Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno

4mesi_trisQuesto post l’ho promesso ad un sacco di gente che non dorme la notte da quando gli è nato un figlio.
Questo post è dedicato a tutti, ma proprio tutti, i genitori che per fare addormentare il piccolo hanno bisogno di cullarlo, allattarlo, dondolarlo, spingere la carrozzina per 45 minuti, portarlo a fare un giro in macchina, accendere il frullatore, passare l’aspirapolvere, correre i 100 metri con lui appeso nel marsupio o qualsiasi altra tecnica ingegnosa. Perché un genitore che non dorme, al contrario di quello che si crede comunemente, entra in una fase di eccesso di creatività, e trova soluzioni ai problemi che non si sarebbe mai sognato di pensare prima.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che non riescono a dormire la notte perché c’è un terzo incomodo nel lettone che tira calci e non riescono a metterlo nel suo lettino senza farlo svegliare.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che semplicemente vorrebbero poter usare la notte per lo scopo per cui è stata inventata: dormire.

Si perché in The Baby Whisperer Solves All Your Problems: Sleeping, Feeding, And Behavior–beyond the Basics from Infancy Through Toddlerhood, Tracy Hogg da il meglio di se. E anche se non risolverà mai TUTTI i vostri problemi realmente, sul discorso sonno trovo il suo metodo semplicemente geniale. Attenzione, non sto dicendo che è il metodo perfetto per tutte le famiglie e tutti i bambini. E’ il mio preferito perché cerca di mettere d’accordo le esigenze di tutti, genitori e figli, cercando di adattarsi al tipo di bambino che si ha. Ma la scelta di quale sia il metodo giusto per voi è sempre a carico esclusivamente vostro.

Questo post non ha nessuna pretesa di essere una spiegazione completa del metodo. Vi faccio un breve resoconto nella speranza di interessarvi a questa tecnica, per permettervi di provarla (male) sulla base del mio riassunto, e con la fiducia che invece di prendervela con me vi decidiate finalmente a leggere direttamente la fonte.

Iniziamo con le premesse. Sto dando per scontato che:

1. avete un bambino piccolo che ha dei problemi di sonno (di età superiore ai 3 mesi)
2. siete convinti di volerlo far dormire nel suo lettino
3. siete convinti che qualsiasi cosa avete fatto finora non vi sta più bene e volete cambiare
4. siete convinti che non esiste nessuna bacchetta magica, ma che ogni cambiamento di un comportamento più o meno radicato abbia bisogno di molta molta pazienza e tenacia.

Analizziamo il problema
Per risolvere un problema bisogna capire quale è il problema. No, non vi sto prendendo in giro con giochi di parole. I motivi per cui un bambino piccolo non dorme tutta la notte possono essere moltissimi, e spesso ci sono più problematiche sovrapposte.
Alcune delle domande importanti da porsi per analizzare la situazione sono:
– dorme bene durante il giorno?
– si addormenta da solo nel suo lettino?
– cosa fai per tranquillizzarlo quando si sveglia nel cuore della notte?
– se viene allattato durante la notte, mangia sul serio oppure si attacca solo un paio di minuti prima di riaddormentarsi?
– è felice e sereno nonostante tutto?
– si sveglia sempre agli stessi orari o è completamente imprevedibile?

Io mi innamoro del libro semplicemente leggendo le sue tabelline di descrizione dei casi, da cui Tracy Hogg deduce l’origine del problema e quindi stabilisce il metodo da adottare come soluzione. Ad esempio se si sveglia ad orari irregolari la notte è molto probabilmente fame. Se si sveglia ogni ora è facile che non sappia addormentarsi da solo. Se si sveglia di soprassalto dopo 10 minuti dall’addormentamento è probabilmente sovrastimolato. E così via. Io ho usato queste descrizioni infinite volte con il Vikingo e ora le sto usando con Pollicino. Mi hanno sempre aiutata ad identificare l’origine del problema con grande precisione.

Gli schemi descrittivi si riferiscono a fasce di età: fino a 3 mesi, tra i 6 mesi e i 12 mesi, e oltre i 12 mesi. E la soluzione deve essere adattata a seconda dell’età oltre che del temperamento del bambino.

