Questo post l’ho promesso ad un sacco di gente che non dorme la notte da quando gli è nato un figlio.
Questo post è dedicato a tutti, ma proprio tutti, i genitori che per fare addormentare il piccolo hanno bisogno di cullarlo, allattarlo, dondolarlo, spingere la carrozzina per 45 minuti, portarlo a fare un giro in macchina, accendere il frullatore, passare l’aspirapolvere, correre i 100 metri con lui appeso nel marsupio o qualsiasi altra tecnica ingegnosa. Perché un genitore che non dorme, al contrario di quello che si crede comunemente, entra in una fase di eccesso di creatività, e trova soluzioni ai problemi che non si sarebbe mai sognato di pensare prima.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che non riescono a dormire la notte perché c’è un terzo incomodo nel lettone che tira calci e non riescono a metterlo nel suo lettino senza farlo svegliare.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che semplicemente vorrebbero poter usare la notte per lo scopo per cui è stata inventata: dormire.
Si perché in The Baby Whisperer Solves All Your Problems: Sleeping, Feeding, And Behavior–beyond the Basics from Infancy Through Toddlerhood, Tracy Hogg da il meglio di se. E anche se non risolverà mai TUTTI i vostri problemi realmente, sul discorso sonno trovo il suo metodo semplicemente geniale. Attenzione, non sto dicendo che è il metodo perfetto per tutte le famiglie e tutti i bambini. E’ il mio preferito perché cerca di mettere d’accordo le esigenze di tutti, genitori e figli, cercando di adattarsi al tipo di bambino che si ha. Ma la scelta di quale sia il metodo giusto per voi è sempre a carico esclusivamente vostro.
Questo post non ha nessuna pretesa di essere una spiegazione completa del metodo. Vi faccio un breve resoconto nella speranza di interessarvi a questa tecnica, per permettervi di provarla (male) sulla base del mio riassunto, e con la fiducia che invece di prendervela con me vi decidiate finalmente a leggere direttamente la fonte.
Iniziamo con le premesse. Sto dando per scontato che:
1. avete un bambino piccolo che ha dei problemi di sonno (di età superiore ai 3 mesi)
2. siete convinti di volerlo far dormire nel suo lettino
3. siete convinti che qualsiasi cosa avete fatto finora non vi sta più bene e volete cambiare
4. siete convinti che non esiste nessuna bacchetta magica, ma che ogni cambiamento di un comportamento più o meno radicato abbia bisogno di molta molta pazienza e tenacia.
Analizziamo il problema
Per risolvere un problema bisogna capire quale è il problema. No, non vi sto prendendo in giro con giochi di parole. I motivi per cui un bambino piccolo non dorme tutta la notte possono essere moltissimi, e spesso ci sono più problematiche sovrapposte.
Alcune delle domande importanti da porsi per analizzare la situazione sono:
– dorme bene durante il giorno?
– si addormenta da solo nel suo lettino?
– cosa fai per tranquillizzarlo quando si sveglia nel cuore della notte?
– se viene allattato durante la notte, mangia sul serio oppure si attacca solo un paio di minuti prima di riaddormentarsi?
– è felice e sereno nonostante tutto?
– si sveglia sempre agli stessi orari o è completamente imprevedibile?
Io mi innamoro del libro semplicemente leggendo le sue tabelline di descrizione dei casi, da cui Tracy Hogg deduce l’origine del problema e quindi stabilisce il metodo da adottare come soluzione. Ad esempio se si sveglia ad orari irregolari la notte è molto probabilmente fame. Se si sveglia ogni ora è facile che non sappia addormentarsi da solo. Se si sveglia di soprassalto dopo 10 minuti dall’addormentamento è probabilmente sovrastimolato. E così via. Io ho usato queste descrizioni infinite volte con il Vikingo e ora le sto usando con Pollicino. Mi hanno sempre aiutata ad identificare l’origine del problema con grande precisione.
Gli schemi descrittivi si riferiscono a fasce di età: fino a 3 mesi, tra i 6 mesi e i 12 mesi, e oltre i 12 mesi. E la soluzione deve essere adattata a seconda dell’età oltre che del temperamento del bambino.
Attenzione però, se il bambino ha meno di 3 mesi il metodo descritto qui di seguito non va bene.
