La routine secondo Tracy Hogg da 0 a 6 mesi: That’s EASY!

tracy hoggCi sono diversi studi che mostrano che i bambini, di qualsiasi genere e tipo ed età, traggono giovamento dal seguire una routine organizzata durante la giornata. E infatti persino negli asili e nei nidi, si sta molto attenti a seguire delle routine precise.
Tracy Hogg basa tutto il suo metodo su una routine di eventi da ripetersi sempre nello stesso ordine durante la giornata. Non è certo l’unica a proporre di seguire una routine regolare, persino il terrore di tutti i bimbi, il “terribile” Estivill sostiene che ai bambini piace sapere cosa aspettarsi, e consiglia di ripetere sempre la stessa procedura prima della nanna.
Certamente ci sono quei bambini che vi si adattano più facilmente e quelli che sembrano fare di tutto per andare al loro ritmo, e a volte risulta difficile trovare una routine che vada bene per tutti. E questo è forse il vantaggio del metodo di Tracy Hogg, la sua flessibilità e possibilità di adattamento al temperamento del bambino, e nel limite del possibile alle esigenze della famiglia.

La routine proposta da Tracy Hogg infatti, non è una tabella di marcia con orari precisi da rispettare, ma una ripetizione di eventi in un ordine prestabilito, che permette a bambino e mamma di sapere con esattezza quale è il prossimo passo (parlo di mamma, e non di papà, perché sto assumendo che i primi mesi ci sia il papà con il bimbo, ma in realtà è una assunzione totalmente scorretta e se dovesse passare di qui qualche papà, chiedo venia per questa generalizzazione).
Per aiutare i genitori a ricordarsi come procedere, Tracy Hogg ha introdotto l’acronimo E.A.S.Y. (ossia facile in inglese)
E. come EAT, ossia mangiare, è il punto di partenza. Come dire che con la pancia piena si ragiona meglio. Prima cosa che si fa appena svegli è quindi quella di allattare il piccolo.
A. come ACTIVITY, ossia attività. Una volta riempita la pancia, abbiamo bisogno di un po’ di movimento per aiutare la digestione prima di poter tornare nel bel mondo dei sogni. Il tipo di attività (e la durata) dovrà naturalmente essere commisurata all’età del bambino.
S. come SLEEP, ossia dormire. Un sano sonno ristoratore prima di ricominciare tutto da capo.
Y. come YOU, ossia tu, mamma, che ti dedichi interamente al tuo piccolo, ma che hai bisogno di prenderti cura anche di te stessa. E infatti mi viene da chiederti: ma ti sei pettinata stamattina???

Ovviamente la domanda nasce spontanea: si, ma quanto dura ogni parte? Se siete tipe come me, in cerca di certezze nella vita, allora la risposta non vi piacerà, perché è una di quelle che lascia troppe zone grigie. Infatti la risposta è: quanto basta. Perché in realtà la verità è che ogni bambino è diverso e ci sono quelli con un orologio biologico dentro di quelli che non si scardinano neanche con le bombe. Il trucco infatti non è quello di imporre un ritmo al bambino, quanto quello di trovare un ritmo insieme al bambino, prendendo in considerazione prima di tutto i suoi bisogni, e usare l’eventuale margine per tenere conto anche dei propri bisogni di adulti.

Partiamo quindi dai suoi bisogni.
Mediamente i bambini al di sotto dei 3 mesi hanno bisogno di essere allattati ogni 3 ore circa, mentre i bambini al di sopra dei 3 mesi possono essere allattati ogni 4 ore circa. Il tempo tra l’inizio di una poppata e l’inizio della successiva è quello che segna la durata di un ciclo EASY.
Attenzione, avete notato che ho usato le parole: circa e mediamente? Potrei aggiungere più o meno a proposito del passaggio da 3 a 4 ore, perché non è certo una cosa che uno cambia da un giorno all’altro, ma un processo che avviene più o meno spontaneamente intorno ai 3 mesi, circa.

Ma insomma come funziona questa routine EASY?
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che Luigino (7 settimane) si sveglia alle 7 del mattino, e venga allattato. Diciamo che la poppata dura ad esempio 30-45 minuti (a proposito, lo allattate da entrambi i lati o da una parte sola? Leggete qui: Ecco perché allatto da un lato solo). Poi si tira su e gli si fa fare il ruttino. Si fanno un po’ di coccole e poi ci si organizza per il cambio del pannolino. Nel momento topico lui vi annaffia con la sua pipì santa. Voi iniziate con i vostri sproloqui preferiti, tamponate la pipì alla meno peggio, gli mettete un nuovo pannolino, lo cambiate interamente, mentre gli cantate una canzoncina. Attaccate la giostrina, e intanto vi cambiate voi (se siete fortunate). A quel punto guardate l’ora e vi accorgete che siete arrivati alle 8.30 circa. Non era esattamente quello che avevate pensato quando avete letto la A di Activity, vero? A questo punto dovete fare attenzione ai segnali che vi lancia vostro figlio (leggete il post sul sonno secondo Tracy Hogg). Appena inizia a sbadigliare, è il momento di togliere tutto e portarlo nella sua stanza. Abbassate le luci, tenetelo in braccio e cantate la ninna nanna. Poi gli date un po’ pacche sulla schiena pat pat e sh sh sh lo mettete a dormire. Il tempo di addormentamento in media dura almeno 20 minuti. Sempre in media, perché ci sono bimbi che si addormentano in 10 minuti e quelli che hanno bisogno di 45 minuti. Rimanete li con lui finchè non è andato nel mondo dei sogni.
A questo punto se tutto va bene dormirà per 45 minuti circa. Questo significa che avete 45 minuti di tempo per voi (si, sto parlando di Y come You!) Ho detto se tutto va bene. Ma in questo post facciamo questa ipotesi, dai (altrimenti andatevi a leggere: Tracy Hogg risolve i vostri problemi di sonno).
Quando si sveglierà saranno circa le 10, e quindi è arrivato il momento di iniziare un nuovo ciclo EASY.