Attenzione però, se il bambino ha meno di 3 mesi il metodo descritto qui di seguito non va bene.

Facciamo un piano
Una volta identificato il problema è possibile fare un piano per risolverlo. E’ naturalmente diverso se un neonato di 6 mesi non ha mai dormito nel suo lettino e inizia ad urlare ogni volta che ce lo mettete, rispetto al caso di un bambino di 9 mesi che dorme nel suo lettino, ma che viene allattato quando si sveglia di notte, oppure che viene fatto addormentare in braccio prima di metterlo nel lettino.
Il problema normalmente è molteplice (dorme nel lettone E viene cullato per farlo addormentare E fa sonnellini troppo brevi) ed è meglio dividerlo in piccoli pezzi per affrontare un aspetto alla volta.
Se ad esempio il bambino urla appena messo nel lettino, magari perché è stato tentato il metodo Estivill senza successo e lo ricorda come un posto orribile, sarà bene iniziare dal rendergli il suo lettino un posto piacevole in cui stare di giorno, prima di lavorare sul modo di addormentarsi, e infine riuscire a farcelo dormire anche la notte. Più sfaccettature ha il problema, più lungo diventa il tempo della sua soluzione.
Le regole guida sono:
– iniziare dal risolvere la parte più semplice del problema
– iniziare sempre a risolvere il problema sonnellini perché di giorno siamo più sicuri di riuscire a ragionare bene e a mantenerci fedeli al piano fatto.
– individuare chi tra i due genitori è più probabilmente in grado di portare a termine il piano (se la mamma lo allatta per addormentarlo è più facile se ci pensa il papà; se il papà è un cuore tenero e non può sentire il suo piccolo piangere sarà meglio che ci pensi la mamma)

La cura
Una volta risolti i problemi più semplici, quali quello di fare amicizia con il lettino, stabilire una routine dell’addormentamento, eliminato eventuali dubbi su fame e/o malattie, ci si può concentrare sul problema sonno.
La spina dorsale del metodo di Tracy Hogg per risolvere il problema del sonno è quello che lei chiama Pick Up/Put Down (letteralmente tira su/ metti giù). Il PU/PD si può utilizzare per ottenere le seguenti cose:
– insegnare al bambino ad addormentarsi da solo nel suo lettino
– prolungare il periodo del sonnellino se è troppo breve
– eliminare qualche abitudine del bambino che ci risulta scomoda (cullarlo, allattarlo per farlo dormire, ciuccio)
– far riaddormentare il bambino che si sveglia troppo presto al mattino (no, le 7 del mattino non è troppo presto, nonostante la vostra vita pre-bebè fosse diversa)

Come funziona.

Prima cosa, e questo è vero a qualsiasi età, verificate di aver stabilito una routine che ripetete prima di ogni addormentamento. Il ripetersi degli stessi gesti infatti dice al bambino che si sta avvicinando il momento di dormire e lo predispone al sonno. La routine è necessaria non solo per la sera ma anche per i sonnellini diurni, anche se ci possono essere delle differenze tra giorno e sera. Ad esempio non è necessario che sia completamente buio di giorno.

Poi mettete il piccolo nel suo lettino da sveglio. Se il bambino non sa addormentarsi da solo, molto probabilmente inizierà a piangere. Allora lo tirate su, e cercate di calmarlo. Non bisogna assolutamente cullarlo o allattarlo o qualsiasi metodo avete adottato finora.
Se il bambino è tra i 3 e i 6 mesi potete provare a calmarlo tramite leggere pacche ritmate sulla schiena, mentre sussurrate sh sh sh vicino al suo orecchio. Se è più grande questa tecnica potrebbe impedirgli di calmarsi e avere l’effetto opposto, soprattutto il rumore. Cercate di usare il potere calmante della vostra voce. Mantenete un tono calmo ma deciso mentre ripetete sempre la stessa frase, ad esempio “va tutto bene. Mamma (o papà) è qui per insegnarti ad addormentarti da solo“. Quello che gli state dicendo in realtà è “io so cosa sto facendo, anche se a te può sembrare strano” e la vostra voce deve comunicargli questo senso di sicurezza.
Nel momento in cui smette di piangere, rimettetelo nel lettino dicendo qualcosa tipo “ora ti metto nel lettino”. Se inizia a piangere, lo tirate su di nuovo e cercate di calmarlo di nuovo, adottando sempre la stessa tecnica. Appena smette di piangere, lo mettete giù di nuovo. L’idea è quella di calmarlo in braccio, non di addormentarlo in braccio. E’ per questo che è importante metterlo subito giù appena smette di piangere.
Per bambini al di sopra dei 12 mesi circa, il tira su/metti giù in realtà è solo un metti giù, in quanto a quell’età si metteranno in piedi da soli nel lettino e quindi dovete semplicemente rimetterli sdraiati e assolutamente non tirarli fuori dal letto.

