Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno

4mesi_trisQuesto post l’ho promesso ad un sacco di gente che non dorme la notte da quando gli è nato un figlio.
Questo post è dedicato a tutti, ma proprio tutti, i genitori che per fare addormentare il piccolo hanno bisogno di cullarlo, allattarlo, dondolarlo, spingere la carrozzina per 45 minuti, portarlo a fare un giro in macchina, accendere il frullatore, passare l’aspirapolvere, correre i 100 metri con lui appeso nel marsupio o qualsiasi altra tecnica ingegnosa. Perché un genitore che non dorme, al contrario di quello che si crede comunemente, entra in una fase di eccesso di creatività, e trova soluzioni ai problemi che non si sarebbe mai sognato di pensare prima.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che non riescono a dormire la notte perché c’è un terzo incomodo nel lettone che tira calci e non riescono a metterlo nel suo lettino senza farlo svegliare.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che semplicemente vorrebbero poter usare la notte per lo scopo per cui è stata inventata: dormire.

Si perché in The Baby Whisperer Solves All Your Problems: Sleeping, Feeding, And Behavior–beyond the Basics from Infancy Through Toddlerhood, Tracy Hogg da il meglio di se. E anche se non risolverà mai TUTTI i vostri problemi realmente, sul discorso sonno trovo il suo metodo semplicemente geniale. Attenzione, non sto dicendo che è il metodo perfetto per tutte le famiglie e tutti i bambini. E’ il mio preferito perché cerca di mettere d’accordo le esigenze di tutti, genitori e figli, cercando di adattarsi al tipo di bambino che si ha. Ma la scelta di quale sia il metodo giusto per voi è sempre a carico esclusivamente vostro.

Questo post non ha nessuna pretesa di essere una spiegazione completa del metodo. Vi faccio un breve resoconto nella speranza di interessarvi a questa tecnica, per permettervi di provarla (male) sulla base del mio riassunto, e con la fiducia che invece di prendervela con me vi decidiate finalmente a leggere direttamente la fonte.

Iniziamo con le premesse. Sto dando per scontato che:

1. avete un bambino piccolo che ha dei problemi di sonno (di età superiore ai 3 mesi)
2. siete convinti di volerlo far dormire nel suo lettino
3. siete convinti che qualsiasi cosa avete fatto finora non vi sta più bene e volete cambiare
4. siete convinti che non esiste nessuna bacchetta magica, ma che ogni cambiamento di un comportamento più o meno radicato abbia bisogno di molta molta pazienza e tenacia.

Analizziamo il problema
Per risolvere un problema bisogna capire quale è il problema. No, non vi sto prendendo in giro con giochi di parole. I motivi per cui un bambino piccolo non dorme tutta la notte possono essere moltissimi, e spesso ci sono più problematiche sovrapposte.
Alcune delle domande importanti da porsi per analizzare la situazione sono:
– dorme bene durante il giorno?
– si addormenta da solo nel suo lettino?
– cosa fai per tranquillizzarlo quando si sveglia nel cuore della notte?
– se viene allattato durante la notte, mangia sul serio oppure si attacca solo un paio di minuti prima di riaddormentarsi?
– è felice e sereno nonostante tutto?
– si sveglia sempre agli stessi orari o è completamente imprevedibile?

Io mi innamoro del libro semplicemente leggendo le sue tabelline di descrizione dei casi, da cui Tracy Hogg deduce l’origine del problema e quindi stabilisce il metodo da adottare come soluzione. Ad esempio se si sveglia ad orari irregolari la notte è molto probabilmente fame. Se si sveglia ogni ora è facile che non sappia addormentarsi da solo. Se si sveglia di soprassalto dopo 10 minuti dall’addormentamento è probabilmente sovrastimolato. E così via. Io ho usato queste descrizioni infinite volte con il Vikingo e ora le sto usando con Pollicino. Mi hanno sempre aiutata ad identificare l’origine del problema con grande precisione.

Gli schemi descrittivi si riferiscono a fasce di età: fino a 3 mesi, tra i 6 mesi e i 12 mesi, e oltre i 12 mesi. E la soluzione deve essere adattata a seconda dell’età oltre che del temperamento del bambino.

Attenzione però, se il bambino ha meno di 3 mesi il metodo descritto qui di seguito non va bene.

Facciamo un piano
Una volta identificato il problema è possibile fare un piano per risolverlo. E’ naturalmente diverso se un neonato di 6 mesi non ha mai dormito nel suo lettino e inizia ad urlare ogni volta che ce lo mettete, rispetto al caso di un bambino di 9 mesi che dorme nel suo lettino, ma che viene allattato quando si sveglia di notte, oppure che viene fatto addormentare in braccio prima di metterlo nel lettino.
Il problema normalmente è molteplice (dorme nel lettone E viene cullato per farlo addormentare E fa sonnellini troppo brevi) ed è meglio dividerlo in piccoli pezzi per affrontare un aspetto alla volta.
Se ad esempio il bambino urla appena messo nel lettino, magari perché è stato tentato il metodo Estivill senza successo e lo ricorda come un posto orribile, sarà bene iniziare dal rendergli il suo lettino un posto piacevole in cui stare di giorno, prima di lavorare sul modo di addormentarsi, e infine riuscire a farcelo dormire anche la notte. Più sfaccettature ha il problema, più lungo diventa il tempo della sua soluzione.
Le regole guida sono:
– iniziare dal risolvere la parte più semplice del problema
– iniziare sempre a risolvere il problema sonnellini perché di giorno siamo più sicuri di riuscire a ragionare bene e a mantenerci fedeli al piano fatto.
– individuare chi tra i due genitori è più probabilmente in grado di portare a termine il piano (se la mamma lo allatta per addormentarlo è più facile se ci pensa il papà; se il papà è un cuore tenero e non può sentire il suo piccolo piangere sarà meglio che ci pensi la mamma)

