Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno

4mesi_trisQuesto post l’ho promesso ad un sacco di gente che non dorme la notte da quando gli è nato un figlio.
Questo post è dedicato a tutti, ma proprio tutti, i genitori che per fare addormentare il piccolo hanno bisogno di cullarlo, allattarlo, dondolarlo, spingere la carrozzina per 45 minuti, portarlo a fare un giro in macchina, accendere il frullatore, passare l’aspirapolvere, correre i 100 metri con lui appeso nel marsupio o qualsiasi altra tecnica ingegnosa. Perché un genitore che non dorme, al contrario di quello che si crede comunemente, entra in una fase di eccesso di creatività, e trova soluzioni ai problemi che non si sarebbe mai sognato di pensare prima.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che non riescono a dormire la notte perché c’è un terzo incomodo nel lettone che tira calci e non riescono a metterlo nel suo lettino senza farlo svegliare.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che semplicemente vorrebbero poter usare la notte per lo scopo per cui è stata inventata: dormire.

Si perché in The Baby Whisperer Solves All Your Problems: Sleeping, Feeding, And Behavior–beyond the Basics from Infancy Through Toddlerhood, Tracy Hogg da il meglio di se. E anche se non risolverà mai TUTTI i vostri problemi realmente, sul discorso sonno trovo il suo metodo semplicemente geniale. Attenzione, non sto dicendo che è il metodo perfetto per tutte le famiglie e tutti i bambini. E’ il mio preferito perché cerca di mettere d’accordo le esigenze di tutti, genitori e figli, cercando di adattarsi al tipo di bambino che si ha. Ma la scelta di quale sia il metodo giusto per voi è sempre a carico esclusivamente vostro.

Questo post non ha nessuna pretesa di essere una spiegazione completa del metodo. Vi faccio un breve resoconto nella speranza di interessarvi a questa tecnica, per permettervi di provarla (male) sulla base del mio riassunto, e con la fiducia che invece di prendervela con me vi decidiate finalmente a leggere direttamente la fonte.

Iniziamo con le premesse. Sto dando per scontato che:

1. avete un bambino piccolo che ha dei problemi di sonno (di età superiore ai 3 mesi)
2. siete convinti di volerlo far dormire nel suo lettino
3. siete convinti che qualsiasi cosa avete fatto finora non vi sta più bene e volete cambiare
4. siete convinti che non esiste nessuna bacchetta magica, ma che ogni cambiamento di un comportamento più o meno radicato abbia bisogno di molta molta pazienza e tenacia.

Analizziamo il problema
Per risolvere un problema bisogna capire quale è il problema. No, non vi sto prendendo in giro con giochi di parole. I motivi per cui un bambino piccolo non dorme tutta la notte possono essere moltissimi, e spesso ci sono più problematiche sovrapposte.
Alcune delle domande importanti da porsi per analizzare la situazione sono:
– dorme bene durante il giorno?
– si addormenta da solo nel suo lettino?
– cosa fai per tranquillizzarlo quando si sveglia nel cuore della notte?
– se viene allattato durante la notte, mangia sul serio oppure si attacca solo un paio di minuti prima di riaddormentarsi?
– è felice e sereno nonostante tutto?
– si sveglia sempre agli stessi orari o è completamente imprevedibile?

Io mi innamoro del libro semplicemente leggendo le sue tabelline di descrizione dei casi, da cui Tracy Hogg deduce l’origine del problema e quindi stabilisce il metodo da adottare come soluzione. Ad esempio se si sveglia ad orari irregolari la notte è molto probabilmente fame. Se si sveglia ogni ora è facile che non sappia addormentarsi da solo. Se si sveglia di soprassalto dopo 10 minuti dall’addormentamento è probabilmente sovrastimolato. E così via. Io ho usato queste descrizioni infinite volte con il Vikingo e ora le sto usando con Pollicino. Mi hanno sempre aiutata ad identificare l’origine del problema con grande precisione.

Gli schemi descrittivi si riferiscono a fasce di età: fino a 3 mesi, tra i 6 mesi e i 12 mesi, e oltre i 12 mesi. E la soluzione deve essere adattata a seconda dell’età oltre che del temperamento del bambino.

Attenzione però, se il bambino ha meno di 3 mesi il metodo descritto qui di seguito non va bene.

Facciamo un piano
Una volta identificato il problema è possibile fare un piano per risolverlo. E’ naturalmente diverso se un neonato di 6 mesi non ha mai dormito nel suo lettino e inizia ad urlare ogni volta che ce lo mettete, rispetto al caso di un bambino di 9 mesi che dorme nel suo lettino, ma che viene allattato quando si sveglia di notte, oppure che viene fatto addormentare in braccio prima di metterlo nel lettino.
Il problema normalmente è molteplice (dorme nel lettone E viene cullato per farlo addormentare E fa sonnellini troppo brevi) ed è meglio dividerlo in piccoli pezzi per affrontare un aspetto alla volta.
Se ad esempio il bambino urla appena messo nel lettino, magari perché è stato tentato il metodo Estivill senza successo e lo ricorda come un posto orribile, sarà bene iniziare dal rendergli il suo lettino un posto piacevole in cui stare di giorno, prima di lavorare sul modo di addormentarsi, e infine riuscire a farcelo dormire anche la notte. Più sfaccettature ha il problema, più lungo diventa il tempo della sua soluzione.
Le regole guida sono:
– iniziare dal risolvere la parte più semplice del problema
– iniziare sempre a risolvere il problema sonnellini perché di giorno siamo più sicuri di riuscire a ragionare bene e a mantenerci fedeli al piano fatto.
– individuare chi tra i due genitori è più probabilmente in grado di portare a termine il piano (se la mamma lo allatta per addormentarlo è più facile se ci pensa il papà; se il papà è un cuore tenero e non può sentire il suo piccolo piangere sarà meglio che ci pensi la mamma)

