Due cuori, una capanna, un bebé, ed ecco che il Progetto Famiglia ha preso forma. O quasi. Ma quale è la differenza tra un progetto sconquassato e uno che funziona? Gli ingredienti sono molti: una mamma, un papà, un neonato, uno o magari due lavori da portare avanti, una casa da gestire, le notti insonni da risolvere, gli aiuti che servirebbero, le ingerenze fastidiose, gli equilibri delicati, gli ormoni in circolo, le incomprensioni.
Il Progetto Famiglia è un progetto complicato, ricco di imprevisti e di mille aggiustamenti da fare in corsa. Quando il progetto famiglia è portato avanti insieme nella coppia è tutto più semplice. Basta un giro su genitorisbroccano per capire che purtroppo non è sempre così. Molte madri si sentono abbandonate nel loro ruolo, con compagni spesso lontani, fisicamente o mentalmente. Molti padri si sentono tagliati fuori e si ritirano nel loro mondo lavorativo per sfuggire allo stress.
Il ruolo di ciascuno è cambiato rispetto alla famiglia di qualche decennio fa. Il compito del padre non è più quello di portare a casa i soldi, provvedere alla sicurezza della famiglia e decidere cosa è giusto o sbagliato. Il compito della madre non è più quello di guardiana del focolare, chioccia affettuosa e cuoca provetta. I ruoli sono cambiati. Non sono più così ben definiti, sono sfumati, in un certo senso più complicati, e certamente tendono ad essere più interscambiabili. E’ così che il Progetto Famiglia spesso diventa un progetto in cui oltre a crescere dei figli, si ridisegnano identità personali, ci si fa carico di compiti nuovi e ci si scopre in ruoli insospettati.
E forse proprio in questa interscambiabilità, in questo nuovo ruolo genitoriale tutto da ridisegnare, sia per l’uomo che per la donna, è la difficoltà e al tempo stesso la forza del Progetto Famiglia.
Cosa possiamo fare per renderlo un successo?
per lungo tempo non ho avuto un progetto famiglia. avevo un progetto di vita e di lavoro che non necessariamente comprendeva una famiglia. poi ho incontrato il papàprof ma ancora per un po’ ho pensato che tutti i progetti potessero convivere. ma la sua presenza mi ha stravolto e allora mi sono trovata a decidere (il papàprof aveva già deciso in cuor suo). allora ho scelto il progetto famiglia e nel giro di una decina d’anni -nell’ordine- ho trovato un lavoro forever, abbiamo ristrutturato una casa e abbiamo avuto due bambini.
non abbiamo fatto il lavoro per cui avevamo studiato, non abbiamo girato il mondo come avevamo sperato. ma ci dicono tutti che siamo una bella famiglia e noi ci crediamo molto.
tutto questo non avrebbe potuto accadere con un altro, ma solo con il papàprof: molto solidale, molto paziente, molto amico, poco appariscente, per niente trascinatore di folle. ci sono già che io faccio casino a ‘sto mondo!
noi e i nostri due diavoletti siamo il nostro progetto vivente, che si nutre delle belle cose che facciamo insieme, delle difficoltà di tutti i giorni, di me che lavoro a tempo pieno, del papàprof che prima non era prof e che in nome del progetto ha scelto di diventarlo, dei nonni che un po’ ci aiutano, dei nostri amici che condividono la strada quotidiana, delle persone nuove che via via conosciamo, del confronto costruttivo con gli altri. Il progetto vive, cresce e si rafforza, sicuramente grazie alla presenza dei due piccoletti di casa e alla serie di relazioni sociali che grazie a loro continuiamo a tessere. I nostri figli sono il collegamento con l’esterno, e dalla nostra capacità di relazionarci con gli altri e dal metterci continuamente in discussione nasce la nostra forza.Non potrebbe essere altrimenti. Da soli non ce la si fa. Pensare di cavarsela da soli è un’utopia. Vale per le neomamme con i neonati, vale per i neo-genitori alle prese con una dimensione nuova della loro vita, vale per i genitori con i figli piccoli e meno piccoli, perchè l’importante è non stare soli, nè sentirsi soli.
E’ l’unico consiglio che mi sento di condividere. Cercate di non stare soli. E’ faticoso, certo. Prevede l’impiego di molte energie e di un certo sforzo di apertura nei confronti degli altri (che non sempre scopriamo essere simili a noi :). Ma noi abbiamo guadagnato tanto in consapevolezza e serenità. Scoprendo che i nostri problemi sono di tutti, o perlomeno di molti.
Spesso ho tirato un sospiro di sollievo.
Ciao!!!
