La valigia dell’adolescente itinerante

La regola è semplice: quanto più le vacanze sono nomadi e improvvisate, tanto più piccolo è il bagaglio.
Erika-tramonto

È quello che ho capito guardando la valigia di Erika – uno zainetto, in realtà – in partenza per Barcellona («Dimmi almeno dove andrete a dormire!» «Ma cosa vuoi che ne sappia! Nell’ostello più economico, a casa di un amico, o direttamente sulla spiaggia della Barceloneta.»)
Non è sempre stato così, né io sono sempre stata una mamma così: arresa davanti all’avanzata inarrestabile della maggiore età della figlia. Ma si cambia. Cambiano i ragazzi sotto i nostri occhi, cambiamo noi di conseguenza, cambiano i bagagli che ci portiamo dietro, la cui grandezza è inversamente proporzionale alla loro età.

  • 0/2 anni. Valigia? Quale valigia? Per fronteggiare le necessità di un neonato ce ne vogliono almeno tre. Dentro c’è di tutto, dal paracolpi alla copertina preferita, dalle creme allo zinco alle tutine di una taglia più grande, ché hai visto mai arrivi uno scatto di crescita proprio mentre si sta a mollo sul bagnasciuga. Dimenticare qualcosa è vietato, vietatissimo: ogni azione od omissione diventa qualcosa destinato a ripercuotersi nella vita dei figli negli anni a venire, in maniera definitiva e ineluttabile. Dunque se avete portato con voi tutto, ma non la maglietta in cotone organico per evitare il contatto diretto della pelle con i raggi UV, tra quarant’anni vostro figlio avrà un eritema e sarà stata colpa vostra.
  • 3/10 anni. Due valigie: in quella grande c’è il loro guardaroba, in quella più piccola i loro giochi. Al ritorno dalle vacanze, il contenuto verrà invertito.
  • 11/16 anni. Una valigia di media dimensione. Dentro c’è solo il guardaroba. D’altronde, cosa altro dovrebbe mai contenere?
  • 17 anni. «Non stare a preoccuparti, ché non appena arrivo ti faccio sapere. No, non l’ho presa la protezione solare. Tanto, quando avrò la tua età, sai quante ne avranno inventate per combattere le rughe da esposizione! E no, non l’ho preso il telo da spiaggia. Al limite ne comprerò uno a pochi euro che butterò alla partenza. Come sarebbe a dire che ho portato dietro pochi vestiti? Sono tre, la mia amica ne ha altri tre: ce li scambieremo per avere un guardaroba diverso ogni giorno. Mamma, non stressare, ho con me l’indispensabile: bancomat, documenti e piastra per capelli. »

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4 thoughts on “La valigia dell’adolescente itinerante”

  1. Piastra per capelli, what else?

    Chissà cosa si porterà appresso mia figlia tra qualche anno.
    Io sono sempre stata super minimal, l’estate in cui ho scoperto di essere incinta siamo partiti per una vacanza semi itinerante di tre settimane con una Smart. E avevamo anche tendina decathlon da spiaggia e borsa frigo!

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  2. Sto male. Le mie sono tutte coetanee, vivo sempre una sola fase alla volta con potenza triplicata. In più, essendo io quella della valigia minima fatta da sola di notte per impedire che qualcuno infili una mutanda in più, ed essendo io quella delle vacanze dove non si sa bene dove si dormirà, verrò ripagata con figlie in vacanza-shopping-a-londra, che ritirerò costernata all’aeroporto di Bologna, e osserverò buttare ombrelli, tende da campeggio e ruote di scorta dal baule per far spazio ai valigioni. Attendo quel giorno con occhi sbarrati.

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  3. io quando dico: menomalechehosoloimaschi mi accusano di odiare le femmine perché non sono scesa a patti con il mio lato femminile. Ovviamente le verranno le mestruazioni per strada e le smetteranno quando rientra, perché le gioventù odierne dovrebbero essere diverse dalla mia? oddio Rossella, goditi il fatto di aver
    smesso di doverci pensare tu alle valige di tua figlia

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