La cura
Una volta risolti i problemi più semplici, quali quello di fare amicizia con il lettino, stabilire una routine dell’addormentamento, eliminato eventuali dubbi su fame e/o malattie, ci si può concentrare sul problema sonno.
La spina dorsale del metodo di Tracy Hogg per risolvere il problema del sonno è quello che lei chiama Pick Up/Put Down (letteralmente tira su/ metti giù). Il PU/PD si può utilizzare per ottenere le seguenti cose:
– insegnare al bambino ad addormentarsi da solo nel suo lettino
– prolungare il periodo del sonnellino se è troppo breve
– eliminare qualche abitudine del bambino che ci risulta scomoda (cullarlo, allattarlo per farlo dormire, ciuccio)
– far riaddormentare il bambino che si sveglia troppo presto al mattino (no, le 7 del mattino non è troppo presto, nonostante la vostra vita pre-bebè fosse diversa)

Come funziona.

Prima cosa, e questo è vero a qualsiasi età, verificate di aver stabilito una routine che ripetete prima di ogni addormentamento. Il ripetersi degli stessi gesti infatti dice al bambino che si sta avvicinando il momento di dormire e lo predispone al sonno. La routine è necessaria non solo per la sera ma anche per i sonnellini diurni, anche se ci possono essere delle differenze tra giorno e sera. Ad esempio non è necessario che sia completamente buio di giorno.

Poi mettete il piccolo nel suo lettino da sveglio. Se il bambino non sa addormentarsi da solo, molto probabilmente inizierà a piangere. Allora lo tirate su, e cercate di calmarlo. Non bisogna assolutamente cullarlo o allattarlo o qualsiasi metodo avete adottato finora.
Se il bambino è tra i 3 e i 6 mesi potete provare a calmarlo tramite leggere pacche ritmate sulla schiena, mentre sussurrate sh sh sh vicino al suo orecchio. Se è più grande questa tecnica potrebbe impedirgli di calmarsi e avere l’effetto opposto, soprattutto il rumore. Cercate di usare il potere calmante della vostra voce. Mantenete un tono calmo ma deciso mentre ripetete sempre la stessa frase, ad esempio “va tutto bene. Mamma (o papà) è qui per insegnarti ad addormentarti da solo“. Quello che gli state dicendo in realtà è “io so cosa sto facendo, anche se a te può sembrare strano” e la vostra voce deve comunicargli questo senso di sicurezza.
Nel momento in cui smette di piangere, rimettetelo nel lettino dicendo qualcosa tipo “ora ti metto nel lettino”. Se inizia a piangere, lo tirate su di nuovo e cercate di calmarlo di nuovo, adottando sempre la stessa tecnica. Appena smette di piangere, lo mettete giù di nuovo. L’idea è quella di calmarlo in braccio, non di addormentarlo in braccio. E’ per questo che è importante metterlo subito giù appena smette di piangere.
Per bambini al di sopra dei 12 mesi circa, il tira su/metti giù in realtà è solo un metti giù, in quanto a quell’età si metteranno in piedi da soli nel lettino e quindi dovete semplicemente rimetterli sdraiati e assolutamente non tirarli fuori dal letto.

Sembra facile fin qui? Allora partiamo dalle domande, che tanto lo so cosa vi state chiedendo:

Ma quante volte devo fare su e giù?
Tante quante ne servono per farlo addormentare. La quantità dipende dal livello di tenacia di vostro figlio, dalla sua età, e da quanto tempo siete andati avanti con il metodo “sbagliato”. Con il Vikingo ci sono state punte oltre il centinaio di volte. Con Pollicino intorno ai quattro mesi e mezzo la prima volta l’ho fatto 50 volte. La buona notizia è che già dalla seconda volta si nota il primo miglioramento. Leggo dai miei appunti che con Pollicino ho fatto 50 volte la prima volta, 20 volte la seconda e poi 10 volte la terza. Il secondo giorno sono state necessarie 20 volte per il primo sonnellino del mattino, e poi 10 per il secondo e 5 per il terzo. E stavamo solo al secondo giorno.

Ma quanti giorni ci vogliono?
Per bambini piccoli ci vogliono al massimo 3 giorni. Per bambini più grandi ce ne vogliono di più. Come dicevo prima dipende da chi è il bambino, quanti mesi avete passato a cullarlo e la sua età.

Come si fa per iniziare?
Iniziate il PU/PD con il primo sonnellino del mattino se necessario. In questo modo arriverete a sera un po’ avvantaggiati.

E se non si addormentasse?
Se il problema è particolarmente radicato può succedere che il bambino resista all’addormentamento fino all’orario del pasto successivo. Far addormentare un bambino stanco e affamato è ancora più difficile. Quindi dategli da mangiare. Se lo allattate fatelo in un’altro ambiente per fargli capire la differenza. Poi ricominciate. Prima o poi crolla.

