Un viaggio all’estero da soli: regalare un’esperienza

Nell’inverno dei miei sedici anni mi ritrovai a vagare nelle sale di una discoteca, unica ragazza dotata di orario di rientro che neanche Cenerentola. Mentre il locale iniziava ad animarsi, io andavo in cerca di un’anima pia motorizzata in grado di accompagnarmi a casa. Quella sera stessa affrontai i miei genitori in una discussione che avrebbe voluto essere definitiva.
Non potete farvi problemi a mandarmi in discoteca, quando poi d’estate mi spedite all’estero per mesi!” sbottai.
Che c’entra” – risposero loro alzando il sopracciglio – “Lì sei con EF”.
Maledizione, avevano di nuovo vinto loro. Quasi.

KitEFPerché io grazie ad EF – Education First ero stata sì protetta, ma ero anche cresciuta.

C’è un momento nella vita di ognuno in cui si scopre che, al di fuori del proprio perimetro, ci sono altre culture, altri linguaggi, altre vite, e ci si apre al mondo. A me era successo esattamente questo nei miei soggiorni di studio organizzati da EF. Per quanto potessi aver viaggiato, trovarmi da sola in un altro Paese – dentro un’altra famiglia! – era stato allo stesso tempo esaltante e destabilizzante. Bellissimo.

In realtà, sola non ero stata mai: dietro di me c’era un’organizzazione solida ma discreta, attenta e professionale. Non a caso era stata scelta dai miei genitori – persone rigide e apprensive – per i soggiorni all’estero della mia adolescenza, in un’epoca in cui le comunicazioni tra persone lontane erano demandate alla lettere di carta e ai telefoni a gettoni.

Da cinquant’anni EF è leader in quella che viene definita Formazione Esperenziale, e cioè l’insegnamento di una lingua immergendo lo studente nella cultura del luogo in cui questa viene parlata, in mezzo alle persone che la utilizzano, affinché si conoscano non solo le regole grammaticali e sintattiche ma anche il contesto in cui certe espressioni sono nate e hanno senso, premessa indispensabile per evitare di conoscere perfettamente le parole e trovarsi, nonostante questo, lost in traslation.

Durante quei soggiorni all’estero con EF imparai l’inglese – il suo slang, le sue sfumature – grazie alle conversazioni e alle confidenze scambiate con Melissa e Vanessa, coetanee di Portsmouth e figlie della famiglia che mi aveva preso come ospite. Un’esperienza di vita talmente profonda e coinvolgente che gli echi di quelle estati riverberano persino ora, che ad essere adolescente è mia figlia.

tesserino EF originale dell'estate 1982
tesserino EF originale dell’estate 1982

Quest’anno, dopo gli esami di terza media, Lara riceverà in regalo una vacanza all’estero. Con EF, certo. Stiamo solo decidendo il luogo: se Malta, dove vorrebbe lei (il sole, il mare..) o Weymounth, come vorrei io.

Perché conoscere bene una lingua in età scolare – nel caso di Lara: l’inglese – è indispensabile per cantare le canzoni dei One Direction senza storpiare le parole, parlare via Skype con i cugini neozelandesi e leggere Harry Potter senza perdere alcuna sfumatura né sottotraccia del testo.
Perché l’umorismo surreale di Lara ci sta salvando da certe malmostosità adolescenziali e non può prescindere da quello inglese, pienamente comprensibile solo se si è vissuto dentro case col pavimento in moquette e respirato le atmosfere dei pub.
Perché non voglio privare mia figlia dell’ebrezza di credersi sola con se stessa in un anticipo di vita adulta, mentre alle sue spalle EF vigila sulla sua sicurezza e benessere.
Perché se scegliessi un normale corso di lingua Lara si perderebbe the real thing e io non sono una madre così crudele.
Perché voglio che abbia ben chiaro che può scegliere la propria felicità ovunque nel mondo. Anche in India, dove suo padre lavora, o a Hamilton, dove vivono i suoi cugini.
Perché la famiglia di Portsmouth mi salutò dicendo “We are common people, but good people” e non c’è mai stato addio più straziante. Il sentimento di gratitudine e di appartenenza di quelle parole banali e profonde mi commuove ancora.
E infine perché sono apprensiva, come i miei genitori. E col cavolo che manderò mia figlia in discoteca a sedici anni!

Se state valutando anche voi l’opportunità di un viaggio-studio per i vostri ragazzi, suggerisco di richiedere attraverso questo form il KIT EF nel quale troverete, oltre al catalogo 2016, anche:
– due giochi educativi, utili per valutare la conoscenza dell’inglese e imparare nuovi vocaboli,
– un booklet informativo sull’importanza dell’apprendimento dell’inglese in età scolare,
– una dreamcard con un voucher-sconto fino a 300 euro sulla vacanza studio.
Fate in fretta: gli sconti migliori sono in scadenza!

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3 thoughts on “Un viaggio all’estero da soli: regalare un’esperienza”

  1. Sarebbe bello andare a Malta anche non per studio! E’ a un tiro di schioppo, in fondo! Certo, se si parla di adolescenti, meglio che vadano in un contesto più protetto, dove qualcuno vigili su di loro.

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  2. mannaggia, quanto ho sognato sui cataloghi EF, ma costavano molto per i miei, che pi con i loro traffici mi hanno comunque regalato il viaggio forse più formativo della mia vita, con me quattrodicenne recalcitrante che malgrado ciò adesso riconosce che quello che imparai allora, mai più. A partire dalle 2 ragazze grandi con me in aereo, una andava a Londra, intuii, per abortire(era l’81), l’ altra viveva a metà tra Italia e Londra e mi disse tre mezze cose, en passant, ma illuminanti.

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