Quando il motivescional ha bisogno di adrenalina

Tutte le peggiori previsioni si sono messe in atto. Le due settimane in Danimarca non sono nemmeno riuscita a tirare fuori le scarpe dalla valigia. Al ritorno a Stoccolma ho fatto in tempo a fare un paio di allenamenti e poi mi sono ammalata: febbre a 38 e tosse con catarro per 1 settimana. In montagna ci ho provato di nuovo, ma sono riuscita in un solo allenamento disastroso: correre a 1500 metri e pure in salita non è nelle mie corde, e non ho superato la soglia dei 3 chilometri alla velocità di una lumaca.
Tornati a Stoccolma di nuovo, ieri ho fatto il mio allenamento: cinque chilometri e trecento metri in 37 minuti. Come diavolo ci arrivo a farne dieci il 3 settembre?
La scritta lampeggiante FAIL appesa sulla mia testa come una spada di Damocle mi ha accompagnata per tutto l’allenamento. Ho scrutato ogni donna che ho incontrato lungo il percorso, che correva ovviamente più veloce di me, e che secondo me, ovviamente, si stava allenando per la mia stessa gara.
Poi ad un certo punto, con il solito spirito di osservazione di un bradipo ho notato che tutte, dico TUTTE, corrono ascoltando la musica. Geniale mi sono detta! (si lo so, sono tarda in queste cose). Ho tirato fuori il mio coso e ho spinto il play. E’ partito il violino di Uto Ughi che però non ha aiutato ad aumentare il ritmo. A seguire il caffé della peppina non ha sortito grandi vantaggi. E nemmeno i Beatles hanno aiutato. Mi sa che devo rivedere la playlist se voglio tentare di usare la musica come alleata, ma qui ho un gran bisogno del vostro aiuto.
Allora il piano per le prossime 3 settimane è il seguente:
Allenarsi ogni due giorni senza se e senza ma.
trovare una playlist che funzioni e che riesca ad aiutarmi a mantenere il ritmo.
Vedere le cose in modo positivo, ad esempio non riesco a correre più di 5 chilometri riesco a correre più della metà del percorso.
Oltre naturalmente a far finta di non avere altro da fare oltre all’allenamento, tipo lavorare, scrivere per genitoricrescono, affrontare l’inizio della scuola del Vikingo, aprire partita iva e mettermi in proprio, spannolinare il piccolo, e partecipare ad un progetto di cui mi sono innamorata dal momento in cui ho parlato con l’autrice.

Claudia Cucchiarato, giornalista, autrice del libro Vivo altrove (ed. Mondatori) mi ha contattata per girare un documentario sui nuovi emigranti italiani, cioè gente che come me decide di andare a vivere all’estero. Claudia nel suo libro ha già raccolto moltissime testimonianze di questo fenomeno di fuga massiccia dall’Italia, e ora sta girando un documentario in giro per l’Europa. Dopo una serie di scambi di email, e chiacchierate via skype, Claudia e la sua troupe verranno a Stoccolma a filmare, e hanno pensato bene di venire a riprendermi proprio in occasione della corsa tjejmilen del 3 settembre. Quale migliore occasione per mostrare al mondo di che pasta son fatta?
Il FAIL continua a lampeggiare pericolosamente sulla mia testa, ma l’adrenalina che mi da la paura di essere ripresa durante la mia penosa performance è molta. Sarà sufficiente a far funzionare queste ultime settimane di allenamento per salvare il salvabile?
Voi per sicurezza intanto aiutatemi con la playlist, che ne ho decisamente un gran bisogno 😉

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