Ma non è crudele farlo piangere?
Dipende dal perché pensi che stia piangendo. E’ utile pensare che non sta piangendo perché soffre delle pene inaudite, ma perché è ferocemente arrabbiato. Dopotutto gli si stanno cambiando le carte in tavola, e lui era abituato a fare diversamente. Non sta capendo il motivo del cambiamento e quindi si arrabbia. Tenendolo in braccio per calmarlo e mantendendo la voce tranquilla gli insegnate una abilità che gli tornerà utile per molto tempo. E non è come lasciarlo piangere da solo nel suo lettino, perché voi sarete sempre li con lui.

E se si calma ma si rimette a piangere mentre lo metto giù?
Allora finisci di metterlo giù nel lettino, togli il contatto fisico con lui e poi lo tiri su di nuovo. Non tornare indietro quando state a mezza via verso il lettino. Una volta detta la frase “ora ti metto nel tuo lettino” si va nel lettino. Anche se solo per 3 secondi.

E se si contorce e si butta all’indietro? A volte sembra impossibile tenerlo in braccio per calmarlo.
Allora vuol dire che vuole andare nel lettino. Mettilo giù senza aspettare che smetta di piangere. A volte può succedere che nonostante pianga per la stanchezza non vuole essere confortato in braccio. Questo è vero soprattutto per bambini molto sensibili o della categoria che Tracy Hogg chiama “scontrosi”.

Ma te hai veramente fatto questa cosa più di 100 volte con il Vikingo?
Si. L’ho fatto. Eravamo disperati. Non ne potevamo più. Lui sembrava non voler mai dormire e aveva solo 3 mesi e mezzo. In realtà ormai sappiamo che si trattava di loop motori dovuti ad eccessi di stanchezza, ma allora pensavamo che non volesse dormire perché non era stanco. Ad un certo punto ho preso mio figlio in braccio, ho detto a GG di non venire qualunque cosa succedesse e mi sono chiusa in camera con lui. Il Vikingo ha iniziato ad urlare. Ci sono voluti 45 minuti di urla disumane e moltissimi PU/PD. Alla fine sono uscita dalla stanza stravolta, ma sorridente. GG più stravolto di me mi ha detto “ma come hai fatto? Io non ce l’avrei mai fatta!”
A quel punto mi sono tolta i tappi dalle orecchie.

Ma allora sei stata bravissima! Potresti venire a casa nostra ad aiutarci con Paolino!
E no! Quello è stato il mio momento di gloria. Fatto una volta, non ci penso più.

E la notte?
Alla notte ci pensa sempre GG. Io non sono in grado di usare il cervello. Gli ho spiegato la teoria, e fa tutto da solo. Se volete, vi mando lui 😉

PS. Se ti fosse venuta voglia di leggere qualcuno dei libri della Hogg, acquistandolo cliccando uno dei link inseriti in questo post aiuterai questo sito a crescere:

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Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi

Tema del mese: separazioni.

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1,099 thoughts on “Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno”

  1. ho iniziato a leggere questo post perché mi metteva serenità, mi faceva sentire meno sola. Ma ora mi sento solo infastidita.