Sembra facile fin qui? Allora partiamo dalle domande, che tanto lo so cosa vi state chiedendo:

Ma quante volte devo fare su e giù?
Tante quante ne servono per farlo addormentare. La quantità dipende dal livello di tenacia di vostro figlio, dalla sua età, e da quanto tempo siete andati avanti con il metodo “sbagliato”. Con il Vikingo ci sono state punte oltre il centinaio di volte. Con Pollicino intorno ai quattro mesi e mezzo la prima volta l’ho fatto 50 volte. La buona notizia è che già dalla seconda volta si nota il primo miglioramento. Leggo dai miei appunti che con Pollicino ho fatto 50 volte la prima volta, 20 volte la seconda e poi 10 volte la terza. Il secondo giorno sono state necessarie 20 volte per il primo sonnellino del mattino, e poi 10 per il secondo e 5 per il terzo. E stavamo solo al secondo giorno.

Ma quanti giorni ci vogliono?
Per bambini piccoli ci vogliono al massimo 3 giorni. Per bambini più grandi ce ne vogliono di più. Come dicevo prima dipende da chi è il bambino, quanti mesi avete passato a cullarlo e la sua età.

Come si fa per iniziare?
Iniziate il PU/PD con il primo sonnellino del mattino se necessario. In questo modo arriverete a sera un po’ avvantaggiati.

E se non si addormentasse?
Se il problema è particolarmente radicato può succedere che il bambino resista all’addormentamento fino all’orario del pasto successivo. Far addormentare un bambino stanco e affamato è ancora più difficile. Quindi dategli da mangiare. Se lo allattate fatelo in un’altro ambiente per fargli capire la differenza. Poi ricominciate. Prima o poi crolla.

Ma non è crudele farlo piangere?
Dipende dal perché pensi che stia piangendo. E’ utile pensare che non sta piangendo perché soffre delle pene inaudite, ma perché è ferocemente arrabbiato. Dopotutto gli si stanno cambiando le carte in tavola, e lui era abituato a fare diversamente. Non sta capendo il motivo del cambiamento e quindi si arrabbia. Tenendolo in braccio per calmarlo e mantendendo la voce tranquilla gli insegnate una abilità che gli tornerà utile per molto tempo. E non è come lasciarlo piangere da solo nel suo lettino, perché voi sarete sempre li con lui.

E se si calma ma si rimette a piangere mentre lo metto giù?
Allora finisci di metterlo giù nel lettino, togli il contatto fisico con lui e poi lo tiri su di nuovo. Non tornare indietro quando state a mezza via verso il lettino. Una volta detta la frase “ora ti metto nel tuo lettino” si va nel lettino. Anche se solo per 3 secondi.

E se si contorce e si butta all’indietro? A volte sembra impossibile tenerlo in braccio per calmarlo.
Allora vuol dire che vuole andare nel lettino. Mettilo giù senza aspettare che smetta di piangere. A volte può succedere che nonostante pianga per la stanchezza non vuole essere confortato in braccio. Questo è vero soprattutto per bambini molto sensibili o della categoria che Tracy Hogg chiama “scontrosi”.