Facciamo un piano
Una volta identificato il problema è possibile fare un piano per risolverlo. E’ naturalmente diverso se un neonato di 6 mesi non ha mai dormito nel suo lettino e inizia ad urlare ogni volta che ce lo mettete, rispetto al caso di un bambino di 9 mesi che dorme nel suo lettino, ma che viene allattato quando si sveglia di notte, oppure che viene fatto addormentare in braccio prima di metterlo nel lettino.
Il problema normalmente è molteplice (dorme nel lettone E viene cullato per farlo addormentare E fa sonnellini troppo brevi) ed è meglio dividerlo in piccoli pezzi per affrontare un aspetto alla volta.
Se ad esempio il bambino urla appena messo nel lettino, magari perché è stato tentato il metodo Estivill senza successo e lo ricorda come un posto orribile, sarà bene iniziare dal rendergli il suo lettino un posto piacevole in cui stare di giorno, prima di lavorare sul modo di addormentarsi, e infine riuscire a farcelo dormire anche la notte. Più sfaccettature ha il problema, più lungo diventa il tempo della sua soluzione.
Le regole guida sono:
– iniziare dal risolvere la parte più semplice del problema
– iniziare sempre a risolvere il problema sonnellini perché di giorno siamo più sicuri di riuscire a ragionare bene e a mantenerci fedeli al piano fatto.
– individuare chi tra i due genitori è più probabilmente in grado di portare a termine il piano (se la mamma lo allatta per addormentarlo è più facile se ci pensa il papà; se il papà è un cuore tenero e non può sentire il suo piccolo piangere sarà meglio che ci pensi la mamma)
La cura
Una volta risolti i problemi più semplici, quali quello di fare amicizia con il lettino, stabilire una routine dell’addormentamento, eliminato eventuali dubbi su fame e/o malattie, ci si può concentrare sul problema sonno.
La spina dorsale del metodo di Tracy Hogg per risolvere il problema del sonno è quello che lei chiama Pick Up/Put Down (letteralmente tira su/ metti giù). Il PU/PD si può utilizzare per ottenere le seguenti cose:
– insegnare al bambino ad addormentarsi da solo nel suo lettino
– prolungare il periodo del sonnellino se è troppo breve
– eliminare qualche abitudine del bambino che ci risulta scomoda (cullarlo, allattarlo per farlo dormire, ciuccio)
– far riaddormentare il bambino che si sveglia troppo presto al mattino (no, le 7 del mattino non è troppo presto, nonostante la vostra vita pre-bebè fosse diversa)
Come funziona.
Prima cosa, e questo è vero a qualsiasi età, verificate di aver stabilito una routine che ripetete prima di ogni addormentamento. Il ripetersi degli stessi gesti infatti dice al bambino che si sta avvicinando il momento di dormire e lo predispone al sonno. La routine è necessaria non solo per la sera ma anche per i sonnellini diurni, anche se ci possono essere delle differenze tra giorno e sera. Ad esempio non è necessario che sia completamente buio di giorno.
Poi mettete il piccolo nel suo lettino da sveglio. Se il bambino non sa addormentarsi da solo, molto probabilmente inizierà a piangere. Allora lo tirate su, e cercate di calmarlo. Non bisogna assolutamente cullarlo o allattarlo o qualsiasi metodo avete adottato finora.
Se il bambino è tra i 3 e i 6 mesi potete provare a calmarlo tramite leggere pacche ritmate sulla schiena, mentre sussurrate sh sh sh vicino al suo orecchio. Se è più grande questa tecnica potrebbe impedirgli di calmarsi e avere l’effetto opposto, soprattutto il rumore. Cercate di usare il potere calmante della vostra voce. Mantenete un tono calmo ma deciso mentre ripetete sempre la stessa frase, ad esempio “va tutto bene. Mamma (o papà) è qui per insegnarti ad addormentarti da solo“. Quello che gli state dicendo in realtà è “io so cosa sto facendo, anche se a te può sembrare strano” e la vostra voce deve comunicargli questo senso di sicurezza.