    Reply
  2. Serena rispondo pubblicamente anche se, davvero, non volevo sollevare tutto questo polverone.
    Un paio di chiarimenti neccessari, in una discussione che avviene per commenti scritti e facilissimo fraintendere: il mio ESAGERATE non si riferisce affatto al livello di preoccupazione, quello è più che rispettabile, lo condivido e lo percepisco come mio.
    Proprio il mio essere stata cosi coinvolta in questo post, mi ha portata poi ad avere una reazione cosi emotivamente forte nel momento in cui, dallo scasmbiarsi opinioni sull’assunto di partenza (che sono i suggerimenti della Hogg) si è finiti a suggerirsi come fare per passare le serate in discoteca.
    Ecco. Io non sono daccordo. Sono un estremista? forse si.
    Ho letto il libro della Hogg ed altri mille da prima di diventare madre a questo momento, e continuerò a farlo. Tante volte ho avuto voglia di scrivere, pernsando a questo post, ma allora perchè non “carlos gonzales aiuta i vostri problemi di sonno” o “elena balsamo aiuta i vostri problemi di sonno”? poi però mi è sempre sembrato più logico e rispettoso dire la mia sul libro di partenza.
    Ho trovato i suggerimenti della Hogg preziosi sul campo della stabilità della routine e dei segnali del bambino, ma tante cose mi sono sembrate aberranti, come il metodo del tira su metti giù, e tutto quello che sta attorno “all’educare” il sonno dei bambini.
    Si può partecipare ad una discussione su un argomento non condividendone l’assunto? è questo che mi ha portata a credere che venirne fuori sarebbe stato il modo migliore per rispettare il sito, e te che hai scritto il post.
    Non condivido le tecniche suggerite dalla Hogg in prima istanza perchè non dovrebbero esserci delle tecniche applicabili a bambini cosi piccoli, si dovrebbe seguire l’istinto, che si ragazze, è dentro ognuno di noi, ma è solo sepolto dalla società a cui apparteniamo che ha deciso che siamo mamme pià brave e più serene se nostro figlio non ha bisogno di noi. Stronzate.
    L’autonomia di un essere umano di COSTRUISCE partendo dalla creazione di una base solida, di un forte legame genitoriale e quindi su una pronta e sicura risposta ai bisogno del figlio che hai messo al mondo.
    Perchè è cosi difficile accettare il fatto che i bisogni dei nostri figli siamo noi? perchè ci fa cosi tanta paura? Avete mai visto una mamma gatta dormire in un posto diverso dai sui cuccioli, a qualche stanza di distanza? e l’avete mai vista prendere i cuccioli piangenti e tirarli su e metterli giù finchè non smettevano dallo sfinimento?
    Noi non siamo diverse da lei. Il tuo cucciolo non è diverso da quelli suoi. Siamo animali, più vicino agli istinti che che mai nel momento in cui nasciamo.
    Un bambino nel momento in cui nasce è identico al suo antenato di migliaia di anni fa. Nel suo corredo genetico c’è scritto che deve piangere perchè la sua natura si attiva a tal proposito per la sua sopravvivenza. Ha bisogno della mamma. Ha bisogno di essere preso e tenuto in braccio. Di essere cullato e calmato. Di essere rassicurato. Non ha bisogno di essere preso in giro e rimesso giù dopo un secondo fino a 125 volte!!!!!! Non ha bisogno di essere trattato come un automa. Non ha bisogno di avere gli orari prestabiliti se no va fuori di testa (quelli insicuri siamo noi) Alla fine, il mio sospetto è che non chieda più aiuto perchè si è disilluso. Perchè ha capito che non è un posto in cui chiedendo aiuto si viene soddisfatti, ma anzi.
    E ne è un esempio lampante il fatto che appena fuori dagli schemi precostituiti che hanno creato una qualche forma di apparente sicurezza, si crolla inesorabilmente perchè non c’è nessuna certezza, non c’è una base solida.
    E ancora ho trovato aberrante il concetto per cui se il bimbo piange non si deve cullare, non si deve guardare negli occhi, non si deve parlare. Ragazze questo, permettetemi, non è troppo diverso dal concetto di Ferber poi riportato da Estevill.
    Lo so, io sono una estremista. Sono una che giudica (lo facciamo tutte sù, io ho il coraggio di farlo pubblicamente).
    Mi dispiace e mi scuso se ho offeso qualcuno.
    Rossana te per prima sei lontana dai miei commenti. Sai che sono stata felice di darti dei suggerimenti al principio. Sai che sono felice che siate più sereni.
    Ma non sono daccordo con quasi tutto quello che dici. Citi la Hogg a me che te ne ho delucidato gli assunti. Citi la Hogg e non capisco perchè. Non ho mai chisto su cosa si basano le tue scelte. Sto spiegando adesso su cosa si basano le mie.
    Forse tutto questo servirà ad allargare ulteriormente l’orizzonte delle possibi soluzioni al “problema” del sonno dei nostri figli.
    Scusami Serena se ho rubato cosi tanto spazio. Sai che trovo interessante il sito.
    Sai che sono stata più e più volte coinvolta in discussioni e argomenti che trovo molto validi.
    Ma perdonatemi questo post ad un certo punto mi è sembrato che stesse prendendo una piega non felice e mi fa tristezza.

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    • @Rossella capisco che sei giunta a delle conclusioni che riguardano l’applicazione del metodo di TH per te e la tua famiglia. Sono felice per te. In questo blog ci sforziamo sempre di sottolineare che ogni bambino è diverso, e ogni famiglia è diversa, per cui non esiste un modo giusto in assoluto di essere mamma (o papà). E’ anche per questo che ho scritto il post Il metodo migliore, che ti segnalo, in caso ti fosse sfuggito. Se per una famiglia dormire nel lettone è la risposta giusta per soddisfare le esigenze di tutti, per un altra questo potrebbe essere talmente negativo da minare l’armonia famigliare. Non sta a noi entrare nel merito delle scelte di ciascuno. Questo spazio è stato pensato per confrontarsi, scambiarsi opinioni e consigli, nel pieno rispetto delle scelte di tutti.
      Ti ringrazio nuovamente per i tuoi interventi e per gli scambi di opinione che hai proposto.
      In bocca al lupo per tutto!

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  3. sono perfettamente d’accordo con Simona (che saluto:)) e con le altre. Premesso che non ho avuto la fortuna di allattare Pisellino, credo che da quando abbiamo cercato di instaurare con lui una routine siamo tutti più rilassati…lui soprattutto! E ricordiamoci che genitori sereni nella maggior parte dei casi vuol dire bambini sereni, non lo dico io ma credo sia n dato oggettivo. Qui siamo tutte mamme alle prime armi, soprattutto chi di noi è al primo figlio, e io personalmente mi sento meglio dopo aver letto i vostri post, i vostri problemi, i vostri tentativi di risolverli…insieme, perché noi mamme siamo una forza!! Mi dispiace per te Rossella e ti invito a continuare a scrivere, perché credo che l’apporto di tutte sia prezioso, e che la dote più grande in queste situazioni delicate di crescere i nostri bambini sia l’autocritica e soprattutto saper ascoltare gli altri. Grazie a tutte quelle che sono arrivate a leggere la mail fino in fondo, ci vuole mooolto coraggio, e….sapete? E’ così bello scrivere e navigare su internet mentre Pisellino dorme beato!!!
    Bacioni a tutte!!!Clara

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  4. Francamente non capisco il tuo commento Rossella, soprattutto il tuo giudizio, dici che ognuno cresca a suo modo i propri figli ma di fatto quello che passa dalle tue parole non è questo…ed è veramente ingiusto nei confronti di tutte le mamme che sono arrivate qui in cerca di suggerimenti, di una direzione, di confronto e sostegno. Personalmente non ho mai avvertito nelle parole di nessuna, meno che mai di Serena, il fatto che per crescere i nostri figli dobbiamo seguire delle tabelle, visto che stiamo continuamente a ripetere che ogni bambino è diverso da un altro, e quello che stiamo cercando di fare è solo imparare a conoscere i nostri figli e crescere insieme a loro.