Ma te hai veramente fatto questa cosa più di 100 volte con il Vikingo?
Si. L’ho fatto. Eravamo disperati. Non ne potevamo più. Lui sembrava non voler mai dormire e aveva solo 3 mesi e mezzo. In realtà ormai sappiamo che si trattava di loop motori dovuti ad eccessi di stanchezza, ma allora pensavamo che non volesse dormire perché non era stanco. Ad un certo punto ho preso mio figlio in braccio, ho detto a GG di non venire qualunque cosa succedesse e mi sono chiusa in camera con lui. Il Vikingo ha iniziato ad urlare. Ci sono voluti 45 minuti di urla disumane e moltissimi PU/PD. Alla fine sono uscita dalla stanza stravolta, ma sorridente. GG più stravolto di me mi ha detto “ma come hai fatto? Io non ce l’avrei mai fatta!”
A quel punto mi sono tolta i tappi dalle orecchie.

Ma allora sei stata bravissima! Potresti venire a casa nostra ad aiutarci con Paolino!
E no! Quello è stato il mio momento di gloria. Fatto una volta, non ci penso più.

E la notte?
Alla notte ci pensa sempre GG. Io non sono in grado di usare il cervello. Gli ho spiegato la teoria, e fa tutto da solo. Se volete, vi mando lui 😉

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Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi

Tema del mese: separazioni.

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1,099 thoughts on “Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno”

  1. rieccomi qui! allora stanotte per la prima volta il pargoletto ha dormito tutta la notte! In realtà però non ho fatto PU/PD se non qualche notte fa’ (35 volte). La vera svolta è avvenuta con l’introduzione della pappa, già con quella del pranzo le cose andavano meglio ma con la cena è stata una vita nuova! ebbene sì, mio figlio non amava troppo solo il seno (o solo il latte, visto che ho provato anche con l’aggiunta di biberon ma non ne ha voluto sapere!). Ora invece è proprio regolare e dorme di più da solo. Per addormentarsi ama fare la poppata ma se non ha più fame si stacca da solo e si addormenta con il ciuccio (che poi perde da solo senza svegliarsi). Insomma in un modo o nell’altro per ora va meglio, sono proprio contenta e volevo dirvelo anche a dimostrazione che (almeno per la mia esperienza) ogni bambino è diverso e che spesso dietro i disturbi di sonno ci sono difficoltà oggettive del bambino (nel mio caso si trattava di fame…) che vale la pena sforzarsi di capire.Sicuramente di positivo il metodo Hogg ha quello di porre un’alternativa a metodi secondo me traumatici per il bambino e per i genitori e anche quello di insegnare ad osservare e capire il bambino proponendo una strategia di semplice esecuzione.

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    • Milena sono contenta che alla fine hai capito quale fosse il problema. Purtroppo applicare un metodo per risolvere i problemi di sonno, quando ci sono altre ragioni dietro, non aiuta molto. E’ per questo che è sempre importante cercare di capire i segnali che ci mandano i propri figli. Un abbraccio.

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  2. Grazie mille Serena, non sapevo che il PU/PD fosse sconsigliato sotto i 3 mesi, terrò presente. In questi giorni sto provando a togliergli il ciuccio appena si addormenta…a volte si risveglia subito e allora gle lo rimetto, altre volte continua a dormire.. Forse in questo modo riesco a fargli capire che può dormire anche senza.. Spero che, continuando un po’ così, tra qualche giorno riuscirò a togliergli il ciuccio appena un po’ prima che si addormenti, per lasciarlo addormentare senza.. Vediamo..vi informerò sugli sviluppi!
    Ho un altro dubbio. Ora il mio Emanuele dorme un sacco di ore al giorno (ha ancora i ritmi da neonato) e la sua activity è veramente molto ridotta: 15 minuti al massimo dopo la poppata e il cambio pannolino, poi comincia a sbadigliare e se non lo metto nella culla diventa fastidioso. La mia domanda è questa: se voglio (o se devo) uscire con lui quando posso farlo? Perchè io ci vado mentre dorme, lo metto nell’ovetto e usciamo, però in questo modo lui non dorme molto bene. Si sveglia spesso, si lamenta… Insomma, con la storia della routine io temo che lui non riesca più a dormire in nessun altro luogo e in nessun altro modo. Sto esagerando????