La routine di un neonato da 0 a 3 mesi circa sarà quindi, più o meno, approssimativamente, forse, simile a questa:

7:00 Sveglia e poppata
7:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
8:40 inizio addormentamento
9:00 lui dorme e te ti riposi
10:00 Sveglia e poppata
10:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
11:40 inizio addormentamento
12:00 lui dorme e te ti riposi
13:00 Sveglia e poppata
13:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
14:40 inizio addormentamento
15:00 lui dorme e te ti riposi
16:00 Sveglia e poppata
16:45 Attività (cambio di pannolino e poco più)
17:40 inizio addormentamento
18:00 lui dorme e te ti riposi
19:00 Sveglia e poppata
19:45 attività (bagnetto serale?)
20:00 nanna per la notte
22:00 poppata in semiveglia

Durante la notte il neonato deve essere allattato nel sonno (sempre ogni 3 ore circa), o comunque al minimo di interazione possibile. Se dovete cambiargli il pannolino fatelo tenendo la luce bassa, al semi buio, e cercate di non fargli fare nessun genere di attività. Non cantate ninna nanna, non accendente musichette, non fate nulla che possa svegliarlo interamente. Se il neonato di poche settimane non si sveglia da solo per mangiare, bisogna svegliarlo al massimo dopo 4 ore, per evitare che si indebolisca troppo. Questo èvero soprattutto nelle prime settimane, prima che l’allattamento riesca ad ingranare per bene. Può succedere che alcuni bambini sono troppo deboli per svegliarsi da soli, e meno mangiano più diventano deboli. E poi a voi vi vengono le paranoie sul vostro latte che invece non c‘entra proprio nulla. Quindi svegliatelo per mangiare!
Questa raccomandazione vale anche di giorno. La flessibilità del metodo di Tracy Hogg permette di anticipare una poppata di mezzora se si sveglia un po’ prima e non si riesce a farlo riaddormentare, oppure ritardarla se dorme un po’ più a lungo. Il passaggio da una fase alla successiva è infatti dettato in qualche modo dai segnali che lancia il bambino che sono ben diversi in caso di fame, sonno o dolori.

Che succede intorno ai 3-4 mesi? Succede che il bambino è più grande, riesce a mettersi più latte nello stomaco in meno tempo, e inoltre non ha più bisogno di mangiare troppo di frequente, e riesce a rimanere sveglio un po’ più a lungo. Come conseguenza la routine EASY si modifica leggermente su cicli di 4 ore circa.

La routine di un neonato da 3 a 6 mesi circa sarà quindi, più o meno, approssimativamente, forse, simile a questa:

7.00 poppata
7.30 attività
8.30 sonnellino di circa 1 ora e mezza/2 ore
11.00 poppata
11.30 attività
13.00 sonnellino di circa 1 ora e mezza/2 ore
15.00 poppata
15.30 attività
17.00 sonnellino solo se mostra di avere sonno mezzora/45 minuti circa
19.00 poppata
20.00 a letto per la notte
21.00 poppata ravvicinata in semiveglia
23.00 altra poppata ravvicinata in semiveglia

La routine EASY può essere applicata fin dai primi giorni di vita del bimbo, se la montata lattea ha funzionato bene. Altrimenti lasciate stare EASY e attaccate il piccolo al seno più possibile finché non arriva la montata. A quel punto entrate a regime con EASY.

Tanto lo so che adesso state li con l’orologio in mano a controllare i vostri orari. Allora vi rimetto qui un po’ di parole chiave: circa, mediamente, più o meno, approssimativamente, ad occhio e croce, o come diciamo a Roma: famo a capisse.

L’ultima cosa che sento di dovervi dire: la routine verrà stravolta più o meno sempre, ma anche qui dipende dai bambini:
– ogni volta che si ammala
– ogni volta che mette i denti
– ogni volta che viaggiate
– ogni volta che avete una visita
– ogni volta che uscite a cena
– ogni volta che ha un salto di crescita (leggete sui salti di crescita)
Però se il bambino è abituato a seguire la routine EASY sarà facilissimo ritornare a regime una volta passato il fattore di disturbo.
Tutto chiaro?

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307 thoughts on “La routine secondo Tracy Hogg da 0 a 6 mesi: That’s EASY!”

  1. Ciao di nuovo a tutte.

    @Serena solo adesso ho letto la tua risosta al mio dubbio sulle 5 poppate ma ti spiego meglio il problema.

    Come già detto, Vale ha 6 mesi compiuti e Ho iniziato a svezzarla da quasi 3 settimane.
    Prima mi mangiava quasi 200 di latte x 4 poppate + il pranzo, pappa+frutta, alle 12,00.Partendo dalla pappa delle 12,00/12,30, verso le 16,00 prendeva 150 di latte poi alle 20,00 e infine poppata ravvicinata verso le 23,00 e nanna fino alle 5,30-6,30

    Poi da 1 settimana nn ne vuole sapere del latte. Premettendo che adesso metto il vasetto intero di omoeneizzato e mangia sempre 1/2 vasetto di frutta.
    Cercando di mantenere anche i 4 pasti di latte quella delle 20,00 nn la vuole proprio e quella delle 23,00 ne prende solo 140 su 210 di prima e poi comincia a piangere e sta male svegliandosi di continuo la notte ma cmq nn vuole mangiare.

    Così ho provato con pappa + 3 pasti da 210 di latte, come consigliato dal pediatra.

    Partendo dalla pappa delle 12,00/12,30 prende il latte veso le 17,30 e ne prende 150, si addormenta verso le 18,30 per 1h poi la poppata della notte verso le 22,30/23,00 ma cmq è un dramma xchè ne prende poco, e facendo + riprese, sempre 150.

    Si addormenta nel giro di 15 minuti ma poi si sveglia 2/3 volte di notte. La prima volta, verso le 3-3,30 si riaddormenta da sola poi dalle 5-5,30 almeno altre 2 volte ci vuole il ciuccio, si addormenta subito ma in ogni caso nn vuole mangiare.