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  5. @Rossella mi spiace se non partecipi più alla discussione, mi hai dato tanti suggerimenti utilissimi.
    Io personalmente, come ha detto Serena, sono venuta qui a cercare aiuto perchè non sapevo davvero più come fare. Ricordo solo che mia figlia, fino a 4 settimane fa, stava sveglia la sera fino a MEZZANOTTE in attesa dell’ultima poppata, urlando come una pazza perchè era sveglia dalle 17/18 del pomeriggio…e nè io nè mio marito capivano che piangeva per stanchezza, perchè una bimba di 5 mesi alle 20, massimo 21 dovrebbe essere a letto per la notte.
    Da quando ho instaurato la nuova routine, lei sembra un’altra: la notte si fa le sue 11/12 ore di sonno (intervallate dalle poppate in semiveglia), e di giorno segue gli orari, è tranquilla, serena, mangia e gioca. Certo, come scrivevo qualche giorno fa, se le si scombinano le sue abitudini va in tilt, ma ho avuto la prova che dopo una domenica ‘di fuoco’, nel giro di 1-2 giorni torna tutto normale.
    Io non penso che non dare la tetta ad ogni uè, significhi amare meno il proprio figlio, ma significa cercare di capire il motivo di quel uè, che non è sempre fame. Poi, ovviamente, nella situazioni di stravolgimento della routine anche io lascio perdere gli orari e la allatto, tipo se siamo a pranzo fuori ed è nervosa perchè iperstimolata, quando ha fatto il vaccino o se ha la febbre. Ma nel giornaliero, penso che ci siano altri modi oltre a dare il seno, per consolare un bambino che piange e dimostrargli che la mamma è lì, e non lo lascia certo piangere.
    Come ha detto Rossella, insegnare ad un bambino a riaddormentarsi da solo è un atto d’amore che regala a lui l’autonomia, e cito testualmente la Hogg, perchè non è mai troppo presto per cominciare. Autonomia non significa abbandono, ma significa soddisfare i bisogni di un bimbo che piange (perchè è sporco, stanco, affamato, ecc), ma rimetterlo giù dopo aver soddisfatto quei bisogni.
    Quindi si, io penso di stare seguendo i consigli della Hogg. E no, se dopo la poppata è molto stanca e si addormenta subito, non la sveglio di certo perchè una tabella dice che dovrebbe fare l’activity prima di dormire.
    Ti faccio tantissimi auguri per la tua vita di mamma.

    Reply
  6. Rossana non eri chiamata in causa. Non c’è una causa.
    Ma ho letto delle cose negli ultimi giorni e da un po di tempo a questa parte che credo abbiano davvero poco a che vedere con il libro ed i suggerimenti della Hogg.
    Detto questo potrei rispondere al tuo commento su ogni punto elencato, ma non mi interessa. Mi dispiace.
    Ognuno cresca i figli a suo modo. Spero sempre nel migliore per loro.

    Reply
    • @Rossella c’è molta amarezza nei tuoi ultimi due commenti e mi dispiace. Hai dato un contributo importante alla discussione su questo post, e questo te lo riconosco pubblicamente. Ovviamente rispetto la tua decisione di non partecipare più a questa discussione, ci mancherebbe, però se ci sono stati problemi con qualcosa di specifico, ti invito a scrivermi in privato (serena @ genitoricrescono.com togli gli spazi). Credo però che nel tuo commento con quel ESAGERATE, ci sia un giudizio un po’ ingiusto nei confronti di chi sta qui a cercare di capire come muoversi proprio perché non riesce a trovare la risposta dentro di se. Spesso chi capita su queste pagine lo fa proprio perché si trova in difficoltà, e in quei casi si ha tutto il diritto di esagerare con le preoccupazioni.
      Un abbraccio.