Nel momento in cui smette di piangere, rimettetelo nel lettino dicendo qualcosa tipo “ora ti metto nel lettino”. Se inizia a piangere, lo tirate su di nuovo e cercate di calmarlo di nuovo, adottando sempre la stessa tecnica. Appena smette di piangere, lo mettete giù di nuovo. L’idea è quella di calmarlo in braccio, non di addormentarlo in braccio. E’ per questo che è importante metterlo subito giù appena smette di piangere.
Per bambini al di sopra dei 12 mesi circa, il tira su/metti giù in realtà è solo un metti giù, in quanto a quell’età si metteranno in piedi da soli nel lettino e quindi dovete semplicemente rimetterli sdraiati e assolutamente non tirarli fuori dal letto.
Sembra facile fin qui? Allora partiamo dalle domande, che tanto lo so cosa vi state chiedendo:
– Ma quante volte devo fare su e giù?
Tante quante ne servono per farlo addormentare. La quantità dipende dal livello di tenacia di vostro figlio, dalla sua età, e da quanto tempo siete andati avanti con il metodo “sbagliato”. Con il Vikingo ci sono state punte oltre il centinaio di volte. Con Pollicino intorno ai quattro mesi e mezzo la prima volta l’ho fatto 50 volte. La buona notizia è che già dalla seconda volta si nota il primo miglioramento. Leggo dai miei appunti che con Pollicino ho fatto 50 volte la prima volta, 20 volte la seconda e poi 10 volte la terza. Il secondo giorno sono state necessarie 20 volte per il primo sonnellino del mattino, e poi 10 per il secondo e 5 per il terzo. E stavamo solo al secondo giorno.
Ma quanti giorni ci vogliono?
Per bambini piccoli ci vogliono al massimo 3 giorni. Per bambini più grandi ce ne vogliono di più. Come dicevo prima dipende da chi è il bambino, quanti mesi avete passato a cullarlo e la sua età.
Come si fa per iniziare?
Iniziate il PU/PD con il primo sonnellino del mattino se necessario. In questo modo arriverete a sera un po’ avvantaggiati.
E se non si addormentasse?
Se il problema è particolarmente radicato può succedere che il bambino resista all’addormentamento fino all’orario del pasto successivo. Far addormentare un bambino stanco e affamato è ancora più difficile. Quindi dategli da mangiare. Se lo allattate fatelo in un’altro ambiente per fargli capire la differenza. Poi ricominciate. Prima o poi crolla.
Ma non è crudele farlo piangere?
Dipende dal perché pensi che stia piangendo. E’ utile pensare che non sta piangendo perché soffre delle pene inaudite, ma perché è ferocemente arrabbiato. Dopotutto gli si stanno cambiando le carte in tavola, e lui era abituato a fare diversamente. Non sta capendo il motivo del cambiamento e quindi si arrabbia. Tenendolo in braccio per calmarlo e mantendendo la voce tranquilla gli insegnate una abilità che gli tornerà utile per molto tempo. E non è come lasciarlo piangere da solo nel suo lettino, perché voi sarete sempre li con lui.
E se si calma ma si rimette a piangere mentre lo metto giù?
Allora finisci di metterlo giù nel lettino, togli il contatto fisico con lui e poi lo tiri su di nuovo. Non tornare indietro quando state a mezza via verso il lettino. Una volta detta la frase “ora ti metto nel tuo lettino” si va nel lettino. Anche se solo per 3 secondi.
E se si contorce e si butta all’indietro? A volte sembra impossibile tenerlo in braccio per calmarlo.
Allora vuol dire che vuole andare nel lettino. Mettilo giù senza aspettare che smetta di piangere. A volte può succedere che nonostante pianga per la stanchezza non vuole essere confortato in braccio. Questo è vero soprattutto per bambini molto sensibili o della categoria che Tracy Hogg chiama “scontrosi”.
Ma te hai veramente fatto questa cosa più di 100 volte con il Vikingo?
Si. L’ho fatto. Eravamo disperati. Non ne potevamo più. Lui sembrava non voler mai dormire e aveva solo 3 mesi e mezzo. In realtà ormai sappiamo che si trattava di loop motori dovuti ad eccessi di stanchezza, ma allora pensavamo che non volesse dormire perché non era stanco. Ad un certo punto ho preso mio figlio in braccio, ho detto a GG di non venire qualunque cosa succedesse e mi sono chiusa in camera con lui. Il Vikingo ha iniziato ad urlare. Ci sono voluti 45 minuti di urla disumane e moltissimi PU/PD. Alla fine sono uscita dalla stanza stravolta, ma sorridente. GG più stravolto di me mi ha detto “ma come hai fatto? Io non ce l’avrei mai fatta!”