    Mi sapete dare un aiuto del xchè adesso lamenta problemi di sonno ma a volte anche un pò di agitazione nel sonno?
    NN è che nn vuole + il latte e vuole nmangiare anche di sera?

    Boh….. se potete datemi una mano.
    Cmq ha una sorta di routine anche se a volte con delle variazioni.

    Grazie

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    • @mammadisperata anche io come Elisa ho subito pensato a problemi legati allo svezzamento. Alcuni bambini iniziano ad avere risvegli più frequenti con l’introduzione di cibi solidi. Entrambi i miei bimbi hanno avuto problemi di intolleranza al latte vaccino, quindi il famoso cucchiaio di parmigiano nel pappone li faceva contorcere di dolori. Prova a parlarne con il pediatra.

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  2. Ho scorto vari errori mi fa troppo ridere..!!! Mi sembri una professoressa a scuola.. peccato ho da dirti che non m devi insegnare nulla, le tue opinioni sono tue e per me sono errori quelle 🙂
    Allora.. magari non l’hai letto.. ma io il lbro della Hogg l’ho letto un paio di mesi fa.. quindimio figlioletto primo era già grandicello.. e che semplicemente mi ritrovo a pensarla come lei.. ripeto.. ho letto un libro che sembrava quasi avessi scritto io!! Quindi io non parlo di quello che ho letto, di studi.. non me ne può fregare di meno del dottore che dice quello e quell’altro.. perchè fra un mese fa un altro dtudio e se lo rigira come vuole lui!!! E’ testato cosi.. è un errore anche questo? 🙂
    senti giuro io non ho tempo da perdere a discuter ne con te ne con altre che pensano di essere le mamme modello perchè lasciano la vita dei figli allo sbaraglio e dnno dell’egoiste alle altre donne..!!!
    Mia madre ha sempre lavorato e io non ho mai sentito la mananza di mia madre.. perchè era sempre presente cmq!!!!!!! Ma quando mai!!!!
    poi ripreciso che sono contro la tetta e contro il ciuccio.. i miei figli lo ciucciano un paio di volte prima di addormentarsi e poi o buttano e nemmeno sempre perchè se colgo il momento del sonno e non c’è nessuna interferenza per portarli a nanna non ce n’è nemmeno bisogno!!!
    Ma che tristezza le tue ultime parole… è molto piu brutto un bambino ce dipende dallla mamma per tutto.. anche per addormentarsi.. e se non lo porti a spasso per un ora ne passeggino non s addormenta.. povero bimbo… quelo bambino avrà problemi!!!!
    Cmq ripeto non posso perdere tempo a rispondere a queste cose.. perchè chiaro che non siam sulla stessa linea.. ma non mi interessa nemmeno che tu lo sa!! Io ho scritto per aiutare mamme che realmente ne hanno bisogno.. se tu sei cosi brava ben venga dai consigli costruttivi.. non teorie e accuse!!!
    Com’è quel detto?? …se la volpe non arriva all’uva….??? lo conosci?

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  3. Asia, ho scorto vari errori di fondo alle tue teorie espresse con un elenco numerato, ma mi soffermerò solo su quelli che a mio avviso sono più gravi.
    Scrivi: “Tutti i bambini hanno bisogno della mamma e del papà. Ma possono trovarsi bene ovunque.”
    Io so che i bambini possono adattarsi a tutto, in particolare quando non hanno altra scelta (compresa quella di manifestare il proprio dissenso) ma questo sforzo di adattamento (che è tale anche se a noi non è palese come nel caso qui citato di un bimbo messo al nido a 2 mesi in confronto a un altro messo al nido a 2 anni) ha SEMPRE delle conseguenze, più o meno evidenti. E il ritenere che i bambini possano trovarsi bene ovunque testimonia solo il fatto che sono prevalenti le conseguenze meno evidenti.
    Il bambino ha bisogno della mamma. In sua assenza il bisogno sperimenta un vuoto. Questo bisogno quindi non sarà soddisfatto o non lo sarà al 100%. Un bisogno insoddisfatto rimarrà tale per tutto la vita. Ciò significa che ce lo portiamo dietro anche nella vita adulta. Cosa questo comporta? Tutto e niente, dipende dal bambino, dalla situazione, da tante tantissime cose. Ma ignorare che le nostre azioni di genitori non generino delle conseguenze a lungo termine, in particolar modo quando un bambino ha pochi mesi e tutto il mondo che lo circonda contribuisce a formare la sua personalità, è irresponsabile.

    Scrivi: “tanti dei problemi del sonno in età adulta hanno le loro origini proprio nelle primissime esperienze infantili.. appunto… prima imparano ad autocalmarsi e a non dipendere da te ne da una cullitati meglio è pe rloro e anche per il futur.”
    Oh mamma! Non so da dove cominciare.
    Ma come si può insegnare a un bambino ad auto calmarsi e a non dipendere dai genitori? O meglio, come si può farlo pensando che sia per il suo bene! E’ una forzatura, perché non è previsto in natura che il bambino non dipenda dal genitore, anche per dormire. Ed è la scienza a dirlo, mica io.
    E’ vero che il libro della Hogg si prende beffe di quei genitori che non insegnano ai bambini ad auto calmarsi perché mica potrai addormentare in braccio un bambino di 10kg… (questa la spiegazione scientifica della Hogg, mi pare) ma il bambino di cosa ha bisogno veramente?
    Perché è indubbio che i genitori sono più sereni se il bambino si addormenta da solo e non rompe più di tanto, meglio se non si sveglia nemmeno la notte (peccato che il sonno REM dei bambini sia diverso da quello degli adulti…) ma al contrario ho serie perplessità in merito al bisogno di auto calmarsi del bambino. E’ un piccolo, minuscolo bambino, programmato per stare vicino, attaccato al genitore. Come può ragionevolmente essere positivo per lui addormentarsi da solo in un lettino? Può riuscire a farlo, così come tanti bambini sopportano anche cose peggiori (purtroppo) perché amano i loro genitori e si fidano di loro, ma non è ciò di cui ha bisogno.
    Ha bisogno di riposare, questo sì (per le ore necessarie a quel bambino, che si imparano solo osservandolo), indipendentemente dal metodo (questo per dire che le mamme che mettono sempre la tetta in bocca non sono molto diverse da quelle che mettono sempre il ciuccio in bocca, non guardano ciò che vuole il bambino) ma il metodo di addormentamento della Hogg prescinde dal bisogno specifico del bambino, si applica a tutti indiscriminatamente, compreso quel povero bimbo che nel sul libro viene preso in braccio e rimesso nel lettino per un numero di volte tale da far rabbrividire credo anche voi.