      Reply
  7. Ciao Rossella, mi sento chiamata in causa dal tuo commento e quindi rispondo:
    – io seguo il metodo easy perché l’ho trovato assolutamente rispettoso dei ritmi e dei bisogni del bambino, non perché fosse comodo per me.
    – anch’io non lo seguo alla lettera, anzi. Ho voluto metterlo in pratica da manuale per un paio di settimane, in modo da capire di che cosa si trattava, poi ho fatto tutte le opportune modifiche dovute al fatto che si tratta del MIO bambino e non di UN bambino.
    – dormire di notte e stare svegli di giorno non è un’assurda imposizione della società, bensì un’alternanza dovuta all’orologio biologico umano, che nel bambino inizia a maturare tra le 6 e le 9 settimane e si regolarizza tra i 4 e i 5 mesi. Quindi non ci vedo nulla di male nel voler aiutare la maturazione dell’orologio biologico.
    – è assolutamente normale che i bambini si sveglino di notte, dato che il sonno notturno tipico è composto di diverse fasi di sonno leggero e di brevi risvegli, ed è assolutamente normale (secondo me) insegnar loro a riaddormentarsi da soli. Non perché così io me ne sto più comoda a letto, ma perché ritengo che insegnare l’AUTONOMIA sia l’atto di amore più grande che possiamo avere nei confronti dei nostri figli, qualsiasi età abbiano, in relazione alle loro capacità.
    – ho usato il pu/pd nei risvegli notturni del mio bambino perché (come avevo scritto qualche commento fa) i suoi pianti non si calmavano neanche offrendo il seno. Lui mangiava e poi ricominciava a piangere. Ora, dopo due giorni di pu/pd si sveglia molto meno di notte ed è sufficiente il ciuccio per farlo riaddormentare. Non mi sento esagerata per aver messo in pratica un metodo che è servito a far dormire meglio il mio bambino.
    – da quando è nato il mio bambino (ma anche da prima) non faccio che ricevere critiche da chi è convinto che per amare i propri figli sia necessario avere sempre la tetta fuori o farli dormire nel lettone. Non è questa la tua critica, Rossella, me ne rendo conto, però vorrei semplicemente dire che il mondo non è diviso in due categorie: mamme che amano / mamme che lasciano piangere i propri figli. Non amo meno il mio bambino perché lo faccio dormire nel lettino o perché desidero che impari ad addormentarsi da solo.
    – Sono anche convinta che è sì necessario rispondere ai bisogni dei propri figli, ma è ancor più necessario capire quali sono realmente bisogni e quali invece sono abitudini che noi stesse abbiamo contribuito a radicare. Mangiare dopo 20 minuti non è un bisogno del bambino, mi dispiace ma è così. Che poi sia capitato anche a me di farlo è ovvio, ma in quel momento non stavo rispondendo a un suo bisogno, stavo dando la risposta più facile perché, forse, non avevo voglia/tempo di capire qual era il reale motivo di disagio del mio bimbo.
    – un’ultima cosa: amare il mio bambino oggi, significa anche gettare le basi per amarlo al meglio domani: per esperienza diretta so quali sono le conseguenze a lungo termine di alcune scelte compiute quando i figli sono neonati. Sradicare abitudini (che noi abbiamo imposto) quando i bimbi sono più grandi, quando ad un certo punto a NOI risultano scomode, è molto difficile e profondamente ingiusto nei confronti del bambino.
    Ecco tutto.
    Ciao

    Reply
  8. Buonasera. UN commento veloce a tutte e credo che questa sarà l’ultima volta che ne lascio uno. Secondo me ESAGERATE. esagerate tutte nel trattare con un manuale di instruzioni da seguire ed eseguire i vostri figli, quelli che avete procreato naturalmente. Pare che ne corso degli anni le madri abbiano voluto di proposito scordarsi del fatto che l’istinto materno è la sola cosa da seguire per far felici i propri figli. E’ normale non essere tranquille in situazioni che fanno piangere disperatamente i nostri bambini, perchè il nostro istinto ci dice che quello che si deve fare è prenderli, coccolarli, attaccarli al seno, rasserenarli con la nostra presenza. Come è scritto nella natura. Non sta ne in cielo ne in terra, sta solo nel libro della Hogg e in un sacco di sedicenti esperti che vogliono vendere i libri, come Estevill che se guardate bene bene cosi diverso non è nel dare metodi da seguire, che i bambini vadano allattati ogni quattro ore, che debbano dormire due, che non si debbano svegliare la notte. NON ESISTE in natura.
    VI chiedo solo di riflettere.
    Io come sostengo dal primo commento, ho seguito il linea di massima il “metodo” e.a.s.y. più per dare un ordine a me che alla mia bambina.
    Lei si è abituata al fatto che prima si dormiva e poi si mangiava e poi si gicova, ma non poche volte ha mangiato e si è riaddormentata, credete sia normale pensare di svegliarla perchè cosi dice il metodo?
    Quando la mia bambina si sveglia e piange io offro il seno, che siano passate due ore o venti minuti. Non me n’è mai fregato nulla della regola. Mia figlia, come le vostre, si sveglia la notte, perchè è nella natura di ogni bambino che non sa che la società impone di dormire la notte per più tempo possibile, per poi potersi sbattere per tutto il giorno, svegliarsi la notte. Ma non è che si alza e fa festa o mi chiede la colazione, lei si sveglia, mi cerca, sente che sono li, a volte ha bisogno della tetta, e continua a dormire serena. Hanno solo bisogno del nostro amore. E vi assicuro, che quello, è la sola cosa che non vi insegnerà mai nessuno.
    Scritto questo credo di non essere più coerentemente utile per questo post quindi vi abbraccio tutte, compresa serena che ricordatevi che più volte ha raccontato di fare cose che non hanno molto a che vedere con le regole che suggerisce (per fortuna)
    Buona vita

