Il linguaggio è comunicazione. E la comunicazione è alla base del nostro essere sociale.
Forse è per questo che una delle questioni più pressanti per i genitori è quella del confronto delle capacità verbali del proprio figlio con i suoi coetanei. Ho spesso la sensazione che sia il punto più delicato di tutte quelle domande che stressano il neogenitore al primo figlio, più importante ancora di quando ha iniziato a gattonare o a camminare da solo. “Quanto ha suo figlio? Ma già parla?” Forse è l’emozione della prima volta che ci sentiamo chiamare, forse abbiamo una gran fretta di sapere direttamente da lui cosa gli frulla per la testa, o forse perché finché il bambino non inizia a parlare ci sembra ancora piccolo, e anche se a volte ci assale il dubbio che capisca tutto o quasi quello che diciamo, di fatto non ne siamo sicuri. Fatto sta che il numero di parole che il bambino sa pronunciare vengono contate, ordinate, e listate con un rigore confrontabile solo con le tabelle di aumento di peso che si tengono durante le prime settimane di vita. Ogni nuova parola viene festeggiata, e i blog si riempono di post con liste di parole utilizzate dal piccolo.
Io stessa ho sofferto molto il fatto che il Vikingo abbia iniziato a parlare solo dopo i 2 anni e mezzo, e mi ricordo bene la pena e la preoccupazione nonostante le rassicurazioni del pediatra e di tutti gli altri. Nonostante continuassi a ripetermi che ogni bambino è diverso.
Ho sofferto con lui la frustrazione di non riuscire a comunicare con gli altri, e mi sono interrogata spesso su cosa potessi fare per aiutarlo.
Questo mese vogliamo approfondire il tema del linguaggio e del suo sviluppo nei bambini. Ma non solo per quel che riguarda lo sviluppo delle capacità verbali, ma anche altri tipi di linguaggio possibili: il linguaggio del corpo o del volto, il linguaggio dei segni e il linguaggio dei disegni.
La comunicazione con i nostri figli avviene fin dalla nascita, in modi differenti a seconda dell’età. Un neonato ha già un suo modo di comunicare con noi, attraverso il suo pianto diverso a seconda delle occasioni, o attraverso movimenti del corpo o del volto, come abbiamo già visto quando abbiamo parlato del bellissimo libro Linguaggio segreto dei neonati di Tracy Hogg. Partendo dal loro istinto naturale per comunicare con il mondo che li circonda, vogliamo capire cosa possiamo fare per aiutare i nostri figli a sviluppare al meglio questa abilità così preziosa. Parleremo di giochi, letture, logopedia, dislessia, disgrafia, e persino della meravigliosa capacità dei bambini di imparare più lingue.
Come sempre per affrontare questo argomento al meglio, abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Quindi non dimenticate di commentare i nostri post, e se avete un blog potete partecipare con la vostra esperienza direttamente sul nostro blogstorming.
Un tema molto interessante. Io potrei intervenire forse confermando Tracy Hogg, visto che il mio cucciolo ha 6 mesi, però in realtà avrei moltissimo anche da dire. Al di là dei discorsi che ultimamente si fa tutti in una sua lingua, da subito io e lui abbiamo parlato lo stesso dialetto. Forse sono stata molto attenta io a studiare i suoi segnali, forse ho avuto solo fortuna, però il cucciolo si è sempre fatto capire, con i movimenti del suo corpo, con le sue espressioni, con la direzione del suo sguardo. Adesso che gorgheggia, canta, borbotta mi chiedo curiosa quale sarà la prima parola che pronuncerà e quando!!!
lo sviluppo del linguaggio è veramente affascinante e divertente! Da profana, mi sto rendendo sempre più conto di quanto avvenga in parallelo con quello della personalità. Mia figlia (27 mesi), ad esempio, parla di sè in prima persona solo quando vuole affermare la sua volontà e distinguerla dalla nostra, quindi dice IO FACCIO una certa cosa o IO VADO in un certo posto, altrimenti parla di sè in seconda persona!
TopaGigia per dire “io” si indica il petto con tutte e due le mani. Non credo parlera’ mai di se’ in terza persona… Parla poco e gesticola molto, capisce tutto (ho scoperto che conosce tutte le parti del corpo e i vestiti, oltre che le stanze di casa eccetera) e si fa capire perfettamente quando vuole qualcosa. Se vuole che qualcuno le dia qualcosa, indica il palmo di una mano con l’indice dell’altra, tipo “dai qua”.