    E mi spiace smentirti anche sui problemi futuri di sonno. Generalmente sono proprio coloro che non hanno avuto un approccio naturale al sonno a manifestare problemi nella vita adulta, così come sento di tanti bimbi costretti alla loro cameretta che appena possono camminare se ne vanno a dormire in stanza coi genitori. Una saggia bimba che conosco, all’età di 7 anni, chiedeva arrabbiata ai proprio genitori: “ma se voi che siete adulti dormite insieme perché io che sono bambina devo dormire da sola!!!!”.
    Noi siamo animali empatici, abbiamo bisogno del contatto, della vicinanza fisica per crescere armoniosi.
    Poi dici che i bambini devono imparare il prima possibile a non dipendere dal genitore. Mi fa sorridere perché a pochi mesi ci si dice che i bambini devono imparare ad arrangiarsi da soli, poi quando raggiungono i due anni, nel pieno della loro naturale ricerca di autonomia, li si castra in modi fantasiosi per racchiuderli all’interno di paletti rigorosamente decisi dai genitori e decisamente contrari ai loro bisogni di autonomia. Ma a parte questo, il bambino DEVE dipendere dal genitore, non è previsto in natura che non sia così. Arriva per tutti i bambini un momento in cui la dipendenza svanisce autonomamente e attendere questo momento è l’unico modo per far sì che il bisogno di dipendenza sia completamente soddisfatto e quindi non più necessario.
    Se lo si costringe all’autonomia troppo presto, il bisogno di dipendenza rimarrà sempre inappagato. Ma solo io vedo cosa significhi la non soddisfazione di un bisogno primario? E’ come se i miei genitori mi dessero da mangiare solo latte per due anni, la mia crescita subirebbe delle conseguenze, no?
    Scusate il papiro.

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  4. Per tutte le mamme che non dormono e che hanno bimbi che non dormono… un consiglio…non rassegnatevi alla situazione convincendovi che è cosi e basta.. il lavoro è lungo.. educare un figlio a dormire.. a mangiare… a vivere… è un piacre ma è difficile.. seguite le esigeze dei vostri figli.. aitateli ad essere capiti da voi.. ve ne saranno grati… avrete tutti una vita più serena.. vedo tante mamme tristi e insoddisfatte… mi dispiace.. e io auguro la felicità a tutte voi..

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  5. si in effetti la discussione non porta a nulla..!!Io con te posso anche chiuderla qui!! Ma sai cos’è? Che le cose che mi dici a me non toccano minimamente?? Manco ci penso offendermi! Ho troppa autostima e credo troppo in come sono!! Co me ti va male 🙂 mi dispiacciono i tuoi sorrisi tristi.. pechè io proprio non riesco ad averne :-))

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  6. Asia? Ma ci senti? Mio figlio sta bene, è felice. Dimostra chiaramente che non gli serve dormire più di quello che dorme. Certo non sparisce di scena, è un tipetto presente, ma, una volta capìta la cosa, mi ci sono trovata bene, adattata felicemente. Ma uno che ride tutto il giorno, che ha camminato prestissimo e a nemmeno un anno e mezzo parla già un bel po’ per dirti cose allegre, attivo, sereno, intraprendente, uno che mi bacia tutto il giorno con enfasi, tu uno così lo vedi in difficoltà che ti dice: “mammma, ti prego, fammi dormireeee!”??? O forse vuoi insinuare che sono pure bugiarda e ti descrivo mio figlio come non è? Si sa mai.

    Che hai che non lo puoi accettare? Che ti hanno messo in testa, che ti sei messa in testa, che solo come i tuoi figli va bene e solo così si è sani e giusti? Dove sta il problema?

    NON SONO RASSEGNATAAAAA!!!! Hai sentito così? Sarà per quello che ti pare di avermi trattata coi guanti. Chissà come ti saresti sentita se io chiaro e tondo, siccome non fai come me e i tuoi figli non sono come i miei, mi fossi mi fossi inventata per fare all’inverso, che so, che sei un’egoista che vuole imbrigliare i figli negli schemi per riuscire a cavarsela, che li interpreta a proprio uso e consumo, che la tua scarsa autostima non regge gli imprevisti, che fai finta che vada bene così perché non hai la forza di guardarti dentro, e ti manca la capacità di sacrificarti un poco per gli altri? Che mi spiace proprio per i tuoi bambini, poveretti, che hanno a che fare con te che non ci arrivi? Mi spiace davvero per un altro motivo: mi sembra che la discussione la stai rendendo sterile tu e, se continui con questi argomenti, io mi fermo e non ci perdo altro tempo. Ti lascio andare da sola. Con uno dei miei soliti abbracci dispiaciuti e un po’ tristi, quando non ci si capisce proprio per niente a me duole sempre un po’.

    Saluti a tutti e a presto per un discorso più costruttivo.

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  7. @ elisa i mieie non sono insulti… mi dispiace la tua rassegnazione e la tua convinzione che tuo figlio non abbia bisoni di dormire!Ma per il bambno!!..!

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  8. Asia cara, calmati: mi hai inanellato una serie di insulti! Egoista, priva di autostima, ingiusta e degenere madre che non cura i bisogni dei suoi figli. Mi fai sorridere triste.

