Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno

4mesi_trisQuesto post l’ho promesso ad un sacco di gente che non dorme la notte da quando gli è nato un figlio.
Questo post è dedicato a tutti, ma proprio tutti, i genitori che per fare addormentare il piccolo hanno bisogno di cullarlo, allattarlo, dondolarlo, spingere la carrozzina per 45 minuti, portarlo a fare un giro in macchina, accendere il frullatore, passare l’aspirapolvere, correre i 100 metri con lui appeso nel marsupio o qualsiasi altra tecnica ingegnosa. Perché un genitore che non dorme, al contrario di quello che si crede comunemente, entra in una fase di eccesso di creatività, e trova soluzioni ai problemi che non si sarebbe mai sognato di pensare prima.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che non riescono a dormire la notte perché c’è un terzo incomodo nel lettone che tira calci e non riescono a metterlo nel suo lettino senza farlo svegliare.
Questo post è dedicato a tutti i genitori che semplicemente vorrebbero poter usare la notte per lo scopo per cui è stata inventata: dormire.

Si perché in The Baby Whisperer Solves All Your Problems: Sleeping, Feeding, And Behavior–beyond the Basics from Infancy Through Toddlerhood, Tracy Hogg da il meglio di se. E anche se non risolverà mai TUTTI i vostri problemi realmente, sul discorso sonno trovo il suo metodo semplicemente geniale. Attenzione, non sto dicendo che è il metodo perfetto per tutte le famiglie e tutti i bambini. E’ il mio preferito perché cerca di mettere d’accordo le esigenze di tutti, genitori e figli, cercando di adattarsi al tipo di bambino che si ha. Ma la scelta di quale sia il metodo giusto per voi è sempre a carico esclusivamente vostro.

Questo post non ha nessuna pretesa di essere una spiegazione completa del metodo. Vi faccio un breve resoconto nella speranza di interessarvi a questa tecnica, per permettervi di provarla (male) sulla base del mio riassunto, e con la fiducia che invece di prendervela con me vi decidiate finalmente a leggere direttamente la fonte.

Iniziamo con le premesse. Sto dando per scontato che:

1. avete un bambino piccolo che ha dei problemi di sonno (di età superiore ai 3 mesi)
2. siete convinti di volerlo far dormire nel suo lettino
3. siete convinti che qualsiasi cosa avete fatto finora non vi sta più bene e volete cambiare
4. siete convinti che non esiste nessuna bacchetta magica, ma che ogni cambiamento di un comportamento più o meno radicato abbia bisogno di molta molta pazienza e tenacia.

Analizziamo il problema
Per risolvere un problema bisogna capire quale è il problema. No, non vi sto prendendo in giro con giochi di parole. I motivi per cui un bambino piccolo non dorme tutta la notte possono essere moltissimi, e spesso ci sono più problematiche sovrapposte.
Alcune delle domande importanti da porsi per analizzare la situazione sono:
– dorme bene durante il giorno?
– si addormenta da solo nel suo lettino?
– cosa fai per tranquillizzarlo quando si sveglia nel cuore della notte?
– se viene allattato durante la notte, mangia sul serio oppure si attacca solo un paio di minuti prima di riaddormentarsi?
– è felice e sereno nonostante tutto?
– si sveglia sempre agli stessi orari o è completamente imprevedibile?

Io mi innamoro del libro semplicemente leggendo le sue tabelline di descrizione dei casi, da cui Tracy Hogg deduce l’origine del problema e quindi stabilisce il metodo da adottare come soluzione. Ad esempio se si sveglia ad orari irregolari la notte è molto probabilmente fame. Se si sveglia ogni ora è facile che non sappia addormentarsi da solo. Se si sveglia di soprassalto dopo 10 minuti dall’addormentamento è probabilmente sovrastimolato. E così via. Io ho usato queste descrizioni infinite volte con il Vikingo e ora le sto usando con Pollicino. Mi hanno sempre aiutata ad identificare l’origine del problema con grande precisione.

Gli schemi descrittivi si riferiscono a fasce di età: fino a 3 mesi, tra i 6 mesi e i 12 mesi, e oltre i 12 mesi. E la soluzione deve essere adattata a seconda dell’età oltre che del temperamento del bambino.

Attenzione però, se il bambino ha meno di 3 mesi il metodo descritto qui di seguito non va bene.