La cura
Una volta risolti i problemi più semplici, quali quello di fare amicizia con il lettino, stabilire una routine dell’addormentamento, eliminato eventuali dubbi su fame e/o malattie, ci si può concentrare sul problema sonno.
La spina dorsale del metodo di Tracy Hogg per risolvere il problema del sonno è quello che lei chiama Pick Up/Put Down (letteralmente tira su/ metti giù). Il PU/PD si può utilizzare per ottenere le seguenti cose:
– insegnare al bambino ad addormentarsi da solo nel suo lettino
– prolungare il periodo del sonnellino se è troppo breve
– eliminare qualche abitudine del bambino che ci risulta scomoda (cullarlo, allattarlo per farlo dormire, ciuccio)
– far riaddormentare il bambino che si sveglia troppo presto al mattino (no, le 7 del mattino non è troppo presto, nonostante la vostra vita pre-bebè fosse diversa)

Come funziona.

Prima cosa, e questo è vero a qualsiasi età, verificate di aver stabilito una routine che ripetete prima di ogni addormentamento. Il ripetersi degli stessi gesti infatti dice al bambino che si sta avvicinando il momento di dormire e lo predispone al sonno. La routine è necessaria non solo per la sera ma anche per i sonnellini diurni, anche se ci possono essere delle differenze tra giorno e sera. Ad esempio non è necessario che sia completamente buio di giorno.

Poi mettete il piccolo nel suo lettino da sveglio. Se il bambino non sa addormentarsi da solo, molto probabilmente inizierà a piangere. Allora lo tirate su, e cercate di calmarlo. Non bisogna assolutamente cullarlo o allattarlo o qualsiasi metodo avete adottato finora.
Se il bambino è tra i 3 e i 6 mesi potete provare a calmarlo tramite leggere pacche ritmate sulla schiena, mentre sussurrate sh sh sh vicino al suo orecchio. Se è più grande questa tecnica potrebbe impedirgli di calmarsi e avere l’effetto opposto, soprattutto il rumore. Cercate di usare il potere calmante della vostra voce. Mantenete un tono calmo ma deciso mentre ripetete sempre la stessa frase, ad esempio “va tutto bene. Mamma (o papà) è qui per insegnarti ad addormentarti da solo“. Quello che gli state dicendo in realtà è “io so cosa sto facendo, anche se a te può sembrare strano” e la vostra voce deve comunicargli questo senso di sicurezza.
Nel momento in cui smette di piangere, rimettetelo nel lettino dicendo qualcosa tipo “ora ti metto nel lettino”. Se inizia a piangere, lo tirate su di nuovo e cercate di calmarlo di nuovo, adottando sempre la stessa tecnica. Appena smette di piangere, lo mettete giù di nuovo. L’idea è quella di calmarlo in braccio, non di addormentarlo in braccio. E’ per questo che è importante metterlo subito giù appena smette di piangere.
Per bambini al di sopra dei 12 mesi circa, il tira su/metti giù in realtà è solo un metti giù, in quanto a quell’età si metteranno in piedi da soli nel lettino e quindi dovete semplicemente rimetterli sdraiati e assolutamente non tirarli fuori dal letto.

Sembra facile fin qui? Allora partiamo dalle domande, che tanto lo so cosa vi state chiedendo:

Ma quante volte devo fare su e giù?
Tante quante ne servono per farlo addormentare. La quantità dipende dal livello di tenacia di vostro figlio, dalla sua età, e da quanto tempo siete andati avanti con il metodo “sbagliato”. Con il Vikingo ci sono state punte oltre il centinaio di volte. Con Pollicino intorno ai quattro mesi e mezzo la prima volta l’ho fatto 50 volte. La buona notizia è che già dalla seconda volta si nota il primo miglioramento. Leggo dai miei appunti che con Pollicino ho fatto 50 volte la prima volta, 20 volte la seconda e poi 10 volte la terza. Il secondo giorno sono state necessarie 20 volte per il primo sonnellino del mattino, e poi 10 per il secondo e 5 per il terzo. E stavamo solo al secondo giorno.

Ma quanti giorni ci vogliono?
Per bambini piccoli ci vogliono al massimo 3 giorni. Per bambini più grandi ce ne vogliono di più. Come dicevo prima dipende da chi è il bambino, quanti mesi avete passato a cullarlo e la sua età.

Come si fa per iniziare?
Iniziate il PU/PD con il primo sonnellino del mattino se necessario. In questo modo arriverete a sera un po’ avvantaggiati.

E se non si addormentasse?
Se il problema è particolarmente radicato può succedere che il bambino resista all’addormentamento fino all’orario del pasto successivo. Far addormentare un bambino stanco e affamato è ancora più difficile. Quindi dategli da mangiare. Se lo allattate fatelo in un’altro ambiente per fargli capire la differenza. Poi ricominciate. Prima o poi crolla.