    Il mio bambino non dorme perché non ne ha bisogno, non si è mai fatto crisi di pianto. Perché non ci vuoi credere? E’ un tipetto simpatico e felice, lui semplicemente è così. Capisci che stortura se mio figlio ti crea tanti problemi perché mette in crisi le tue certezze? E dove sarebbe la malleabilità del metodo se mio figlio va fatto cambiare per confermarlo?

    Care, io ripeto che se i vostri bimbi sono contenti, va tutto bene. Il punto è solo se bisogna forzarli, e non parlo di voi, parlo in generale perché ho letto di altri che facevano fatica e la soluzione mi sembrava semplice e a portata di mano.

    Nei tuoi punti arrabbiati, Asia, non ci sono io con quello che ho scritto, ma quello che di me costruisci per fare polemica. Perché dovrebbero essere confusi i comportamenti dei miei figli e io rassegnata? Ma chi te l’ha detto? Dai, respira e lascia andare, io sono ostinata, ma non così incarognita da dovermi disprezzare e sminuire. Mah…

    Sul “mamma non vuole” è solo questione di età. Certe cose vanno bene a una certa età, altre a un’altra. Troppo piccoli, parlare troppo può essere inutile, persino controproducente. Non è disprezzare le loro capacità, sai? E’ solo prendersi le responsabilità che ci spettano (hai mai letto Juul?).

    Anche con te, Barbara, nessun giudizio personale. Se per tua figlia era necessario che tu curassi una routine, dovevi farlo. Come dici tu, bimbi diversi, modi diversi. Mi pare di ricordare che abbiamo “battagliato” ma sempre con la sensazione di essere più in accordo di quanto paresse, vero?

    Questo è un post sul metodo easy, certo. A me pare che non faccia male che si sappia che può non essere infallibile per chi non ci si ritrova. A favore siete praticamente tutte, chi lo vuole applicare ha il suo bel sostegno.

    Sulla faccenda nido, guarda che non ho corretto il tiro. Penso davvero che comprendo e sono solidale con le mamme che devono portare i loro bimbi di pochi mesi al nido. Ma mi dispiace per loro e per quei bambini, perché so che sarebbe meglio altrimenti (e ho citato tanto di bibliografia illustre per chi volesse approfondire). E guardare in faccia le cose, ti assicuro è importante. Non c’entra la colpa. Non è evitando il senso di colpa che si sta meglio e si fanno stare meglio i bambini. Un bambino ha bisogno di essere capito nelle fatiche piccole e grandi che fa, questo lo protegge dalle fatiche precoci, può essere antidoto. Quello che dico non lo dico dall’alto in basso di un giudizio negativo sulle mamme che lavorano, non so se riesco a spiegarti. Lo dico per loro. Certo che non è una bella cosa da sentirsi dire. Ma quello che è duro da accettare non è quello che io dico, ma la loro situazione. Indorare i fatti non fa bene. Ma qui siamo fuori tema. Se vuoi però possiamo approfondire.

    Dormite bene, io ho appena riaddormetato, ora vado a riposare un poco. Ciao,
    Elisa

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  9. Sai quanti angelici ho visto rovinati perchè visto che angelici non hanno bisogno di dormire (secondo mamme e nonne che li vedono sorridenti)e portati all’esasperazione..per poi arrivare alle sette di sera a piangere disperati e ad addormentarsi sfiniti………. poveri patati… 🙁

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  10. Beh, Asia, ho letto diverse cose, valutato diversi metodi e diversi consigli, poi ho letto la Hogg e mi è piaciuta. La routine si è rivelata molto adatta a mia figlia, ma di certo non ho letto tutto sull’argomento e non ho ascoltato tutti i genitori felici e soddisfatti del “metodo” che hanno usato. Elisa sembra molto felice del suo, quindi la sua opinione mi interessa.
    Istintivamente non mi piace l’idea di soddisfare tutti i bisogni immediati sempre, non mi piace una vita imprevedibile e totalmente disorganizzata (perchè secondo me può portare ad altri problemi su tempi più lunghi, come mi è successo con TopaGigia) ma non si sa mai… magari non ho capito bene quello che lei intende. E poi mi resta sempre la speranza, dovessi avere un secondo figlio, che mi venga fuori un angelico 😉
    In ogni caso sono d’accordo con te che educare non vuol dire ammaestrare, anzi. Poi ovviamente c’è modo e modo di educare e ci sono fini e fini, ma io sono abbastanza serena sul fatto che le regole che impongo e le linee guida che dò siano per il suo bene, ma potrei anche sbagliare!

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  11. ..non vedo che alternative costruttive si possano avere.. se elisa è felice è soddisfatta del fatt che il secondo figlio dormiva due ore al giorno e non ha fatto nulla per aiutarlo!!!!!!!!!!!!!!!mi sembra una guerra persa.. anche perchè ho avuto modo di leggere vecchi commenti e lei si accanisce contro il metodo già da un po!!!Altro che addestrare si dice EDUCARE.. io mi auguro che le altre mamme non si facciano condizionare e credano in ciò che fanno.. a me sembra la tua tanta gelosia e frustazione.. e lo dico sinceramente… veramente perchè non vedo di come si puo ndare fiere del fatto che un bammbino dorma due ore al giorno e non si fa nulla per aiutarlo..povera stella… ma anche tu che dormivi due ore al ggiorno con un altro figlio da guardare!!!Ci credo che ti sembra strano che io riesca a vivere una vita normale!!

