Devo molta della consapevolezza della parola di oggi a un bellissimo TED talk, di Brené Brown, sul potere della vulnerabilità. Vi consiglio di ascoltarlo, se avete tempo, perché credo racconti molto – per la sua propria esperienza – del desiderio molto umano di inquadrare le esperienze e quello che poi accade quando le esperienze, al contrario, ribaltano tutti i paradigmi e ti rovesciano i presupposti. Un po’ come accade con l’essere genitori 🙂
Ma non è solo questo.
Brené racconta delle emozioni che mettiamo in gioco quando davvero ci mettiamo in connessione con gli altri, e il concetto che riesce a estrapolare dal suo lavoro di ricerca è che le persone che hanno saputo mettersi in connessione sono quelle che hanno avuto il coraggio di essere imperfetti.
È questa imperfezione a renderci vulnerabili, ma anche il legame dei rapporti, ci rende tali.
Essere genitore è un costante richiamo alla mia vulnerabilità:
sono vulnerabile perché ti amo, e potresti tradire o ferire il mio amore,
sono vulnerabile perché amo TE, e quando ti accade qualcosa ne soffro come se accadesse a me,
sono vulnerabile perché mi ricordi costantemente quanto sono imperfetta…. e non è per niente facile, essere messi costantemente in discussione.
Ma credo che “anestetizzarsi” non sia un bene e neppure fingere di poter essere supereroi: solo passando attraverso la vulnerabilità lascio che a mettersi in comunicazione tra noi sia il nucleo fondante della mia anima, solo così, io credo possiamo muoverci verso “la nostra patria ideale, la libera umanità dell’uomo” (Cesare Brandi, Carmine o della Pittura, mi perdonerà).
Per dirla con le parole di Mr. Incredibile (che sull’essere supereroe doveva saperne parecchio):
“è una cosa che devo fare da solo”. [combattere il mostro] “Veniamo con te” “No, non sono abbastanza forte” “e farlo da solo ti renderebbe forte? Che cos’è? Una prova? Un modo per sentirti di nuovo un campione? il super Mr Incredibile? Essere da solo ti renderebbe forte?” “Si! No! Non posso perderti ancora, non sono abbastanza forte per perderti ancora”
E il mio regalo del giorno, ad aggiungersi a queste parole, è un piccolo cartone, sempre con le parole di Brené, su come essere – davvero – empatici – su come vedere davvero l’altro (o su che cosa soffre dentro di noi, quando l’altro non ci vede davvero)