Ma non è crudele farlo piangere?
Dipende dal perché pensi che stia piangendo. E’ utile pensare che non sta piangendo perché soffre delle pene inaudite, ma perché è ferocemente arrabbiato. Dopotutto gli si stanno cambiando le carte in tavola, e lui era abituato a fare diversamente. Non sta capendo il motivo del cambiamento e quindi si arrabbia. Tenendolo in braccio per calmarlo e mantendendo la voce tranquilla gli insegnate una abilità che gli tornerà utile per molto tempo. E non è come lasciarlo piangere da solo nel suo lettino, perché voi sarete sempre li con lui.

E se si calma ma si rimette a piangere mentre lo metto giù?
Allora finisci di metterlo giù nel lettino, togli il contatto fisico con lui e poi lo tiri su di nuovo. Non tornare indietro quando state a mezza via verso il lettino. Una volta detta la frase “ora ti metto nel tuo lettino” si va nel lettino. Anche se solo per 3 secondi.

E se si contorce e si butta all’indietro? A volte sembra impossibile tenerlo in braccio per calmarlo.
Allora vuol dire che vuole andare nel lettino. Mettilo giù senza aspettare che smetta di piangere. A volte può succedere che nonostante pianga per la stanchezza non vuole essere confortato in braccio. Questo è vero soprattutto per bambini molto sensibili o della categoria che Tracy Hogg chiama “scontrosi”.

Ma te hai veramente fatto questa cosa più di 100 volte con il Vikingo?
Si. L’ho fatto. Eravamo disperati. Non ne potevamo più. Lui sembrava non voler mai dormire e aveva solo 3 mesi e mezzo. In realtà ormai sappiamo che si trattava di loop motori dovuti ad eccessi di stanchezza, ma allora pensavamo che non volesse dormire perché non era stanco. Ad un certo punto ho preso mio figlio in braccio, ho detto a GG di non venire qualunque cosa succedesse e mi sono chiusa in camera con lui. Il Vikingo ha iniziato ad urlare. Ci sono voluti 45 minuti di urla disumane e moltissimi PU/PD. Alla fine sono uscita dalla stanza stravolta, ma sorridente. GG più stravolto di me mi ha detto “ma come hai fatto? Io non ce l’avrei mai fatta!”
A quel punto mi sono tolta i tappi dalle orecchie.

Ma allora sei stata bravissima! Potresti venire a casa nostra ad aiutarci con Paolino!
E no! Quello è stato il mio momento di gloria. Fatto una volta, non ci penso più.

E la notte?
Alla notte ci pensa sempre GG. Io non sono in grado di usare il cervello. Gli ho spiegato la teoria, e fa tutto da solo. Se volete, vi mando lui 😉

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Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi

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1,099 thoughts on “Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno”

  1. Ciao Elena, io non ho esperienza di coliche per fortuna, però da quello che ho letto e sentito le coliche non dovrebbero venire di sera e notte? Ho anch’io un bambino un po’ sensibile (diciamo che si pone a metà tra “da manuale” e “sensibile”) e riconosco quello che dici sull’addormentamento: non si addormenta in braccio, se piange nel lettino quando lo tiro su si arrabbia tantissimo, si sveglia dopo 45 minuti di nanna ed è molto difficile riaddormetarlo…
    Riconoscendo questi tratti comuni mi chiedo se il problema della tua bimba non sia eccessiva stanchezza e difficoltà ad addormentarsi, più che coliche. Ti ripeto che però non ho esperienza di coliche…
    Io sono riuscita – impostando la routine – a insegnare piano piano al mio bambino a rilassarsi, altrimenti arrivava al momento di andare a letto sempre piangente e agitato. Cerco di prevenire cioè i suoi segnali di stanchezza e lo tengo in braccio, lo cullo un po’, ascoltiamo qualche canzoncina rilassante… Ti ripeto, devo assolutamente farlo prima che sia stanco, altrimenti si mette a piangere.
    E poi ho provato a fare attenzione, cercando di capire quali sono le cose che lo calmano. Per un po’ avevo provato il shhh-shhhh con i colpetti sulla schiena ma in realtà si agita ancora di più! E così mi sono accorta che, per esempio, le carezze sulla schiena lo calmano, le musiche tipo ninna-nanna, il ciuccio, la posizione di fianco… E così quando piange, prima di tirarlo su, provo a consolarlo in questo modo e spesso ci riesco.
    Per me è stato importante “ascoltarlo”, fare attenzione a lui e a quello che lo aiuta di più a calmarsi. In questo modo abbiamo trovato davvero un’intesa eccezionale e ora, qualche volta, riesco anche ad addormentarlo in braccio, quando ad esempio siamo in giro e non ho alternative!
    Ecco, magari non ti ho aiutato, però questa è la mia esperienza.
    Ciao, Rossana

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    • @Elena credo che i consigli di Daniela e Rossana siano entrambi molto validi. Probabilmente ormai si è instaurato un circolo vizioso per cui l’assenza di routine unita alle coliche getta la piccola e voi in una spirale negativa. Più è stanca più difficoltà ha ad addormentarsi. Come dice Daniela, la cosa più urgente non è quella di insegnarle ad addormentarsi da sola ma di farla dormire in qualche modo, per poter rompere questo circolo vizioso.
      Un sistema molto utile per le coliche è la fascia portabebè che la culla in continuazione al ritmo del tuo passo. Tra l’altro la costrizione fisica che la fa sentire fasciata e protetta aiuta tutti i neonati ad addormentarsi, anche quelli senza coliche. Se anche non vuoi comprare la fascia puoi provare a fasciarla prima di metterla nel lettino (sul libro della Hogg ci sono le spiegazioni su come fare).
      Sono d’accordo anche con Rossana sul fatto che spesso si pensa siano coliche mentre invece è il normale comportamento di tutti i bambini quando sono troppo stanchi per addormentarsi con tranquillità. Tra l’altro l’età è quella giusta dell’inizio dello stravolgimento, perché ora lei è più attiva e quindi tende a stancarsi di più durante il momento di attività. Una cosa che hai scritto avvalora questo dubbio: il fatto che inarca la schiena è normalmente segno di stanchezza, mentre le coliche rendono il corpo rigido con le gambe dritte. Rifletti su questa possibilità, ed eventualmente prova a diminuire la durata e l’intensità dell’attività che precede l’ora della nanna. Spero di essere stata di aiuto. Torna a dirci come va!