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  12. Elisa, forse ricordo male ma mi sa che ero proprio io a discutere con te sul “mamma non vuole”…
    Io non ti ho assolutamente voluto attaccare, se ti ho dato questa impressione me ne scuso. Volevo darti la mia lettura del libro della Hogg, per mostrarti che si può averne un’interpretazione molto diversa dalla tua. A me è rimasto soprattutto il messaggio “impara a capire tuo figlio il prima possibile, per capire i suoi bisogni quando lui ancora non te li può spiegare”. Il messaggio mi è piaciuto molto e ho letto con interesse il resto del libro, sempre con quest’ottica ben stampata in mente.
    Tu dici: “Quando il piccolo ha sonno, semplicemente dorme, quando non dorme è perché non ha sonno.” Ecco, per mia figlia non era sempre così (da manuale anche lei, figurati un sensibile o addirittura un amplificato), a volte il momento ottimale per la nanna passava inosservato e allora erano guai. Troppo stanca per prendere bene sonno era nervosa, si dimenava, a volte si graffiava, alla fine crollava anche un’ora dopo e dormiva troppo poco (si svegliava comunque a orari abbastanza fissi, indipendentemente da quando si era addormentata) e tutta la giornata andava a farsi benedire. Certo, mi stancava e mi frustrava, ma chi stava peggio era certamente lei, io ero a sua disposizione comunque!
    Dici ancora: “Ciuccia il latte della mamma quando vuole…”, come ti ho già detto anche questo per mia figlia è diventato un male. Prima lo facevo anch’io, poi in corrispondenza di un salto di crescita è cambiato tutto, e la cosa non andava più bene PER LEI.
    Insomma tutto è relativo al particolare bambino, e in parte anche ai particolari genitori, e ti ripeto che a me personalmente il libro della Hogg è piaciuto molto perchè mi ha spiegato questa cosa molto bene.
    Dici di non voler colpevolizzare nessuno, ma ti rendi conto che frasi come “Un bambino di 3 mesi al nido SOFFRE! Poi tutto si può recuperare. Certo non ha le capacità di esprimere i suoi disagi che ha un bimbo di 2 anni, che per questo si nota di più” lette da neomamme con già sensi di colpa propri sono una pugnalata nel fegato? Poi aggiusti il tiro e dici che capisci chi deve mandare figli così piccoli al nido etc etc, ma chi già si sente in colpa ha le antenne per queste cose, e ti assicuro che frasi così bene non fanno, anzi fanno proprio male.
    Insomma tu puoi non condividere il metodo, e va benissimo, però vorrei farti (nuovamente, se non sbaglio) notare che questo è un post sul metodo EASY, e chi lo legge e nei commenti chiede consigli e/o delucidazioni evidentemente è interessato al metodo, e il più delle volte ha letto il libro e ha già deciso di applicarlo. Va benissimo far notare ciò che non ti piace nel metodo, mostrarne i punti bui, anzi grazie, però non mi sembra costruttivo farne venir fuori una polemica così forte.
    Io per esempio ho cercato di spiegarti perchè alcuni tuoi consigli per mia figlia non sarebbero andati bene, hai delle controrisposte costruttive da darmi? Te lo chiedo in maniera assolutamente non polemica, vorrei davvero sapere se avrei avuto un’alternativa altrettanto valida di “strategia”, magari in caso di un secondo figlio…

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  13. 1. Educare a mangiare e a dormire non è addestrare.
    2. Attaccarse al seno prima delle due ore e mezza tre ore non è mangiare è cercare un modo per rilassarsi. Girare in macchina per i bambini è rilassante.. quindi significa solo trovare un’alternativa.
    3.I miei figli non piangono, piangono i bambini che non riescono a farsi capire dalle mamme perchè si pstinano ad attaccarli al seno come se fosse l’unica soluzione ai suoi problemi. Conseguenza: vomiti perchè mangiano poco, pochi stimoli a farti capire le cose e rassegnazione perchè mamma non capisce tanto..
    4.Leggo i bisogni dei miei figli nei loro occhi non in un manuale della Hogg e in nessun’altro libro.
    5.I bambini non sono sacrificati, ma piu felici.
    6.Tutti i bambini hanno bisogno della mamma e del papà. Ma possono trovarsi bene ovunque. Se a te fa piacere che dipendano da te è solo tuo egoismo, perchè forse questo ti rafforza l’autostima.
    7.tanti dei problemi del sonno in età adulta nno le loro origini proprio nelle primissime esperienze infantili.. appunto… prima imparano ad autocalmarsi e a non dipendere da te ne da una cullitati meglio è pe rloro e anche per il futur.
    8.Io capisco e assecondo.. tu ti rassegni ai loro comportamenti confusi.. perchè quando vengono al mondo nessuno gli ha spiegato come fare…tu fai colazione, pranzi, fai merenda ceni… non vedo perchè lui non debba fare lo stesso ma mangiare in maniera confusa.
    9.Non vedo cosa ci sia di male, nel dire a un bambino ” mamma non vuole” non si dice per tutto, perchè perderebbe di valore, ma bisogna spiegare a un bambino cosa si fa e non si fa. Io parlo con mio figlio da quando è nato. Mio figlio a pranzo è sempre stato con noi in giro a tavola, mai messo in dipsarte da sveglio sempre con il papa e la mamma lasciato on pace per dormire… non capisco perchè ti ostini tanto.. dare un ritmo funziona e aiuta.. ci sono bambini che non hanno problemi per autocahalmarsi e lo fanno già in automatico perchè è la natura che lo porta a farlo.. cosi come il bambino da manuale che avevi tu.. gli altri non riescono da soli e allora perchè non aiutarli.. ma è cosi difficile da capire???????? Non mi sembra!!! ontinui a insistere sulle esigenze dei bambini.. ma tu in questo blog ti metti a parlare contro un modo di fare sano che tu dipiingi come chissà che cosa.. ma non ti accorgi che è il tuo modo di fare per me che non va bene?????????

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  14. Voi continuate a difendervi. Sta bene, non ci posso fare nulla. Io non vi ho dato delle incapaci, non ho detto che sbagliate tutto, ci tengo a precisarlo di nuovo. Ho avanzato i miei dubbi e detto quello che pensavo su aspetti singoli (con conseguente solito travisamento tipo sul ciuccio che non mi pare di aver demonizzato tanto che ho detto di averlo usato pure io per il mio primo e a lungo; o sul lasciare un bambino alla nonna: il punto era l’insoddisfazione manifesta per il risultato).