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    • Rossana, è ancora molto piccolo ed è ancora relativamente semplice farlo abituare a quasi tutto. Potrebbe preferire dormire a casa, ma io se fossi in te eviterei di chiudermi in casa. Esci con lui tranquillamente. E’ normale che la routine possa risentirne un pochino soprattutto i primi tempi, però poi si abituerà e riuscirete a godervi le vostre passeggiate insieme. Io ho fatto delle passeggiate meravigliose con il Vikingo nel passeggino mentre lui dormiva. Pollicino invece che ora ha 9 mesi inizialmente non amava molto uscire, ma si sta abituando e va molto meglio. Proprio oggi ha dormito ben 2 ore e mezza!

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  3. Francesca, ho regalato il libro di T.H. ad una mia amica in attesa di 2 gemelli (tieni conto che io lo regalo praticamente a tutte le puerpere che conosco). Lo ha letto e ne è rimasta molto colpita. Il futuro papà, poi, è diventato un fan dell’EASY ancor prima che nascessero i bimbi e si è studiato il libro come un testo universitario… Insomma due quasi-genitori esntusiasti… sulla carta.
    Ora i gemelli sono nati da 20 giorni ed i miei amici hanno iniziato ad adottare l’EASY da subito.
    Indubbiamente M. e A. si sono dimostrati da subito due neonati “da manuale”, però, non c’è che dire, fila tutto liscio! Sarà anche un po’ merito della Hogg e della serenità che infonde quella lettura?
    Ritmi regolari, poppate serene (e con due bisogna essere molto ben organizzati sui tempi) e la mamma che gestisce tranquillamente i due anche da sola.
    Certo, non è una formula magica, ma leggere la Hogg per ingannare l’attesa… pare faccia bene!

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  4. sono quasi alla fine della mia prima gravidanza. a causa di un po’ di problemi, mi hanno obbligata alla maternità anticipata. avendo un pacco di tempo a disposizione, ho letto molti libri. tra questi c’è quello della Hogg. mi è piaciuto. mi ha rassicurato avere qualche dritta “all’avanguardia”. non so ancora come sarà essere mamma. non so ancora se il mio fagiolo sarà un bimbo angelico o scontroso. però mi rincuora sul serio l’aver letto questo libro.

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  5. Ciao a tutti, io ho fortunatamente scoperto il metodo EASY quando il mio bimbo aveva poche settimane e messo felicemente in pratica da subito. Ora il mio piccolino ha un mese e mezzo e alla sera si addormenta da solo nella sua culla e poi dorme circa 7 ore, mangia una volta di notte e poi di nuovo nanne fino alle 8.30 di mattina. Mi sembra quasi incredibile. Però ho ancora dei dubbi, che riguardano innanzitutto l’uso del ciuccio. La Hogg lo consiglia e il mio bambino l’ha preso da subito molto volentieri, ma mi sa che quasi quasi era meglio senza: spesso, soprattutto di giorno, si addormenta da solo con il ciuccio ma poi lo perde, si risveglia piangendo e si riaddormenta solo se gli rimetto il ciuccio in bocca.. e così anche per 5, 6 volte… Di sera va meglio (non so perchè, forse è più stanco e si addormenta più profondamente), però a volte di giorno ci mette anche mezz’ora per addormentarsi e io devo continuamente andare lì a rimettergli il ciuccio. Ho provato a riaddormentarlo senza ciuccio, con il metodo Hogg di tirarlo su e rimetterlo giù ma lui è inconsolabile! (c’è da dire che però ho provato solo un paio di volte, altro che 3 giorni!)

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    • Rossana, il metodo del PU/PD è sconsigliato anche dalla Hogg per bambini al di sotto dei 3 mesi. Il problema è che i piccini si agitano molto per questo su e giù invece di tranquillizzarsi. Prova a togliere il ciuccio, e a calmarlo tenendolo in braccio e dandogli pacche leggere sulla schiena mentre fai sh sh sh come descritto nell’altro post sul metodo di Tracy Hogg.

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  6. Mia cognata ed io abbiamo scoperto questo libro quando per noi ormai era un pochino tardi. Ma da quel giorno l’abbiamo regalato a tutte le mamme in attesa!
    Bello questo post che me lo ha fatto ricordare!