Facciamo un piano
Una volta identificato il problema è possibile fare un piano per risolverlo. E’ naturalmente diverso se un neonato di 6 mesi non ha mai dormito nel suo lettino e inizia ad urlare ogni volta che ce lo mettete, rispetto al caso di un bambino di 9 mesi che dorme nel suo lettino, ma che viene allattato quando si sveglia di notte, oppure che viene fatto addormentare in braccio prima di metterlo nel lettino.
Il problema normalmente è molteplice (dorme nel lettone E viene cullato per farlo addormentare E fa sonnellini troppo brevi) ed è meglio dividerlo in piccoli pezzi per affrontare un aspetto alla volta.
Se ad esempio il bambino urla appena messo nel lettino, magari perché è stato tentato il metodo Estivill senza successo e lo ricorda come un posto orribile, sarà bene iniziare dal rendergli il suo lettino un posto piacevole in cui stare di giorno, prima di lavorare sul modo di addormentarsi, e infine riuscire a farcelo dormire anche la notte. Più sfaccettature ha il problema, più lungo diventa il tempo della sua soluzione.
Le regole guida sono:
– iniziare dal risolvere la parte più semplice del problema
– iniziare sempre a risolvere il problema sonnellini perché di giorno siamo più sicuri di riuscire a ragionare bene e a mantenerci fedeli al piano fatto.
– individuare chi tra i due genitori è più probabilmente in grado di portare a termine il piano (se la mamma lo allatta per addormentarlo è più facile se ci pensa il papà; se il papà è un cuore tenero e non può sentire il suo piccolo piangere sarà meglio che ci pensi la mamma)

La cura
Una volta risolti i problemi più semplici, quali quello di fare amicizia con il lettino, stabilire una routine dell’addormentamento, eliminato eventuali dubbi su fame e/o malattie, ci si può concentrare sul problema sonno.
La spina dorsale del metodo di Tracy Hogg per risolvere il problema del sonno è quello che lei chiama Pick Up/Put Down (letteralmente tira su/ metti giù). Il PU/PD si può utilizzare per ottenere le seguenti cose:
– insegnare al bambino ad addormentarsi da solo nel suo lettino
– prolungare il periodo del sonnellino se è troppo breve
– eliminare qualche abitudine del bambino che ci risulta scomoda (cullarlo, allattarlo per farlo dormire, ciuccio)
– far riaddormentare il bambino che si sveglia troppo presto al mattino (no, le 7 del mattino non è troppo presto, nonostante la vostra vita pre-bebè fosse diversa)

Come funziona.

Prima cosa, e questo è vero a qualsiasi età, verificate di aver stabilito una routine che ripetete prima di ogni addormentamento. Il ripetersi degli stessi gesti infatti dice al bambino che si sta avvicinando il momento di dormire e lo predispone al sonno. La routine è necessaria non solo per la sera ma anche per i sonnellini diurni, anche se ci possono essere delle differenze tra giorno e sera. Ad esempio non è necessario che sia completamente buio di giorno.

Poi mettete il piccolo nel suo lettino da sveglio. Se il bambino non sa addormentarsi da solo, molto probabilmente inizierà a piangere. Allora lo tirate su, e cercate di calmarlo. Non bisogna assolutamente cullarlo o allattarlo o qualsiasi metodo avete adottato finora.
Se il bambino è tra i 3 e i 6 mesi potete provare a calmarlo tramite leggere pacche ritmate sulla schiena, mentre sussurrate sh sh sh vicino al suo orecchio. Se è più grande questa tecnica potrebbe impedirgli di calmarsi e avere l’effetto opposto, soprattutto il rumore. Cercate di usare il potere calmante della vostra voce. Mantenete un tono calmo ma deciso mentre ripetete sempre la stessa frase, ad esempio “va tutto bene. Mamma (o papà) è qui per insegnarti ad addormentarti da solo“. Quello che gli state dicendo in realtà è “io so cosa sto facendo, anche se a te può sembrare strano” e la vostra voce deve comunicargli questo senso di sicurezza.
Nel momento in cui smette di piangere, rimettetelo nel lettino dicendo qualcosa tipo “ora ti metto nel lettino”. Se inizia a piangere, lo tirate su di nuovo e cercate di calmarlo di nuovo, adottando sempre la stessa tecnica. Appena smette di piangere, lo mettete giù di nuovo. L’idea è quella di calmarlo in braccio, non di addormentarlo in braccio. E’ per questo che è importante metterlo subito giù appena smette di piangere.
Per bambini al di sopra dei 12 mesi circa, il tira su/metti giù in realtà è solo un metti giù, in quanto a quell’età si metteranno in piedi da soli nel lettino e quindi dovete semplicemente rimetterli sdraiati e assolutamente non tirarli fuori dal letto.

