La mia convivente spesso se ne andava via di casa, per ritornare dalla madre, portando con se nostra figlia.
L’ultima volta io sono andato dai carabinieri a fare la denuncia e lei, in presenza dei nostri legali e delle forze dell’ordine, ha dichiarato di voler tornare a vivere con i suoi portando con sè la bambina. Il mio avvocato mi ha consigliato di cambiare la serratura e quando lei ha cercato di rientrare a casa per prendere le cose non riuscendo ad entrare, mi ha fatto mandare una lettera dal suo avvocato richiedendomi copia della chiave. A questa richiesta il mio avvocato ha risposto che lei avrebbe potuto prendere tutto ciò che le apparteneva, quando riteneva opportuno, ma solo in mia presenza.
Ad oggi io vedo la bambina solo 2 volte a settimana dalle 16.30 alle 20.00 ed a fine settimana alterni dal sabato alle 16.30 fino alle 20.00 di domenica.
Faccio il vigilante e, se non riesco a vederla in quei giorni a causa dei turni, la mia ex convivente non me la vuole far vedere in altri giorni.
Inoltre adesso mi ha fatto causa perchè non le ho dato le chiavi della casa. La sua affermazione che voleva tornare dai suoi davanti alle forze dell’ordine non significa nulla?
Io avrei dovuto consentirgli l’andirivieni da casa mia a suo piacimento?
Inoltre vuole un assegno per la bambina di 500 euro pur sapendo che io percepisco circa 1200 euro al mese.
Purtroppo il momento della crisi e della presa di coscenza che un rapporto familiare è finito, spesso, è fatto di andirivieni, di allontanamenti e di ritorni. Personalmente penso che sia assolutamente da evitare coinvolgere i bambini in queste fasi alterne,imponendo loro di andare e venire da casa solo per assecondare gli umori di un genitore.
Indubbiamente la sua convivente non aveva alcun diritto di allontanare la bambina da casa per lunghi periodi nel modo in cui ha fatto, ma è certo che, in assenza di vincolo matrimoniale, la tutela dei diritti dei genitori tende ancora, purtroppo, ad essere più blanda.
Io personalmente non avrei consigliato di cambiare la serratura, perchè è comunque un gesto volto ad accendere i contrasti piuttosto che a risolverli, ma non mi permetto neanche di sindacare il parere di un collega che sarà stato sicuramente fondato sulla situazione di fatto. Sono certa, però, che la dichiarazione resa innanzi ai Carabinieri sul fatto che lei volesse allontanarsi da casa, le sarà utilissima nella causa civile per i presunti danni dovuti al cambiamento della serratura.
Purtroppo non si può evitare a qualcuno di fare causa, anche in modo poco sensato, al più si cerca di evitare che la vinca! Tra l’altro penso che alla sua ex non sarà neanche facile dimostrare di aver ricevuto tanto danno per questa impossibilità di entrare in una casa che aveva già dichiarato di voler lasciare, dato che comunque le è stato permesso l’accesso con determinati tempi ed orari (cosa, questa, più che legittima).
Per quanto riguarda il diritto di visita a sua figlia, quello che praticate voi è una formula piuttosto diffusa: due pomeriggi a settimana e fine settimana alterni. Tolto il tempo che la bambina è a scuola e le notti, se ci pensa, si tratta più o meno della metà del tempo libero. Ai bambini, poi, fa molto bene avere orari e tempi organizzati e prevedibili, hanno bisogno della loro routine, soprattutto i bambini che si trovano a frequentare le due case dei genitori.
Immagino che i turni di lavoro possano influire sulla regolarità di questa organizzazione. Non so se i tempi di visita sono stati decisi dal Tribunale o da voi genitori in via di accordo privato, però, nel primo caso, è sempre possibile far presente al Tribunale che c’è bisogno di maggior elasticità: normalmente i giudici vogliono favorire la frequentazione del genitore non convivente, non ostacolarla. Faccia delle proposte alternative sostenibili non solo per i suoi turni di lavoro, ma anche per la bambina.
Per quanto riguarda l’assegno di mantenimento, non conta molto cosa “voglia” la sua ex: normalmente più di un terzo della retribuzione, se questa è piuttosto bassa, non si riconosce mai. Se la sua ex non si accorda su una cifra più ragionevole e lei ritiene di non poter sostenere questa, fate decidere al giudice (per la competenza si veda qui), che valuterà con dichiarazioni dei redditi alla mano.
io e mia moglie abiamo una casa di nostra proprieta dove siamo anche residenti . siamo sposati da 50 anni adesso e andata da i carabinieri a denunciarmi che sono violento. non e vero il vero pero che abbiamo 2 figli gia sposati che vivono in Germania e vogliono venire a passare le ferie a casa nostra. il tutto me la raccontato mia moglie che i carabinieri mi venivono ad arrestare che pero mia moglie a pregato i carabinieri di non arrestarmi . solo pero che non posso avicinarmi alla casa di mia proprieta e anche residente per che devo stare lontano da mia moglie . come mi devo comportare cordiali saluti da Antonio Rocco
Buongiorno, circa una settimana fa, dopo un acceso diverbio con la mia compagna dove io ho alzato molto la voce e sbattuto qualche rivista a terra e nulla di più, il giorno dopo, senza preavviso, ha preso nostra figlia e si è allontanata da casa andandomi a denunciare ai carabinieri (che dopo una settimana non mi hanno ancora mandato a chiamare).
