Un metodo pratico per imballare e traslocare i quadri senza danneggiarli e, come sempre, con la minor fatica possibile
Nella nostra lunga storia di traslochi i problemi maggiori ce li hanno dati i quadri: spesso le cornici sono pesanti, comunque il vetro è fragile, spesso non riesci a decidere dove vuoi appendere cosa e comunque nel corso degli anni tra amici artisti, eredità di casa, poster irrinunciabili e la passione per fumetti e tavole, a casa nostra ci sono in giro più quadri che pareti. La mia disgrazia sono le cornici dell’Ikea: le compro quando ci capito, le metto da parte in attesa del momento buono per riempirle e appenderle e 5 volte su 10 si rompe il vetro prima che io ci riesca. Per fortuna abbiamo un’amica corniciaia e quando torniamo in Italia per le vacanze mettiamo da parte tutto quello che vogliamo incorniciare, glielo consegniamo all’andata e lo ritiriamo perfettamente imballato per il viaggio al rientro.
L’amica corniciaia non si stupisce di nulla: la gente, e specialmente gli anziani, dice, si fa incorniciare di tutto, dalle foto di famiglia al santino storico, passando per oggetti, magliette, quadri autoprodotti e schifezze varie. Se sono tutti come me, mi chiedo dove ce le abbiamo tutte queste pareti vuote da riempire (e poi gli arredatori che tentano di convincerti che lo spazio bianco, quello vuoto, è quasi più importante di quello pieno di roba. Per una col complesso del criceto, come me, che si conserverebbe di tutto nelle guance pur di non buttar via, lo spazio vuoto è una chimera).
Però fino a che si tratta di vita quotidiana una si rassegna: al massimo infila i quadri da sistemare sotto al letto o sotto un mobile sperando che i figli non ci vadano a giocare a nascondino in attesa del giorno in cui trapano e ganci alla mano, si risolve definitivamente la questione. I nostri traslochi poi, da quando abbiamo diversi quadri a cui teniamo, sono sempre stati nella stessa città, e quindi male che vada ci si arrangia portandoli un po’ alla volta in macchina, stesi sul sedile posteriore e avvolti nelle coperte.
Ultimamente però sono stata costretta a dedicarmi seriamente al trasloco di tanti quadri, alcuni vecchi e traballanti, se non addirittura con le cornici staccate, e ho elaborato la seguente tecnica, che voglio condividere con voi. Idealmente, specie nel caso di quadri e cornici di grandi dimensioni, potreste farvi aiutare da un’altra persona, ma il mio sistema permette anche di fare da soli senza troppi danni.
1) Materiale necessario
Un piano di lavoro ampio è fondamentale, accaparratevi il tavolo o il piano di lavoro più ampio che avete: idealmente deve essere un po’ più grande dei quadri più grandi, se lo è meno, ci si arrangia come si può;
un telo vecchio, coperta, stoffa, per proteggere il piano di lavoro e per ruotare e spostare comodamente i quadri. Dovrà servirvi da slitta, controllate che scivoli comodamente senza rimanere impigliato ovunque;
rotolo di plastica con le bolle o panni vecchi per attutire le scosse;
tanto nastro adesivo da pacchi;
eventualmente, se usate stoffe varie per assorbire gli urti, potreste usare anche della pellicola trasparente da imballaggio;
qualche cartone se vi serve un rinforzo qui e lì nei pacchi, io mi sono procurata cartoni vari da ritagliare all’occorrenza.
2) Preparare la base di lavoro
Come vedete ho coperto il mio tavolo con un copriletto e sopra ci ho steso lo strato di plastica a bolle (o panno, se usate quello) delle dimensioni del quadro che ci avrei messo. Questo mi permette di ripiegare lo strato protettivo sopra al quadro senza stare a girare e rigirare il pacco, cosa che con quadri grossi e pesanti fa stancare e si rischia di farli cadere o danneggiarli.
3) Poggiare il quadro sul piano
Anche qui, come vedete, preferisco mettere il vetro sotto per evitare di danneggiarlo durante imballaggio e spostamento. Se volete stare più tranquilli potreste ritagliare un pezzo di cartone delle dimensioni del quadro o anche solo del vetro e metterlo tra vetro e imbottitura.
4) Stratificare
I quadri di dimensioni simili li abbiamo messi uno sopra l’altro, separati da uno strato di plastica o panno o cartone. A volte approfittavamo di quelli più solidi come lati del “sandwich” infilando dentro le cornici vecchi, i quadri traballanti, quelli dove le cornici si erano staccate e abbiamo deciso di ripararle dopo il trasloco, quando avremo più tempo per decidere cosa sostituire, cosa riparare. In genere ci siamo fermati a 3-5 quadri a seconda delle dimensioni e dello spessore delle cornici.
4) Avvolgere l’ imbottitura
A questo punto abbiamo impacchettato il quadro o la pila di quadri, ritagliando il rotolo dove non ci serviva più con il taglierino e fermando il tutto con vari giri di nastro adesivo in entrambe le direzioni. Lo scopo è quello di rendere assolutamente immobile il blocco di quadri. Avendo messo insieme un pacco di un certo volume e peso, il modo migliore che ho trovato è quello di far slittare un terzo del pacco fuori dall’orlo del tavolo facendolo scivolare sulla coperta. In questo modo avevo un’estremità del pacco libero per avvolgerci il nastro adesivo torno torno, tirando bene perché i quadri non scivolassero gli uni sugli altri. Poi rimettevo il tutto al centro del piano, ruotavo da un altro lato, facevo sporgere questo, rifacevo il giro di nastro adesivo, eccetera. In questo modo si può procedere da soli senza un’altra persona che ti tenga fermo il pacco intanto che tu giri intorno con il nastro. Per alcuni pacchi più piccoli e avvolti con la stoffa ho sigillato tutto con la pellicola da imballaggio, quella che strofini sopra e gli strati si attaccano tra loro.
5) Scrivere cosa c’è dentro
Per motivi di fretta (avevo una sola settimana per imballare il contenuto di una vecchia casa di famiglia piena di libri, ammennicoli e cianfrusaglie di 5 generazioni) ho scritto solo su alcuni pacchi delle indicazioni: in uno per ricordarmi che era quello con le cornici rotte e stare attenti nel riaprirlo, l’ altro perché è stato l’unico con una certa coerenza di contenuti, tutti i quadretti a tema sacro che i parenti regalavano alla prozia monaca di casa non sapendo che altro darle. Non so cosa ne farò, non avrò mai il coraggio di buttarle (mi dicono che le immagini sacre vanno bruciate e non buttate) e per questo mi è sembrato utile indicarlo. Se non ne vengo fuori in vita, lascio l’onere ai miei eventuali eredi.
6) Se le cornici hanno i tarli
Questi nostri quadri verranno portati in un deposito da altri e lasciati lì per alcuni anni. Ne abbiamo approfittato quindi per passare sul retro l’antitarme prima di imballarli. Visto che ne passerà di tempo prima di riaprirli, in negozio ci hanno consigliato di evitare l’antitarme ecologico, quello che usi in una camera dove dovrai dormire a breve, e di usare tranquillamente, in un posto ventilato, quello fortissimo e infallibile di una volta. Prima di imballare i quadri quindi abbiamo spolverato le cornici, passato con un pennello l’antitarme sul lato non verniciato e fatto asciugare per un po’. Fra qualche anno saprò dirvi se ha funzionato.