Sembra facile fin qui? Allora partiamo dalle domande, che tanto lo so cosa vi state chiedendo:

Ma quante volte devo fare su e giù?
Tante quante ne servono per farlo addormentare. La quantità dipende dal livello di tenacia di vostro figlio, dalla sua età, e da quanto tempo siete andati avanti con il metodo “sbagliato”. Con il Vikingo ci sono state punte oltre il centinaio di volte. Con Pollicino intorno ai quattro mesi e mezzo la prima volta l’ho fatto 50 volte. La buona notizia è che già dalla seconda volta si nota il primo miglioramento. Leggo dai miei appunti che con Pollicino ho fatto 50 volte la prima volta, 20 volte la seconda e poi 10 volte la terza. Il secondo giorno sono state necessarie 20 volte per il primo sonnellino del mattino, e poi 10 per il secondo e 5 per il terzo. E stavamo solo al secondo giorno.

Ma quanti giorni ci vogliono?
Per bambini piccoli ci vogliono al massimo 3 giorni. Per bambini più grandi ce ne vogliono di più. Come dicevo prima dipende da chi è il bambino, quanti mesi avete passato a cullarlo e la sua età.

Come si fa per iniziare?
Iniziate il PU/PD con il primo sonnellino del mattino se necessario. In questo modo arriverete a sera un po’ avvantaggiati.

E se non si addormentasse?
Se il problema è particolarmente radicato può succedere che il bambino resista all’addormentamento fino all’orario del pasto successivo. Far addormentare un bambino stanco e affamato è ancora più difficile. Quindi dategli da mangiare. Se lo allattate fatelo in un’altro ambiente per fargli capire la differenza. Poi ricominciate. Prima o poi crolla.

Ma non è crudele farlo piangere?
Dipende dal perché pensi che stia piangendo. E’ utile pensare che non sta piangendo perché soffre delle pene inaudite, ma perché è ferocemente arrabbiato. Dopotutto gli si stanno cambiando le carte in tavola, e lui era abituato a fare diversamente. Non sta capendo il motivo del cambiamento e quindi si arrabbia. Tenendolo in braccio per calmarlo e mantendendo la voce tranquilla gli insegnate una abilità che gli tornerà utile per molto tempo. E non è come lasciarlo piangere da solo nel suo lettino, perché voi sarete sempre li con lui.

E se si calma ma si rimette a piangere mentre lo metto giù?
Allora finisci di metterlo giù nel lettino, togli il contatto fisico con lui e poi lo tiri su di nuovo. Non tornare indietro quando state a mezza via verso il lettino. Una volta detta la frase “ora ti metto nel tuo lettino” si va nel lettino. Anche se solo per 3 secondi.

E se si contorce e si butta all’indietro? A volte sembra impossibile tenerlo in braccio per calmarlo.
Allora vuol dire che vuole andare nel lettino. Mettilo giù senza aspettare che smetta di piangere. A volte può succedere che nonostante pianga per la stanchezza non vuole essere confortato in braccio. Questo è vero soprattutto per bambini molto sensibili o della categoria che Tracy Hogg chiama “scontrosi”.

Ma te hai veramente fatto questa cosa più di 100 volte con il Vikingo?
Si. L’ho fatto. Eravamo disperati. Non ne potevamo più. Lui sembrava non voler mai dormire e aveva solo 3 mesi e mezzo. In realtà ormai sappiamo che si trattava di loop motori dovuti ad eccessi di stanchezza, ma allora pensavamo che non volesse dormire perché non era stanco. Ad un certo punto ho preso mio figlio in braccio, ho detto a GG di non venire qualunque cosa succedesse e mi sono chiusa in camera con lui. Il Vikingo ha iniziato ad urlare. Ci sono voluti 45 minuti di urla disumane e moltissimi PU/PD. Alla fine sono uscita dalla stanza stravolta, ma sorridente. GG più stravolto di me mi ha detto “ma come hai fatto? Io non ce l’avrei mai fatta!”
A quel punto mi sono tolta i tappi dalle orecchie.