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  7. Ma quanto sei simpatica (oltre che tosta e abile)?
    Ma quanto mi piacciono qesti post educativi e divulgativi, di donne toste, decise e con le idee chiare (dopo aver ovviamente ‘studiato’ un po’).
    Brava brava e brava.
    Il libro di Tracy Hogg è qui sulla mia scrivania, arrivato ora dal corriere espresso. Da stasera si inizia la lettura.
    Credo che coi bimbi ci vogliano: sensibilità, metodo, polso.
    E mi pare che nessuno dei 3 ti difetti.
    Chapeau!

    Ale

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  8. Mi associo alla richiesta di Milena, soprattutto per quanto riguarda il punto 1.
    Ma ho anche un dubbio, non tanto sul metodo, quanto sull’applicazione o meglio su quando applicarlo. Mi spiego: metto Brick a letto, si addormenta tranquillo e regolare, perde il ciuccio o glielo tolgo E CONTINUA a DORMIRE! Lui dorme, non c’è ombra di dubbio: una volta addormentato, che ci sia il ciuccio o meno non lo interessa. Poi, avviene qualcosa dopo 1 ora, 2 ore a seconda del caso e allora piange e io gli metto il ciuccio.
    Quindi, scusa se insisto: questa è dipendenza da ciuccio? Al contrario dei vostri bimbi, che si svegliano appena lo perdono, il mio non fa così. per cui mi è venuto il dubbio che non sia quello il suo problema, ma qualche altro problema che non so individuare.
    Al momento non ho ancora applicato PU/PD (ci ho provato 1 volta senza neanche riuscire a calmarlo…sigh), ma sto iniziando le pappe e come milena, non vorrei “esagerare” nei cambiamenti

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    • Denise, Milena per la domanda numero 1 direi che la risposta è quella di usare un po’ di buon senso. Se si sta cercando di insegnargli a seguire una routine allora si può essere più rigidi sugli orari (ma sempre senza esagerare) ma se il senso è quello di lavorare sul sonnellino, ma è normalmente abituato a mangiare più o meno alla stessa ora, allora sono sicura che non dormirà tanto più a lungo dell’orario solito del pasto, senza bisogno di svegliarlo. Sono stata chiara?

      Denise, per la dipendenza dal ciuccio, immagino che l’unica sia cercare di capire per quale motivo si sveglia. Certo se fosse in grado di addormentarsi senza ciuccio potrebbe anche succedere il miracolo che si riaddormenti da solo.

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  9. leggendo i numerosi messaggi arrivati anche sull’altro post (la nanna secondo T.H.) ho un paio di domande:
    1. come dice Laura (nell’altro post)vorrei capire come fare in fase iniziale quando per convincerlo a dormire facendo PU/PD slittano tutti gli orari? mi spiego: quale obiettivo devo prefissarmi? farlo dormire un tot di ore indipendentemente dall’ora di addormentamento effettivo oppure rispettare gli orari della routine giornaliera? esempio: decido che il sonnellino diurno deve essere di 1,5h quindi quando si addormenta lo lascio dormire quel tempo anche se slittano orari di pappa e il resto? oppure decido che si dorme dalle 14 alle 15,30 quindi se alle 15,30 non ha dormito se non mezz’ora o meno perché abbiamo fatto PU/PD lo sveglio ugualmente e vado avanti con la routine giornaliera?)

    2. come si fa con il ciuccio? mi sta aiutando per la fase di addormentamento ma poi quando lo perde si sveglia!del resto da qualche parte devo iniziare, quindi per ora sto usando il ciuccio per sostituire la tetta visto che ora ha imparato a prenderlo!ma poi per eliminare la dipendenza (che si crea inevitabilmente) come hai fatto? lo hai tolto del tutto e poi?

    Per ora sto ancora lavorando sul sonno di giorno, anche perché dalla prox sett torno al lavoro la mattina e dovrà stare con le nonne, quindi cambio di orari e posti…inoltre stiamo iniziando le pappe, quindi c’è già troppa carne al fuoco e la notte devo pazientare ancora un pochino…ma voglio essere ottimista! grazie dei chiarimenti!!