A quel punto mi sono tolta i tappi dalle orecchie.
Ma allora sei stata bravissima! Potresti venire a casa nostra ad aiutarci con Paolino!
E no! Quello è stato il mio momento di gloria. Fatto una volta, non ci penso più.
E la notte?
Alla notte ci pensa sempre GG. Io non sono in grado di usare il cervello. Gli ho spiegato la teoria, e fa tutto da solo. Se volete, vi mando lui 😉
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Rossella scusa ma allora io non capisco bene… Se devo allattarlo sempre quando si sveglia, lo allatto molto prima delle 3 ore…. insomma certe volte lui dorme solo 45 minuti… Tipo oggi: allattato alle 16, messo a nanna alle 16.45 e ora si è appena svegliato (sono le 17.30). Che faccio gli dò da mangiare???? Ma è passata appena un’ora e mezza!
Grazie Rossella. Posso chiederti come si sta autosvezzando tua figlia? A che età hai cominciato a farle assaggiare il vostro cibo? Io qui lotto contro i mulini a vento, perchè appena la bimba ha compiuto 4 mesi tutti a chiedermi perchè ancora non le dò l’omogenizzato alla frutta. Ora che ne ha compiuti 5, tutti a chiedere perchè non inizio le pappe lattee e i passati di verdura. A chi spiego questo metodo mi gurada scioccato, come se stessi usando mia figlia per un qualche esperimento.
Le ho fatto assaggiare le mie polpettine e la pasta, e tutti a gridare allo scandalo perchè lo stomaco dei bambini non è fatto per i cibi solidi a questa età! Insomma, tra la mancanza di sonno e le critiche sono abbastanza di fuori. Io mi chiedo se mangiare solo latte fino a sei mesi le sia sufficiente…E anche quando si inizierà ad autosvezzare, fino a 7-8 mesi praticamente non farà un pasto serio capace di sostituire il latte, e quindi saremo sempre punto e a capo! 🙁 Questa prospettiva non mi entusiasma per niente.
@Rossana, da quello che scrivi sembra che il tuo piccolo stia attraversando un salto di crescita, ma ha durate brevi, quindi se dura per troppi giorni si vede che si è abituato cosi. Secondo me è meglio seguire il corso pappa-gioco-nanna se è il metodo easy che vuoi seguire si tratta proprio di questo… se invece aspetti che sia lui a piangere per la fame è un allattamento a richiesta. Con il metodo della Hogg non è che non succeda mai che il bambino chieda chiaramente da mangiare anche dopo aver giocato, ed è ovvio che bisogna assecondarlo, ma per quello che è successo a me, se lo allatti appena sveglio, tutte le volte, sarà difficile che quel pianto sia una richiesta di cibo. magari è annoiato, infastidito, o stanco. Io non sono una mamma dalla tetta facile, proprio perchè ho instaurato questa routine, ma vi confesso che l’unica maniera in cui sono riuscita a conciliare le mie esigenze e quelle della piccola durante la notte è portarla nel lettone quando si sveglia per mangiare. Ho resistito 4 mesi prima di crollare definitivamente, e anche adesso che lei si sta autosvezzando, ha voglia di me e della sua tetta. Io ho deciso di assecondare l’istinto materno. e devo dire che è anche la maniera migliore per recuperare sonno, perchè dormiamo tutte e due molto senza troppe crisi. Premetto che lei si addormenta da sola, nel suo letto e durante il pomeriggio ci resta chiaramente per tutta la durata del riposino. Ma la sera dopo circa 4 ore che si è addormentata si sveglia e vuole la tetta. non ci sono metodi che abbiano funzionato.
@Daphne io non credo che non gli basti più il tuo latte… anzi. Se lo vuole più spesso è perchè ne ha più bisogno, cosi facendo aumenta la tua produzione (magici salti di crescita). Sconsiglio sempre lo svezzamento anticipato per tante ragioni, che se vuoi seguire l’autosvezzamento dovresti conoscere già. Non si può seguire l’autosvezzamento senza l’allattamento.