    Reply
  9. Rossana io faccio le ultime due poppate ravvicinate si, la Pulce mangia verso le 20/20,30 (a seconda di quando ha fatto la poppata pomeridiana) e alle 21 è già stecchita nel suo lettino. E verso le 23 poppatina in dormiveglia. Più di una volta ho chiesto a mio marito “chissà che succede se non gliela dò?”. Però, sarò codarda, ma non vorrei scoprirlo…perchè se per caso mi si sveglia alle 5/6 del mattino? Chiaramente in quel caso sarebbe davvero fame, e lì poi si sballa tutto.
    Considera però che quella poppata delle 23 per noi è la 5^ della giornata, dopo colazione, pranzo, merenda e cena, diciamo così. E quando sarà svezzata (o meglio, autosvezzata) farà pranzo e cena di cibi solidi, merenda di frutta/yogurt e rimarrebbe solo colazione col mio latte e quell’ultima poppata, ‘il latte della buona notte’ come lo chiama TH. E siccome fino a un anno circa vorrei allattarla, non mi pesa fare quelle due poppate. Inoltre quella che per ora è la ‘cena’ gliela dò col bibe per esser sicura che prenda la quantità giusta (anzi, gliela dà quasi sempre mio marito), quando poi la cena sarà solida, il bibe slitterebbe come ultima, e a quel punto io potrò concedermi anche nottate in discoteca (non che sia il tipo…tanto per dire!), visto che sia la cena che il bibe possono darglielo tutti 😉
    Ci sono tantissimi bambini che prendono il latte della buona notte anche a 2-3 anni (io l’ho preso fino a 8 anni circa perchè avevo una sorellina più piccola di 5 anni che lo prendeva, quindi lei col bibe ed io…prima pure bibe e poi tazza ;))

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  10. * Vicky. Anch’io ero molto dubbiosa e titubante sul pu/pd, ed ero convinta che con il mio bimbo non funzionasse. Poi ho provato a farlo “da manuale”. Esattamente così com’è scritto sul post da Serena. E funziona.
    Certo è dura. Ieri sera c’ho messo un’ora secca, però si è addormentato senza tetta! Io ho il problema che lui si consola poco anche se le tengo in braccio, perciò finisce per essere in pratica un’ora di pianto, e ogni volta che si interrompe anche solo un secondo (tipo per respirare!) io lo metto giù. Se lui ricomincia a piangere nel tragitto lo metto giù comunque (c’è da dire che io mi metto mooooolto vicina al lettino, praticamente sopra, in modo che il tragitto per metterlo giù sia il più breve possibile!). Una volta giù provo a vedere se si tranquillizza anche solo un po’ (spesso accade) e allora provo a consolarlo un po’ da lì, rimanendo molto vicina al suo viso, dicendo shhh shhhhh e accarezzandogli la schiena. Se invece non smette di piangere lo ritiro su. Comunque diceva anche serena che, una volta che lo stai per mettere giù devi arrivare fino ad appoggiarlo al lettino, anche se si rimette a piangere, e poi al massimo lo ritiri su subito.
    Il mio consiglio è NON STANCARTI, non arrenderti. Alla lunga funziona, sembra impossibile ma è vero.
    E un altro consiglio che mi sento di darti è STAI TRANQUILLA, serena, fiduciosa, certa che stai facendo il suo bene. Non sai quanto questo sia importante, perchè anche se lei piange, se tu sei tranquilla, lei in qualche modo lo capisce e lo sente, quindi si calma più facilmente.
    Io mentre sono lì che lo metto giù e su e giù e su e giù e su e giù e su e penso oddio non ce la faccio più!, l’unico pensiero che mi fa continuare è “tu non lo sai, piccolino, ma io lo sto facendo per te, perché ti voglio bene”.
    Ricorda che non è una lotta tra te e lei, nessuna vince e nessuna perde. Entrambe state lavorando per la sua autonomia e la sua crescita, solo che lei non lo sa, devi essere tu a comunicarglielo con la tua tranquillità e il tuo amore.

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  11. Ciao!!!
    * Daphne, ero io che dicevo il discorso dell’automa. Sono tutt’ora convinta che una routine troppo rigida sia a volte controproducente, perciò sto cercando di abituare gradualmente il mio bimbo a dormire fuori. Ora esco tutti i giorni durante il riposino breve di metà pomeriggio, a volte in auto, altre in passeggino e altre con il marsupio, in modo che si abitui ai cambiamenti. Tra qualche giorno voglio iniziare ad uscire ogni tanto anche durante i riposini lunghi.
    Io ho fatto la settimana scorsa una trasferta di 5 giorni, in albergo (e viaggio in aereo!). E’ stata dura, anche perchè l’ho fatto dormire nella carrozzina, ed è leggermente diverso dal lettino (!). Ho risolto che in quei 5 giorni l’ho assecondato, facendolo mangiare tutte le volte che si svegliava (2 invece che una). Poi tornati a casa ti dirò la verità, c’ha messo poco a recuperare. Ho fatto solo un paio di sere un po’ di fatica (e quindi pu/pd), ma secondo me lui ha capito che eravamo a casa e quindi si ricominciava con i ritmi di casa!
    Volevo chiederti una cosa: tu fai le poppate delle 21-23, giusto? Io sono molto indecisa. L’ho provata solo per un paio di volte ma dato che di notte si svegliava comunque una volta (era un periodo che di suo si svegliava 2 volte)ho smesso. Però le due sere successive alle 22.30 lui – TAC – si svegliava, e che fatica riaddormentarlo! Io ora vorrei riprovare, però ho paura che poi togliere queste poppate sia troppo difficile. Tu che dici?