Ma allora sei stata bravissima! Potresti venire a casa nostra ad aiutarci con Paolino!
E no! Quello è stato il mio momento di gloria. Fatto una volta, non ci penso più.

E la notte?
Alla notte ci pensa sempre GG. Io non sono in grado di usare il cervello. Gli ho spiegato la teoria, e fa tutto da solo. Se volete, vi mando lui 😉

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Attenzione: salti di crescita! La crisi dei 4 mesi

Tema del mese: separazioni.

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1,099 thoughts on “Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno”

  1. Milena, se hai allattato tuo figlio ogni due ore giorno e notte, anche per farlo addormentare, dubito che sarà contento di vedere il padre al tuo posto. Forse ti aspettavi che dicesse qualcosa del tipo “uh, che bella idea questa! Quasi quasi mi faccio coccolare da papà e mi addormento subito, così che mamma si riposa un pochino!” 😉
    Seriamente. Ma quando lo hai allattato ogni due ore ha poppato sul serio ogni volta? Questo lo sai solo tu. Naturalmente se ha veramente fame, va bene così, ma se non ha fame e vuoi eliminare questa abitudine perché per te è pesante, allora cerca di allattarlo ogni 4 ore di giorno, e di separare l’allattamento dall’addormentamento. Sistema il giorno come prima cosa, poi pensi alla notte. Se vuoi attuare un piano alla Tracy Hogg devi calcolare almeno 3 giorni per ogni parte del problema che stai cercando di risolvere. Nel tuo caso quindi sarebbero almeno 3 giorni per insegnargli a non addormentarsi al seno. Le prime volte a lui non piacerà affatto. Ci vuole pazienza e sangue freddo. E lo so che non è facile. La terapia d’urto, sempre alla Tracy Hogg, implica che se decidi di non dargli il seno, allora non glielo dai, e cerchi di tranquillizzarlo in qualche altro modo per farlo addormentare. Se invece vuoi attuare un metodo graduale, allora puoi dargli il seno e toglierlo dopo che si è calmato. A lui non piacerà, allora glielo ridai e poi glielo togli di nuovo. Se si stressa troppo glielo dai, e rimandi al prossimo addormentamento. L’idea è quello di abituarlo gradualmente, e ovviamente in questo caso ci vorrà più tempo (almeno una decina di giorni). Non c’è modo giusto o sbagliato. Cerca di capire se per voi due funziona meglio un approccio graduale o una terapia d’urto. Dipende veramente tutto dal tuo carattere e dal suo temperamento. Deve essere una ricerca di un nuovo equilibrio che funzioni per voi due. In bocca al lupo

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  2. Aggiornamento: al controllo del peso di oggi è risultato che angioletto non è cresciuto, o meglio io ritengo che sia calato e abbia ripreso il calo quindi è allo stesso peso del mese scorso e quindi deve recuperare ancora. Perciò quando stanotte (e oggi per tutto il giorno)ha voluto poppare ogni 2 ore l’ho assecondato. Stasera dopo la poppata si è addormentato ma poi si è risvegliato dopo 15 minuti perciò ho pensato di affrontare per prima la fase “addormentamento” e ho mandato il papà. Ma mentre con me se lo tiro su si calma, quando lui lo tira su, si innervosisce ancora di più! Allora dopo un pò che urlava in braccio sono tornata io e ho provato a calmarlo con il seno. Si è calmato, ma se lo stacco che ancora è sveglio si agita e si arrabbia un sacco…l’unico modo è staccarlo quando si sta per addormentare e lui automaticamente si prende il pollice e scivola nel sonno, ma se lo faccio in un momento in cui è ancora semi-cosciente…apriti cielo!…mi chiedo…che faccio ora? :-O