      PS. per le coliche puoi anche provare le gocce di fermenti lattici che si comprano senza ricetta in farmacia. Si danno una volta al giorno e per me hanno funzionato meglio del Mylicon.

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  2. Elena, c’è un motivo particolare per cui vuoi che impari ad addormentarsi da sola, o è “solo” perché ti sembra che debba essere così? Te lo chiedo perché mi sembra che ora non sia il momento di chiedere una cosa così impegnativa né a te né alla tua piccola… Le mie bimbe hanno sofferto tutte e due di coliche, in due modi diversi, e quando stanno male non penso sia pensabile chiedergli di dormire da soli.

    io non sono un’esperta, e quindi non prendere i miei consigli alla lettera, ma prima di tutto mi viene il dubbio che ci sia la possibilità di reflusso. Non sono informatissima su questo, ma la mia grande che ha avuto le coliche le ha avute molto forti, ma solo nel pomeriggio/sera (dalle 6 alle 23 era un pianto continuo e disperato). Per le coliche spesso aiuta una dieta povera di latte e foglie verdi (io li avevo esclusi del tutto) e se il pediatra te lo consiglia il mylicon, o ci sono gocce a base di erbe (paidocol o simili). Con la grande questo insieme ai massaggi mi aveva aiutata molto. Con la piccola pensavo alle coliche, meno forti ma tutto il giorno, pianti e contorcimenti, consolabili facilmente ma che non la lasciavano dormire. Non è servita la dieta né il mylicon. E abbiamo capito con lo svezzamento che in realtà era una lieve forma di reflusso (che spesso invece è davvero doloroso per i piccoli).

    Con questo voglio dirti che per ora non mi preoccuperei di come dorme la tua bimba, è davvero piccola, ma cercherei di trovare un modo di alleviare i suoi fastidi. E spesso se non serve altro l’unico modo sono le braccia di mamma. SE sono coliche passeranno (alla grande comunque a sei mesi compiuti) se è reflusso devi sentire il pediatra.

    In ogni caso non preoccuparti per come si addormenta, se va tutto bene è un aiuto per la mamma e per l’indipendenza del bimbo se si addormenta da solo, ma se non stanno bene quel che serve è dargli la sicurezza di due braccia pronte a consolarlo! La mia grande ha passato ore a dormire sulla pancia del papi, quasi dritta, con le ginocchia piegate… senza conseguenze, dall’anno si addormentava nel lettino, dai due si addormenta da sola, e quindi come vedi non è un’abitudine irreversibile !

    E poi cerca riposo anche tu, se c’è qualcuno che può aiutarti o sostituirti ogni tanto, chiedi senza pensarci, una mamma riposata è di maggior aiuto anche per il suo piccolo!

    Ah, per le coliche, me l’hanno detto tardi e io non ho verificato, ma il figlio di una mia amica riusciva a dormire solo se messo a pancia in giù con un cuscino arrotolato sotto la pancia. Insomma, tentar non nuoce…

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  3. Care tutte,
    avrei bisogno di un supporto e del vostro aiuto perche’ in questo periodo sono davvero esausta e depressa.
    Ho letto il libro di Tracy Hogg e ho imparato molte cose ma nella pratica ci sono una serie di problemi che proprio non riesco a risolvere.
    La mia bimba, Alice, ha 3 mesi e mezzo ed e’ una bimba “sensibile”. In piu’ soffre da sempre di coliche, e il pediatra dice che lei andra’ avanti fino a sei mesi almeno per la conformazione del suo pancino.
    Durante il secondo mese le coliche le avevano dato un po’ di tregua e avevamo iniziato a seguire una routine abbastanza valida. Lei, dalla nascita, non si e’ mai – dico mai – addormentata da sola nemmeno per sbaglio ma almeno in quei giorni si addormentava nella carrozzina dopo che l’avevo spinta per una ventina di minuti con il ciuccio. Il ciuccio la calma molto e le piace molto, e ci aiuta un po’ con le coliche.
    Adesso la situazione da un mese e’ esplosa: coliche tutti i giorni dalla mattina, che ci hanno impedito di seguire alcun tipo di routine. Ovviamente non dorme ed e’ sfinita. Il problema e’questo:e’ stanca e nervosa, vorrebbe dormire ma non ce la fa. Essendo una bimba sensibile in braccio non vuol dormire e quando e’ nella culla e piange se la tiro su si inarca e si scatena il finimondo.
    Quando e’ stanca capisco che lei vorrebbe essere messa giu e la metto giu. Protesta un po’ ma poi si calma. Dopo circa 20-30 minuti inizia a piangere, sempre piu forte, e ogni tentativo di calmarla con la voce ecc e’ vano. Allora non ce la faccio piu e la tiro su e…inizia a piangere da matti per un’ora almeno, sempre piu stanca ed esausta.
    Se la metto nella culla prima che sia stanca, sta buona un po, poi le viene sonno, inizia a sbadigliare e dopo un po inizia a piangere.
    Alla fine crolla distrutta per il pianto, dorme 40 minuti e poi si ricomincia…..
    Io sono veramente depressa perche’ la piccola o piange per le coliche o piange per la stanchezza. Immagino che non sia facile insegnare ad una bimba che soffre di coliche ad addormentarsi (da sola, o anche in braccio), ma in qualche modo bisogna che trovi il modo per aiutarla a riposarsi altrimenti e’ veramente stressante per lei.
    Grazie a chiunque mi possa aiutare.
    ciao Elena