Abbiate pazienza ragazze. Sono i nostri cuccioli non staranno sempre attaccati a noi, non vorranno sempre dormire con noi. In men che non si dica avremmo noi paura di perderli…
Vi abbraccio
Rossana non sai come ti capisco: sono reduce da una discussione con mamma e marito.
Mia figlia che ora ha 5 mesi, dormiva tutta la notte da quando aveva neanche 2 mesi compiuti. Il mese scorso ha ricominciato a svegliarsi 2-3 volte, per mangiare. Vabbè, mi son detta, sarà il salto di crescita. La scorsa settimana ha dormito quasi sempre, ma nel WE ha ripreso a svegliarsi, almeno una volta. E non ci può nulla, nè ciuccio, nè carezze nè canzoncine. Ha proprio fame! Quasi mi staccava la tetta stanotte!!!! Nonostante io segua l’EASY durante il giorno: lei mangia alle 10, poi gioco o passeggiata, nanna di 1 ora e mezza/2 ore e alle 14 altra poppata, gioco e altre due ore di nanna. Alle 18 rimangia e poi sta sveglia salvo riposini di 30 min. Alle 21 poppata e alle 23,30/mezzanotte biberon col mio latte tirato al mattino. Ieri ne ha presi 200 grammi, quindi mi pare assurdo che si sia svegliata per FAME dopo sole 4 ore!!!
Anche io conosco molte mamme che dormono col bimbo nel lettone e lo allattano anche ogni ora…ma che vita è? Io DEVO dormire sennò non connetto più…e poi tutto il girono sola a casa, come dici tu, c’è da impazzire. Può essere che il mio latte alla bimba non basti più? La mia pediatra ci farà seguire l’autosvezzamento, quindi niente pappe, niente omogenizzati fino a sei mesi…ma se lei non si sazia solo col mio altte come faccio? Sono abbastanza devastata….
Ciao, grazie sicuramente per il conforto! Però leggendo i vostri commenti mi sono chiesta se non faccio qualcosa di sbagliato: molto spesso il mio bimbo dopo la pappa gioca molto poco, poi fa dei sonnellini e poi quando si sveglia non ha fame, si sveglia abbastanza tranquillo, gioca un altro po’ e poi dopo mezz’ora o anche più comincia a lamentare la fame. Qualche altra volta (rara) succede che dopo aver giocato un po’ ricomincia a mostrarmi i segnali di sonno e quindi lo rimetto a riposare finché poi si sveglia per la fame. Per esempio stamattina ha mangiato alle 8, alle 8.30 era già a riposare ed ha dormito fino alle 10.15, poi si è svegliato tranquillo, abbiamo giocato, l’ho cambiato perché si era sporcato. Poi alle 11.20 ha fatto due sbadigli. Ho provato a rimetterlo giù e si è addormentato. E ora sta ancora dormendo (e sono quasi quattro ore che ha mangiato…). Quindi di fatto la mia non è proprio una successione ordinata di pappa-gioco-nanna, bensì pappa-gioco-nanna-gioco-pappa…. Sbaglio?
Un’ultima cosa, il mio bimbo ha sempre dormito molto di notte, arrivando anche a 8 ore consecutive. Poi recentemente, negli ultimi 15 giorni ha cominciato ad accorciare sempre di più, finché stanotte si è svegliato per mangiare ogni 2 ore?!?!?!? Ed era proprio per mangiare, perché provavo a ri-addormentarlo con il ciuccio (altre volte ci riesco) ma lui aveva fame!!! Io sono un po’ abbattuta perché mi sembra che più cresce più le cose vadano in peggio…
Comunque leggendo le vostre esperienze mi sento meno sola, perché qui, chiusa nel mio appartamento, a volte mi sento proprio giù… E non so neanche con chi sfogarmi o confrontarmi, perché le neo-mamme che conosco sono tutte “tetta-facile” che dormono con il bimbo e allattano ogni 20 minuti!!!!!