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  3. Grazie Serena, lo so che non sei Tracy ma almeno una che ha provato il metodo fino in fondo ed è quello che è utile. Naturalmente è difficile standardizzare troppo le giornate purtroppo quando si è in tanti come noi, ma una certa routine ce l’abbiamo, o almeno era così prima della malattia: angioletto si sveglia la mattina intorno alle 8,30-9,00 fa una bella poppata intorno alle 9,30-10,00 e poi di solito si addormenta (sì è vero purtroppo spesso al seno, ma non so come fare altrimenti, lui si rilassa molto ciucciando…a volte invece si ciuccia il pollice) ma non dorme mai più di mezz’ora a volta. Poi usciamo a fare la spesa o altre commissioni e se andiamo in macchina si riaddormenta (è molto sensibile al movimento, da piccolino, purtroppo, mio marito e i fratellini spesso lo dondolavano sul passeggino o la sdraietta specie se io ero impegnata con la casa, il pomeriggio, o con la cena, la sera). Poi altra poppata intorno alle 13,30-14,00 (ancora non arriva alle 4 ore fra una poppata e l’altra) e altro riposino (stavolta nel lettino in camera con le finestre abbassate ma sempre dopo aver poppato) e anche qui non superiamo la mezz’ora. Poi io devo andare a prendere i fratelli a scuola e lui a volte si riaddormenta nel passeggino o in macchina o se è brutto tempo lo lascio a casa con la ragazza che mi aiuta con le pulizie. Altra poppata alle 17,00-18,00 e altro riposino verso le 18,30-19,00 e poi a nanna intorno alle 21,00-21,30 dopo la poppata. La sera seguiamo una routine, in camera sua con la luce bassa, con la poppata ma spesso lui si addormenta al seno 🙁 Il problema di giorno (con cui mi consigli di iniziare) è che lui si sveglia del tutto, non entra proprio nel sonno profondo e allora si innervosisce moltissimo!Oggi per esempio ho provato il pomeriggio: si è addormentato alle 14,30 poi alle 15 (appena mi sono addormentata io) si è svegliato, a mio parere aveva ancora sonno e ho provato a fare PU/Pd ma si è agitato moltissimo!alle 15,30 ho dovuto smettere per prepararmi per andare a prendere gli altri… inoltre di giorno ci sono un sacco di rumori dove abito (vicini che fanno i lavori in casa, la strada, le macchine, i claxon…) e lui è del tipo sensibile (devo chiudere completamente le tapparelle e fare buio ad esempio). Certo anche la questione dello scatto di crescita l’ho considerata…per questo di giorno non sono molto fiscale sulle 4 ore fra una poppata e l’altra ma la notte…Comunque ci provo con questa cosa di staccarlo prima che si addormenta…vi faccio sapere e se mi vengono altri dubbi posso chiedere vero? Se avete altri suggerimenti…ditemi pure…ogni cosa può essermi utile!grazie!

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  4. Milena, premesso che non sono Tracy Hogg, e non ho nemmeno l’intenzione di diventarlo, che solo l’idea di andare in giro per le case a far dormire i neonati degli altri mi viene un mal di testa pazzesco, provo a farti un po’ di domande per aiutarti a trovare la soluzione. Perché penso che la soluzione la devi trovare te, che conosci tuo figlio e la tua situazione famigliare.
    Spesso i problemi di sveglie notturne dipendono da una mancanza di routine diurna. Da quello che hai scritto mi pare infatti che il tuo Angioletto non segua nemmeno l’ombra di una routine. Mangia e dorme quando capita, e questo lo porta necessariamente ad una gran confusione. Quindi la prima domanda è:
    – seguite una routine? Se no, sei disposta ad iniziare a seguirene una?
    Qui per routine non intendo guardare l’orologio per sapere se dargli da mangiare o metterlo a nanna, ma un’alternanza di eventi nella giornata prevedibili (il metodo EASY). A questa età dovrebbe mangiare in media ogni 4 ore durante il giorno, e dovrebbe riuscire a dormire di media 1 ora e mezza o 2 ore. Ehi, ho detto dovrebbe, se dorme un’ora solamente e poi è tranquillo e felice, non c’è bisogno di farlo dormire di più. 20 minuti però mi sembrano un po’ pochini.

    – il giorno si addormenta ciucciando al seno?
    Se non vuoi che lo faccia, dovresti prima di tutto risolvere il giorno, e poi puoi provare a sistemare la notte, non il contrario. Insegnargli ad addormentarsi senza seno il giorno è più semplice che di notte, anche perché immagino te sia meno stanca, e puoi dedicartici con più attenzione. Prova ad addormentarlo di giorno senza seno, se vedi che si agita troppo, e non riesci a calmarlo puoi provare un metodo più dolce. Fallo attaccare al seno e poi dopo che si è calmanto un po’, lo stacchi, possibilmente prima che sia addormentato del tutto. Ripetendo questa operazione se necessario finchè il tempo al seno diventa sempre più breve e non lo chiederà più.

    prova a fare questi cambiamenti e vedi se la notte si sveglia meno spesso. Certo che se ha perso peso, è probabile che ora abbia bisogno di recuperare e quindi è normale che voglia più latte. Se però non poppa sul serio ma usa il seno solo per addormentarsi allora il problema è diverso. Certo che l’età è proprio quella dei 4 mesi, quindi occhio ai salti di crescita.