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  4. Grazie a tutte per le risposte e x i consigli…. mi hanno fatto una gran bene! Roel dorme serena nel lettone della sua camera (nn ha mai dormito in camera cn noi tranne per i primissimi mesi di vita, poi IO mi sn trasferita nella sua stanza).
    Oggi si è addormentata da sola, abbiamo trovato la scusa di un acquario luminoso lasciato acceso.
    Il mio cruccio è se assecondarla nelle “ricadute” o essere ferma “tu dormi da sola”…. devo andare Samu si è svegliato GRAZIE DI ESISTERE!!!!

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  5. Grazie, sei stata utilissima! In effetti io la sera sono molto stanca e, se per altre cose ho avuto più energia, su questo mi demoralizzo subito, poi quando sta sveglia per 2 ore all’alba e io mi devo alzare mi prende proprio male…
    Anche perché su questo aspetto sono in minoranza, tutti mi dicono di lasciar stare, che è piccola, che ha bisogno del contatto. Io credo invece che sia importante che dorma serenamente da sola, e poi sarò egoista ma non ce la faccio, a ogni rumore mi sveglio mentre mio marito si accorge solo se piange a dirotto.
    Grazie ancora, proverò in questi giorni ad “allentare” e vediamo se riesco a ricaricarmi.
    Ciao!

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  6. Io non ho suggerimenti, ti posso dire la mia esperienza, ma poi non vale per tutti.
    Anche noi siamo andati avanti e indietro mille volte. Con la grande era brutto, perché ogni passo indietro sembrava il fallimento, come se tutto il lavoro di prima fosse stato buttato via. Con la piccola ora so che spesso i passi indietro sono, un po’ come nel pinball, il lancio per un progresso che sta arrivando.
    Anche ora con la piccola, l’abbiamo abituata al lettino a 8 mesi, poi dopo un mese perfetto, ecco che erano urla isteriche. Non ho mai insistito, certo non la tiravo su al minimo bah o non sarei mai arrivata da nessuna parte,ma se il pianto diventava forte la prendevo in braccio. E in braccio è stato per un po’. Ormai a questi passi indietro mi ci adeguo. Per un po’, però. Poi arriva un giorno che ci riprovi, e può funzionare o no. Sempre arriva il giorno che dici “basta” perché non ce la fai più, perché sei stanca, perché vuoi cambiare. Quando sono arrivata al basta o sempre aspettato di “averne voglia”: per esempio, anche sara si è abituata ad addormentarsi da sola più di una volta, poi passava, e io di nuovo nel letto con lei, poi arrivava il “basta” ma non avevo voglia quella sera, e quella dopo. Poi arrivava la sera che mi andava. E ci riprovavo. Metti in conto tanta pazienza, tanta fatica, qualche pianto, dura poco, pochi giorni, e poi passa, e ce la fai.

    Ecco, il mio consiglio è questo: non ti demoralizzare, vi state lanciando per il passo dopo. Ora però fermati, avete bisogno tutte e due di caricarvi bene, proprio come il pinnball (ma si scrive così?). E “subisci” questo momento, lascialo passare, assecondalo. Poi provaci, serenamente, che vada o no, ci provi e se non va lasci andare. E quando senti dentro che arriva il giorno che “stasera cambio tutto”, sarai ferma e decisa, perché saprai che hai avuto il tuo tempo per caricarti, e l’ha avuto la tua piccola, e l’hai assecondata, e rassicurata, e ora vi serve lo scatto, lasciare andare quella leva e lanciare la pallina. Sarà un botto all’inizio ma poi andrà bene.

    Ecco, volevo essere breve 🙁 Spero di esserti stata utile, questo è solo quello che ho vissuto io…

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  7. Quello del sonno rimane il mio cruccio. Anch’io ho provato il metodo graduale e, quando la Piccola aveva 15 mesi, ero arrivata a farla giocare un po’ nel lettino e poi si addormentava con la mia mano (che lei pizzica con forza, ho i lividi costanti!). Durante la notte se si svegliava bastava appoggiare la mano e si calmava.
    Da lì pensavo che presto avrei completato il distacco, ma invece siamo tornati indietro.
    Ora che ha 18 mesi la sera è un disastro, nel lettino non gioca più, vuole stare in braccio e piange come se non volesse dormire finché non crolla. Di notte si sveglia varie volte e spesso non basta la mano, si alza e cerca di scavalcare e finisce nel lettone.
    Non è cambiato nulla in casa, non capisco questa fase e come superarla.
    Suggerimenti?
    Grazie!!