E’ la prima volta che scrivo, pur seguendovi da tanto… sono quasi emozionata! Il tema di questo mese mi ha proprio toccato il cuore, sembra il MIO tema del mese. Progetto famiglia… ci sarebbe da scrivere un libro. io ho 2 bimbi di 10 mesi e 3 anni e mezzo… quante crisi quante gioie. quante lacrime. quante volte mi sono pentita di tutto, sentendomi completamente sola… per poi rinascere ogni volta, più forte e sempre con un uomo al mio fianco che ce la mette tutta. avete scritto dei commenti bellissimi. io in questi giorni ho indirettamente avuto di che riflettere su questo tema: il papà di un compagno di classe di asilo del più grande è morto in un incidente stradale… causa soprattutto l’alta velocità, la guida spericolata e l’assenza di cinture di sicurezza… ma dov’era il progetto famiglia??? poi ho scoperto che una coppia di nostri amici si è separata, perchè lui ha una relazione con un’altra… hanno una bimba di 2 anni… normale dite? sarà, ma se me l’avesse riferita qualcuno non ci avrei mai creduto… medico lui, lei a casa per seguire la famiglia, una coppia splendida,apparentemente felice… difficile crescere forse, dividersi i ruoli, accettare il temporaneo “annullamento fisico” della coppia, ma se sei in due poi rinasce, più forte di prima… ma dov’era il progetto famiglia???
queste cose mi hanno davvero sconvolta (sono capitate tutte in una settimana, prima della festa del papà…) e mi hanno dato una grande lezione, aprendomi gli occhi sulla mia meravigliosa famiglia, su un marito padre e uomo che, accanto a me, ha la fortuna e il privilegio di veder crescere e accompagnare i nostri due angioletti sulla strada della vita.
Grazie a tutti!!!!!!!!!!!!!
Ciao
complimenti per il tuo blog!
Volelo invitarti a visitare un nuovo blog nato come laboratorio ludico-creativo per bambini e genitori.
E’ appena nato ma arriverà carico di attività.
E’ previsto anche uno spazio di condivisione con mamme creative, interviste, giochi e attività.
Se ti va,
ti aspetto!!!
ci sarebbero 1000 cose da dire… e le dirò! voglio partecipare anch’io ma… non ho capito come inserire il banner nel mio blog, dove derv copiare l’indirizzo html? serena mi aiuti? scusate sono imbranata ma sono una new entry!
@silvia: grazie dell’accoglienza!
@cristina: hai proprio ragione e sai qual è stato il mio pensiero durante il travaglio? “Non vedo l’ora che abbia 18 anni!” (iniziamo bene!)
Aggiungo uno spunto alle interessanti riflessioni fatte fino ad ora che hanno evidenziato la dimensione relazionale, affettiva del “progetto famiglia”. Anche lo Stato con un welfare più o meno sviluppato incide su questo progetto. Purtroppo in Italia la carenza di servizi per la famiglia influisce pericolosamente sugli equilibri precari di mamme (soprattutto) e papà, sulla voglia di fare figli (magari se ne fa uno, ma il secondo anche no), sulle decisioni da prendere in campo lavorativo. In un Paese con dei buoni servizi si affrontano le cose con più facilità e serenità!
E’ progetto famiglia quattro passi avanti due di fianco e qualcuno anche indietro. Sono progetto famiglia i dieci minuti dieci, cinque che mi assalgono quando il bambino mi fa andare in tilt, e cinque intristito nel rimorso per l’arrabbiatura presami. E sono progetto famiglia gli occhi storti e i grugniti sottovoce che ci scambiamo con la mia compagna quando la tensione pesa sull’aria? Si, sono anche quello progetto famiglia perchè tutte le volte è superare grugniti e occhiatacce per sentirsi ancora più vicini, per volersi più bene.
Sono tutti gli istanti progetto famiglia laddove le difficoltà si alternano alle gioie, a formare la quotidianità di sonni non vissuti e di giochi divertenti, di musi lunghi per repentini cambi di umore finiti sul nascere di un sorriso solare, di crescita nel tempo che Dio vuole appartenere al bambino… ma quanto è vero se appartiene anche al Babbo e alla Mamma.
Ed è in questa dimensione di crescita che vedo il progetto famiglia, grande a non poterlo misurare, capiente da poterne contenere di gioie e tristezze, che viste da sole sembrano piccolissime istantanee del quotidiano, ma sommate testimoniano la grandezza dell’esserci.