    Spero di essere stata di aiuto.

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  5. Cara Serena, ho bisogno della tua “consulenza”. Non ho letto il libro in inglese di Tracy ma soltanto quello sui neonati in italiano.
    Stanotte ho provato il PU/PD, dopo che l’Angioletto (4 mesi e mezzo) si è un pò ripreso dalla settimana (che poi sono state 2) di bronchiolite (con annessa tosse, difficoltà di poppare, naso chiuso, catarro e naturalomente calo di peso). Ho aspettato quindi un pochino che si rimettesse e ora, dopo una settimana che ha cominciato a svegliarsi quasi ogni ora la notte per ciuccettare il seno per riaddormentarsi, ho deciso che non ce la faccio più e che è arrivato il momento.
    Com’è andata:
    ha fatto l’ultima poppata a mezzanotte subito prima che io andassi a dormire (si era addormentato fra le 21 e le 22 circa). Poi si è risvegliato alle 3 e gli ho ridato il seno (ha poppato e non solo ciucciato). Non voglio togliere del tutto la poppata notturna ancora almeno finché non abbia recuperato del tutto un certo peso, ma non voglio neanche essere il ciuccio ogni ora!
    Si è risvegliato alle 4.30 quindi a mio parere non poteva avere fame. Ho iniziato il PU/PD e siamo andati avanti fino alle 5.30 circa. Gli ho anche fatto una pompetta di soluzione fisiologica al nasino perché respirava un pò maluccio.Lui di solito si ciuccia il pollice ma la notte non ci riesce e si innervosisce! piangeva, lo tiravo su, si calmava un pò e lo rimettevo giù, gli facevo trovare il pollice,si addormentava ma si risvegliava dopo al massimo 20 minuti e riprendeva. Alle 5.30 circa ho capito che non saremmo andati lontano perché ormai dalle 3 poteva avere anche fame, quindi gli ho ridato il seno. Si è radormentato svegliandosi di nuovo alle 8,30 poi alle 9,30 (poppata)e poi alle 10.15 quando ci siamo alzati del tutto. Poi chiaramente ha avuto sonno ma si è fatto solo 2 pisolini di mezz’ora fino alle 13,30.Poi ha dormito di nuovo dalle 15 alle 16 circa e un’altra mezz’ora dalle 18,30 alle 19,00. Alle 21 è andato a nanna ma ci ha messo un pò perché quando lo metto giù dopo la poppata si innervosisce. Come farò stanotte?

    Problemi:
    1. l’ho fatto io e non mio marito (il che credo che sia non poco importante perché a mio parere il piccolo angioletto sentendo il mio odore non si rassegna ad essere solo preso in braccio!)
    2. dopo un pò di volte (stanotte ne abbiamo fatte circa una trentina) lui non si calmava più neanche in braccio! che si fa in questi casi?
    3. quando lo metto giù si agita! dimena le manine, si inarca….come lo calmo? io provo con le pacche sulla schiena,lo metto di lato raccogliendo le sue braccia verso il viso così si ciuccia il ditino o le manine….ma lui si gira sempre con la faccia contro il cuscino…

    Chiedimi quello che vuoi per aiutarmi a capire in quale casistica di Tracy posso ritrovarmi e dammi qualche suggerimento ti prego! E’ la prima volta che mi cimento in questa cosa di insegnare a dormire al bambino ma credo che sia necessario perché non voglio ritrovarmi come con gli altri 2 che non mi hanno fatto dormire per 2 anni a testa! ne va della mia salute mentale stavolta!!! ;-))
    grazie!!!
    milena

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  6. Grazie mille per questo articolo. Dobbiamo anche noi trovare un metodo decente: il nostro Mezzovikingo, 17 mesi, fa il sonnellino all’asilo senza problemi, poi dorme di notte dalle 21 circa alle 7 circa, ma il vero problema é che si sveglia molte volte e vuole poppare. Io sono mezza esaurita per questa tortura stile Guantanamo.
    Non abbiamo trovato alcuna relazione apparente tra numero di risvegli e i seguenti fattori: attivitá giornaliera, durata del sonnellino giornaliero, quantitá di cibo mangiato a cena, dormire nel lettone o nel lettino, salute o malattia. Anche aver fatto diverse notti con solo il papá (tentativo di interrompere l’allattamnento notturno) non ha dato risultati. Ogni notte é un’incognita!
    Ciuccio e pappa lattea-välling li ha sempre rifiutati.