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  8. IO ho letto tracy hogg, mi è piaciuta ma a me gli orari non vanno a genio, così ho preso il pezzo che mi serviva e ho lasciato stare il resto. Non ho mai cercato di abituare le mie bimbe ad addormentarsi da sole da piccole. La seconda lo ha fatto spontaneamente per un po’, poi basta. Ho sempre provato, le mettevo nel lettino se stanche, ma se piangevano lasciavo stare. Sono scricioli, leggeri, e si incastrano perfettamente tra le nostre braccia, secondo me qualcosa vuol dire. Così in braccio tutte e due per un po’. Ovviamente fuori passeggino, ovviamente se ero impegnata non correvo sconsolata a ogni beh, insomma con calma! Poi crescono e le cose cambiano. Ho iniziato a un anno con tutte e due, un mese dopo la grande uno prima la piccola. Stando con loro, se piangevano le alzavo, le coccolavo e di nuovo giù. Solo ho cancellato il suggerimento “senza che si abituino al vostro contatto o alle vostre mani”. Alessia ora si addormenta nel lettino con me a fianco, mentre io le carezzo la schiena. Con Sara l’ho fatto fino a quasi due anni. POi ho iniziato a starle vicino e basta. Poi ho iniziato a uscire dalla stanza. Da due anni si addormenta da sola. Ha passato dei periodi che di notte si svegliava e veniva nel lettone. Ben venga. Se però durava più di un paio di giorni, raccoglievo le forze e se si svegliava ero io ad alzarmi per andare da lei, la calmavo e tornavo nel mio letto. Passava presto.
    Ora con la piccola sono appunto al dormire con me accanto. Confesso che ho trovato un trucco un po’ cattivello, ma funziona: se rugna le tolgo il ciuccio (insomma, non si piange col ciuccio, giusto? 😉 ), pochi secondi, il tempo che si accorga di non averlo, così quando glielo ridò si consola per quello e non sa più perché piangeva prima. Con lei funziona. Ovvio che ci sono giorni no e non sono rugne ma pianti, e allora la prendo in braccio, ma sono casi che stanno diventando così rari da non esserci quasi più.

    Ecco, piano piano, un passo per volta. Questo è il metodo che è andato bene per me e per loro. Mi stavo chiedendo come avrei fatto se ne avessi avuto un terzo, ma credo che non sperimenterò!

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  9. Ciao Serena Help!!!!!!!! Ho letto il libro di TH ma i consigli sn x bimbi fino ad un anno. E cn il cucciolo 11mesi ha funzionato bene ma nn so cm fare con babyroel. Ha 28 mesi e nn ha mai dormito sola! Quando l’allattavo si addormentava al seno nel lettone nella sua camera, nn ne ha mai voluto sapere della culla, poi e’ arrivato il secondo ed io ho continuato a dormire cn loro. Ho provato a farla dormire da sola ma ogni volta sn pianti…. E mie arrabbiature! Ti prego dammi un consiglio e’ una bimba splendida ke hatolto il pannolino in un attimo ma il fattok
    ke nn dorma sola mi da frustrazione che si sta ripercuotendo sul nostro rapporto, intendiamoci so ke e’ solo colpa mia!!!! Voglio precisarti ke mio marito mi darà tutto l’appoggio necessario!!! Grazie ti sarò grata x l’aiuto!!! Un abbraccio e grazie x il meraviglioso sito a presto Anna

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    • Anna, sono d’accordo con te che a 28 mesi non è il caso di mettersi ad applicare un metodo come quello della Hogg. Ma direi che a quell’età non è proprio il caso di cercare un metodo. E’ abbastanza grande per poterle parlare e aspettarsi che lei capisca il significato delle parole. Non so se lei ha già una stanza sua, o che condivide con il piccolo. Se ha la sua stanza con il lettino tanto meglio. Direi di prepararla per un paio di giorni dicendole che ormai è grande e che è arrivato il grande momento di iniziare a dormire nella sua stanza. Fate qualcosa per festeggiale l’evento come una cosa bella: comprate delle lenzuola nuove, organizzate una festicciola, o un gioco speciale intorno a questo tema. Tu conosci tua figlia e saprai inventare qualcosa che possa entusiasmarla. Quando è ora di metterla a letto, le spieghi che per i primi tempi tu starai con lei a farle compagnia nella nuova stanza finchè non si sente tranquilla. Se lei fa delle storie e inizia a dire che non vuole, devi mostrarti ferma. Dille che capisci che è difficile, assolutamente cerca di non negare i suoi sentimenti dicendo che è una sciocchezza, che non c’è nessun motivo di non voler dormire da sola. Al contrario dille che capisci quanto sia dura per lei, e che per questo farai in modo che lei possa sentirsi tranquilla. Se pensi che possa aiutarla, metti un letto accanto al suo, o un materasso per terra, e sdraiati con lei un pochino. Inizialmente dovrai stare li con lei finché non entra nel sonno profondo. E’ probabile che possa svegliarsi nella notte, e scoprire che tu non sei li con lei, quindi è bene prepararla dicendole che dopo che lei si è addormentata te andrai a dormire nel tuo letto, in modo che non si spaventi quando non ti trova. Lasciale una lucina accesa se pensi possa aiutarla a stare più tranquilla. Se si sveglia e viene nel lettone, dovresti cercare di essere brava ad alzarti e riportarla nel suo lettino, e sdraiarti nuovamente con lei. Lo so che questa è la parte difficile. Cerca di fare i conti con le tue forze, e vedi dove riesci ad arrivare. Più sei coerente nel tuo comportamento più sarà veloce il processo. Se però non ce la fai nel mezzo della notte, allora pazienza, cerca di affrontare un pezzo alla volta, un giorno alla volta. Ti consiglio di leggere una intervista ad una mamma, Emanuela che, anche se la sua storia è diversa dalla tua, ha trovato delle idee fantasiose e carine per la sua bambina. Magari riesce ad ispirarti. Buona fortuna!

