Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico

Un libro di Sepulveda per i bambini sull’amicizia e il superamento delle differenze e delle disabilità

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La Staccata

: Un libro breve, dolcissimo e commovente dove Luis Sepulveda racconta il grande valore dell’amicizia concentrandosi anche sulla possibilità, per un disabile, di vivere un’ esistenza piena e soddisfacente. I miei occhi adulti leggono un po’ di retorica nel decalogo spruzzato fra le pagine del testo. Quelli bambini, però, credono fortemente in ciò che dovrebbe essere un’amicizia:

1)      “Un amico si prende cura di ciò che piace all’altro.” 2) “Un amico si prende sempre cura della libertà dell’altro.” 3) “Un amico capisce i limiti dell’altro e lo aiuta.” 4) “I veri amici condividono anche il silenzio.” 5) “I veri amici si prendono sempre cura uno dell’altro.” 6) “I veri amici condividono i sogni e le speranze.” 7) “Fra amici bisogna dire sempre la verità.” (“Mix pensò che a modo suo, senza parole, aveva detto la verità, poi però si sentì triste perché quella verità nascondeva un inganno e gli amici non si ingannano mai e poi mai.”) 8) “I veri amici condividono anche le piccole cose che allietano la vita.” 9) “Quando gli amici sono uniti, non possono essere sconfitti.” 10) “I veri amici si aiutano a superare qualsiasi difficoltà”.

Manca, a mio avviso, un più esplicito “un amico può anche farti incavolare a morte. Ci puoi litigare furiosamente, puoi non essere d’accordo con lui e dirglielo, restare magari un po’ arrabbiati ma poi, se il sentimento è davvero profondo, niente riesce a minare una vera amicizia”. Questo per evitare che, al primo inevitabile disaccordo con un amico/a, il bambino/a pensi di perdere irrimediabilmente qualcosa di prezioso.

Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico racconta di un gatto, Mix, e della sua amicizia con Max, un bimbo che cresce e poi diventa adulto assieme a lui. Quest’ultimo gli lascia i suoi spazi, riconosce il suo bisogno di indipendenza, gli consente di esplorare il mondo in un rapporto di reciproca stima e fedeltà che oltrepassa anche gli ostacoli della malattia.

Invecchiando, il gatto diventa cieco e Max (mai definito il “padrone” di Mix) adegua l’ambiente casalingo alla sua nuova condizione. Come afferma l’autore“Potrei dire che Mix è il gatto di Max, oppure che Max è l’umano di Mix, ma come ci insegna la vita non è giusto che una persona sia padrona di un’altra… quindi diciamo che Max e Mix, o Mix e Max, si vogliono bene.”

Mex è il terzo elemento in questa amicizia fra diversi: un umano, un gatto e infine un topo. Un animaletto logorroico, divertente, vigliacco per sua stessa ammissione e perennemente affamato, un individuo che, nel suo primo incontro con il gatto, riesce ad aver salva la vita grazie alla sua astuzia e soprattutto alla tolleranza di Mix.

E’ adorabilmente insopportabile, quel topolino, eppure i due si completano a meraviglia. Mex (il topo), regala al suo amico occhi nuovi con cui leggere ancora le immagini della vita. Gli racconta ciò che vede fuori dalla finestra, nessun particolare escluso, fino a donargli il coraggio di avventurarsi di nuovo sui tetti così come faceva prima che perdesse la vista. I due volano assieme, da un tetto all’altro. I topo se la fa addosso dalla paura a volare aggrappato alla groppa di Mix, eppure vince i suoi timori perché sa che il gatto ha bisogno di respirare di nuovo la sua libertà, di vivere così come faceva quando aveva occhi suoi con i quali muoversi. Coraggio reciproco nella paura e nelle difficoltà: è questo che si scambiano i due amici. Ed è fortissimo un messaggio: in realtà è Mix, il gatto disabile, a infondere coraggio a Mex il topolino. E’ il regalo di un accudimento reciproco, una nuova quotidianità per entrambi, fatta di gesti semplici e forse banali, ma vitali per entrambi.

Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico aiuta a comprendere il valore e il senso dell’amicizia e a sensibilizzarsi verso chi ha meno strumenti di vita a sua disposizione eppure lotta quotidianamente per assaporare l’esistenza, sapendo di essere diverso pur valendo come chiunque altro.

Età consigliata: a partire dai 6 anni.

Superboy

: dopo tanti libri adatti a ragazzini della mia età, perché la nostra rubrica trattava principalmente di ragazzi ma chi ci legge potrebbe avere anche figli più piccoli, allora oggi recensiremo anche un libro per i più piccoli come questo. gatto-e-topo

Quello che mi è piaciuto tanto di Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico è che parla dell’amicizia di due animali che di solito si odiano, un po’ come quegli umani che si fanno la guerra. C’è un punto, per esempio, in cui gli umani si stupiscono di vedere un gatto e un topo insieme. C’è chi dice che il gatto andava in giro con un pupazzetto di peluche sulla schiena oppure uno strano fronzolo marroncino sul collo. Questo perché per molti è impossibile che due animali diversi facciano amicizia fra di loro, e secondo me non è giusto. Si chiamano pregiudizi, e rovinano la vita.

Per esempio: io sono amico di Andrea. Mica siamo uguali. Lui è dispettoso e mi dà fastidio un po’, io non ho molta pazienza (e neppure lui ne ha tanta, però!). Però gli voglio bene lo stesso. Io e lui ci scambiamo delle cose. Le figurine, per esempio. Perché tu a un amico gli devi dare qualcosa, non per forza una figurina. Se lui è triste, io gli racconto una barzelletta così almeno ride e sta un po’ meglio. E se sono triste io, lui mi fa ridere a prescindere, quindi è difficile che sono triste.

Il topo Mex mi fa ridere tanto, perché parla un casino, come me e la mia mamma. Però Mix, il gatto, lo sta ad ascoltare. Il topo, in cambio, gli racconta ciò che succede fuori dalla finestra perché a Mix capiterà una cosa brutta che si collega alle storia. Però non ve la dico perché è una sorpresa…

Non si raccontano troppi particolari del libro perché dopo non ti va più di leggere, e allora uno poi che le fa a fare le recensioni? Per togliere le sorprese?

Tutte le cose raccontate sull’amicizia non sono facili da mettere in atto. Ci vuole taaaaaaaaanta pazienza. Però per un amico sì, poi si scova da qualche parte, negli angolini della tua mente. E questa cosa ti rende felice.

E’ una storia anche un po’ triste, però a un bambino si può raccontare anche una cosa un po’ triste, dipende dalla sensibilità del bambino. Triste, però non fa piangere. Ti insegna ad essere paziente e tollerante con chi è diverso da te.

Età consigliata: lo consiglio a partire anche dai 3 anni in poi.

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