Ciao Rossana, come ti capisco! anche io ho lo stesso proiblema con mio figlio che adesso ha sette mesi e mezzo…in questi giorni sto tenendo un diario con gli orari di tutta la giornata e tiassicuro che non c’è un giorno uguale ad un altro! ed è sempre stato così, proprio come dici tu, quando sembra che si sia un pò regolarizzato ecco che si sballa tutto di nuovo! comunque ho poi avuto la fortuna di imbattermi in questo sito e di conoscere il metodo easy, e adesso riesco a vivere la situazione con molta più serenità, perchè è vero quello che dice Rossella (ed è il principio base di T. Hogg), non contano gli orari ma seguire un ciclo che è sempre quello, cibo-gioco-nanna. E così il mio piccolo Leo un giorno si fa un riposino di mezz’ora, il giorno dopo di un’ora e mezzo ma comunque quando si sveglia si mangia, poi si gioca o si esce e poi di nuovo nanna…questo ciclo ha dato stabilità anche a me perchè indipendentemente dagli orari so cosa devo fare, sono più tranquilla per poterlo osservare con attenzione (mentre prima mi sentivo un pò nel caos, disorientata) e lui sa cosa si deve aspettare.
Anche per quanto riguarda la difficoltà di addormentarsi so di cosa parli, e a questo proposito Serena (nei commenti al post La nanna secondo Tracy Hogg, se vuoi leggerlo) mi aveva suggerito di creare un ambiente tranquillo 15-20 minuti prima della nanna, abbassando le luci e togliendo giochi rumorosi o con mille lucine…io ho provato e ho iniziato ad instaurare una routine prima di ogni sonnellino, sia di giorno che per la notte: si va in camera, luci basse, un librino e un pò di coccole e poi nel lettino…con Leo ha funzionato! (ancora rimango sbalordita!). Spero di esserti stata d’aiuto o anche solo di conforto…in bocca al lupo!
mi scuso nuovamente per gli ORRORI di battitura (causa stanchezza). Giuro che migliorerò!
Ciao Rossana,
per quella che è stata la mia esperienza posso dirti che NO, non si devono seguire affatto degli orari, se non per esempio per la sera, nel senso che dovresti decidere in base ai ritmi del bimbo, tuoi, e della vostra famiglia, quando comincia la notte, e quindi quando metterlo a letto, secondo me conviene un orario che si aggira tra le 19.30 e le 21.
Come si dice nel libro il metodo easy si basa su una sequenza ritmica di eventi, e non di orari.
Nel senso che facendo pappa-gioco-nanna-tu inevitabilemnte si instaureranno più o meno degli orari indicativamente regolari. Per esempio quando mia figlia era proprio piccola piccola il rito easy aveva durate più bravi, chiaramente perchè stava meno sveglia, dormiva meno e mangiava più frequantemente. Ma anche adesso, a sette mesi, il ritmo è rimasto simile, nel senso che lei si sveglia al mattino e poppa e facciamo colazione, poi si esce, e poi lei fa un riposino prima di pranzo per cui come vedi da il via ad un’altro ciclo quando si risveglia e rimangia, rigioca, ridorme. Insomma poi col tempo i ritmi si accorceranno a tre-due ma sono sempre cicli di vita naturali.
Io ho sempre ascoltato i suoi bisogni, ed è quello che suggerisce tutto il libro. Non l’ho mai lasciata piangere e non ho mai seguito orari. Ciò che il metodo easy ci ha “insegnato” è che quando ci si svglia prima si mangia e poi si gioca. tutto qua.
L’equilibrio per il principio della notte invece si ottiene instaurando un rito (tipo pappa-bagnetto-nanna).
Insomma tuo figlio deve sapere cosa aspettarsi, cosa verrà dopo, e tu dovrai assicurargli questa sua convinzione.