Confido molto nell’asilo e nelle prossime settimane, dove gli altri non conoscono la sua gestualita’ e quindi sara’ costretta ad esprimersi in modo piu’ universale…
Quella piccola ha un anno e ha iniziato a chiamare “mamma”… il papà. Mi sa che questa ve la racconto!
Ci penso e blogstormo. visto che mi interessa assai.
bellissimo tema! e per me molto molto appropriato! le mie due figlie sono diversissime, anhe nello sviluppo del linguaggio, la prima ha detto 2mamma” a otto mesi e ora a 4 anni e mezzo parla perfettamente correggendo anche noi adulti non solo sulla grammatica ma anche sulla scelta del verbo adatto (da spaccarle la testa!), la seconda – due anni e mezzo – una gran pigra, sa articolare tutte l lettere, ma dice solo la parte finale di ogni parola, parla anche lei in continuazione anche se a modo suo …
Ho proprio voglia di leggere i prossimi post e spero di avere il tempo di scriverne uno un po’ più aricolato anche io!! a presto Angela
Il mio bimbo più grande ha iniziato verso i 14 mesi a dire parole di questo pianeta e non insiemi di sillabe il cui significato era evidente solo a lui e si arrabbiava se non intendevamo al volo. Le prime parole, a parte i classici mamma-papà-pappa-cacca,sono state quelle uguali, o simili, in italiano e in spagnolo (tipo: grande, gatto, mio), dato che io e il papà gli abbiamo parlato, e tuttora lo facciamo, nelle due lingue. Nonostante il bilinguismo non ha avuto grandi ritardi, forse anche per la relativa “somiglianza” delle due lingue. Per me è stato comunque stupefacente vedere come, pur pronunciando poche parole, capiva perfettamente entrambe le lingue.
Il mio secondo bimbo ha dieci mesi, per ora siamo in attesa della prima fatidica parola…
Mia figlia ha 3 anni…e non sta un secondo zitta…;-)
..a 18 mesi già parlava correttamente..e soprattutto aveva già una gran memoria musicale. In macchina ascoltavo malika ayane (come foglie), e lei la canticchiava come un adulto. A scuola le hanno fatto sempre tantissimi complimenti per come apprendeva le nuove canzoni..tant’è che le è valso il nomignolo di “assistente” già a 20 mesi…
Anche i numeri li conosce bene da molto e comincia a intendersi con le lettere. Questo è il suo punto di forza da sempre…ma anche la sua debolezza. Quando è nervosa, stanca, non si sente compresa…o semplicemente quando c’è qualche forte cambiamento balbetta per un po’. All’inizio la pediatra pensava che fosse proprio questo affollarsi esagerato di parole e nuove nozioni così velocemente incamerate a darle questo problema. Ma con il tempo…mi sono resa conto che il suo balbettare su una parola e non su una lettera (quind non è una vera balbuzie), è indice di un malessere temporaneo che va via nell’arco di qualche giorno. Ogni bambino ha tempi diversi per tutto…per apprendere..per abituarsi ai cambiamenti.. per camminare…e per maturare. Bisogna cercare di camminare paralleli rispettando il loro passo. Dobbiamo fare in modo che i nostri disagi non diventino i loro.
Bella tematica. Personalmente mi interessano le potenzialità comunicative dei bambini che, come ha detto Serena, sono considerati soggetti comunicanti con il modo esterno (e non solo con la madre) fin dalle prime ore di vita. Mi interessano soprattutto l’incredibile capacità di apprendere più lingue se questa viene sfruttata precocemente ed in maniera corretta. Secondo studi focalizzati sullo sviluppo delle facoltà celebrali è emerso che le lingue cui un soggetto è stato esposto (in modo costante e continuo ovviamente) entro i primi tre anni di vita vengono ritenute dal cervello come materne, buone potenzialità per l’apprendimento del linguaggio si hanno ancora fino agli 8 anni e poi via via queste capacità si perdono con la progressiva lateralizzazione dell’area celebrale responsabile dell’apprendimento del linguaggio.
Credo sia fondamentale cercare di sfruttare queste potenzialità, ma c’è ancora molta strada da fare ahimé….
Che bello questo tema, per me è interessantissimo visto che la mia piccola peste a 22 mesi inizia a parlottare.
Le prime parole che ha detto sono state mamma, papà e SCARPE (giustamente è una femmina :-)).
Adesso oltre a una decina di parole abbastanza comprensibili borbotta delle frasi e mi guarda come se dovessi capire e poi…canta o meglio cerca. Il suo forte è il valzer di strauss che balliamo insieme, io canto “pa-para-papà” e lei fa “zan-zan”, l’effetto è esilarante.