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  10. Grazie ragazze! il vostro pensiero positivo mi incoraggia. Siamo tornati dalla settimana bianca dove naturalmente non ho potuto fare granchè salvo applicare una notte PU/PD visto che il pargolo si svegliava ogni 45 minuti (però c’era da considerare anche il cambio d’aria e di ambiente).L’ho fatto per 29 volte e ho recuperato “almeno” le mie 2 ore filate fra un risveglio e l’altro. Ora vediamo se riesco ad essere costante con il rientro nella routine anche perché fra meno di un mese torno al lavoro ma lunesìm devo cominciare anche con le pappe quindi mi aspetto un periodo “impegnativo”! Intanto coraggio a tutte e vi tengo informate!

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  11. @Denise noi l’abbiamo fatto. Abbiamo applicato il PU/PD per togliergli il ciuccio quando aveva circa 6 mesi. Stesso problema di Brick, si svegliava appena gli cadeva e non riusciva a riaddormentarsi. Ha funzionato con molta facilità. Abbiamo iniziato dal primo sonnellino della mattina buttato il ciuccio per non cedere ai pianti. I miglioramenti sono stati evidenti sin dalla prima notte.
    Purtroppo dopo un po’ abbiamo ceduto nuovamente al ciuccio, ma lo teniamo sotto controllo per non ricadere nel problema, e quando gli cade cerchiamo di non rimetterglielo.

    @Milena nooo, mi dispiace molto. Coraggio, siamo con te!

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  12. Carissime, ho letto con attenzione l’interessantissimo post e le vicende di Milena (faccio il tifo per te!), anche perchè spererei di trovare una soluzione al mio problema! Ho letto il libro della Hogg e ho sempre cercato di seguire i suoi consigli e, se all’inizio ero scettica, ora mi sono in gran parte ricreduta, soprattutto sull’importanza di una routine giornaliera e serale!
    Purtroppo, però, mi trovo in difficoltà: il fatto è che da un paio di mesi a questa parte il mio Brick(one) di 5 mesi appena compiuti si sveglia continuamente di notte: a 3 mesi dormiva dalle 22 alle 6 di filato, poi pian piano ha perso questa bella abitudine. All’inizio credevo fosse fame e ho cominciato a riempirlo di cibo di giorno (anche perchè mi è venuto un pò meno latte per cui ho dovuto iniziare le integrazioni con il bibe): però ormai pesa 7,5 kg e direi che fame non è più.
    Poi ho pensate che fossero arie/mal di pancia e ogni tanto (tuttora) gli do un pò di finocchio.
    Ora però credo di aver contribuito a rendere Brick dipendente dal ciuccio. Infatti, nella varie sperimentazioni, mi aiutavo tanto con il ciuccio e ora….Mi son ritrovata a svegliarmi ogni 1/2 ora o ora a dargli il ciuccio. Si addormenta sereno (praticamente da solo, io lo guardo dalla sponda del letto, ma con il ciuccio in bocca, che poi lascia cadere spontaneamente) regolare alle 22, dalle 23 in poi inizia il calvario e ogni notte mi sembra peggio… sono arrivata a portarlo nel lettone perchè davvero non so cosa fare, anche perchè ho ripreso a lavorare e ho proprio bisogno di dormire.
    E’ il caso di applicare il metodo PU/PD? il fatto è che Brick non si sveglia: lui piange nel sonno, man mano sempre più forte, e smette appena gli metto il ciuccio. come faccio a calmarlo se neanche apre gli occhi? tra l’altro, l’ho abituato a stare nel suo lettino, per cui quando capita di doverlo addormentare in braccio (quelle rare volte in cui siamo fuori casa), non ne vuole sapere: si inarca e si irrigidisce! quindi, come faccio a tranquillizzarlo se non posso tirarlo su (perchè si incavolerebbe ancora di più) e se lasciandolo giù, in realtà dorme???? Grazie Serena per eventuali consigli…!

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  13. Purtroppo mi sono arenata! la notte sono a pezzi e mio marito non riesce a collaborare anche lui per la stanchezza. Inoltre il pupo cresce poco e questo mi blocca nel non allattarlo di notte…spero di riuscire a riprendere il filo…ormai dopo le feste…visto che il pomeriggio con tutti e 4 in casa è complicato anche il riposino…! 🙁

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