Buona fortuna
Dunque… ho una domanda che mi gira nel cervello da un po’: ma si raggiungerà mai un equilibrio????????? Per esempio, come si fa a impostare degli orari? Perchè io con il mio bimbo di 3 mesi, seguo il metodo e.a.s.y. ma da quel che avevo capito leggendo il libro non devo proprio seguire l’orologio, o no? Io ora seguo i suoi segnali per dargli da mangiare o per metterlo a letto, ma lui non è per niente regolare… al massimo facciamo si e no una settimana in cui gli orari “sembrano” assomigliarsi ma poi si sballa tutto di nuovo: a volte mi stupisce dormendo per 3 ore e quindi facendo pause tra una poppata e l’altra anche di 4 ore e mezza, altre volte dopo 2 ore e mezza vuole già mangiare.. e io che devo fare? lasciarlo piangere con la fame? ovviamente no. svegliarlo per dargli da mangiare?…no! Boh………
E poi anche nel metterlo a dormire. Riuscirò mai a metterlo giù al primo colpo e vederlo addormentarsi tranquillo? Ci sono riuscita solo il primo periodo in cui ho impostato l’easy (aveva circa un mese) e ho gridato al miracolo. Ma ora ogni volta sono pianti e devo fare pu/pd, shh-shh con le pacchette sulla schiena un sacco di volte prima che lui si tranquillizzi. E’ come se ogni volta perdessi il “momento magico”, è che gli sbadigli non li vedo quasi più, al massimo si stropiccia un po’ gli occhi e poi nel giro di un nanosecondo comincia a diventare iper-fastidioso! E adesso ha cominciato a fare fatica anche di sera, quando invece non ho mai avuto problemi………………… Uffa!!!!!!!!!!!!!
Rossella hai ragione questo sito è geniale e soprattutto utile. Io come vedi dall’orario sto aspettando di fare la “poppata ravvicinata” dell 23:30 dato che l’ultima è stata alle 21:30. E so già che non funzionerà. Il mangione si attaccherà, ciuccerà e si sveglierà dopo tre/quattro ore se sono fortunata. Come ha sempre fatto. Diciamo che almeno posso dormire tre ore piene! Mi fa piacere che mi farai sapere quando proverai a riprenderti il tuo sacro santo diritto di dormire. Intanto faccio il tifo per te.
Ti abbraccio
Valentina sono contenta di esserti stata d’aiuto.
Questo blog-sito-cortile di palazzo di mamme- è un’idea geniale.
Sono contenta sopratutto che vada già meglio, e per quanto riguarda il rientro al lavoro, volevo aggiungere, aspetta: so che da mamma avrai una energia assolutamente inimmaginabile, e che i VOSTRI tempi si spalmeranno uno sull’altro. se una mamma non sta bene certo non può far star bene il suo piccolo. Niente freddo anticipato 🙂
Io sono fortunata, lo ammetto: non devo fare rientri essendo una libera, anzi mooolto libera professionista (fotografa free-lance), quindi mi sto prendendo un anno sabatico per concentrarmi sulla piccola. So che non tutte possono, anzi ritengo che in italia ci sia una delle peggiori realtà per la donna lavoratrice che -traditrice!- diventa madre. Ma so anche che tuo figlio saprà adattarsi.
Noi qui si continua a svegliarti ed attaccarsi tutta la notte, pensa!
con Lei le poppate ravvicinate non hanno mai funzionato: la capacità di mia figlia di rifiutare il seno è sempre stata scandalosamente efficiente quanto la sua richiesta! nonostante questo ci siamo regolarizzate… Ma tra poco toccherà alla notte…
Ti farò sapere.
Ti abbraccio ancora
Grazie Serena,
ho letto il post sui salti di crescita del 4 mese,illuminante. Intanto in questi tre giorni ho deciso di fare una cosa fondamentale sospendere i miei interventi e…osservare! Risultato il piccolo dorme molto, e molto soprattutto la mattina. Quindi tu e Rossella avete ragione posso provare a metterlo a letto alle 20:00 e vedere che succede. Oltretutto questo mi darebbe la possibilità 1) di cenare in pace 2)di raccontare con serenità la favoletta della notte al grande, senza dovermi dividere tra un “Mammaaaaa” e un “MMMHHHHH”. Seconda osservazione il piccolo si è assestato sulle 4 ore; era veramente un cambiamento di crescita e penso o spero che la bufera sia passata. Gli altri balzi di crescita non erano stati così devastanti, però devo dire che era tanto che non accadeva.Nei primi tre mesi si verificava anche due volte in un mese e mi veniva facile capirlo. Le poppate ravvicinate le ho provate, pure con il trucchetto di allattarlo mentre dorme ma senza risultato…però posso riprovare aggiungendo il consiglio tuo e di Rossella.Per concludere va già meglio, dormire 4 ore senza interruzione è già qualcosa, se poi arrivasse a 6…sarebbe una favola.