    Il mio primo, secondo il test della Hogg (l’ho letto il libro, l’ho letto), è risultato “sensibile”, altro che “da manuale”, solo che le “regole” se le è date da solo nel tempo, io non ho impostato granché, ho assecondato un po’ alla volta. Forse non avevo alte aspettative dal principio, forse ho imparato a cedere qua e là, e nella fatica mi sono pure molto divertita, non sono arrivata sull’orlo dell’esaurimento. Ho avuto fiducia. Mi sarà andata bene. Comunque mi è andata bene pure col mio secondo anarchico che fa quel che gli va e mi piace così. E non mi ci metto a essere diligente, diciamo così per parafrasare Asia, perché lo sentirei un addestramento da cagnolino e io non ne voglio sapere di condizionarlo a questo modo (pensare di girare in macchina per non dargli il latte che chiede e ciuccia con evidente soddisfazione fino all’ora stabilita da me! perché? il che non vuol dire che Asia non abbia le sue ragioni, non posso davvero saperlo, solo che il suo modo di fare non sta bene da noi). E per ottenere qualcosa (e non sono certa che potrei ottenere qualcosa) dovrei farlo piangere e non ci sto, lui magari farebbe quello che voglio io perché l’ho deciso io e non perché fa bene a lui. E allora perché pensare a provarci? Fra talmente poco non sarà più piccolo e io benedico di godermi l’infanzia di mio figlio libera da troppi condizionamenti. E’ il mio modo di essere, non lo impongo a nessuno.

    Vi dico solo che non mi sono fermata al manualetto della Hogg, ho letto dell’altro e ho scoperto che i bisogni certificati dei bambini sono un po’ altri da quelli descritti da lei. Che le cose che voi sentite come colpevolizzanti (e non ce la farò mai a farvi capire che il mio punto non è farvi sentire in colpa, ecc. ecc.) in genere rispondono ai bisogni dei piccoli per quello che sono e non a quello che ci fa più comodo. Che non c’è niente di male ad accogliere pure i nostri comodi, ma è bene farlo essendone consapevoli. E comunque non respingo niente che funzioni senza sacrificio dei bambini, ma figuriamoci! Ben venga!

    Sono diversa da Asia, mi par proprio di sì, e non pretendo di impostare dei cloni del mio modo di fare. Io coi miei bimbi faccio di tutto, tutto quello che non è pretesa eccessiva per le loro possibilità, s’intende. Ma non devo creare l’atmosfera ogni volta. Quando il piccolo ha sonno, semplicemente dorme, quando non dorme è perché non ha sonno. Ciuccia il latte della mamma quando vuole perché mi sta bene così, mi avesse dato troppo fastidio avrei provveduto a cercare un compromesso per non sfogare su di lui la mia frustrazione (sempre, s’intende, nel rispetto minimo dei suoi bisogni essenziali, senza farlo piangere per capirci). Mi son dovuta un po’ sacrificare, cedrto, ma come altrimenti riuscire a fare la mamma: è una fatica quotidiana. Se una mamma con un bimbo tipo il mio va in crisi, provi pure, ma senza pretese. Ecco sono quelle, le pretese stabilite a priori, che non ce la faccio ad accettare, e ogni tanto le sento.

    Che il nido non sia un bisogno dei bambini è doveroso dirlo, perché non lo è e la fatica che devono fare (non è che non la fanno se ce la mettiamo diversamente) pesa un po’ meno se glielo riconosciamo e ci impegnamo a compensare. Vi turba tanto questo? Credete che non provi solidarietà e simpatia per le donne che cercano di far tutto e devono riprendere a lavorare? Pensate sia meglio mandarle in giro belle allegre che hanno garantito ai propri bimbi la felicità di starsene un certo numero di ore lontano da loro tutti i giorni? Non vi sembra un po’ ipocrita? Io preferisco riconoscere la fatica dei bimbi e la fatica e il dispiacere delle mamme, dire però sempre la verità. E la verità è che a pochi mesi è meglio stare con la mamma.

    Volevo poi farvi riflettere sul fatto che tanti dei problemi del sonno in età adulta hanno le loro origini proprio nelle primissime esperienze infantili, che essere legati a una serie piuttosto rigida di circostanze per riuscire a lasciarsi andare al riposo può essere fonte di dipendenze e non di autonomia. Mica è automatico, ma fateci un pensiero.

    Quello che non capisco è perché la proposta di non farne una religione, di questo metodo, vi inquieti tanto (cito Asia: “se poi tu dici che non funziona è perchè visto che non ci credi non puoi averlo attuato come di dovere”, che certezze, mia cara, davvero mi suona come un atto di fede!). E’ un metodo elastico, adattabile, tutto quello che volete, ma io in queste pagine di commento di forzature in nome del principio ne ho lette e la cosa mi ha rattristato. Quello che sapete rispondermi è che non capisco i bambini e che sono incompetente, oltre che ricattatoria! Ma se parlo con qualcuna come Asia, convinta che tutti i bimbi alla fine si possano ridurre ad uguali e che tutto dipenda dalla costanza e dalla determinazione della mamma, io mi chiedo chi è delle due che si sforza di capire i bambini. Io non ho mai detto che il metodo non possa avere aspetti anche positivi per alcuni. Solo che c’è tanto di altro che si può fare per aiutare i nostri cuccioli a crescere. E qui sopra c’è la letterina di una mamma che me ne ha dato conferma che racconta di come il metodo Hogg invece di darle risultati la faceva sentire un’incompetente e l’ascoltare il suo bambino con serenità e lasciar perdere le scalette d’orario le aveva fatto scoprire i ritmi giusti per loro. Lasciamo alle cose la loro complessità e lasciamo un po’ di spazio al dubbio, almeno per gi altri, che male c’è?

    Che la Hogg non capisca davvero i bambini io l’ho pensato quando ho letto cosa suggeriva per “educare” a un comportamento che rispettasse gli oggetti di casa sin da piccolissimi: “mamma non vuole” (è il motivo di dissenso con cui sono arrivata qui). Non è così che funziona coi bambini piccoli. E in genere.