Un abbraccio a tutti, specialmente a chi è in difficoltà… sappia trovare il suo progetto famiglia.
poi betty …POI si trova e se tu non trovi lui, lui prima o POI trova te!!
coraggio fra 18 anni andrà all’università.
il tema dei temi! provo a sintentizzare la mia esperienza:
siamo diventati famiglia da poco, da tre mesi e siamo (forse comprensibilmente) nel caos più completo! Ai momenti idilliaci e euforici passati in adorazione del pupo si alternano momenti di stress e stanchezza. Quello che più mi destabilizza è la discrepanza tra progetto idealizzato e progetto in divenire. Pensavo che la nascita di un figlio automaticamente mi avrebbe reso una mamma forte, superorganizzata e sicura di sè e avrebbe trasformato mio marito in un uomo ancora più empatico, disponibile e attivo; invece mi sento fragile, sola (vivo lontana dalla mia famiglia di origine) incasinata (ad esempio sono riuscita a rimanere incastrata in ascensore con il carrozzino), confusa nei ruoli da assumere: faccio già fatica ad essere mamma, figuriamoci moglie, amante, amica e casalinga!!
Non perdo la speranza perchè guardo tutto in prospettiva: sono i primi mesi, gli ormoni ancora ballerini, l’allattamento intensivo ecc, ecc. Se mamma si diventa, anche per essere famiglia è così: s’impara per successi ed errori, tanti errori!
Betty… fatti abbracciare: benvenuta! anzi, benvenuti a entrambi, mamme e papà, nel numeroso “club della discrepanza”. Discrepanza tra maternità e paternità immaginate e quelle reali. Coraggio, un equilibrio poi si trova. 🙂
oddio! non so da dove cominciare!
Davvero un tema molto interessante!
Un tema interessantissimo, questo mese partecipo anch’io 🙂
Quando ero piccola la favola che più amavo era una che aveva inventato la mia mamma: la storia della famiglia coniglietti.
Loro vivevano nella loro confortevole tana in un tronco d’albero: c’era la mamma coniglietta che rassettava la casa, cuciva i vestiti per la famiglia e preparava tante cose buone da mangiare, c’era il papà che pensava alle provviste e alla legna e poi c’erano i due piccoli coniglietti che vivevano felici e spensierati.
Ma la parte che più amavo era l’arrivo dell’inverno, quando loro, dopo aver preparato tutte le provviste necessarie, si rifugiavano nella loro tana, con il camino sempre acceso e fuori, la bufera che imperversava.
Io mi rannicchiavo nella coperte e mi sembrava quasi di sentire il calore del fuoco e la senzazione di pace che pervadeva quella casa, dove niente di brutto poteva succedere.
Certo, a pensarci adesso, mi sembra quasi strano che mia madre, che è una donna moderna, evoluta e, perchè no, anche un po’ femminista, mi raccontasse quella favola che , a prima vista può sembrare antiquata e sessista.
Ma in realtà, anche se oggi i ruoli sono un po’ cambiati ( anche se ad essere sincera non amo molto gli uomini in cucina!!!) quello che rimane di bello di questa favola è la sensazione di serenità che ancora oggi provo, mentre la racconto ai miei figli rannicchiati sotto le coperte.
E’ questo il mio progetto di famiglia, e come tutti i progetti prevede organizzazione, regole, divisione dei ruoli e poi, anche fantasia e un pizzico di fortuna, per poter trasmettere alla persone amate tanta serenità.
Certo, in un progetto bisogna veramente crederci, perchè i momenti di sconforto possono essere tanti!
Alcuni giorni pagherei non so cosa per passare tutto un week end con mio marito,a poltrire in casa in pigiama, a veder un bel film, a dormire (TANTO!!!) senza dovermi occupare di altro.
Ma poi penso che noi siamo una coppia, ma intesa ormai come nuclo centrale di una cellula più grande che abbiamo deciso di creare e che, tutto sommato non potrei più rinunciare ad essere svegliata la domenica mattina alle sette e trenta da due “coniglietti” che saltellano felici e desiderosi di stare con noi.
E allora ripenso alla mia favola, rivista in chiave un po’ diversa e immagino mamma e papà coniglietti che dopo essere tornati a casa dal lavoro, accendono il fuoco, preparano la cena, mentre i loro piccoli giocano felici e spensierati davanti ad un fuoco scoppiettante…e fuori…la bufera!!!
Bellissimo tema…sono d’accordo con mammamila…ma il mio problema è che il mio progetto è a senso unico…cioè mio marito è un po’ chiuso…non accetta il fatto che è ora di crescere e guardarsi dentro per il bene di tutti, affrontare cose vecchie che si porta dietro da una vita ….e la pazienza ce la metto solo io…in questo caso cosa si fa??