Grazie (a te e a Rossella) per avermi “ascoltata” e per avermi risposto, avere un confronto permette sempre di cambiare prospettiva.
buona giornata
P.S. ho rimandato lo svezzamento!
Ciao Rossella,
grazie per la tua risposta. In effetti ti confesso che i tre cucchiaini di pappa sono stati gli unici; anche io credo che il mio latte sia la cosa migliore. Si forse hai ragione magari tra qualche mese ce la farà da solo. Il fatto è che tra un mese torno al lavoro e mi viene il freddo a pensare di tornare con questo bisogno di dormire. Inoltre il mio grande ha imparato a dormire da solo verso gli 11 mesi quando ho capito che il problema era che non sapeva addormentarsi da solo dopo un risveglio improvviso. Passerà, si lo so passerà e ti ringrazio di avermelo ricordato.
Grazie di cuore
Valentina, ti ha già risposto Rossella, che quoto in pieno. Mi sembra un po’ piccolo per iniziare lo svezzamento. Vorrei sottolineare anche io che forse dovresti provare a metterlo a letto per la notte prima, verso le 19 o 20 circa. Poi alle 23 puoi allattarlo mentre dorme. Spesso ci si riesce senza problemi, e si riesce ad andare avanti almeno per 6 ore la notte. Se si sveglia ancora spesso puoi tentare le poppate ravvicinate la sera ogni 2 ore circa (es. ore 19, 21, 23). A quest’età è difficile che si facciamo più di 6 ore filate, ma alcuni bambini ci riescono. Hai letto il post sulla crisi dei 4 mesi?
Coraggio, come hai detto anche tu, passerà in fretta.
Scusate i milioni di errori di battitura, io a quest’ora sono esausta…
Ciao Valentina, sono Rossella, ho una bimba di sei mesi e mezzo e pure io ho seguito in linea di massima il metodo e.a.s.y per creare un ritmo ai nostri tempi, finchè non è più servito perchè la bimba ha i suoi tempi regolari (salvo inevitabili imprevisti 🙂 )
Per prima cosa credo che sia assolutamente presto per pretendere che dorma tutta la notte, ha bisogno di attarsi al seno per magiare, bere, ed assicurarsi che tu sia li. ti sconsiglierei anche lo svezzamento anticipato, è tutt’altro che producente secondo me (il tuo latte è la cosa migliore che puoi dargli) potrebbe infatti avere l’effetto opposto e renderlo insicuro invece che farlo dormire più la notte.
Per quanto riguarda il suo sonno, la mia alla sua epoca (due mesi fa) aveva più o meno gli stessi tempi, cioè un’ora e mezza sveglia tra cambio e coccole e giochi, e un’oretta di sonno, tranne dopo pranzo che ha sempre tirato un pò di più. Però la sera alle otto/otto e mezzo l’ho sempre messa a letto per la notte e devo dire che è sempre andata bene, si sveglia ogni quattro ore circa, ancora adesso. E si sveglia definitivamente verso le sette e mezzo, otto del mattino.
Una cosa importante che ho letto “tralerighe” è che il tuo piccolo è molto raffreddato… allora è normale il suo stato di sonnolenza, no?
Altra informazione importante… se si sveglia per un rumore (tipo le grida del fratello) non è necessario seguire lo schema: ovviamente avrà del sonno da recuperare.
Ti confesso che anche io, proprio un paio di mesi fa, ho avuto il momento di stallo tra l’applicazione del metodo easy ed i tempi della piccola. Risultato: dovevo cercare di concentrare sia i tempi di veglia che quelli di sonno. Ci siamo riuscite dando il ciuccio quando si svegliava dopo venti minuti per esempio e “ascoltando” il suo bisogno di sonno senza più utilizzare il pc/pd (credo che non ce ne sia più bisogno quando il bimbo dorme già nel suo letto, non deve essere un modo per “convincere” il bimbo a dormire se non vuole).
Posso solo consigliarti di riposare quando riposa il piccolo (e non c’è il grande) ed armarti di pasienza. Passerà, e lo sai se ne hai già un’altro…
Coccolalo se sta male, non negargli il seno.
Ti abbraccio