In una settimana mi ha fatto vedere pochissimo nostra figlia e solo in presenza dei suoi parenti (zio e zia, sorella separata e nuovo compagno della suddetta) i quali mi hanno addirittura nel primo incontro separato fisicamente da mia figlia minacciato e pedinato per tutto il tempo che ho passato con lei e la mia compagna.
Io per ora non sto facendo nulla ed ho ingoiato il rospo. Per curare gli attacchi di ira di cui soffro (sporadici e senza mai conseguenze fisiche o minacce per nessuno) ho deciso finalmente di intraprendere un percorso terapeutico da uno psicologo che mi segue due volte alla settimana anche per dimostrarle la mia buona volontà di curarmi visto che l’autocontrollo funziona per un po’ ma poi sotto stress il rischio di esagerare con il volume della voce aumenta.
Ora sono disperato perchè vorrei ricucire il rapporto con la mia compagna che amo ancora, siamo insieme da 17 anni e conviviamo da 11, tutti i nostri amici sono dispiaciuti e tifano per noi. Lei a tratti sembra dare qualche possibilità e a tratti sembra confusa. Io le ho detto che lascio casa subito purchè lei e la bambina (3 anni e mezzo) tornino qui ma per ora non ne vuole sapere; dice che lo farà ma non subito. Dal giorno stesso parlava già di documenti per la separazione ecc ecc le ho detto di farmeli vedere che li avrei anche firmati se tornava a casa con la figlia (sempre fermo il fatto che mi sarei allontanato io) ma nulla. Ho paura che qualcuno la stia consigliando per il peggio, non è da lei ma sembra quasi una tattica, non so cosa fare; la assecondo sperando che con il tempo si riprenda e ragioni più lucidamente.
Ha detto di essere molto esaurita, in effetti è molto stanca, io ho un lavoro impegnativo e non riesco ad aiutarla molto.
Non so cosa pensare, vi sembra normale tutto questo? Secondo voi dovrei tutelarmi in qualche modo? Non sono una persona assolutamente pericolosa per nessuno, non ho mai aggredito nessuno e sono una persona stimata e rispettata da tutti. Mi sembra di essere precipitato in un incubo e non so se aspettare fa bene.
Buongiorno,
Mio figlio dopo due anni e mezzo di convivenza la ragazza è andata via, ora dopo cinque mesi vuole la metà dei mobili che hanno comprato, non mi sembra giusto visto che per tutto questo tempo non ha mai lavorato, mio figlio ha messo la caparra della casa, due anni e mezzo d’affitto, è mantenuta per tutto questo tempo.
Non è mio figlio che deve chiedere casomai un rimborso di quanto speso in questi anni?
Se qualcuno mi da qualche risposta grazie
Buongiorno io hó convissuto x 22 anni il mio compagno a la residenza in altro paese ma in casamia l”abbiamo deciso nel 20005
Per pagare meno sulle bollette ,
Ma in realtà siamo sempre stati insieme dove io hó la residenza e un figlio da lui riconosciuto è maggiorenne a vent’anni
Il mio compagno e morto a luglio sul lavoro
Io vorrei sapere se con prove validi e testimoni riesca tramite il giudice a far riconoscere la mia convivenza per poter avere la riversabilita della pensione ,
Non ero purtroppo a conoscenza della legge Cirinnà,
Salve, vorrei porre un quesito in materia di diritto di famiglia. Ho due amici (fratelli) nati prima del 1975 da una relazione extra coniugale (entrambi i genitori sposati). Loro non portano il cognome del loro padre naturale, ma del marito della loro madre (con il quale non hanno mai avuto nessun tipo di rapporto). La madre da piccoli li ha abbandonati e loro sono cresciuti con il loro padre naturale. Quando il mio amico aveva 13 anni e la sorella era già maggiorenne, il padre naturale è venuto a mancare e loro sono cresciuti da soli.
Adesso, dopo trent’anni la madre si è rifatta viva, avendo ogni tanto contatti con la sorella del mio amico. Da qualche settimana, la madre si è ammalata e loro temono che, date le condizioni di indigenza della donna, siano obbligati a mantenerla ed assisterla. Loro non hanno intenzione di farlo. Sono obbligati ad assisterla anche se lei li ha abbandonati? E se si rifiutassero a cosa andrebbero incontro?
