconosciuta perché vissuta già un milione di volte col Vikingo”
– Supermambanana: “Non so se sia problema di amplificazione – qui se i due vanno in calo di zuccheri so’ razzi amari”
– Serena: “Infatti la crisi in sè non è un problema di amplificazione, le modalità la frequenza e la durata possono esserlo” (no, dico, vedete come è saggia la mia socia… che ha il piglio scientifico!)
– Supermambanana: “Immagino – per fortuna per noi il fabbisogno alimentare non viene mai disatteso in nome di nessun’altra attività per quanto entusiasmante, quindi ad esempio la colazione vede la classica ‘capa chiecata’ sul piatto, specie in estate, e durano abbastanza a lungo dopo”
– Serena: “Io sto pensando di brevettare qualche sistema di bloccaggio del bambino amplificato a tavola con conteggio calorie, e rilascio automatico superata la soglia minima”
– Lorenzo: “Con i miei è così, ma lo dicono e se magnano qualunque cosa rimane ferma per più di dieci secondi”
– Silvia: “Il mio invece è sempre stato poco interessato al cibo. Per lui spesso è più un problema da togliersi dai piedi. Quindi ora credo non riesca a rendersi conto che ha sempre fame. Ieri c’era da chiamare l’esorcista. Oggi è andata meglio perchè ogni due ore lo fermavamo e nutrivamo”
– Mammamsterdam: “Mannaggia, pure i cali di zuccheri. Che poi che parlo a fare, io sono così pure, se non ho la certezza del cibo in arrivo ringhio e non me ne rendo conto. Ora che me lo dici pure con Orso accade ciò, vuol dire che siamo messi tutti così?”
– Luana: “Anche Superboy non è affatto un cultore del cibo. Dà talvolta di matto proprio come il Piccolo jedi. Mio marito chiama certe crisi proprio ‘calo di zuccheri’. Sembra semplicistica come diagnosi, ma effettivamente credo che non si renda conto che ha finito le energie”
Dunque ci abbiamo azzeccato! La crisi ipoglicemica dovuta a maggiore attività fisica e crescita è una brutta bestia! L’importante è riconoscerla, tamponarla e, meglio ancora, prevenirla.
In un momento di impegno fisico maggiore, meglio dare cibo più spesso e non allarmarsi troppo per gli sbalzi di umore.
Capita anche ai vostri bambini?
Qui si continua con la fame nera: ieri sera dopo una pasta e fagioli (con circa 80 gr. di pasta), che io consideravo piatto unico, ho sentito dire “… ma io ho fame… fame di carne!”. No, mettermi a cucinare la carne dopo cena no!! Gli ho messo a disposizione un po’ di frutta a sua scelta e se la facesse bastare!
@Daniela, ottima precisazione, infatti cerco di non proporre mai zucchero e basta, anche perchè ha un’efficacia brevissima. Allora meglio della frutta consistente (se la fame e molta, banane e fichi -di questi tempi- riempiono qualsiasi stomaco!).
@Sara, no dai, in fase di crescita è normale. Certo, immagino che sarete sempre un po’ in allarme per valutare ogni sintomo, ma insomma, ora sta crescendo.