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  7. @Claudia mi raccomando facci sapere come va!

    @Ina provate ad affrontare un problema alla volta. Concentratevi prima sull’allattamento la notte. Spesso succede che i problemi sono legati tra loro, e magari una volta tolta l’abitudine a ciucciare la notte, non si sveglia più, o comunque meno spesso. Cerca di offrirle abbastanza cibo di giorno, e affrontate la notte convinti che non ha bisogno di mangiare. E anche se piange, non morirà certo di fame. Non sarà per nulla contenta del cambiamento, e probabilmente piangerà. L’ideale sarebbe se poptesse occuparsene il papà. Mettete in conto qualche notte difficile ovviamente. Ma da quello che mi dici è difficile anche ora, no? Ti consiglio di leggere l’intervista a Federica che si è trovata nella tua stessa situazione. Torna a dirci come è andata!

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  8. Sono sempre ben accetti i consigli sulla nanna! La mia bimba a 17 mesi (quasi) continua a non dormire, a faresi ore ed ore sveglia in piena notte…lei è una freccia mentre io e il padre due zombie!
    la hogg l’avevo provata quando era molto più piccola, poi ho desistito…Ma magari posso riprovarci piano piano…Ma prima devo smettere di allattarla, soprattutto la notte…E so già che sarà molto, ma molto dura. Consigli a riguardo?

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  9. @Milena Pollicino ha il ciuccio, ma in realtà abbiamo persino usato il PU/PD per disintossicarlo, perché gli era preso a svegliarsi ogni ora la notte, e voleva semplicemente che qualcuno gli mettesse il ciuccio essendo troppo piccolo per farlo da solo. Una volta tolto il ciuccio per una settimana giorno e notte, lo abbiamo reintrodotto, ma con moderazione. Ora ha imparato ad riaddormentarsi senza ciuccio quando si sveglia la notte.

    @valewanda è bello vedere che ci sono così tante fans in giro 🙂

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  10. Sì esatto. Mi chiedevo se bisogna tirarlo su immediatamente se si mette a piangere subito o provare ad aspettare un pò. Pollicino poi come si addormenta alla fine? ciuccia qualcosa (ciuccio o dito) o fa qualcos’altro di particolare? così tanto per farmi un’idea…Volevo cominciare oggi e Angioletto ha deciso di prendersi l’influenza quindi…se ne riparlerà.grazie!

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  11. Milena non sono sicura di capire la domanda. Intendi dire quanto tempo devi lasciarlo piangere nel suo lettino prima di tirarlo su? Non ci sono tabelle di riferimento, se piange lo tiri su e lo conforti. C’è solo una situazione in cui non bisogna tirarlo su e confortarlo: quando inarca la schiena, perché vuol dire che non vuole essere preso in braccio. Altrimenti se piange bisogna tirarlo su. Con Pollicino ho notato che a volte sono riuscita a rassicuralo senza tirarlo su. Vale sempre la pena di provare a dargli pacche sulla schiena (mettendolo sul fianco) e fare sh sh sh, oppure ad usare la tua voce, mantendendo un tono calmo e pacato, mentre gli tieni una mano sulla pancia. Ma se non funziona, tiralo su e confortalo.
    Ricordati che a 3 mesi e mezzo ci vuole molto meno tempo che a 6 mesi. Più aspetti più il problema sarà radicato e ci vorrà più tempo ed energia per risolverlo.
    Fammi sapere come va!

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  12. La mia domanda è: quanto tempo deve/può passare fra quando lo metti giù-piange-lo ritiri su? Io dovrò cominciare molto presto perché l’angioletto (3 mesi e mezzo) per ora si addormenta poppando e io non ho mai il tempo/l’energia di cimentarmi nel pu/pd…eh sì perché, diciamolo, ci vuole molta energia e una forte motivazione anche se sono sicura che possa valerne la pena!Grazie!

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