Non so se vi è mai capitato di pensare che nessuno si sognerebbe mai di improvvisarsi soprano o tenore e tentare un audizione alla Scala di Milano, oppure presentarsi come chef capo al miglior ristorante di Parigi, solo perchè la pasta alla carbonara come la fate voi viene elogiata all’infinito in famiglia. Eppure nel nostro ruolo di genitori troppo spesso ci improvvisiamo. Arriviamo totalmente impreparati dopo 9 mesi di gestazione, con al massimo una lettura rilassata di uno o due libri che ci parlano di cambio di pannolini e allattamento, ad affrontare quella che molto probabilmente è una delle più grandi sfide della nostra vita. Nella nostra bella valigia pronta da portare in ospedale, abbiamo messo un bel pò di fiducia nelle nostre capacità e istinto, insieme a tanti sogni e un’immagine del futuro che al confronto la pubblicità del Mulino Bianco fa ridere. Passiamo gli ultimi mesi di gravidanza ad immaginarci il periodo della maternità come idilliaco, riempendoci la testa di progetti in cui ci piacerebbe affaccendarci mentre il bebè dorme (tanto all’inizio dormono e mangiano soltanto!), ad incontrare amiche per un the, o a rilassarci con una sana lettura di un bel romanzo. Eppure nelle prime ore di ritorno a casa dall’ospedale ci si risveglia da questo splendido sogno improvvisamente al primo pianto. “E ora? Che facciamo?” sono le domande che ciascuno genitore si è posto al ritorno a casa. Io mi ricordo di aver chiesto a mio marito dov’era il pulsante rosso. Quello che quando lo spingi arrivano le ostetriche che sanno esattamente cosa fare. Manteniamo la calma, cambiamo il pannolino, tentiamo con l’allattamento, culliamo all’infinito…ma già un senso di panico ci assale, un’insicurezza profonda che dipende da una presa di coscienza di un fatto incofutabile: non ci sentiamo pronti. Nessuno ci ha insegnato come si fa. Ci è stato detto che al momento giusto basterà seguire il proprio istinto e tutto andrà per il meglio, e noi ci abbiamo creduto. Ci si rivolge alle nostre mamme e alle nostre amiche per cercare consigli e conforto. Per non sentirsi soli. E’ l’inizio del lungo percorso di crescita. Quello che come genitori dobbiamo fare insieme con i nostri figli. Perchè genitori non si nasce, si cresce.
ciao! Questo blog è veramente bello e interessante: l’ho inserito (su segnalazione di chiara, amica di una delle due coautrici) tra quelli che fanno parte di Mommyblogging italiano – il meglio della BlogoMammaSfera e tra le letture condivise: d’ora in poi qualunque nuovo contributo verrà vagliato quando scriverò gli articoli per far emergere il meglio sul tema.
se volete, sul blog trovate il banner e ho aperto anche un social network per discuterne insieme e dare la maggior visibilità possibile alle risorse all’indirizzo http://momblogitalia.ning.com/
complimenti davvero! passerò spesso
Grazie Alessandra per il tuo commento. Sono daccordo con te che ci si forma come individui durante tutta la nostra vita, grazie anche ai rapporti con gli altri. Il nostro essere figli, e il modo in cui siamo stati cresciuti dai nostri genitori, condiziona senz’altro il nostro ruolo di genitori. Prima di essere genitori, siamo persone, individui, con la nostra storia alle spalle, pregi e difetti. Ma è proprio per questo che penso che dovremmo porci qualche domanda quando diventiamo genitori a nostra volta: perchè il nostro comportamento come genitori, ricadrà necessariamente sui figli.
Un esempio estremo: è noto come figli di un genitore violento, tenderanno ad essere violenti con i loro figli.
Se non c’è accordo tra i due genitori sui metodi educativi, o suoi valori da dare, è sicuramente tutto più difficile. Proveremo ad affrontare questo tema presto in qualcuno dei nostri articoli. Tra l’altro l’intelligenza emotiva, come hai fatto giustamente notare, può aiutare ad instaurare un buon rapporto con i figli, e aiutarli anche a gestire il disaccordo tra i genitori. Parleremo a fondo anche di questo. A presto.
Bella, non sono poi così d’accordo: in realtà ci prepariamo a diventare genitori tutta la vita: in ogni rapporto, da quando siamo noi ad essere figli a quando troviamo una persona con la quale “farli” i figli, formiamo noi stessi come individui e come genitori a un tempo…
O meglio dovrei dire dovremmo prepararci… Infatti non è detto che i rapporti che abbiamo intavolato prima di fare figli ci bastino ad intavolare il più importante di tutti…
Ci sono dei “ma”, ovviamente: il più importante è il ruolo sminuito e svalutato che nella nostra società si attribuisce all’intelligenza emotiva o inconscio o chiamalo come ti pare: è invece fondamentale averla bella sviluppata per poter “comunicare” con un bambino che, per dirne una, non parla!
Altro “ma” il rapporto con l’altro genitore: se non è più che buono il “mestiere” di genitore è più difficile…
Baci
Penso che il tema del blog sia proprio azzeccato. Essere genitori e’ un cammino che si percorre insieme ai figli. Seguendo la crescita dei figli cresciamo anche noi genitori con loro ed impariamo a supportarli meglio. Ho trovato molti utili i consigli su come affrontare il problema del cibo. La nonna aveva creato qualche problema con il mangiare che sto riuscendo ad risolvere grazie ai vostri posts. Ottimo lavoro, continuate cosi’.