    Ecco, non volevo e ho scritto il solito papiello. Mi sa che Serena ormai è rassegnata (faccina). Saluti e buona serata,
    Elisa

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  15. @Elisa, mi inserisco nella vostra discussione per fare alcune osservazioni dal basso della mia piccola esperienza. Innanzi tutto sul “metodo” Hogg in generale (le virgolette le metto apposta, ora spiego perchè). Non so se hai letto il libro, io si e la cosa che mi ha sorpreso di più è stata proprio l’impostazione di affermare che ogni bambino è diverso, ogni bambino ha esigenze e linguaggi diversi. Quando cercavo una guida, la Hogg mi scrive “io ti dò dei suggerimenti, ma solo tu puoi osservare tuo figlio e conoscerlo e interpretarlo”. Inutile dirti che alla lunga ce l’ho fatta. Quindi non è affatto un metodo rigido, anzi, ti spinge proprio a seguire le esigenze di tuo figlio nel modo migliore per lui e DI RIFLESSO per te. Le esigenze del bambino sono comunque al centro. Se ci fai caso chi si rivolge a questo sito con domande sul metodo Hogg non afferma quasi mai “oddio mio figlio sgarra di 5 minuti come faccio???” ma molto spesso “non riesco a far addormentare mio figlio all’ora xxx, e il resto della giornata è nervoso, intrattabile, sta male. Come posso aiutarlo?”
    Poi scusami, ma il tuo atteggiamento mi sembra molto più colpevolizzante nei confronti delle madri di quello di Serena o di Asia. Non tutte le madri vogliono o sono in grado di farlo a tempo pieno, devono anche fare altre cose, e far notare che i piccoli al nido stanno male o che non è il caso di lasciarli alle nonne per fare il pisolino mentre si va a fare la spesa non è che aiuti molto (probabilmente non era quello che intendevi, ma dire a una mamma in difficoltà “è ovvio che lontano da te tuo figlio sta male” non penso la faccia sentire meglio — tra l’altro in alcuni casi per un bimbo che deve dormire è meglio stare dalla nonna con qualche difettuccio che tentare di dormire al supermercato, e non tutti possono fare la spesa sempre nei momenti migliori per il bambino). Questo si collega anche al tuo discorso sul ciuccio: è ovvio che il ciuccio è un surrogato, ma è anche vero che i bambini non ciucciano solo per mangiare, ma anche per calmarsi o semplicemente fare qualcosa. Io per un lungo periodo ho allattato a richiesta totale e a un certo punto mi sono resa conto che questo non faceva bene a mia figlia. Mangiava troppo poco e troppo spesso, disturbandosi il sonno e con digesione difficoltosa e a volte dolorosa. In realtà voleva succhiare, non mangiare. Ho cambiato soprattutto per lei, per il suo benessere, e ho cercato di inserire il ciuccio, che lei rifiutava e allora ci siamo fatti ciucciare braccia, orecchie, dita, tutto quello che accettava. Insomma abbiamo trovato un modo che fosse buono PER LEI, non per noi. Ma ci siamo arrivati seguendo i consigli della Hogg, osservandola e cercando di capire i suoi bisogni. Quando sei un neogenitore spesso hai gli occhi foderat di prosciutto, e la Hogg ti consiglia di fermarti un attimo, fare tabula rasa delle tue convinzioni (anche perchè i bambini cambiano modi ed esigenze da un giorno all’altro a volte) e osservare, prima di proporre dei cambiamenti.
    Secondo me non è affatto un caso che nella maggior parte dei commenti a questo post trovi genitori che descrivono le abitudini e i comportamenti dei figli chiedendo aiuto per decifrarli. Chi viene qui e ci passa parte del suo tempo è nella maggior parte dei casi un genitore che vuole far stare suo figlio al meglio, imparare a conoscerlo e capirne i bisogni per poterlo accontentare nel modo migliore possibile, sia nell’immediato che nel lungo termine (vedi il caso di mia figlia alla quale poppare poco e spesso in realtà faceva male). Solo che diventare genitore per la prima volta è spiazzante, e a volte una voce amica e più esperta fa tanto bene.
    Poi ovviamente ci sono le convinzioni personali, e anche TH ti dice che se vuoi tenere tuo figlio a dormire nel lettone fai tranquillamente, metti solo in conto di passare tre anni in n letto sovraffollato, non due mesi. E va benissimo, per carità, se è quello che vuoi. Lei però dice (e io personalmente sono d’accordo) che una routine aiuta, soprattutto il neonato, e soprattutto quelli più sensibili. Perchè l’unica cosa che un bambino di qualche giorno o settimana capisce è l’abitudine, e una ripetitività di eventi lo fa sentire sicuro e a suo agio. E le regole che insegnamo loro servono proprio a consolidare una routine che è naturale nel bambino. Poi è ovvio che ci sono gli episodi eccezionali come un malessere o una giornata no, e allora va benissimo l’eccezione, ma che sia tale.
    Comunque io credo che anche le esigenze dei genitori abbiano una loro importanza (se non altro perchè un genitore che sta male non riesce a essere un buon genitore) e allora a volte trovare una via di mezzo fra le esigenze del bambino e quelle dei genitori secondo me va benissimo, tipo imparare a dormire anche dalla nonna, per esempio.
    Infine, per rispondere al tuo ultimo paragrafo, basarsi solo sull’istinto materno non è per tutti. E liquidare chi sente di aver bisogno di un consiglio, o far sentire colpevole un genitore non aiutato dal proprio istinto secondo me è sbagliatissimo, oltre che pericoloso per tutti. Chi è sicuro del proprio istinto lo segue comunque, ma non siamo tutti così. Se io mi fosse fidata al 100% del mio istinto, per esempio, probabilmente mia figlia si sarebbe dovuta fare un pò di terapia intensiva o peggio, e non sarei riuscita ad allattarla al seno per niente. Grazie a chi mi ha aiutata, TH compresa.

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