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  10. Sono d’accordo Serena,
    se diventa stressante e non impara ad addormentarsi da solo bisogna fare qualcosa. Quella di ridurre progressivamente i tempi è una buona idea che ho già messo in pratica con il primo figlio. Ma dovevo anche a ri-addormentarsi da solo visto le nottate. In quel caso il consiglio prezioso e risolutivo della Hogg è stato quello di osservare il bambino per vedere come si calmava. Ricordo benissimo quel giorno. Ero disperata e ho deciso di prendermi del tempo. Lo misi nel lettino ed osservai cosa facesse.Piangeva ma dopo un poco mi accorsi che teneva il ciuccio in mano e lo girava osservandolo, e questo lo calmava. Gli diedi allora un ciuccio in bocca ed un ciuccio in mano e lui dopo un pochino si tiro su(aveva 11 mesi). Lo rimisi giù con dolcezza e lui non protestò. Ciuccio in bocca e ciuccio in mano…e si addormentò.
    Ero felice, avevo trovato una buona soluzione che coniugasse le esigenze di tutti senza pianti e urla. Quindi quello che penso oggi è che il metodo c’è ma ad ognuno il suo. D’altra parte esiste forse una cosa che impariamo se non ci sono le condizioni adatte? E le condizioni per i nostri figli le creiamo noi!

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  11. Grande Rossana,
    è il problema che ho avuto anche io, per fortuna superato.Mi sembra bello che hai fatto questa precisazione perché certamente qualcuna ne trarrà beneficio. Vorrei dire, per lo stesso motivo,la mia esperienza ma non sullo stesso aspetto ma sul PU/PD.Con il mio bimbo non ha funzionato. Sembrava che si stava per abituare e poi…impossibile anche solo avvicinarsi al lettino. E’ come se gli stesse venendo “l’angoscia” di essere mollato. Dopo circa un mesetto in cui non mollava io e non mollava lui con grande nervosismo di entrambi è ,per fortuna, intervenuto mio marito che ha interrotto la “follia a due” che si stava consumando (a dimostrazione del ruolo fondamentale di ogni papà). Mi ha fatto un’analisi precisa di ciò che accadeva e mi ha aiutato a guardare nuovamente il nostro piccolo. Ho ripreso ad addormentarlo in braccio e se era troppo stanco e lo voleva…a cullarlo. Risultato: ora si addormenta in braccio e raramente vuole essere cullato e, nel giro di 5/10 minuti massimo dorme. Dorme bene, sereno e senza risvegli improvvisi. Ha anche imparato a riaddormentarsi da solo. A volte lo “cullo” nel materasso e lui accetta di buon grado. A mente serena ho riflettuto sul PU/PD e l’ho paragonato ad Esteville. Quest’ultimo è atroce. La mamma da il messaggio: “so che hai bisogno di me, ma io non ci sono: arrangiati!” Con il PU/PD la mamma dice: “so che hai bisogno di me, io sono qui ma non ti do ciò che vuoi”. Certo non è devastante come il primo, però… considerato che a questa età ( parlo di bimbi tra i 4 ed i 6 mesi) non esistono i capricci… Non si risponde ad un suo bisogno. Ovviamente sono solo le mie considerazioni. Preciso che non è una critica a Tracy Hogg, io continuo a seguirne tanti suoi preziosi suggerimenti. E’ solo il PU/PD che non condivido. E non lo condivido dopo averne fatta esperienza e dopo aver riflettuto, dopo aver riacquistato lucidità. Secondo me la cosa più importante è rispondere ai bisogni dei nostri figli…per il resto tutti i trucchi e tutti i metodi vanno bene
    buona serata a tutte

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    • @Rossana, Valentina grazie per essere tornate a raccontarci la vostra esperienza. Sono certa che sarà di aiuto per altri genitori che passano di qua.

      Valentina io non credo che sia corretto paragonare il PU/PD a Estevill. Quello che devi cercare di dire con il PU/PD non è “so che hai bisogno di me, io sono qui ma non ti do ciò che vuoi”, il messaggio è “so che hai bisogno di me per imparare ad addormentarti da solo, e io sono qui ad insegnartelo”. Il PU/PD è pensato per risolvere dei problemi che sono sorti a causa di abitudini prese che si vogliono eliminare. Spesso succede che il bambino si addormenta facilmente in braccio: 2 minuti crolla e lo metti nel lettino senza problemi, oppure si addormenta al seno con altrettanta facilità. Quello che succede è che alcuni bambini crescendo iniziano ad avere bisogno di più di 2 minuti, e dopo qualche mese, la mamma si ritrova con un bambino di 10 chili in braccio che appena lo metti nel lettino inizia ad urlare, e altro che due minuti. Ci sono genitori presi in ostaggio dai bambini per ore. E ti assicuro che è sempre partita con 2 minuti. Ora non è detto che debba succedere questo. Magari tuo figlio avrà sempre solo bisogno di 2 minuti, e non si sveglierà una volta arrivato nel lettino. Però che si fa se i 2 minuti diventano 30? In quel caso il PU/PD può essere di aiuto.
      Certo sarebbe meglio se non si dovesse arrivare ad aver bisogno di usarlo.