Inoltre, il mio amico non è sposato e non ha figli. Se dovesse venire a mancare a chi andrebbero i suoi beni? Le dico che il padre naturale è morto (e ha dei figli avuti con la sua moglie), la madre dei miei amici è ancora viva ( e vive in una casa in affitto con delle amiche) e il marito della madre è ancora vivo e ha dei figli (che non sono fratelli dei miei amici). C’è la possibilità che i suoi beni possano andare in futuro anche ai figli del padre naturale e ai figli del marito di sua madre?
Chiedo scusa in anticipo se è stata fatta qualche confusione e nell’attesa di una vostra celere e cortese riposta, porgo i miei più cordiali saluti.
Buongiorno
sono Massimo e mi sono lasciato da Giugno dell’anno scorso con la mia ex convivente.Prima di convivere possedevo una casa di mia proprietà che poi ho venduto(guadagnando quasi niente)per acquistare una casa più nuova nel paese nativo della mia convivente e parlando anche suo padre era d’accordo di questa scelta.La casa è intestata a lei come il mutuo.All’inizio,per circa 2 anni, versavo circa 450 euro al mese direttamente nella sua banca rilasciandomi la ricevuta poi nei 3 anni seguenti davo il mio contributo direttamente a lei in mano.Oltre a questo pagavo anche le bollette di enel e gas.Purtroppo le cose tra me e lei non sono andate bene e ci siamo separati.Lei è tornata dai suoi genitori e la casa(non riuscendo a mantenerla) la affittata avendo un’entrata a fine mese(lei è operaia fissa da qualche anno).Pure io sono tornato dai miei per 2 motivi:primo ho avuto una grave depressione per la separazione e ho avuto bisogno di un sostegno,secondo non ho i soldi per comperare una casetta come avevo un tempo.Volevo sapere se quello che ho pagato in questi anni possano rientrarmi nelle mie scarse finanze per acquistare un immobile e rifarmi una vita. Abbiamo un figlio di 4 anni e sta con la madre.Il dispiacere è che non possa crescere come in una famiglia con mamma e papà ed io non vedo l’ora che arrivi il fine settimana per stare insieme.
Restando in attesa di Vostra risposta porgo
Cordiali saluti
Buongiorno vi scrivo per avere questo tipo di informazione.
Io e il mio compagno conviviamo da circa sette annni. Abbiamo una casa al 50% di cui stiamo pagando ad oggi il mutuo. Abbiamo un bambino di due anni e sei mesi. Io sono assunta a tempo indeterminato, lui è libero professionista.
Stiamo valutando l’ipotesi di lasciarci (consensualmente).
Come ci dobbiamo comportare avendo un bambino al fine di tutelarlo al meglio?
Dobbiamo obbligatoriamente rivolgerci ad un avvocato oppure se troviamo un accordo pacifico tra noi sulla gestione del piccolo potrebbe andare comunque bene?
Volevo chiedervi quali sono i miei diritti ma soprattutto quelli del padre nei confronti di nostro figlio essendo noi solo conviventi.
Resto in attesa
Cordiali saluti
Buon giorno.Mi trovo in una situazione brutta.Convivevo con un italiano,io sono bulgara.Abiamo una figlia di 5 anni.Da un mese siamo separati.Lui mi ha lachato la casa.Il problema e. Che lui non mi dapermesso di portare la bambina in Bulgaria,per visitare la mia famiglia li.Volevo chiedere se ce una posibillita di portarla?Grazie mille.
Salve Silvia,
Io e il mio ex marito siamo separati legalmente da 7 anni. Abitiamo tutti e due al sud di Italia, lui manda in modo regolare il mantenimento alla bimba. Io attualmente non faccio un lavoro fisso, mi arrangio con qualche lavoretto di pulizie, a volte il bar e così via, ma sono sola e quindi ho difficoltà a trovare un lavoro costante per motivi organizzativi con mia figlia e per di più lavoro ormai non si trova, quindi siamo costrette a passare grossi periodi di difficoltà. La situazione si complica sempre di più e le spesse sono tante. Ho mia sorella a Torino che mi sta aiutando a cercare casa e eventualmente anche un lavoro. La mia decisione è di trasferirmi lì, perche ho più possibilità di emergere e offrire qualcosa in più a mia figlia, poi avrò anche l’aiuto e il supporto di mia sorella, tale decisione è stata comunicata al padre della bimba che si oppone e non vorrebbe il mio trasferimento perche certamente diminuirebbero le frequentazione con sua figlia. Io ho dato la mia disponibilità a far si che la bimba possa raggiungere suo padre nel mese di vacanza e durante le feste di natale e i ponti che fanno normalmente a scuola. Ho veramente bisogno di poter offrire una vita fatta di meno rinuncie e difficoltà economiche a lei. Può lui ostacolarmi in qualche modo. Grazie.