Mi incanta vederla sforzarsi per ripetere i suoni, ad esempio quando contiamo gli scalini, immagino il lavorio del suo cervello nell’elaborare tutte le informazioni…vorrei sapere come aiutarla a sviluppare uno strumento potente come il linguaggio.
Attendo con ansia gli approfondimenti!!!
Piatto ricco mi ci ficco! 😉 Ottima scelta, attendo i prossimi post con grande interesse. Con studi di linguistica e filosofia del linguaggio alle spalle, una tesi sul multilinguismo e l’insegnamento delle lingue madri nella scuola (svedese), devo dire che poi il mio approccio alla questione in qualità di mamma mi ha sorpreso e mi sorprende tutt’ora: totalmente spontaneo, non scientifico, a tratti persino fortemente incoerente rispetto a tutto quello che ho studiato e propagandato. Eppure per ora la nostra famigliola trilingue mi sembra ben avviata e soprattutto ho la sensazione che i miei due figli abbiano compreso la ricchezza che proviene dal poter comunicare, in una, due o tre lingue. Quest’estate Orlando mi ha chiesto: “Mamma, tu parli una lingua che io non parlo?” E io, un po’ titubante dato che è alquanto arruginita, “il tedesco”. “Bene, allora me la devi insegnare”. 🙂
Bene..questo tema cade proprio a fagiolo!
Giusto in questi giorni mi stavo chiedendo quando la mia piccola di 15 mesi comincerà a parlare!io faccio pochissimi paragoni con gli altri bimbi visto che ho capito la diversità e l’ho pure accettata.
lei cmq al momento dici mamma e papà e fa i versi di qualche animale o elettrodomestico :)) troppo divertente…..poi qualsiasi altra cosa le chiediamo di provare a ripetere è sempre uguale a mamma e papà…!!!cmq capisce tutto e anzi a volte mi stupisco veramente tanto di come riesca anche ad intuire le situazioni. Meraviglioso!
attendo di leggervi!
Che bello questo tema!
Io ho due bimbe decisamente diverse. La grande a un anno iniziava a parlottare, a 18 mesi sapeva già un sacco di parole e si faceva capire benissimo, a due anni contava persino fino a 10 in inglese (beh, colpa delle scale, 4 piani senza ascensore, per fargliele fare ho inventato di tutto, contare gli scalini in italiano, poi quando l’ha stufata in inglese, poi in francese, poi una filastrocca tutta nostra…). A 3 anni ha imparato le lettere (si sforzava di leggere le targhe delle macchine, e tutto quel che trovava), ora a 5 anni inizia a leggersi libri corti in stampatello da sola e se deve dire qualcosa lo scrive!
La seconda è un’altra staffa, beh, è ancora piccola, ma a 16 mesi dice solo mam, che può voler dire mamma, oppure ho fame, oppure voglio questo. Basta. Si fa capire in mille altri modi, ma non prova a ripetere un suono nemmeno sotto tortura. Beh, visto quanto parla la grande forse mi va bene, con due radio di quella stoffa in casa, rischiavo di vivere di aspirine! 😉
Bello questo tema, proprio quello che ci voleva per settembre!
Siria a 20 mesi parla pochissimo, ma non ci sono dubbi sul fatto che capisca ogni singola parola. Ascolta anche quando sta facendo altro, e te lo dimostra il fatto che (a modo suo) risponda di conseguenza.
Proprio ieri mentre lei giocava mia sorella (che era da noi per due giorni) mi ha detto che avrebbe preparato le sue cose per tornare a casa. Tempo 30 secondi era già in braccio a lei come a dirle di non andare, anche se non ci eravamo accorte che ci stesse ascoltando, e anche se non ha detto niente, è stata chiarissima!
Aspettiamo comunque con ansia che inizi a parlare “sul serio”, perché adesso è nella fase che se non capisci quello che vorrebbe dirti si incavola di brutto!
Bellissimo questo tema del mese,ne avevo proprio bisogno!
Non vedo l’ora di leggere tutto attentamente.
Anche io effettivamente ho tanta voglia che Pagnotta cominci a parlare un pochino di più, a 20 mesi dice solo 10 parole sì e no. Capisce assolutamente tutto, è molto espressivo e gesticola in modo tale che finora si è fatto capire; adesso però che le sue richieste ed esigenze diventano più articolate si fa tutto più arduo e si arrabbia se noi non lo capiamo.
So che i paragoni non andrebbero fatti perchè siamo ancora nei tempi, però vengono a volte spontanei, e mi chiedo soprattutto se c’è qualcosa di diverso che io possa fare per aiutarlo.
Grazie mille ragazze!!!