      Nel tuo caso, è chiaro che eravate arrivati ad istituire un circolo vizioso, e hai fatto benissimo a romperlo. Mi permetto di consigliarti però di procedere gradualmente a diminuire il tempo che lo tieni in braccio, fino ad arrivare al metterlo nel lettino da sveglio. L’ideale sarebbe metterlo giù quando vedi lo sguardo fisso. Gradualmente però, senza stress, eh! 😉

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  12. Ciao, dunque… avevo scritto perché avevo un dubbio sulla corretta alternanza di eat, activity e sleep nel mio bambino. Fino ai 3 mesi e mezzo dargli da mangiare ogni volta che si svegliava mi permetteva di mantenere cicli di circa 3 ore, 3 ore e mezza. Poi però il mio bimbo ha cominciato a dormire un po’ meno e io non sapevo se dovevo dargli da mangiare comunque appena sveglio oppure aspettare un po’, dato che mi sembrava troppo presto per mangiare.
    Ho chiesto info su questo post e mi era stato detto di mantenere SEMPRE l’alternanza eat-act-sleep, senza badare all’orologio (vedi risposte al mio commento in date 22 marzo e dintorni).
    La cosa però non collimava con gli orari (di massima) dati da serena. Quindi dopo un paio di settimane ho cominciato ad “allargare” un po’ gli orari e ad aspettare un po’, dopo sveglio, prima di dargli da mangiare, arrivando in questo modo a cicli di circa 4 ore.
    Ora ho ricevuto la conferma che in effetti anche TH consiglia di fare così. Ho acquistato il libro “the baby whisperer solves all your problems” e nel capitolo relativo ai bimbi dai 4 ai 6 mesi lei scrive (la traduzione è approssimativa!): “molti bimbi fanno un riposino di 2 ore al mattino, ma se il tuo bimbo si sveglia dopo un’ora e mezza, può stare alzato ancora mezz’ora prima del pasto successivo.” Per me è stata la conferma che sto ancora seguendo il metodo easy nonostante tra lo sleep e il successivo eat, ci sia di mezzo ancora un po’ di activity.
    Ecco, lo scrivo per quanti avessero lo stesso mio dubbio.
    Ciao

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  13. una domanda: ma se il cucciolo ha meno di 3 mesi che si fa? la mia polpetta ha 1 mese e a volte dopo una poppata ci mette 2 ore e mezza (poi dopo mezz’ora lo devo svegliare per mangiare!), si agita braccia e gambe, sembra abbia male al pancino (tanta arietta nella pancia che quando mette fuori si calma e poi ricomincia ad agitarsi, non sono vere e proprie coliche perchè non piange proprio, fa dei versi da infastidito… ringhia quasi e poi questi dolori non sono regolari alla sera ma si presentano a momenti quasi casuali per tutto il giorno e notte) e non capisco se invece è una frigna er essere preso e tenuto in braccio (dove pare gli passi tutto dopo 2 minuti sul mio petto!

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    • Ciao Laura, benvenuta sul nostro sito. Per bambini con meno di 3 mesi, il PU/PD è fortemente sconsigliato. Non credo che tu debba svegliare la tua polpetta dopo mezzora di sonno, anche se a quel punto sono passate 3 ore. Se hai deciso di seguire questo metodo non hai nessun bisogno di guardare l’orologio, ma devi imparare a seguire il ritmo della tua piccola. A 1 mese però 2 ore e mezza di attività mi sembrano decisamente troppe, e ho la sensazione che la tua piccola potrebbe essere troppo stimolata. Ti consiglio di leggere i post: Il linguaggio segreto dei neonati, La nanna secondo Tracy Hogg e Le regole base di un buon sonno dedicati ai più piccini.
      Fammi sapere se hai dei dubbi. In bocca al lupo!

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  14. @Rossella quel tuo “si è finiti a suggerirsi come fare per passare le serate in discoteca” penso si riferisca a un mio post di qualche giorno fa, dove scrivevo “…io potrò concedermi anche nottate in discoteca (non che sia il tipo…tanto per dire!), visto che sia la cena che il bibe possono darglielo tutti”…Ma ovviamente, dicevo per dire. Io sono sei mesi che non lascio mia figlia più di due ore, figuriamoci se potessi andare a passare una serata in discoteca!!!
    Se mia figlia piange la tengo in braccio, le parlo, la guardo in viso e me la coccolo. Nessuno lo sa fare come una mamma, e proprio per questo più volte mi son sentita dire che mia figlia conosce solo me e si calma solo con me.
    Dici che l’istinto è sepolto dentro di noi, ma il mio dev’essere parecchio in fondo, perchè prima di leggere qui eravamo nel caos. Le crisi di pianto serali di mia figlia stavano minando l’armonia familiare e anche mio marito che è la persona più pacata del mondo, spesso perdeva le staffe. Quindi, se, educare al sonno seguendo un metodo, è il meglio per lei, io faccio quel che è meglio per lei, per la sua serenità. Poichè chiaramente la mia bimba non era serena, ed io con il mio istinto da sola non ci arrivavo, ben venga il metodo Hogg tutti i vostri suggerimenti. Non mi era servito neanche allattarla a tutte le ore, coccolarla (MAI l’ho lasciata piangere nel lettino senza accorrere!!!!!), nulla. Lei era stanca, doveva imparare a riposare. E, ultima cosa, il PU/PD con lei non funziona, lei si calma da sola succhiandosi il dito e abbracciando il suo pupazzo nel lettino.

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