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  12. ho provato il metodo PU/PD ora ma ho mille dubbi:
    la mia scimmietta smette di piangere nel momento in cui faccio per tirarla su e riprende come mi abbasso per rimetterla in culla, e allora non so la tiro su?!!!, poi cosa faccio se npiange quando non ha ancora toccato il materasso? E COSì ANCHE QUESTA VOLTA HA VINTO LEI, aiuto

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  13. Salve a tutte! Dopo 3 settimane di sonno notturno ininterrotto e giornate tranquille (grazie ancora Serena!!) devo porre un quesito da un milione di dollari: il metodo di TH funziona benissimo, ma nel momento in cui si cambia qualcosa nella routine la pulce mi va in tilt. Non so chi di voi ragazze aveva scritto che il marito sosteneva che così facendo si cresceva un’automa che al primo cambiamento sballava. A me è successo sabato scorso: io la Pulce e il Papi siamo usciti verso le 18 dopo al poppata pomeridiana delel 17. Lo shopping è durato forse un pò troppo e nel passeggino lei non si è addormentata. Fatto sta che siamo entrati in casa alle 20 con lei urlante, bagnetto alla velocità della luce (di solito la calma ma stavolta è stato un calvario) e biberon che ha preso praticamente con gli occhi chiusi. Le era mancato il microriposino del tardo pomeriggio che di solito dura 30/40 minuti di orologio, ed era stanca da far paura. S’è addormentata alle 20,30 alle 23 poppata in dormiveglia come da programma…ma non mi si va a svegliare alle 4 di notte???? Inconsalabile! Ciuccio, PU/PD (che cmq ho capito che con lei non funziona), tenerla in braccio e basta, nulla funzionava. Alla fine tetta e pace. Ha succhiato felice 10 minuti ed è crollata subito dopo. Non era fame perchè aveva preso il suo solito biberon pieno. Chiaramente avendo mangiato alle 4, poi la poppata del mattino l’ha fatta misera, e a pranzo dopo sole 3 ore ha voluto rimangiare…insomma ha sballato tutto. Per fortuna il giorno dopo è tornato tutto normale. Giustamente mio marito diceva che non possiamo privarci anche di due ore di shopping perchè poi lei va in corto circuito. Come si può fare? Ora che noi andremo a trovare per qualche settimana i miei parenti al sud, sarà una processione di visite, cene e pranzi fuori…mi devo preparare al fatto che potrebbe non dormire per tutto il tmepo di permanenza e perdere così le abitudini faticosamente guadagnate? Senza contare che i miei ci ospitano si, ma la acsa non è enorme, e la bimba starà nel elttino nella camera con me e mio marito, non per conto suo…speriamo bene!!! Suggerimenti per affrontare le ‘trasferte’?

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  14. ciao, sono vicky, sono mamma di 2 meravigliosi bimbi. Ma, mentre con il primo, allattato artificialmente, non ho avuto alcun problema di sonno; qualche volta si sarà svegliato, ma magia del ciuccio si riaddormentava in breve, tanto che non mi ricordo. la seconda di 6 mesi tre giorni fa ho deciso di allattarla, e ne sono contenta, contentissima; ma forse per errori miei ( di notte non volevo svegliasse mio marito ed il fratellino) a 6 mesi compiuti mangia ANCORA 2 VOLTE DI NOTTE. ed ora inizio a perdere i colpi. avevo sentito parlare di tracy hogg, e dopo avere letto il tuo post ho ordinato i tre libri, che non ho ancora ; ora il quesiti è questo: posso applicare il sistema pick up e put down anche se dorme in camera con noi , o devo metterla in sala?(in camera con il fratello è impoensabile lui ormai ha 4 anni e non dorme più di giorno e ha bisogno di riposare)

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  15. Ciao Serena, scusa, ho riletto un po’ di commenti indietro e ho visto che tu hai usato pu/pd x togliere il ciuccio. Ho anch’io il problema che si sveglia spesso di notte per il ciuccio, per risolverlo devo togliere il ciuccio in modo definitivo come dici tu, iniziando dai riposini? Perché TH dice di consolarlo in altro modo di notte quando si sveglia. Può funzionare? Perché io il ciuccio non vorrei eliminarlo del tutto, perché, ammettiamolo, in alcuni momenti è molto comodo…

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    • Rossana in effetti noi abbiamo eliminato il ciuccio, però poi lo abbiamo reintrodotto (che furbi eh? 😉 )
      Il problema era che avevamo sbagliato perché glielo mettevamo in continuazione e quindi era diventato un abitudine per lui averlo sempre in bocca. Una volta eliminato però, glielo abbiamo ridato pensando appunto al fatto che potesse essere utile in alcuni momenti, e ti confesso che quando eravamo in ospedale è stato fondamentale potergli dare il ciuccio per tranquillizzarlo. Però ti dico che tutt’ora non sono convinta che sia la cosa migliore con il ciuccio, perché a volte ancora adesso si sveglia e lo cerca, e non so perché non lo trova mai da solo. Però è vero che il Vikingo, che ciuccia il dito (ancora a 4 anni passati!) si svegliava lo stesso e dovevamo comunque consolarlo noi. Insomma, ciuccio o non ciuccio è una cosa proprio difficile da decidere. Però se glielo volete togliere, il PU/PD può aiutarvi anche in questo.

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